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Autore: Shiryu_Emindon21    19/02/2018    0 recensioni
Cosa succede quando la certezza di essere un umano vacilla di fronte alla realtà? Nessuno può saperlo, ma è proprio ciò che sta per accadere nella vita di Shiryu Silver....
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Gli ultimi cinque giorni passarono abbastanza velocemente: ogni mattina Lorand accoglieva Shiryu con una tazza di tisana e poi riprendevano ad allenarsi insieme con la spada, in poco tempo il ragazzo riuscì ad imparare posizioni, mosse e stili che un normale essere umano avrebbe impiegato tempo ad apprendere e fu un fatto di cui si sorprese anche lo stesso Lorand dato che lui stesso impiegato molto tempo prima di impararle a sua volta, nonostante anche lui fosse un Essere Magico.
I giorni passarono velocemente e la notte del settimo giorno, una domenica passata ancora una volta ad allenarsi, Shiryu era tornato a casa per preparare la valigia con il necessario per un anno passato lontano da casa, nel mentre i suoi zii stavano preparando la cena come sempre, solo che quella sarebbe stata l’ultima prima di rivederlo ancora. Appena ebbe finito, lasciò la valigia vicino alla porta e raggiunse i suoi familiari mangiando con loro, fu una serata allegra, poi arrivò il momento, i due accompagnarono il ragazzo alla porta, sembravano una coppia di genitori, e infondo un po’ lo erano dato che lo avevano cresciuto come un figlio 

- Lo sapete che ci rivedremo e non è un addio vero? -
disse il ragazzo cercando di sdrammatizzare un po’ quel momento 

- Certo che si, cosa ti credi? Però stai comunque attento intesi? -
rispose lo zio con il solito fare un po’ burbero, ma Shiryu notò che aveva gli occhi lucidi e cercava solo di nasconderlo, mentre la zia sorrideva comprensiva dello stato d’animo di suo marito. 

Ma prima che il ragazzo uscisse di casa gli diede un pacco regalo: era morbido al tatto e lui ringraziò entrambi aprendolo e vedendo che era una sciarpa invernale, sorrise ancora e se la mise attorno al collo dato che quella sera faceva particolarmente freddo. Dopo di che li salutò ancora e si diresse verso la casa di Lorand il quale lo accolse per poi accompagnarlo nel giardino che fino a quel giorno era stato utilizzato da entrambi come punto di allenamento. Poco distante da loro, l’anziano uomo, aveva preparato una piattaforma circolare che si teneva ancorata a terra tramite dei supporti rettangolari, così allo sguardo confuso del ragazzo, si lasciò sfuggire una piccola risata 

- Quello è il cilindro di teletrasporto, ti porterà ad Encervis e li ti sarà detto come raggiungere l’accademia - 

- Lei non viene? - 

- Ho… delle cose da finire qui e poi verrò anche io, non preoccuparti, ora preparati fra pochi minuti verrai teletrasportato -
E detto ciò si allontanò di qualche metro dalla piattaforma mentre lentamente la base di essa, ove erano poggiati i piedi di Shiryu, iniziò ad illuminarsi dando il via al trasporto spaziotemporale, fin quando un’accecante raggio, di forma cilindrica, scaturì dalla piattaforma, verso il cielo investendo il ragazzo che fu costretto a coprirsi il viso con le mani mentre l’ambiente intorno a se svanì velocemente. 

Quando il bagliore accecante si affievolì, ed i suoi occhi si furono abituati all’oscurità, Shiryu si rese conto di trovarsi in quella che sembrava una stanza non molto larga: si mosse carponi all’interno di essa, fino a quando non trovò l’interruttore, quindi accese la luce e si rese conto che sembrava come una specie di grande spogliatoio, e che vi erano degli appendiabiti a muro sui quali erano appese varie cose, fra cui una divisa formata da una camicia bianca con una giacca nera, i cui bottoni erano dorati, seguita da dei pantaloni del medesimo colore, una cravatta a strisce diagonali gialle e blu e delle scarpe sportive, inoltre sulla giacca vi era un taschino al quale era stato applicato uno stemma raffigurante un serpente che, girando su se stesso, si mangiava la coda, l’uroboros come aveva letto in alcuni libri della biblioteca dei suoi zii. Inoltre trovò un biglietto che riportava un messaggio di benvenuto: 

Benvenuto giovane Mezzosangue, in questo momento si trova nella terra di Encervis. Come avrà già potuto notare le abbiamo lasciato la divisa della nostra Accademia, la preghiamo di indossarla prima di recarsi ai cancelli d’ingresso di modo che le nostre guardie possano riconoscervi e lasciarvi entrare. In allegato troverà anche delle nuove scarpe da noi ideate: premendo il pulsante a lato di esse attiverà le rotelle disposte orizzontalmente al di sotto della suola, che faranno diventare dei pattini, le vostre scarpe, permettendole di raggiungere più in fretta la nostra accademia. Le ricordiamo inoltre che esse sono state fatte su misura per lei, quindi è altamente consigliato non perderle, una volta avuta la sua stanza vi troverà delle scarpe sostitutive per potersi muovere all’interno della nostra Accademia. Le ricordiamo, infine, che la cena di benvenuto inizierà alle otto in punto.
Cordiali Saluti Dott.ssa Hibridge 

Shiryu osservò l’orologio sopra gli attaccapanni a muro rendendosi conto che mancavano venti minuti all’inizio della cena, dato che erano le sette e quaranta di sera, quindi si cambiò velocemente e depositò i suoi vestiti nel baule alle sue spalle, per mettersi le scarpe ed uscire dalla stanza, ed una volta all’esterno rimase rapito dal meraviglioso paesaggio che si presentava davanti ai suoi occhi: un’intera distesa di alberi rigogliosi che proseguiva per chilometri fino all’orizzonte ove non gli era possibile vedere oltre. Mentre si guardava intorno, si rese conto che fra alcuni di quegli alberi si potevano notare delle costruzioni dai tetti puntiformi, che non tardò a riconoscere come facenti parti dell’Accademia, così attivò subito le scarpe, che come gli era stato scritto nella lettera, divennero dei pattini e, ringraziando mentalmente il suo amico Jean-Pierre per averlo costretto ad imparare come utilizzarli, si diresse subito verso la struttura davanti a lui, seguendo il sentiero che s’inoltrò nella foresta. Mentre si avvicinava sempre più ad essa, notò intorno a lui altri ragazzi che si stavano dirigendo in quel luogo nello stesso modo, ma una distrazione di troppo non gli fece notare la persona che gli aveva tagliato la strada e si scontro con essa, finendo entrambi a terra. Una volta ripresosi, chiese subito scusa al suo interlocutore, al quale porse la mano per aiutarlo ad alzarsi, aiuto che l’altro non rifiutò andando quindi ad osservarlo, o sarebbe stato meglio dire osservarla, dato che riconobbe subito dopo che era una ragazza: Era più bassa di lui, non più alta di un metro e sessanta, aveva dei capelli verde smeraldo così come i suoi occhi, un fisico asciutto che non mostrava alcuna curva tipica delle ragazze ed indossava l’uniforme femminile formata da una maglia corta bianca, coperta da una giacca uguale alla sua ma più corta, dei pantaloncini corti e le stesse scarpe sportive, con le caratteristiche rotelle; inoltre aveva una presa molto forte. Non appena fu in piedi la ragazza lo osservò incrociando le braccia ed accennando appena un sorriso 

- Non preoccuparti, è stata anche colpa mia che ti ho tagliato la strada. Comunque ora devo andare, ci si vede in giro -
Shiryu la osservò qualche secondo, per poi agire d’impulso fermandola 

- Ehy tu aspetta! Stai andando all’Accademia no? Andiamoci insieme, tanto anche io mi sto dirigendo li - 
La ragazza lo osservò qualche secondo e poi fece spallucce, seguendolo non appena Shiryu riprese a muoversi verso la struttura, ormai non più così distante dalla loro posizione. 

Quando arrivarono all’entrata principale, un enorme portone in legno rinforzato da dei cardini in ferro e acciaio e ricoperto da un’enorme muraglia di mattoni, che circondava la gigantesca Accademia, vide le guardie che gli erano state accennate nella lettera, le quali fermavano ogni nuovo arrivato, chiedendogli nome e cognome. Dopo svariati minuti, finalmente, toccò a loro e, alla richiesta di nome e cognome, da parte dei due uomini vestiti in armatura, simile a quella dei Romani dell’epoca di Cesare Augusto, i due risposero subito 

- Shiryu Silver - 
- Nemia Gaia - 

La guardia abbassò lo sguardo sul tacquino e poi gli fece cenno di proseguire passando il ponte di legno che avevano di fronte, il quale attraversava un lago, e dava su una piazza con una fontana, alle spalle della quale, dalla posizione in cui si trovavano loro, vi era il portone d’ingresso già aperto per permettere ai ragazzi di entrare. 

- Quindi, da quanto ho capito, hai saputo all’ultimo momento che saresti dovuto venire a studiare e vivere in quest’Accademia, ed in più non hai ancora la minima idea di quale creatura tu sia -

Il ragazzo osservò la sua nuova amica incuriosito, aveva praticamente riassunto la sua attuale situazione, pur avendo a disposizione poche informazioni date da lui, e ciò lo aveva sorpreso non poco, aveva un’intelligenza fuori dal comune, ed era molto brava nell’analizzare il suo interlocutore, erano caratteristiche vantaggiose sul campo di battaglia.
Nel mentre che procedevano verso l’enorme scalinata davanti a loro, la quale portava al piano superiore, dove vi era la sala delle riunioni, nella quale gli era stato gentilmente richiesto di dirigersi, si dovettero fermare, come tutto il gruppo che già si trovava all’interno prima di loro, poiché vi erano alcuni ragazzi, che Shiryu non tardò a riconoscere come studenti del secondo anno, data la loro divisa, differente da quella che indossavano in quel momento. Ma la cosa più sorprendente non era tanto che il gruppo si fosse bloccato creando una specie di muro che impediva a chiunque di passare e dirigersi alle scale, ma tutti loro, soprattutto i ragazzi, avevano un’espressione adorante verso queste figure, così con molta pazienza, Shiryu si fece spazio in quel muro di persone riuscendo finalmente a raggiungere le prime file e solo in quel momento, quando i suoi occhi poterono vedere ciò che stava succedendo, comprese: 

- Eddai Bambolina stasera c’è una luna magnifica, vieni a vederla con me, sono sicuro che ci divertiremo -
Disse uno dei due avvicinandosi all’altra e mettendogli un braccio attorno alle spalle, per poi ritrovarsi pochi secondi dopo scaraventato a terra dall’altra persona che lo aveva afferrato per il polso, sollevandolo senza alcuna fatica, per poi rispondergli con voce seria ed alterata 

- Ti ho già detto che non devi chiamarmi più Bambola… e no, non verrò a vedere la luna con te Kyle, ora se non ti spiace, vado nell’aula riunioni per accogliere i nuovi studenti, bye bye -
Il ragazzo si rialzò dolorante, massaggiandosi la schiena, per poi osservare il gruppetto di neo-studenti che ancora lo scrutavano dopo ciò che era appena accaduto, così emise un verso di sdegno 

- Tsk… che cosa avete da guardare? Andate nella sala riunioni anche voi forza! -
Disse prima di andarsene, seguendo l’altra ragazza che era già svanita dopo aver salito le scale, le stesse che pochi secondi dopo percorsero anche Shiryu e Nemia insieme a tutto il gruppo con il quale si erano riuniti.
   
 
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