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Autore: micchan91    19/02/2018    2 recensioni
Au Sterek ispirata appunto al film "il mio grosso grasso matrimonio greco"
Stiles sospirò e affondò di più nel sedile, incrociando le braccia al petto e fissando la strada bagnata dalla fitta pioggia che cadeva ormai da ore. Accanto a lui suo padre stava guidando tranquillamente, ripetendogli quello che gli diceva da quando aveva quattordici anni.
< Devi trovarti una brava ragazza Stiles, sposarti e avere dei figli. Stai diventando vecchio e tra un po' nessuna ti vorrà più > stava dicendo e il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sentirsi dire di stare diventando vecchi alla veneranda età di diciotto anni era una cosa che solo i figli dei greci potevano provare. La vita di un greco doveva passare in tre punti fondamentali. Trovare una brava ragazza greca, sposarsela e farci dei figli greci, mangiando poi ciò che lei cucinava finchè non morivi...grasso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stiles sospirò e affondò di più nel sedile, incrociando le braccia al petto e fissando la strada bagnata dalla fitta pioggia che cadeva ormai da ore. Accanto a lui suo padre stava guidando tranquillamente, ripetendogli quello che gli diceva da quando aveva quattordici anni.

< Devi trovarti una brava ragazza Stiles, sposarti e avere dei figli. Stai diventando vecchio e tra un po' nessuna ti vorrà più > stava dicendo e il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sentirsi dire di stare diventando vecchi alla veneranda età di diciotto anni era una cosa che solo i figli dei greci potevano provare. La vita di un greco doveva passare in tre punti fondamentali. Trovare una brava ragazza greca, sposarsela e farci dei figli greci, mangiando poi ciò che lei cucinava finchè non morivi...grasso.

Arrivarono alla loro meta pochi minuti più tardi e Stiles aprì lo sportello, fiondandosi sotto la pioggia senza nemmeno prendere l'ombrello e corse verso la porta, aprendola ed entrando nel buio di quello che era il ristorante della famiglia Stilinski. Accese le luci e si portò davanti alla vetrina, osservando il padre parcheggiare la macchina.

Stiles era sempre stato diverso lì, in quella piccola cittadina di Beacon Hills. Fin da bambino era il più esile di tutti e a lui erano vietati cibi ed usanze che tutti gli altri trovavano normali. Ricordava quando a scuola tutti quei ragazzini alti e già ben piazzati si mangiavano le merendine o i loro buonissimi panini e lui aveva le sue...schifezze, le si poteva definire solo così, schifezze che tutti gli altri fissavano storcendo il naso o facendoci battutine sopra.

La cosa che lo distingueva maggiormente dagli altri era che, mentre tutti gli altri bambini il pomeriggio andavano a giocare al parco o facevano le loro attività, lui i suoi pomeriggi li passava alla scuola greca, ad imparare tutto quello che serviva per crescere e diventare un buon greco. Imparavi cose molto importanti lì, come ad esempio "se Nick ha una capra e Maria ne ha nove...quanto ci metteranno a sposarsi?".

La vita gli aveva tolto sua madre molto presto, lasciandolo solo con un padre che per quanto si sforzasse non riusciva ad adempiere a tutti i compiti che di solito faceva sua madre, come cucinare o pulire, per quello ci pensava Melissa, unica donna non greca che aveva conquistato la fiducia di Noah Stilinski e lo aveva salvato innumerevoli volte dal tracollo morale e finanziario. Sorrise nel vederla arrivare e si affrettò ad aprire la porta a lei e a suo padre, stretti sotto l'ombrello di lei. Accese la luce al neon dell'insegna del ristorante e si tolse la giacca bagnata, appendendola all'ingresso. Il suo destino era lavorare nel ristorante di famiglia e non c'era modo di scappare, questo lo sapeva benissimo e così si mise a pulire i tavoli con un sospiro rassegnato. Non che non amasse la sua famiglia sia chiaro, i suoi zii, suo padre e tutti i suoi cugini erano le persone che amava di più al mondo, solo che...a volte...spesso...erano così assillanti!

Ricordava che suo padre quando era piccolo ammorbava tutti i suoi amici con lezioni greche, inventandosi addirittura storie come il fatto che tutte le parole al mondo derivassero da parole greche, persino kimono! Non faceva che parlare e parlare finchè i suoi amici non scappavano. L'unico che riusciva a sopportare gli sproloqui di Noah era Scott, il migliore amico di Stiles da quando erano piccoli, la sua salvezza, il suo ossigeno, la sua unica via di fuga da quel caos che era la sua famiglia.

Comunque lui era ancora single, e niente ragazza voleva dire lavoro doppio nel ristorante, così le sue giornate passavano sempre lì, mattina e sera, pranzo e cena. I suoi cugini si dividevano tra il ristorante e gli altri lavori che avano con le loro consorti e spesso i loro figli correvano per il ristorante, ricordando perennemente a Stiles che doveva sbrigarsi a farsi una famiglia dato che, come diceva sempre suo padre, stava invecchiando.

Alla fine però Stiles era arrivato a compiere venticinque anni ed era ancora single nonostante tutti facessero davvero qualunque cosa fosse in loro potere per potergli trovare la ragazza. Noah aveva addirittura programmato un viaggio nella sua terra natale per potergli trovare una donna da sposare, ma Stiles si era rifiutato scatenando un coro di proteste da parte delle zie.

Il ragazzo sospirò e smise di mettere a posto il bancone dopo aver guardato suo padre con la sorella e il marito seduti al tavolo che parlavano quasi sicuramente di lui. Sbuffò quando sentì la parola "mai" e il suo nome nella stessa frase e afferrò il bustone dell'immondizia per poi uscire a buttarlo, prendendosi un momento per respirare aria fresca e rilassarsi. Avrebbe tanto voluto una vita diversa da quella, più felice e più serena, ma non poteva farci nulla così rientrò e prese la caraffa con il caffè, girando per i tavoli per vedere se qualcuno ne volesse.

Stava versando caffè ad una signora dall'aria gentile quando il campanello della porta suonò, avvertendo l'ingresso di un altro cliente. Stiles si voltò e rimase con la caraffa a mezz'aria mentre la sua bocca si socchiudeva. Un vero dio greco era appena entrato nel suo ristorante e si stava togliendo la giacca. Stiles osservò la barba e gli addominali scolpiti che si intravedevano da sotto la maglia attillata e per un momento si sentì avvampare. Distolse immediatamente lo sguardo e finì di versare il caffè. Sentiva il cuore battergli forsennato e non capiva il perchè. Sapeva di non doverlo fissare, ma alla fine tornò ad osservarlo e i suoi piedi si mossero in automatico, camminando verso di lui. Attraversò la piccola stanza e si fermò accanto al suo tavolo. Il dio greco non era solo e sedeva al tavolo con un ragazzo di colore che alzò un sopracciglio appena notò Stiles fermo e con un'espressione ebete stampata sul viso.

< Si? > chiese e tanto bastò a far riavere Stiles che arrossì lievemente.

< Scusate, mi si era inceppato il cervello. A voi capita mai? > ridacchiò, arrossendo ancora di più quando si accorse di cosa aveva detto.

< Comunque eccomi qui, la vostra statua greca personale > ridacchiò subito dopo e spalancò gli occhi quando il dio greco rise della battuta. Invece di cogliere la palla al balzo e continuare la conversazione, o comunque versargli il caffè come avrebbe dovuto fare, Stiles fece dietro front e si allontanò con il cuore in gola.

< Potrei avere un altro po' di caffè? > chiese il ragazzo di colore e Stiles tornò indietro, ma invece di versarlo a lui lo versò al dio greco senza staccargli gli occhi di dosso. Lui sorrise divertito e alzò la tazzina piena in segno di rigraziamento prima che Stiles scappasse nuovamente via, lasciando il ragazzo che gli aveva chiesto altro caffè a secco. Quello si limitò a rubare la tazza dell'amico per poi alzarsi.

< Andiamo dai > disse mettendosi la giacca.

< Sono appena arrivato > ribattè il dio rubandogli una patata dal piatto e sorridendo soddisfatto.

< Lo so, ma ho lezione. Oggi darò un compito a sorpresa > rispose l'altro, facendo intuire a Stiles che fossero più grandi di quanto sembrassero.

< Anche io oggi ho dato un compito, ma li ho avvertiti per tempo > ridacchiò il dio alzandosi a sua volta e in tutta la sua dignità Stiles si accucciò dietro alla cassa, ma nella sua stupidità lasciò la testa fuori e ben visibile. Il ragazzo di colore si avvicinò e lo guardò perplesso, lasciando poi i soldi accanto alla sua faccia.

< Tieni pure il resto > disse e Stiles gli fece un sorriso tirato ed imbarazzato, poi si rimise dritto ed osservò i due sparire dalla sua vista.

I giorni seguenti il bel dio greco non tornò al ristorante e Stiles riprese la sua vita di sempre. Quel giorno stava controllando l'inventario del negozio e si accorse che c'erano diversi conti sbagliati così chiuse il libro e si avviò nell'ufficio del padre. Lui era seduto alla scrivania che controllava i nuovi menù mentre Melissa puliva l'ufficio. La donna gli sorrise dolcemente e Stiles ricambiò il sorriso per poi avvicinarsi al padre.

< Papà, stavo controllando l'inventario e...ho notato che ci sono molti errori > iniziò titubante mentre il padre non alzava nemmeno lo sguardo su di lui.

< E...si insomma pensavo che potremmo prendere un computer. Tu sai che io sono bravo in informatica, ma ci sono molti programmi che non conosco così...pensavo che potrei seguire qualche corso di informatica > disse torturandosi le mani e a quel punto il padre si voltò verso di lui.

< Ma tu hai già il lavoro qui, non ti serve fare un corso > gli disse e Stiles sospirò piano.

< Lo so ma...> tentò, ma l'uomo scosse la testa.

< Non abbiamo bisogno di un computer e tu non hai bisogno di andare all'università! > esclamò alzandosi e lasciando la stanza. Stiles sbuffò e si sedette sulla poltrona che aveva lasciato l'uomo, sorridendo mestamente a Melissa.

< Sta tranquillo, ci parlo io con lui > gli disse e Stiles le sorrise grato.

< Grazie...so che per lui è difficile allontanarsi da me e non avermi sempre sott'occhio ma...voglio fare anche altro nella mia vita > sospirò e Melissa si avvicinò a lui per accarezzargli la testa.

< Lascia fare a me > gli disse uscendo a sua volta e Stiles diede un piccolo colpetto con la nuca allo schienale. Se c'era qualcuno che poteva convincere suo padre quella era Melissa, sperava solo che ci riuscisse anche quella volta.

 

 

 

Angolino dell'autrice

Salve! So che ho due long da continuare, ma ieri sera con gli amici per la serata film abbiamo scelto "il mio grosso grasso matrimonio greco"...e niente, manco è iniziato che io già avevo afferrato il portatile e avevo iniziato a scrivere seguendo ciò che accadeva nel film XD

Ovviamente ho modificato diverse cose, soprattutto il fatto che nel film i maschi possono fare ciò che vogliono a differenza delle ragazze....qui invece sono tutti vecchi e zitelli se passano i vent'anni senza essersi almeno fidanzati xD

Spero che vi piaccia, pubblicherò abbastanza rapidamente dato che l'ho finita contemporaneamente alla visione del film, ma non ho tempo per rileggerla, quindi spero di non aver fatto errori troppo brutti!

Baci <3

 

  
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