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Autore: bibliophile310    19/02/2018    1 recensioni
Alexa è la tipica ragazza responsabile e studiosa, con un'amica soltanto, la pazza Violet. Le due sono un pò prese di mira dai giocatori della squadra di rugby. Quando un giorno, le due amiche sono stanche delle solite prese in giro, Violet organizza una finta festa per provare a mettere fine a queste loro sofferenze, e inaspettatamente il capitano della squadra di rugby, Jarrett, che si dice essere diverso dai suoi compagni di squadra, inizia ad interessarsi ad Alexa. Ma Jarrett sarà veramente diverso o è uguale a tutti gli altri?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note: Ecco come promesso anche il terzo capitolo!

Il giorno dopo, a scuola, faccio il compito di biologia. Punto al nove.
Intanto Violet è eccitatissima per quel suo piano, mentre io, al contrario, sono abbastanza in ansia. Se questa cosa non dovesse andare bene, saremmo tutti e tre nei pasticci; non voglio nemmeno pensarci, comunque da una parte sono felice anche io di farla pagare a quei rompiscatole.
Dopo il compito di biologia usciamo dall’aula, per andare in palestra. Ecco, inizia il mio inferno. In tutte le materie me la cavo bene, tranne educazione fisica. Sono letteralmente incapace di prendere una palla, di calciarla, di fare un canestro e molto altro ancora. Proprio la ginnastica non fa per me, fin da piccola sono sempre stata impacciata.
I miei compagni di classe mi conoscono come raccattapalle, perché durante le ore non faccio altro che evitare le palle, cosa facile, visto che nessuno rischia di passarmele, per non far perdere punti alla squadra. E l’altra cosa è che appena una palla esce fuoricampo sono io quella che va a recuperarla. Strano che non sia mai inciampata in quella cosa rotonda che mi fa una gran paura.
Non so spiegarmi la mia incapacità motoria, da piccola ho anche provato a prendere delle lezioni, ma niente da fare.
 
«Ragazze, voi sapete cosa faremo oggi a ginnastica?» chiede Bridget, una delle barbie, al suo gruppetto BBP, mentre entrano negli spogliatoi femminili con cinque minuti di ritardo.
«Non so, spero di non sudare troppo o di non fare basket, ieri sono giusto andata a rifarmi la tinta e la manicure.» dice Ashley con un’aria drammatica.
«Uh. Facci vedere.» ribadisce Cassie «Wow! Questa volta il tuo parrucchiere e la tua estetista hanno fatto un lavoro meraviglioso!»
«Cosa vuoi dire? Che le altre volte non avevano fatto un buon lavoro?»
«Oh no! Dico solo che questa manicure e questa tinta sono i migliori finora.» risponde Cassie.
Ashley fa un risolino orgogliosa e inizia a cambiarsi. Le altre fanno lo stesso.
«Vediamo come si sono vestite oggi. Da semaforo o con mini shorts leopardati? Tu cosa dici?» mi bisbiglia Violet.
Io sghignazzo, e le rispondo: «Ah ah. Non so, secondo me si tolgono solamente i vestiti e vengono giù in mutande e reggiseno!»
Le BBP sono molto note per il loro abbigliamento sportivo, ossia pantaloncini attillati cortissimi giallo fluorescente e top altrettanto color semaforo. Oppure sempre shorts e top leopardati, zebrati, e chi più ne ha, più ne metta. Le tre barbie si vestono sempre in modo uguale a educazione fisica e il giorno prima si mettono sempre d’accordo.
Oggi hanno tutte e tre top rosa e shorts altrettanto rosa, molto appariscenti. Io do una gomitata a Violet e mi metto un dito in bocca, come gesto da vomito; lei si mette a ridere.
Andiamo giù a lezione e la professoressa Roberts ci annuncia che oggi faremo basket, per la gioia di Ashley, infatti si sentono delle lamentele provenire dalla parte delle Barbie. Vengono assegnati i capitani delle tre squadre, Colin, uno dei nerd e uno dei giocatori di rugby. Ovviamente io vengo scelta per ultima, nemmeno Colin è clemente con me, non vuole far perdere la sua squadra a causa mia. Mi fa un segno di scuse e io gli sorrido alzando le spalle, come a dire che ormai ci sono abituata.
Una cosa buona c’è, Violet è in squadra con me. Iniziamo la partita e nessuno osa passarmi la palla, tanto meglio. Non rischio di spaccarmi qualche osso, sarei capace persino di quello. Me ne sto in disparte, in difesa sotto il canestro, a non fare nulla.
«Alexa, dai, fai qualcosa anche tu. Ragazzi, passate la palla anche ad Alexa!» dice Roberts.
Allora, parte della squadra, soprattutto i ragazzi più competitivi, si lamentano e fanno un paio di passaggi, dopodiché uno dei nerd della mia squadra mi passa la palla, che non riesco a prendere, naturalmente.
Anzi, mi finisce dritta sul naso.
 
Mi risveglio in infermeria, dopo un tempo che non so definire. Trovo mia madre al mio fianco, che mi tiene la mano, e Violet seduta su una poltroncina infondo all’unico lettino dell’infermeria scolastica.
«Alexa, tesoro. Come stai?» mi chiede mia madre.
«Alexa. Ti sei svegliata finalmente!» dice Violet alzandosi dalla poltroncina e venendo verso di me.
«C-cosa è successo?» chiedo io confusa.
«Quel nerd di Jerry ti ha tirato una palla da basket sul naso e sei svenuta. Appena lo vedo lo sistemo io!» mi risponde Violet.
All’improvviso ricordo tutto. La professoressa che mi richiama perché non faccio nulla e Jerry che mi tira la palla, ma io non riesco a prenderla. Sento un improvviso prurito al naso e cerco di grattarmi, ma mia madre mi blocca subito.
«Ah ah. No, Alexa, quel ragazzo, purtroppo ti ha rotto il naso.»
Oddio. Non ci credo. Non potrò mai più farmi vedere in giro.
Mia madre mi porge uno specchietto. Non tanto grave come pensavo. Ho solo un cerottone bianco che mi copre buona parte del setto nasale.
«Amore, stai bene? Come ti senti?» mi chiede mia madre.
«Sto bene, tranquilla mamma. Ho solo un forte prurito al naso.»
«Ah, bene. Hai bisogno di qualcosa? Hai fame? Freddo?»
«No, mamma. Sto bene, non ho bisogno di nulla. Stai calma.» dico io sorridendole.
All’improvviso entra l’infermiera della scuola, una donna piccoletta e formosa.
«Ah, ti sei svegliata cara? Hai male da qualche parte?»
«No, ma ho molto prurito al naso.»
«È normale, ce l’hai rotto. Ora ti ho messo quel cerotto provvisorio, non è necessario andare all’ospedale. Il naso si aggiusterà da solo, devi tenere il cerotto per una settimana e cambiarlo ogni mattina. Ve ne lascio un paio.» dice l’infermiera porgendo un po’ di quei cerottoni a mia madre.
«Ma se vedete che si gonfia, o se ti fa molto male, andate all’ospedale. Per il prurito, ti passerà in un paio di ore.» conclude l’infermiera.
«Okay. Possiamo andare a casa?» chiedo io.
«Sì, dovete solo firmare qualche modulo e poi potete andare.»
«Va bene. Grazie di tutto.» dice mia madre.
 
Quando torniamo a casa, ormai è finita la scuola. Colin è già arrivato. Appena mi vede, viene ad abbracciarmi e a chiedermi come sto.
«Sto bene, sto bene. Non stritolarmi così!» gli dico io sorridendogli.
«Dio, la ginnastica non fa proprio per te, eh?»
«Si sapeva!»
Sono un po’ stanca, sarà l’effetto delle medicine, quindi mi metto sul divano a guardare la TV. Stanno trasmettendo Neverland – Un sogno per la vita, in cui recita Johnny Depp. Li guarderei per ore e ore solamente perché c’è lui che recita! È il mio attore preferito! Oh no… Già la pubblicità.
Ripenso alla giornata di oggi, domani sarò di sicuro lo zimbello della scuola. Potrei inventarmi una scusa per non andarci. Di sicuro mia madre mi farà stare a casa.
Mi vibra il telefono. Un messaggio da Violet.
 
Ehi tesoro, come stai?
 
Ciao. Tutto bene. Ho solo questo fastidioso prurito.
 
Immagino. Cosa stai facendo di bello?
 
Guardo un film in cui c’è Johnny Depp. Vuoi venire qui a vederlo con me? :)
Rispondo sorridendo, sapendo che è anche il suo di attore preferito. Non so quante volte abbiamo passato a parlare di lui e a guardare sue foto bellissime.
 
Sono lì tra cinque minuti! :)
 
Mi alzo dal divano per andare in cucina a preparare i pop-corn. È una delle attività che io e Violet preferiamo fare il sabato sera, guardare film di Johnny Depp, mangiando pop-corn. Anche se oggi non è sabato, ma tanto domani non sarà una giornata impegnativa. Almeno per me, visto che sto considerando veramente l’idea di non andare a scuola.
 
«È così commovente!» dice Violet con gli occhi lucidi.
«Sì, l’avrò visto tre volte. Ma ogni volta è sempre un’emozione.» dico io, con le lacrime che ormai mi inzuppano il viso.
«Poi lui rende i film così belli.»
 
Alla fine del film dico a Violet che non ho intenzione di andare a scuola domani, ma lei ribatte: «Dai, ma da quando te ne importa di cosa pensa la gente?»
«Niente. È solo che non so, pensare di andare in giro con questo coso… E’ imbarazzante, non trovi?»
«Mmh…Sì, forse un pochino. Ma di certo non puoi stare chiusa in casa per una settimana. Perderai tutte le lezioni.»
«Sì, hai ragione. Mi hai convinta. Tanto prima o poi devo farmi vedere in giro, no?»
«Infatti» fa lei «Senti, hai più pensato a quel nostro piano?»
«Più tuo che nostro» le faccio notare «Comunque, no. Ma penso che sia ora che io tiri fuori un po’ di coraggio! Quindi, cosa aspettiamo?»
«Davvero?? Wow! Bene, bene, benissimo!» esulta Violet saltellando.
Intanto arriva Colin dal piano di sopra e ci chiede il perché di tanto fracasso.
«Tua sorella ha finalmente tirato fuori un po’ di grinta! Ci aiuterà con il piano!»
«Non ci credo! Dove è finita la vera Alexa?? Alexa, Alexa, vieni fuori!» dice lui fingendo di cercarmi.
«Se non volete che rinunci ad aiutarvi a questo stupido piano, smettetela di prendermi in giro!» dico io a entrambi facendo una smorfia.
«Ehi, io non ho detto niente! Colpa sua» dice Violet indicando Colin «Sì è fatto tardi, muchachos. Devo andare.»
«Da quando in qua sai lo spagnolo?» chiede Colin divertito.
«Da quando ho fatto quel meraviglioso viaggio a Barcellona!»
Violet aveva sempre desiderato imparare lo spagnolo, così l’anno scorso le venne in mente l’idea di andare in Spagna, e andò tutto il mese di luglio a Barcellona con sua madre. Ora sa solamente qualche parola, ma vorrebbe studiarlo meglio.
«Ti accompagno a casa Violet.» dico io.
Ci avviamo alla porta, Violet è già in strada, mentre chiudo la porta, Colin mi raggiunge.
«Hai già parlato a Violet di…di noi due?»
«Di voi due? Uh la cosa si fa seria.» rispondo io, sghignazzando.
«Non fare la stupida. Parlale ora, no?»
«Va bene, va bene.»
   
 
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