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Autore: __roje    19/02/2018    1 recensioni
Ren Tomomi è popolare, è il capitano della squadra di calcio della Kuromiya e si è fatto un nome. E' conosciuto da tutti, ha degli amici fidati e vive la sua vita scolastica in maniera normale ma un giorno, finito il campionato interscolastico, incontra un ragazzo dal profumo buonissimo e ne diventa ossessionato, Nao, il quale sarà un suo nuovo compagno di classe. Ma la conoscenza tra i due sarà tutt' altro che semplice, proprio perchè Nao disprezza i ragazzi come Ren, essendo lui riservato e secchione, ma dovrà affrontare la tenacia di Ren che le proverà tutte per diventare suo amico.
違い [chigai] significa letteralmente differenze. La storia ruota appunto intorno alla differenze sociali nell'ambito scolastico, ma cosa accade se due mondi diversi, due caratteri all'opposto si incontrano?
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo [7]

Il pomeriggio seguente sapevo di dover affrontare un discorso con i miei compagni di squadra, facendo attenzione al mister. Dovevo far sì che la realtà delle cose fosse chiara a tutti, dovevo permettere anche a loro di prendere una decisione, non potevo obbligarli visto che il budget della squadra non era solo mio.
Dopo gli allenamenti chiesi a tutti gli riunirsi nello spogliatoio, erano presenti tutti i miei compagni comprese le riverse e i nuovi membri. Tutti erano confusi, non capivano del perché di quella improvvisa richiesta da parte del loro capitano, l’unico che ne era a conoscenza era Take che mi appoggiava.
“Grazie di essere rimasti un altro po’ ragazzi, cercherò di essere il più sintetico possibile.”
I ragazzi mi sorrisero, uno di loro mi fece l’occhiolino “Siamo con te Ren lo sai!” disse uno. Tra di loro c’era anche Urie, che in poco tempo si era già perfettamente amalgamato con la squadra, facendosi apprezzare come persona e atleta.
“So bene che non dovrei fare questo discorso, e nemmeno mettervi davanti a questa decisione perché infondo questi sono soldi che ci siamo meritati per tutto il nostro duro lavoro” presi fiato assicurandomi di avere la loro completa attenzione, così proseguii “come sapete il budget di quest’anno è molto alto, il più alto mai registrato negli ultimi anni.”
“Sii! Siamo i migliori per questo!” gridò uno dei ragazzi, raccogliendo i ruggiti degli altri.
“Anch’io come voi ero felice all’inizio ma poi, guardandomi intorno mi sono accorto che da qualche parte quei soldi sono stati presi. La scuola ha tagliato i budget dei club minori, al teatro, all’aula di scienze, e chissà quante altre attività ne hanno risentito perché tutti i soldi sono stati dati a noi. Ognuno di noi ha un amico che fa altro, nel mio caso Yuuki fa parte del club di lettura e la biblioteca è abbandonata, Cho la nostra vecchia manager invece non può recitare perché il teatro cade a pezzi.”
L’entusiasmo di prima svanì di colpo davanti a quella rivelazione. Sentivo che in qualche modo avevo colto la loro sensibilità, forse sarei riuscito ad ottenere il permesso che volevo.
“E allora?” si intromise di colpo Urie distruggendo quel silenzio, “Abbiamo il budget più alto e quindi? Mi sembra anche giusto no? Noi portiamo a casa trofei, pubblicità per la scuola mentre uno stupido club del libro cosa fa? E’ normale che diano priorità alle cose che contano davvero.”
Alcuni annuirono alle parole di Urie. Notai che sul suo volto si era dipinto un sorriso di soddisfazione, non capivo proprio cosa avesse di sbagliato quel ragazzo.
Take si mise in piedi e mi affiancò “E’ sbagliato invece. Non è giusto che la nostra passione debba essere coltivata mentre quella di un altro no, solo perché diversa e meno popolare. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole e la scuola dovrebbe supportarlo.”
Mi stupirono le parole di Take, era esattamente il mio ragionamento e mi commosse molto notare che anche lui ci credeva quanto me. Gli sorrisi, e lui fece lo stesso lasciandomi spazio, feci un passo in avanti, raccolsi tutta la forza che avevo, indossai i panni del capitano e mi mostrai più duro.
“Ho deciso che il nostro budget aiuterà i club in difficoltà visto che il comitato studentesco non farà nulla. Voglio spendere questi soldi per le attrezzature che mancano, e voglio anche far in modo che tutti siano a conoscenza di questa situazione. La cosa deve partire da noi, se vogliamo che questo cambi dobbiamo essere i primi a metterci la faccia.”
“Ma Ren quei soldi sono nostri!” gridò uno infuriato, “Non puoi farlo quel budget è della squadra!”, esclamò un altro dando corda a quello di prima. Altri invece annuirono d’accordo con quello che avevo detto.
“Non toccherò tutto il denaro, lascerò intatta la somma che di solito ci è sempre stata data ma il resto aiuterà gli altri. Ho anche intenzione di usare i soldi dei nostri premi, e la mia borsa di studio se necessario.”
Take sussultò “Ren la borsa di studio ti serve per l’università, sei impazzito?”
“Tranquillo non arriverò a spenderla tutta, mi resterà sempre qualcosa. Allora che ne pensate?” mi rivolsi ancora una volta verso i miei compagni.
Urie, e altri quattro si alzarono in piedi dicendo di no mentre la maggioranza mi sorrise, erano d’accordo con quello che avevo detto. Molti di loro erano miei amici, fratelli, non solo compagni di squadra e il loro appoggio era sempre vivo, qualsiasi fosse l’occasione. I cinque che invece si erano opposti seguirono Urie fuori, infastiditi dalla cosa, e potevo immaginare che sarebbero andati a dire tutto al mister. Avevo poco tempo per mettere in ordine le cose prima che la fascia di capitano mi fosse tolta, dovevo fare presto.
Dopo quella riunione mi sentivo rinato, sentivo scorrere nelle vene una rinnovata energia. L’appoggio dei miei compagni fu fondamentale, e quando mi recai tutto contento nell’aula di scienze notai che fuori dalla porta c’erano due studenti con la fascia del comitato studentesco che parlavano animatamente con Nao.
“Ti abbiamo già avvisato un mese fa Fukuda, questo club non può avere solo due membri.”
Il più alto dei due stava rimproverando Nao, era un ragazzo alto, spalle larghe, capelli biondicci a caschetto. Gli occhi felini e azzurri, l’aria distaccata e un po’ altezzosa, mentre il suo compagno era più basso sul metro e sessanta, i capelli ricci e neri, le mani ricoperte di cerotti e una serie di fogli tra le mani. Se ne stava in disparte con l’aria disagiata mentre il più grosso inveiva contro Nao.
Nao tuttavia sembrava non lasciarsi intimorire, se ne stava sicuro e severo davanti alla porta, Momoka invece appena nascosta dietro la cornice dell’entrata intenta ad ascoltare.
“Non sono affari tuoi quanti siamo, non puoi chiudere l’aula di scienze.”
Il ragazzo biondo gli rise in faccia “Ho sempre ammirato la tua tenacia Fuduka Nao, hai portato avanti questo club anche se non sei il suo fondatore. Ma ti faccio presente che non puoi occupare inutilmente un aula, altre attività richiedono più spazio quindi mettiti il cuore in pace che presto o tardi dovrete sloggiare. Mahiro andiamo!” e l’altro scattò come un soldatino, seguendolo come un cagnolino.
Entrambi i membri del comitato studentesco attraversarono il corridoio dal lato opposto al mio, per fortuna non ci incontrammo. Quella scena mi aveva scombussolato, sembrava che il vero problema della scuola fosse proprio chi gestiva la cosa e non era nemmeno del tutto errato il loro ragionamento. Un club per esistere doveva avere come minimo quattro membri e un docente che se ne assumesse la responsabilità, oltre ai soldi c’era anche bisogno di iscritti.
Gettai ancora una volta un occhiata verso Nao, se ne stava rigido nel corridoio, i pugni serrati e la mascella contratta dalla rabbia. In quel momento sentivo che non era il caso di farmi vedere, avrei solamente peggiorato il suo umore e sicuramente ero l’ultima persona al mondo che voleva vedere.
Ero sul punto di tornarmene sui miei passi, quando notai che Momoka era uscita dall’aula con le sue cose e nel vedermi non ne sembrò stupita, anzi mi salutò con un cenno della testa e feci lo stesso.
Un po’ capivo la rabbia che aveva Nao, l’ingiustizia che stava vivendo. O forse volevo illudermi di capire le cose quando invece ero ben lontano dalla totale comprensione.
Raccolsi un po’ di coraggio e andai dritto verso l’aula, mi affacciai appena per vedere dove fosse e trovai Nao piegato a guardare attraverso un microscopio, solo, nel silenzio di quella stanza. Lo avevo sempre osservato da lontano, nella sua tranquillità, mentre magari leggeva, studiava oppure come ora era concentrato nelle sue cose, nel suo mondo che per me era ancora incognita perché non mi permetteva di entrarvi.
“Avevi detto che non saresti più venuto” senza accorgermene mi stava rivolgendo la parole, e i suoi occhi neri erano puntati su di me dal fondo della stanza.
“Scusa ma mentivo” ridacchiai entrando e andandogli incontro, “sei da solo oggi.”
“Momoka doveva tornare a casa prima.”
Nao tornò ad osservare il suo vetrino, mi avvicinai per scrutare meglio la cosa. Mi domandai cosa stesse guardando di così interessante, ero una vera frana in tutto ciò che era scientifico, ne capivo molto poco ma lui aveva l’aria di chi sapeva ogni cosa. Già in classe dimostrava continuamente quanto fosse bravo. Mi avvicinai un po’ incuriosito, e senza accorgermene avevo oltrepassato il limite concesso, a quel punto Nao sospirò seccato.
“Cosa vuoi oggi?!” esclamò esasperato.
Indietreggiai e gli sorrisi “Nulla, sono solo venuto a trovarti come sempre.”
“Sei peggio di una piattola. Non hai uno dei tuoi allenamenti?”
Scossi la testa “A proposito di questo, oggi ho riunito i ragazzi e ho raccontato loro della situazione degli altri club. Credo che questa cosa debba essere resta pubblica a tutti gli studenti in qualche modo.”
Nao spostò il vetrino e lo portò in alto per osservarlo meglio “Affascinante” rispose indifferente.
“Ho detto loro che vorrei usare il nostro budget per aiutare i club minori, se questo non bastasse userò anche i soldi vinti con i miei trofei, e quelli del gruppo. Ovviamente molti non erano d’accordo ma la maggioranza ha detto sì.” Finalmente le mie parole riuscirono a scuotere qualcosa in Nao, si fermò di colpo e mi rivolse un occhiata stupita. La cosa mi fece sorridere, ero contento di aver catturato la sua attenzione.
“Stai dicendo che vuoi spendere il tuo budget per altre persone?”
“Sì esatto, se vogliamo fare la differenza dobbiamo fare così.”
“Che idiota.”
Il mio entusiasmo si spense con l’ultima parola, mi sentii sconfitto. Nulla riusciva a stupirlo, sembrava non credere affatto in ciò che volevo fare, sembrava che mentissi per lui.
“Possibile che tu sappia solo chiamarmi così? Nao?”
“E’ quello che sei, ma sei vuoi tentare fa pure. Sono proprio curioso di vedere cosa farai.”
Mi diede le spalle mentre riordinava le varie cose da laboratorio. Osservai meglio l’aula e notai che anche li mancavano un sacco di attrezzature, e molte erano vecchie e consumate. Le manopole del fuoco non erano a norma, molte fiale erano rotte, o sporche e non c’era acqua dai vari lavandini. Mi accorsi che non dovevo andare troppo lontano per vedere che un po’ tutto andava in pezzi, e iniziai a chiedermi se solo i soldi del mio club bastassero per tutto quel lavoro, forse avrei dovuto davvero mettere in gioco la borsa di studio.
La settimana seguente cominciò il mio grosso progetto, al quale parteciparono quasi tutti i membri della squadra, compreso Yuuki e Cho che si misero a disposizione per darmi indicazioni, visto quanto ero ignorante in materia di libri e teatro.
Cominciai a stilare un lista delle cose più urgenti da fare, per prima cosa il teatro doveva essere rimesso a nuovo, serviva un nuovo tendone, dei costumi decenti, e un impianto di luci nuovo.
Prima di allora non ero mai stato davanti al nostro teatro, era la prima volta che lo vedevo dal vivo. Una struttura imponente ma non curata, ad accompagnarmi in quel primo giro furono Take, Yuuki, Cho già presente nel teatro e altri due compagni di squadra che avrebbero dato una mano.
Ci accolse un ragazzo dell’ultimo anno, il suo nome era Eiji Goiya, il responsabile del club. Un ragazzo magrolino, alto, dal naso a patata e i capelli cenere, mentre gli occhi erano piccoli e verdi.
“Benvenuto Ren Tomomi e anche a voi. Cho ci ha detto che volete aiutarci a rimettere in sesto il teatro.”
Strinsi la sua mano con cordialità “Sì, vogliamo aiutare se possiamo.”
Gli altri quattro membri del gruppo, a parte Cho, si tenevano a distanza da tutti noi. Se ne stavano in un angolo timorosi, e borbottavano cose che non riuscivo a capire. Take osservò la cosa un po’ confuso, si rivolse a me avvicinandosi al mio orecchio “Altro che attori, sembrano dei conigli impauriti.”
“Smettila. Siamo qui per aiutare, quindi cerchiamo di essere gentili” bisbigliai a bassa voce, “Allo cosa vi serve? Stiamo compilando una lista di cose da comprare, per il momento possiamo solo comprarvi le cose più urgenti.”
Eiji si illuminò “Basteranno! Non so proprio come ringraziarvi. Ragazzi venite a presentarvi su!” gli altri nel sentirsi chiamare sparirono dietro le quinte, scapparono letteralmente via.
“Wow altro che intonaco, qui c’è bisogno di uno psicologo” commentò ironico Take.
Ridacchiai cercando di nasconderlo con la mano, “Sarà più dura del previsto.”
La mia sensazione non era sbagliata. Un lavoro del genere si rivelò più difficile del previsto, e soprattutto stancante tanto che dovetti chiedere l’aiuto di altri compagni di squadra, i quali si prestarono volentieri ai lavori di restauro del teatro e in meno di tre giorni tutti impugnarono martello, pittura e chiodo.
Io oltre che occuparmi della spesa, dovevo anche adempiere al mio ruolo di capitano e fare in modo che il club di calcio andasse avanti senza problemi. Con l’aiuto di Take e Yuuki riuscii a gestire entrambe le cose, ero presente agli allenamenti della Kuromiya e nel frattempo Take mi rappresentava durante le operazioni di restauro.
Una parte del soldi furono usati per comprare delle nuove luci, un tendono rosso nuovo, trucchi e dei costumi decenti. Altre piccole spese le pagai di tasca mia con i soldi dei vari premi ottenuti in quei due anni come miglior giocatore singolo.
La notizia di ciò che stava accadendo volò di aula in aula, tutti i ragazzi cominciarono ad affacciarsi prima un po’ incuriositi e poi molti, divertiti dall’accoppiata di lavoratori che si era creata (da una parte giocatori di calcio e dall’altra attori timidi) cominciò a spingere molto volontari ad unirsi a noi. E un po’ tutti cominciarono a fare amicizia, alcuni miei compagni di squadra riuscirono a far sbloccare gli attori e questi molto lentamente smisero di nascondersi da noi.
“Non vedevo il teatro così pieno da due anni!” esclamò Eiji commosso e quasi inaspettatamente mi si catapultò addosso per un abbraccio che mi lasciò di sasso, ma fu piacevole. Take guardò la cosa disgustato e un po’ stranito.
“Sono felice di avervi aiutato..” dissi appena mentre venivo strangolato, e mentre Eiji mi dimostrava la sua gratitudine gettai un occhio in lontananza, verso le porte che davano sul teatro e notai che nel piccolo gruppetto di curiosi c’era un viso familiare, quello di Nao. Il fatto di vederlo li mi fece esplodere di gioia, tanto che mi liberai dalla presa del mio adulatore, e sotto gli occhi dei miei amici corsi verso quel gruppo in lontananza.
“Nao!” esclamai sventolando la mano. Nao in tutta risposta mi fissò con un espressione seria, non ricambiò il saluto e fece dietrofront per andarsene da dove era venuto. Tutta la mia gioia sparì di colpo, “Sempre il solito eh..” ridacchiai tra me.
“Conosci Nao Fukuda, Ren?” fu la domanda di Take una volta tornato dagli altri.
“Beh non proprio, diciamo che siamo conoscenti al momento.”
“Ma non vi ho mai visto nemmeno parlare, come vi siete conosciuti?” si intromise anche Yuuki curioso.
“Mi sono presentato io.”
Take sistemò uno scatolone accanto al palco “E perché mai? Quel tipo è uno strano, è nella nostra stessa classe e non ha mai rivolto la parola a nessuno.”
“Già” annuì anche Yuuki “io pensavo fosse muto.”
Scoppiai a ridere per quei loro giudizi, “Oh ma con me Nao parla. Anzi anche troppo, specialmente tutte le volte che tenta di cacciarmi via.”
“Hai dei gusti strani Ren fattelo dire, ti piace quel tipo?”
“Sì molto, voglio essergli amico.”
Take e Yuuki mi conoscevano bene, la mia risposta non li stupì affatto. Ero una persona determinata, portavo sempre a termine gli obiettivi che mi prefissavo, e sapevano bene quanto fossi testardo, se c’era qualcosa che volevo me la prendevo e basta. Era anche questo il motivo che mi spingeva a non cedere con Nao, ma c’era anche dell’altro, in lui c’era qualcosa che non sapevo spiegare, sentivo che c’era molto altro oltre a quel broncio. Volevo conoscerlo bene, abbattere quella sua corazza e far sì che mi chiamasse per nome.

  
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