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Autore: bambolinarossa98    19/02/2018    3 recensioni
🌟 INIZIATIVA: Questa storia partecipa al "Rainy Time" a cura di Fanwriter.it!
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E i Varia non sapevano cosa fare, non avevano idea di come comportarsi di fronte a quel Boss così diverso da quello che conoscevano, Xanxus lo leggeva nel loro comportamento e nelle occhiate che si scambiavano di rado.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Superbi Squalo, Xanxus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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🌟 INIZIATIVA: Questa storia partecipa al "Rainy Time" a cura di Fanwriter.it!
🌟 Fandom: Katekyo Hitman Reborn - prima della Battaglia per gli Anelli
🌟 Personaggi: Xanxus, Squalo
🌟 Parole: 937
🌟 Prompt: 31. Life isn't about waiting for the storm to pass, it's about learning to dance in the rain. (Vivian Greene)
🌟 Genere: Introspettivo
🌟 Note: A dispetto di quanto si possa credere, i Varia mi piacciono più dei Vongola della Decima Generazione. Penso che dietro ognuno di loro si nasconda qualcosa di molto più profondo di quello che mostrano o che vogliano far intendere, e il loro Boss non è da meno. Stavolta ci ritroviamo davanti uno Xanxus appena uscito dalla sua prigione di ghiaccio, quindi mi perdonerete se sarà un po' diverso dal solito irritante e scontroso mafioso che siete abituati a vedere.
Ne approffitto per spammare la mia pagina facebook Multiverse e il mio sito web Multiverse-Fanfiction.
Buona lettura!








 
Life isn't about waiting for the storm to pass, it's about learning to dance in the rain.
(Vivian Greene)







Un battito di ciglia.
Era questo il tempo che aveva impiegato il bicchiere a scivolare dalla sua mano, rompendosi al contatto con il pavimento sottostante. Xanxus fissò con occhi inespressivi i frammenti di vetro che scintillavano ai piedi del comodino, mentre la macchia d'umidità si allargava sulla moquette rossa.
Squalo si grattò la tempia, trattenendo un sospiro incerto, evitando accuratamente di guardarlo.
« Ne vado a prendere un altro » disse infine, voltandosi per dirigersi alla porta. Xanxus non rispose, spostando gli occhi sulla propria mano aperta, esaminando accuratamente le dita quando provò a chiuderle, notando la fatica che facevano.
« È normale, sei rimasto chiuso in un blocco di ghiaccio per otto anni » gli aveva detto Lussuria, mentre lo aiutava a sistemarsi sui cuscini « Il corpo si è atrofizzato, dagli il tempo di riprendersi. »
Otto anni.
Era stato scongelato da tre giorni, ma ancora non riusciva a capacitarsi di essere rimasto intrappolato dallo Zero Chiten Toppa per tutto quel tempo. Eppure, la data sul calendario non mentiva e nemmeno i componenti della sua squadra: Levi era diventato più grosso, Belphegor era cresciuto, Lussuria era diventato più alto e Squalo si era fatto crescere i capelli. Solo Mammon non era cambiata, costretta per l'eternità in quel corpo da bambina per via della maledizione degli Arcobaleno.
Ma tutto il resto... era diverso. Persino i suoi fratelli adottivi erano morti, ma di quello non era stato particolarmente dispiaciuto.
In effetti, niente di quello che gli era stato detto in quei giorni lo aveva toccato, chiuso nella sua apatia, fermo in un tempo che non gli apparteneva. E i Varia non sapevano cosa fare, non avevano idea di come comportarsi di fronte a quel Boss così diverso da quello che conoscevano, Xanxus lo leggeva nel loro comportamento e nelle occhiate che si scambiavano di rado.
Si riappoggiò alla testiera del letto, ruotando la mano così da poterne vedere il dorso, ignorando la cameriera inginocchiata di fianco a lui che raccoglieva i cocci di vetro con scopino e paletta, con distaccata professionalità.
Aveva avuto sprazzi d'incoscenza in quei giorni di cui non aveva sentore, ma una volta aveva origliato Bel lamentarsi con Squalo dei suoi scatti deliranti nel quale aveva quasi ucciso Mammon e Lussuria, cose di cui lui non aveva nessun ricordo ma che spiegavano senza dubbio i bendaggi che i due ancora sfoggiavano.
La cameriera si alzò ed uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle, venendo a malapena sentita. Xanxus inclinò il capo di lato, spostando lo sguardo sulla pelle olivastra del braccio ora liscia e pulita: non era stato molto lucido quando lo avevano tirato fuori dal ghiaccio, ma ricordava di aver intravisto segni profondi su quelle stesse braccia e sulle mani, che erano in parte spariti al suo risveglio.
In parte. Quando, il giorno prima, Bel e Squalo lo avevano portato di peso fin dentro il bagno per aiutarlo a farsi una doccia calda, aveva visto distintamente tutte le cicatrici che la permanenza nel ghiaccio gli aveva lasciato: segni scuri, di ogni forma e dimensione, su tutto il corpo. I due ragazzi avevano accennato qualcosa in merito al fatto che prima era messo decisamente peggio, e lui non aveva neanche voluto provare ad immaginarselo.
Squalo rientrò in quel momento, stringendo nella mano sana un lungo bicchiere di vetro pieno d'acqua. Xanxus lo guardò a malapena.
« Lascialo lì » ordinò, in un soffio, ancora perso nella sua contemplazione. Il ragazzo esitò, infine lo mise sul vassoio poggiato sul comodino.
« Tempesta » mormorò d'un tratto Squalo, osservando le grandi finestre con le tende scostate « Sta arrivando una tempesta » aggiunse, quando il ragazzo alzò gli occhi su di lui.
Xanxus voltò lo sguardo verso la finestra, dove nuvole grigie si stavano accumulando nel cielo e i primi schizzi di pioggia bagnavano i vetri. « Le tempeste arrivano sempre » commentò, abbassando finalmente il braccio, osservando le gocce d'acqua scivolare sul vetro sempre più insistenti.
Squalo si portò una lunga ciocca albina dietro la spalla, in un gesto quasi automatico, prima di posarsi la mano sinistra coperta dal guanto nero sul fianco « Sì  » concordò, quasi distrattamente, osservando anche lui il tempo uggioso peggiorare ogni secondo di più « L'importante è che poi passino » aggiunse.
Xanxus socchiuse gli occhi, lasciandosi ipnotizzare dal colorito arancione smorto assunto dal paesaggio autunnale e che aveva contagiato anche la camera, mentre la mente deviava in altri pensieri.
« Cosa farai nel frattempo? » mormorò, attirando la sua attenzione « Resterai a guardare, aspettando che passi? »
Squalo si drizzò, d'un tratto a disagio e allarmato « Ne abbiamo già parlato » rispose, con un cenno di preoccupazione nella voce « Sei ancora in convalescenza, non siamo pronti per questo. »
Il ragazzo alzò un po' il capo, indurendo i lineamenti del viso « Mi è sembrato di capire che avete aspettato per otto anni » ricordò, pacatamente.
« E aspetteremo ancora » ribatté lo spadaccino, risoluto « Abbiamo aspettato te e non per mandare tutto a monte di nuovo » sancì « Stavolta faremo le cose per bene, ma dovremmo essere pazienti. »
Xanxus voltò finalmente il capo verso di lui, fissandolo dritto negli occhi « Si scatenerà una tempesta. »
« E non aspetteremo che passi » promise Squalo. Lui si riappoggiò ai cuscini e spostò lo sguardo sul comodino, allungò la mano e chiuse le dita intorno al bicchiere, osservando senza la minima espressione l'arto tremare lievemente per lo sforzo compiuto e saldò la presa. Contemplò il proprio operato per qualche istante, infine se lo portò alle labbra.
« E allora balliamo. »
   
 
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