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Autore: SalmaDirectioner99    19/02/2018    0 recensioni
La storia di Debora Nocentini, separata dalla sua metà, dall'amica migliore che la vita potesse darle. Sua sorella gemella che all'età di 14 anni scomparse senza lasciare nemmeno un biglietto. Nemmeno un ti voglio bene. Solo una stanza piena di ricordi condivisi che divorano Debora impedendole di vivere i suoi 18 anni. Basteranno gli occhi forti e al tempo stesso dolci di Nicolò a farle tornare il sorriso? Ma soprattutto, riusciranno insieme a venire a capo della scomparsa misteriosa della sorella Natalia?
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quel giorno alla gelateria passò tra sguardi storti e silenzi. Quel ragazzo non mi disse nulla, mi fissò per un po' e si arrese all’idea che non ero interessata ad un amicizia o nulla del genere. Prima di andarsene però mi porse un pezzetto di carta con su scritto ‘Nicolò Martino, cercami su Facebook’. Un messaggio chiaro che ovviamente avrei ignorato, ma per sicurezza presi il foglietto e stropicciandolo lo misi in tasca.
 
Dopo cena prendo il pc e mi butto sul letto, uso come scusa per me stessa che voglio ascoltare un po' di musica. Ma appena il computer è operativo digito www.facebook.com. Motore di ricerca, scrivo Nicolo Martino. Mille Nicolò Martino. Uno solo però è di Roma quindi clicco sul suo profilo. Una foto con un sorriso a bocca spalancata, giuro che quasi riesco a vedere la sua gola! Occhi sgranati e felici. Indossa una maglietta sbiadita degli Imagine Dragons e in mano regge il suo a quanto pare inseparabile cellulare. Che tipo! Decido che forse un amico non mi fa male e a occhi serrati per il sacrificio che sto per fare, premo aggiungi amico. Questione di pochi secondi prima che sullo schermo appaia la notifica ha accettato la tua richiesta. Pare che stava aspettando quello. Ah no, lui ha una dipendenza cronica per il cellulare. Già mi pento, sicuramente è uno strano. Poi un ding mi fa sobbalzare, un messaggio. Accidenti.

Da Nicolò:
Mi dai il tuo numero? Whatsapp è più comodo.

Caspita, diretto e conciso. Evita. Evita. Evita. E invece no, il messaggio già l’ho letto ed è brutto visualizzare senza rispondere.
A Nicolò:
Mi fai pentire di aver schiacciato su quella richiesta d’amicizia!

Da Nicolò:
Sei ancora in tempo per toglieremi dagli amici…!

Pure il faccino sorridente, che arrogante!


A Nicolò:
Ci puoi scommettere che ti tolgo dagli amici!

Da Nicolò:
Va bene, è stata un’amicizia breve ma intensa. Mi mancherai.
Il suo messaggio mi fa sorridere, forse non è poi così male. Non lo rimuovo dagli amici, spero però che non se ne accorga. Infondo, non mi ha fatto niente di male. A parte aver quasi fatto cadere la mia adorata macchina fotografica. Chiudo il portatile e lo poggio sul comodino. Penso a quello che mi disse lo psicologo l’ultima volta che c’andai.
Gli amici sono importanti sai, non ti lasciano mai sola con i tuoi brutti pensieri. Fatti qualche amico.
Fatti qualche amico, ripete la mia mente. Come se fosse facile. Come  si fa a farsi degli amici?
 
L’estate continua spietata portando sempre più caldo soffocante. Passo qualche giorno chiusa in casa sotto la grazia del condizionatore e lavorando sul libro che spero di pubblicare presto. La scuola non mi è mai piaciuta, nonostante il linguistico sia una scelta ottima  e le lingue mi piacciono, penso che la scuola non ti insegna nulla di utile. Fare la scrittrice è il mio sogno, ma chi te lo insegna questo? Nessuno, lo impari da te a mettere sui fogli i tuoi sentimenti. Alterno ore davanti al pc e alla tv con qualche tuffo in piscina. Sempre sola però. I miei assenti, mia sorella dispersa chissà dove. Sono immersa nell’acqua calda quando brutti pensieri iniziano a rimbombarmi per la testa.  Sospiro.
Gli amici sono importanti sai, non ti lasciano mai sola con i tuoi brutti pensieri.
Ci penso e ripenso, forse ha ragione. Con le mani ancora bagnate afferro il telefono e apro facebook. Cerco il suo contatto e apro la chat. La fisso per un po', non sapendo che scrivere. Poi mi decido. Gli scrivo il mio indirizzo e gli dico di raggiungermi se può. E di portare il costume. Certo che farsi degli amici costa proprio tanto. Si illumina lo schermo.


Da Nicolò:
Sissignora.

Ci mette così poco che mi fa pensare abiti vicino casa. Sarebbe assurdo che non mi sono mai accorta della sua esistenza. Quando gli apro la porta lo trovo già in costume e senza maglietta, infradito e un asciugamano in spalla. Mi sorride.
“Ciao!” dice entusiasta.
Ricambio il saluto e lo invito ad entrare. E’ parecchio tempo che qualcuno non entra in casa, esclusa la signora delle pulizie. Si guarda intorno prestando attenzione ad ogni cosa. Si passa una mano sui capelli sudati, deve patire il caldo più di me. Arriviamo in giardino e quando vede la piscina esclama entusiasta
“Ah, ci voleva proprio!”
Si toglie le ciabatte, poggia l’asciugamano a terra e senza pensarci due volte si butta in acqua.
“Vieni” mi dice.
Mi tolgo il copri costume e mi siedo a bordo piscina.
“Allora, che scuola fai?” decido di parlare dopo aver fissato le mie gambe molleggiare.
“Il tecnico, ma ho finito a luglio.” Fa un’espressione sollevata che invidio.
“Beato te!”
Ci lasciamo andare alle chiacchiere e nonostante sia veramente strano, trovo che sia bello avere un quasi amico. Nelle due ore che abbiamo passato in giardino ho appreso che ha una sorella più piccola. Vive nella via dietro la mia e a quanto parte anche lui di amici non ne ha molti.
Quando la sera se ne va, affermando che sua madre si arrabbia se non mangiano insieme, io mi sento una persona un po' più normale. Una ragazza che ha passato un pomeriggio a socializzare e cercare di farsi un amico. A parlare del più e del meno. Ogni tanto, pur non volendolo, mi scappava un sorriso. Deve essere così avere un amico, ma forse è troppo presto per dirlo.
  
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