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Autore: Classicboy    20/02/2018    3 recensioni
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Sono passati alcuni anni da quando Percy Jackson e i suoi compagni hanno sconfitto Gea e da quando Apollo è rientrato pienamente in possesso del suo status divino, e tutto sull'Olimpo scorre nella più completa tranquillità.
Ma una nuova minaccia si profila all'orizzonte.
Medea, la strega della Colchide, è tornata!
Grazie ai suoi perfidi incantesimi la maga non solo ha reso inoffensivi i figli più potenti delle divinità dell'Olimpo, ma ha anche rapito la divinità dei giuramenti, la dea Stige, e così facendo ha ghiacciato l'omonimo fiume. I progetti di Medea sono chiari: assorbire l'essenza divina di Stige per divenire a sua volta una dea.
Ma nuovi eroi si profilano all'orizzonte, pronti a fermare i piani della perfida strega e liberare la divinità fluviale. Tutto ciò in 5 giorni, entro l'equinozzio di primavera.
Ma saranno all'altezza del compito? Riusciranno questi giovani semidei a farsi strada in un modo dove un giuramento oramai non significa più nulla? Saranno in grado di mettere da parte le reciproche antipatie e a salvare il mondo?
...
[STORIA INTERROTTA CAUSA MANCANZA ISPIRAZIONE E MOTIVAZIONE, MI DISPIACE DAVVERO, SPERO UN GIORNO DI RIUSCIRE A CONTINUARLA, SCUSATEMI!]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP. 5: OROLOGI DI BRONZO E FIAMME INFERNALI

 

Ekanta raggiunse correndo la cima della collina, e subito fu accolto da un gelido: “Era ora”

Il figlio di Tiche alzò la testa e si esibì in una linguaccia in direzione di Glass, la quale si limitò a guardare da un'altra parte emettendo un verso stizzito, mentre incrociava le braccia di fronte al petto.

Amelie intervenne subito: “Su su, andiamo non fate così. Siamo compagni dovremmo andare d'accordo, no? Sorridete un po!” e ignorando le sonore proteste dei due li prese sottobraccio.

Kian si limitò a mormorare qualcosa sottovoce, mentre Aimeè interveniva per calmare la sorella e impedire agli altri due semidei, principalmente Glass, di ucciderla.

Chirone si limitò a sospirare, prima di attirare l'attenzione dei semidei: “Ragazzi, per favore concentratevi. Lo so che siete agitati, ed è una cosa più che normale, ma ricordatevi: gli dei vi hanno scelto anche perché si fidano di voi, sanno che potete farcela. Vi prego, ricordatevi queste parole nei momenti bui che vi attendono, e ricordatevi anche che tutti noi abbiamo fiducia in voi, sappiamo che non ci deluderete. Ora, prima che andiate, c'è una cosa per voi” detto questo il centauro si fece da parte e lasciò spazio a Lily.

La figlia di Efesto sorrise, prima di mostrare una scatola nella quale erano appoggiati quelli che sembravano essere tre orologi, ciascuno con tre pulsanti sul lato destro del quadrante rotondo.

“Cosa sono?” domandò incuriosito Rich prendendone uno.

La rossa dichiarò fiera: “La mia ultima invenzione, ci ho passato tutta la notte a lavorarci coi miei fratelli. Non abbiamo dormito per costruirli”
“Cosa?!”
“A prima vista sembrano dei comuni orologi - continuò la ragazza ignorando l'espressione sgomenta del figlio di Atena - E questa è una delle loro funzioni, tuttavia, se premete qui - e premette il tasto centrale - Diventano delle bussole, mentre se premete qui - e premette il tasto più basso - Dei rilevatori di magia! Premendo il tasto in alto invece torneranno ad essere degli orologi. La funzione bussola vi sarà utile nel caso vi perdiate da qualche parte, mentre la funzione rilevatore servirà nel caso in cui abbiate il sospetto di essere vicini a Medea o che qualcuno vi abbia lanciato un incantesimo. Non vi preoccupate - esclamò poi, vedendo che Rich aveva fatto per aprire bocca - Ho già settato i parametri in modo tale che tengano sempre in considerazione la presenza di Red e di Amelie. Rileveranno solo tipi di magia diversi o superiori ai loro. Oltre a ciò questi orologi avranno anche la funzione di schermo per la vostra aura semidivina”

Il figlio di Atena annuì soltanto, prima di rivolgersi ai compagni: “Ce ne sono solo tre, allora... chi li vuole?”
“Io non ne ho bisogno, grazie. Essendo figlia di Ecate posso capire se c'è della magia nell'aria anche senza quel radar” lo rassicurò Aimeè.

“Stesso dicasi per me” intervenne Amelie.

“Ed io, vista la mia proverbiale fortuna, direi che è il caso che non lo metta, altrimenti poco ma sicuro o lo perdo o lo rompo” si affrettò ad aggiungere Ekanta.

“Bene, allora direi che rimaniamo solo noi tre” mormorò Rich, porgendo due orologi a Kian e a Glass. Il primo si limitò a prenderglielo dalle mani con un grugnito, mentre la seconda scrollò le spalle e lo prese.

Rich lo indossò a sua volta, prima di guardarlo. Però, almeno gli donava dai!

“Molto bene, miei cari ragazzi, ora direi che è il caso che andiate - intervenne Chirone - Potete prendere il pulmino del campo, so che molti di voi hanno già la patente. Arrivederci ragazzi miei, e che gli dei siano con voi”

Kian si limitò ad annuire, mentre grugniva un grazie, Glass mormorò un “come no” prima di afferrare il suo zaino e scendere lungo la collina, Amelie si esibì in un sorriso coraggioso prima di salutare e seguire gli altri due. Rich fu quasi certo di sentirla gridare “il posto davanti è mio!”. Ekanta si lasciò sfuggire uno “speriamo” mentre Aimeè gli dava un paio di pacche sulla schiena e cercava di rassicurarlo.

Rimasto solo Rich si voltò un'ultima volta a guardare verso il Campo. Dalla collina poteva vedere i vari semidei che si indaffaravano nelle attività del giorno, e se aguzzava la vista era persino in grado di scorgere i suoi fratelli e le sue sorelle che si esercitavano al poligono di tiro.

Con un groppo alla gola si rese conto che se avesse fallito la missione poco ma sicuro tutto quello sarebbe scomparso, distrutto dalla follia vendicativa di Medea. Per un attimo sentì le gambe farsi molli e provò di nuovo il desiderio di mettersi a vomitare, tuttavia nella sua mente risuonarono le parole di Amelie: “Non devi affrontare questa avventura da solo. Siamo una squadra, ce la faremo”.

Il ragazzo prese un profondo respiro e i tremiti cessarono.

Annuì, ringraziò Chirone e scese lungo la collina per andare verso i suoi compagni.

Sì, ce l'avrebbero fatta. Assieme.

 

 

Arrivato al pulmino fu accolto da un'occhiataccia da parte di Kian.

“Era ora, credevo che te la fossi fatta addosso all'ultimo e fossi scappato da tua sorella come fai di solito” mormorò mentre metteva nel bagagliaio il suo zaino.

Rich si limitò ad ingoiare una rispostaccia. Ora erano un team, non avevano tempo per mettersi a litigare.

Peccato che Amelie non la pensasse così. La russa infatti sbucò dal posto di fianco al guidatore ed esclamò: “Ehi, lascia Rich in pace, ammasso di muscoli! Sai, non ti ucciderebbe dire qualcosa di carino di tanto in tanto”

Il figlio di Ares si limitò a grugnire, prima di guardare il più basso diritto negli occhi: “Di un po', tu ce l'hai la patente?”
L'altro rimase un attimo sorpreso di fronte a quella domanda, prima di annuire esitante.

“Perfetto - grugnì l'albino - In tal caso il primo turno di guida lo farai tu” e gli lanciò le chiavi.

Il figlio di Atena le afferrò al volo, sorpreso, prima di riscuotersi e andare verso il sedile del guidatore. Non sapeva il perché di quell'improvvisa decisione, tuttavia non se ne lamentò. Concentrarsi sulla guida gli avrebbe permesso di pensare ad altro, e inoltre gli avrebbe anche impedito di finire preda di un altro attacco di panico.

Salito si voltò un attimo a guardare i suoi compagni. Il mini pulman aveva un totale di 8 posti: quello del guidatore, il copilota e gli altri sei disposti su due file. Rich era alla guida, con al fianco Amelie, che appena scesa dalla collina si era praticamente fiondata sul sedile affianco al pilota urlando “mio!”. Dietro erano seduti Ekanta e Aimeè, entrambi con un'espressione preoccupata sul viso. Lei stava tamburellando con le dita contro la portiera formando un motivetto mente lui osservava con aria assente fuori dal finestrino e si tormentava nel frattempo una sorta di bandana viola che teneva legata attorno al polso come un bracciale. Sui sedili più lontani erano poi seduti Kian e Glass. La figlia di Morfeo giocava con un corto pugnale di bronzo, mentre l'albino se ne stava semplicemente seduto con gli occhi chiusi e le braccia conserte di fronte a sé.

“Bene - mormorò Rich riportando l'attenzione di fronte a sé e mettendo in moto - Direi che si parte. L'oracolo ha detto di andare ad occidente, e ad occidente andremo, sperando che gli dei ce la mandino buona”

Il biondo si era appena immesso nella strada principale che subito Amelie prese a smanettare con la radio.

“Ehi, che stai facendo?” domandò incuriosito Ekanta sporgendosi in avanti.

La ragazza si limitò a sorridergli, prima di mettere su un disco. L'attimo dopo a pieno volume le casse spararono: “September 1st 1989. Dear Diary...!”

“Cos'è questa roba?” mormorò sorpresa, e anche un po' incuriosita, Glass, mentre davanti a lei Aimeè si limitava a sospirare esasperata e a mormorare: “ecco che ricomincia”.

Amelie si voltò a guardare gli altri con gli occhi che brillavano: “Preparatevi, perché è mia intenzione istruirvi su tutti i migliori musical che vi siete persi in questi anni. Il primo sarà Heaters, poi ascolteremo Be more chill, Dear Evan Hansen, Hamilton e così via!”

Rich si limitò a sospirare, mentre un leggero sorriso correva sul suo volto.
 

 

“I'm waving through a windoooooowwwww!”

Rich non poté fare a meno di sorridere mentre sentiva Amelie e Aimeé che cantavano a squarciagola dai sedili di fronte le canzoni di “Dear Evan Hansen”.

Il viaggio stava procedendo senza apparenti intoppi da ormai quasi tre ore, durante le quali si erano dati regolarmente il cambio alla guida: dopo Rich era stato il turno di Kian, che aveva guidato meglio di quanto il figlio di Atena si aspettasse, ed ora toccava ad Amelie, prospettiva che inizialmente aveva fatto perdere dieci anni di vita a tutti i presenti, ad eccezione di Aimeè che ormai conosceva bene la sorella. Ovviamente i ragazzi intervallavano anche soste ai vari drive-in, durante i quali suscitavano non poche occhiate perplesse e, in un'occasione, anche quasi una rissa, per gentile concessione di Glass ben supportata da Kian. Se c'era una cosa che Rich detestava più di vederli bisticciare era quando quei due andavano d'accordo.

Sul sedile di fronte a lui Glass si copriva le orecchie stizzita mentre al suo fianco Ekanta sorrideva di fronte a quello spettacolo, e non si capiva se la sua felicità fosse dovuta al vedere in difficoltà la castana oppure all'allegria nelle voci delle due figlie di Ecate. E infine negli ultimi sedili, vicino a Rich, se ne stava Kian con la sua solita aria perennemente incazzata.

Rich si trovò a fissare il figlio di Ares. Gli occhiali da sole coprivano parte del volto mentre i corti capelli bianchi erano pressati sotto un berretto a fantasia militare. Teneva le braccia coperte da piccole cicatrici e ferite incrociate di fronte al petto, ad assumere un atteggiamento chiuso e introverso. Il biondo sapeva che l'altro non era un tipo molto sociale: le volte in cui lo aveva visto interagire con qualcuno si era trattato quasi sempre dei suoi fratellastri. Tuttavia dentro di sé (moooolto dentro di sé) Richard aveva sperato che durante quell'impresa avrebbero potuto seppellire l'ascia di guerra e avvicinarsi un po' e, chissà, magari anche diventare amici!

Tuttavia visto l'atteggiamento chiuso del figlio di Ares il biondo dubitava che quella possibilità si sarebbe potuta davvero avverare.

Il che era davvero un peccato, perché, sinceramente, lo trovava davvero molto...

“Biondino, lo so che sono un figo, ma ti prego, prima di fottermi con lo sguardo almeno chiedimi di uscire”

Il grugnito a mezza voce di Kian lo riportò al mondo reale mentre arrossiva di botto e abbassava lo sguardo mormorando frasi sconnesse.

Gli altri non parevano averli sentiti per via delle note innaturalmente alte che stavano uscendo dalla bocca di Amelie e che impedivano quasi qualunque tipo di conversazione, oppure se Glass o Ekanta avevano sentito qualcosa si erano limitati ad ignorarli.

L'australiano alzò un attimo lo sguardo e vide che l'altro semidio lo stava osservando, tuttavia sul suo volto non c'era un'espressione seccata ma solo un lieve sorriso divertito.

“N-non sei arrabbiato vero?” domandò il figlio di Atena.

Kian sembrò pensarci un attimo su prima di scrollare le spalle: “Nah, sono abituato alla gente che mi fissa. Sia per il fatto che sono albino sia perché sono un figo assurdo che tutti vorrebbero fottere” e gli lanciò un'occhiata eloquente.

Rich arrossì ancora di più, tuttavia questa volta il rossore era anche di irritazione: “Smettila, non sei divertente”

Il semidio sospirò prima di portarsi le braccia dietro la testa: “Calmino secchione. Per gli dei, sei peggio di una donnicciola mestruata a volte”

Rich con un gesto stizzito spostò lo sguardo fuori dal finestrino.

E va bene, era ufficiale: lui e Kian Murphy non sarebbero mai e poi mai potuti diventare amici, erano troppo diversi!

Tuttavia parte di lui non poteva fare a meno di invidiare un po' quel pervertito figlio di Ares, e anche Amelie e Aimeè e in generale tutti i suoi compagni. Come facevano ad essere sempre così sicuri di sé? Come facevano ad esternare con tale facilità chi erano e cosa pensavano?

Il ragazzo si lasciò sfuggire un lieve sospirò mentre guardava l'orizzonte. Ad un certo punto il suo sguardo si fissò su di una nuvola nera che man mano si stava avvicinando. Il biondo aggrottò le sopracciglia: sarebbe venuto a piovere, chissà se si era ricordato di portarsi dietro un ombrello?

Tuttavia notò che si stava avvicinando un po' troppo velocemente...

Il figlio di Atena si irrigidì mentre aguzzava la vista.

Quella non era decisamente una nuvola! Sembrava più uno stormo di uccelli, ma non ne aveva mai visto uno così grosso e veloce.

“Ragazzi...” mormorò soltanto a mezza voce in un tono tale che attirò l'attenzione degli altri semidei come se avesse appena urlato.

Amelie spense la musica mentre Aimeè si voltava confusa: “Che succede Rich?”
Il figlio di Atena si limitò a stringere i denti mentre la mano correva alla penna che aveva in tasca, la sua spada camuffata, e mormorava: “Mi sa che abbiamo compagnia”

Ebbe appena il tempo di finire la frase che lo stormo si avventò sulla strada con un rumore simile a migliaia di coltelli che sbattevano sul selciato.

“Accosta accosta accosta accosta!” strillava Ekanata mentre quelli che sembravano dei piccioni infernali troppo cresciuti si avventavano sul parabrezza e sul tettuccio incominciando a trivellarlo con i loro becchi e gli artigli e oscurando completamente la visuale.

“Cosa cazzo sono questi cosi?!” urlava Glass mentre in una mano teneva il pugnale e nell'altra quella che sembrava essere una pistola carica e funzionante.

“Scoiattoli dello Yorkshire, cosa vuoi che siano?! Uccelli dello Stinfalo!” rispose sarcastica e terrorizzata Aimeè mentre con tutta sé stessa cercava di ricordare un qualunque incantesimo che potesse aiutarla a sconfiggere quegli stupidi volatili.

Nel frattempo Amelie cercava con tutte le sue forze di accostare la macchina senza perderne il controllo, cosa non facile vista la moltitudine di stinfalidi che si stava avventando addosso alla vettura e le altre auto che deragliavano per via dell'attacco dei mostri.

“Non ce la faccio, non vedo niente!” urlò Amelie.

Ekanta imprecò a mezza voce, prima di togliersi la cintura e sporgersi verso l'altra ragazza. Le mise la mano destra sulla spalla e si concentrò.

“Che stai facendo ora, Malasorte?!” urlò Glass mentre tirava un fendente con il pugnale ad uno degli uccelli che erano riusciti ad aprirsi un passaggio sul tettuccio.

“Zitta, sto cercando di concentrarmi! Amelie: fai qualunque cosa devi, sterza, frena, qualunque cosa, vedrai che andrà bene!”

“Che?!?!” fu la risposta generale degli altri quattro.
La russa tuttavia si limitò ad annuire, prima di prendere un profondo respiro e urlare: “Tenetevi!” mentre girava completamente il volante.

I sei ragazzi strillarono in preda al panico mentre la vettura oltrepassava con un rumore di lamiera accartocciata il guardrail e finiva fuori strada.

Il pulmino si esibì in tre spettacolari testacoda, prima di ribaltarsi su di un lato e prendere a rotolare lungo il manto erboso, fino a fermarsi sul lato destro, mandando tutti e sei i semidei a gambe all'aria. In cambio però uccise anche parecchi uccelli dello Stinfalo.

“Ohi ohi, state bene?” mormorò solo Rich mentre cercava di riorientarsi dopo quello sballottamento. Era decisamente felice di non aver mangiato quel panino durante la loro ultima sosta, oppure poco ma sicuro avrebbe vomitato anche l'anima addosso a Kian.

Mugugni e imprecazioni varie gli fecero capire che almeno erano ancora tutti vivi.

“Non ha importanza. Ora dobbiamo riprenderci e non perdere il vantaggio ottenuto, presto fuori!” urlò Kian, e solo in quel momento Rich notò imbarazzato di essere proprio sopra l'albino. I loro corpi si stavano toccando e il biondo aveva una vista perfetta delle iridi rosse dell'altro.

Con il volto in fiamme per la vergogna il ragazzo si scostò di scatto e si diresse il più in fretta possibile verso la portiera, la aprì e si arrampicò fuori dal mini bus, prima di estrarre la spada.

Aveva appena poggiato piede per terra che sentì un rumore infernale e un verso simile ad una lama su di un muro.

Alzò in fretta lo sguardo e vide un uccello dello Stinfalo che gli si avventava addosso con gli artigli tesi a fargli due piercing permanenti agli occhi. Il corpo reagì prima della testa mentre il braccio si alzava e tranciava in due il mostro.

Il figlio di Atena si rizzò in piedi e assunse una posizione di guardia mentre strillava: “Ragazzi presto! Non ce la posso fare da solo!”

Mandando fuori strada la vettura avevano confuso gli uccelli, ottenendo un po' di tempo, tuttavia i mostri si stavano riprendendo velocemente e ben presto avrebbero ripreso la loro offensiva.

Rich fece roteare ancora un paio di volte la lama tranciando una mezza dozzina di volatili. Era chiaro che più che sulla potenza quella razza di stinfalidi puntava sul numero per sottomettere gli avversari, quindi ciò che dovevano fare in quel momento era condurre una guerra di resistenza oppure trovare il modo di eliminare il grosso dello stormo con un attacco unico.

Ed entrambe le operazioni all'australiano sembravano più facili a dirsi che a farsi!

Senza che Rich se ne rendesse conto anche i suoi amici lo raggiunsero.

Ad un certo punto si trovò fianco a fianco con Amelie, che faceva roteare la spada di ferro dello Stige assorbendo l'essenza dei mostri e riducendoli in carcasse.

Poco distante alla sua destra Kian impugnava il suo morning star mentre con un sorriso folle uccideva qualunque rapace fosse talmente stupido da volargli troppo vicino.

A sinistra invece schiena contro schiena anche Ekanta e Glass erano impegnati nello scontro. E mentre il figlio di Tiche era stato costretto in una posizione difensiva a causa del numero di opponenti, la discendente di Morfeo era decisamente più aggressiva e riduceva a brandelli gli uccelli o infilzandoli col suo pugnale o sparando con la sua fedele pistola.

L'unica che non si vedeva era...

“State giù!” urlò la voce di Aimeè per poi iniziare a intonare qualcosa.

Rich aggrottò la fronte confuso mentre si voltava verso la macchina. Fu solo grazie ad Amelie, che lo prese e lo strattonò con violenza a terra, che non venne incenerito dalle fiamme verdi che eruppero dalle mani dell'altra figlia di Ecate.

Con un verso stridulo oltre metà dello stormo fu ridotto arrosto e i pochi uccelli rimasti, ormai troppo spaventati, fuggirono lasciando finalmente i sei semidei soli.

Aimeè si chinò sulle ginocchia mentre prendeva profonde boccate d'aria e cercava di non svenire per lo sforzo di aver creato una magia così potente e complessa.

Per fortuna si portava sempre dietro lo zainetto con gli ingredienti, così, mentre gli altri erano intenti a combattere lei era riuscita a prendere le bacche di Belladonna e le foglie di caprifoglio necessarie per evocare l'incantesimo. Lo sforzo però l'aveva completamente privata delle energie.

“Cosa... cazzo... era quello?”

La rossa alzò lo sguardo e lo voltò in direzione della voce. Ferma, la pistola e il pugnale ancora in mano e il volto sporco di polvere di mostro e cenere, Glass la osservava con gli occhi sgranati e il fiatone.

“Fiamme... puff... degli inferi, anf... - la figlia di Ecate deglutì - Uno degli incantesimi più potenti che si possono evocare. Comunque sono contenta che stiate tutti bene” esclamò aprendosi nel suo solito sorriso.

La castana continuò a guardarla, come a cercare di capire come fosse possibile che una ragazza che non sembrava capace di fare del male ad una mosca potesse creare una cosa del genere. Se non fosse stato per l'istinto sviluppato al campo avrebbero seriamente rischiato di finire cotti a puntino.

Kian si spazzolava nel frattempo la maglia mentre si guardava attorno pensieroso.

Gli uccelli dello Stinfalo avevano fatto davvero un macello: a parte il loro mini bus ormai distrutto e inutilizzabile, sulla strada principale ad una ventina di metri di distanza, erano ferme diverse auto lasciate abbandonate dai proprietari in fuga. In cambio però non parevano esserci da nessuna parte dei feriti e la cosa risollevò il figlio di Ares.

In quel momento l'aria fu invasa dal rumore di sirene che si facevano sempre più vicine.

“Sarà meglio andare” disse solo l'albino mentre si dirigeva verso i resti della vettura e tirava fuori gli zaini.

Amelie aiuto un Rich ancora mezzo intontito a rialzarsi.

“Tutto bene?” domandò la mora preoccupata.

Il ragazzo si limitò ad annuire: “Sì, e grazie per avermi tirato giù prima. Non oso immaginare che fine avrei fatto se non ci fossi stata tu”
La ragazza si limitò a scuotere la testa mentre sorrideva: “Figurati, se non ci si aiuta tra amici”
Nel frattempo anche Glass aiutava Ekanta, anche se in maniera decisamente meno gentile della discendente della magia.

“Su forza, non è il momento di dormire” borbottò la semidea mentre lo tirava su a forza.

Il giovane mormorò qualcosa prima di voltarsi a guardarla.

Glass dovette trattenersi per non imprecare. Nella foga della battaglia non si era accorta di quanto male fosse messo il figlio di Tiche: il labbro inferiore era spaccato, sopra l'occhio sinistro una ferita sanguinava copiosamente imbrattandogli metà del viso, varie ferite più o meno profonde lasciategli dagli artigli e dalle piume dei mostri gli coprivano volto e braccia, e per finire un taglio abbastanza profondo gli correva lungo l'avambraccio destro.

“Cosa Ade hai fatto per ridurti in questo stato?” riuscì solo a chiedere sotto shock.

Il ragazzo scosse la testa. Era chiaro che era solo grazie alla forza di volontà che non era ancora svenuto.

“Non è nulla, ci sono abituato tranquilla - e le sorrise mostrando i denti macchiati di sangue - Però penso sia il caso che mangi un po' di nettare o dell'ambrosia il prima possibile...”

La ragazza annuì mentre si affrettava verso il pulmino dove gli altri già stavano raccogliendo le loro cose.

Dovevano fare in fretta, per quanto Ekanta non le piacesse erano pur sempre compagni, e non avrebbe permesso che uno dei suoi compagni le morisse tra le braccia. Non di nuovo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Allora, sono passati qualcosa tipo 4 mesi dall'ultimo aggiornamento e mi dispiace, ma l'università ti risucchia l'anima, credetemi. Grazie al cielo ho finito la sessione e forse potrò tornare a concentrarmi di più sulle storie.

Questo capitolo vede il via dell'avventura dei nostri eroi, e ho preferito ambientarlo più dal punto di vista di Rich, visto che devo riprendere un po' la mano col carattere dei vari personaggi.

L'ho rivisto e aggiustato varie parti che non mi soddisfacevano, ed ora sinceramente sono abbastanza soddisfatto del risultato.
Sono leggermente fissato con gli uccelli dello Stinfalo come mostri, sono creature che secondo me si adattano bene a qualunque genere di circostanza, spero di averli descritti bene.

Ditemi se ho fatto comportare bene i vostri personaggi nel corso della storia e se il capitolo è stato di vostro gradimento.

Per sapere cosa di preciso è accaduto a Ekanta dovrete aspettare il prossimo capitolo, lì vi prometto di spiegarvi di tutto con calma, però se volete potete farvi avanti coi vostri suggerimenti e le speculazioni.

Ci si vede al prossimo capitolo gente, con una serie di chiacchierate notturne e turni di guardia, mentre il tempo avanza inesorabile verso l'ora definitiva dello scontro con Medea.

Ci si vede gente, bye!!!!!!

 

 

 

 

 

Avvertenze: una curiosità: recentemente mi sono fissato con le fic Survival Game (Hunger Games, Battle Royal ecc ecc, per intenderci), pertanto vi chiedo: nel caso in cui faccia un'altra interattiva pjo (possiblità assai remota, ma pur sempre una possibilità!), stavolta una survival game!AU, sareste interessati a partecipare? Sappiate che se la avvio allora è possibile che non mi possa più concentrare più di tanto su questa fic. Sappiatemi dire gente, bye!

   
 
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