Ci sono dei periodi dove tutto è uno schifo anche se apparentemente sembra andare tutto bene.
Il lavoro riprende e con lui quei ritmi serrati fatti di set, riprese, copioni da studiare. Ci sono gli amici e le serate fuori, quando ti trascinano anche se non ne hai voglia, quando vorresti solo stare qualche ora da solo e invece no, bisogna andare fuori, divertirsi, bisogna far vedere che è così. “Metti qualcosa su Instagram, è un po’ che non pubblichi nulla”, mi hanno ripetuto questa frase mille volte negli ultimi giorni, soprattutto Michelle che insisteva per fotografarmi nelle situazioni più assurde, ma io nemmeno volevo aprire i social, non volevo vedere nulla, non volevo vedere lei che in questi giorni è ovunque. Tre foto stupide da Vancouver e Nathalie che posta un video della stessa città. Ci deve capire ha sicuramente capito che siamo insieme anche qui. Nulla di ufficiale, non ne ho voglia né con lei né con altre, ma il messaggio arriva di sicuro, sono troppe “coincidenze”. Ho visto la mia foto che ha messo Marisa all’incontro di wrestling e sembro uno straccio, spento, fatico a riconoscermi, ma lei non perde occasione di mettere le mie foto dove c’è anche Nathalie, sembra lo abbia preso come un lavoro, ma non mi stupisce, so chi vuole colpire. Alcune volte mi sembra di prenderla in giro, eppure con Nathalie sono stato chiaro fin dall’inizio, niente di serio, niente impegni, divertiamoci fin tanto che ci riesco, se ci riesco ed accade sempre meno.
Mi dicono che devo voltare pagina, lasciare tutto alle spalle, chiudere con tutto il passato, inizia una nuova avventura, mi devo focalizzare su quella. Facile per tutti gli altri che non hanno dentro quello che ho io, che non ho dentro lei.
E così nell’andare tutto male ieri si è anche rotta la mia tazza di Hulk. 10 dollari di tazza, non andrò certo fallito per ricomprarla, ma è un simbolo, l’emblema che quando tutto deve andare male, ci andrà, anche che si rompe la tua tazza preferita per fare colazione ed anche se ne hai altre 100 sparse per casa, la colazione non sarà più uguale, anzi niente sarà più uguale. Sono riuscito a fare una foto scema e a pubblicarla: Michelle è stata contenta, Nathalie ha riso ed ha detto che quella tazza era orribile.
Forse hanno ragione tutti loro. È ora di chiudere con il passato, forse lo sarebbe anche di crescere un po’, ma per ora l’unica cosa che vorrei è stare una settimana chiuso in casa senza pensare a nulla ed invece proprio ora gli impegni si accavallano di nuovo uno dietro l’altro e se fino a qualche mese fa non vedevo l’ora che accadesse adesso vorrei mandare a monte tutto.
Così ora ci mancava solo il campanello che suonava, con l’insistenza che solo gli scocciatori sanno avere. Vado ad aprire con i capelli arruffati ed una tuta che ha visto decisamente tempi migliori, chiunque sia dietro la porta capirà ben presto che non voglio essere seccato. Non oggi.
Dall’altra parte, invece, c’è un ragazzo che avrà poco più di vent’anni, una giacca gialla e rossa, un pacchetto in mano ed un palmare sull’altra. Mi chiede una firma sull’apparecchio digitale, probabilmente non mi ha nemmeno riconosciuto o forse non gli frega nulla di me, mi lascia il pacchetto e se ne va ancor prima che io chiuda la porta.
Faccio velocemente mente locale pensando se ho ordinato qualcosa ma non ricordo proprio nulla. Apro la scatola ed appare subito qualcosa di verde. Non ci metto molto a riconoscerla. È una tazza di Hulk, non proprio come quella che avevo, ma molto simile. Il primo sorriso sincero da giorni, qualcuno ha pensato alla mia tazza rotta.
Mentre la sollevo un biglietto cade a terra, lo giro e la calligrafia è inconfondibile. Ci sono solo due parole e bastano per far crollare tutti i buoni propositi che potevo avere. “Love. Stana”.
Non ne uscirò mai.
Non ne usciremo mai.