Film > Coco
Ricorda la storia  |      
Autore: marie52    21/02/2018    2 recensioni
Dal testo:
Era pronto perché anche se lei non glielo aveva detto sapeva che da dopo che aveva saputo tutta la verità, sulle sue canzoni e sulla sua morte, lo aveva perdonato.
Spero vi piaccia
un bacio
marie52
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tempo
 
Hector, fino a qualche giorno prima dell’arrivo di Miguel, non avrebbe mai creduto se qualcuno, gli avesse detto che Imelda, la sua adorata moglie, non soltanto gli avrebbe parlato di nuovo ma anzi avrebbe anche affermato che lui era ancora l’amore della sua vita.
Perché, anche se tutti lo consideravano uno stupido, uno sciocco che non capiva niente, infondo nel profondo del suo cuore aveva sempre saputo che la sua morte, era stata una punizione divina, per aver abbandonato la sua bellissima Coco, la sua principessa, dolce e gentile come nessun’altro e Imelda, l’unica ragione e l’unico amore della sua brevissima vita.
Se lo era meritato, aveva commesso un errore imperdonabile e, non biasimava sua moglie che, da morta, non aveva voluto più avere nulla a che fare con lui.
E come avrebbe potuto perdonarla così facilmente?
 L’aveva fatta soffrire così tanto e, nemmeno biasimava la sua dolce bambina, Coco, che non soltanto non l’aveva mai messo la sua foto sull’ofrenda di famiglia ma oltretutto lo stava dimenticando e presto sarebbe scomparso perché non aveva mai raccontato ad anima viva di lui quando erano ancora una famiglia
 Avrebbe voluto vedere come si era fatta, le rughe che si erano impossessate della sua pelle immacolata e incontrare i figli,  i nipoti, i pronipoti e i bisnipoti che avevano fatto crescere la familla Rivera nel corso dei secoli passati.
 
Ma lo odiava e, la colpa era solo sua e della sua ingenuità.
 
Come aveva potuto credere ad Ernesto De La Cruz, che fin da che ne aveva memoria aveva sempre giocato sporco alle regole che lui stesso aveva creato?
Come aveva potuto pensare che sarebbe tornato presto dalla sua famiglia magari con qualche soldo in più e che le avrebbe riviste quando era già scritto nelle stelle il suo destino?
Come aveva potuto credere che fosse morto per del Chorizo, mangiato la sera prima?
Infondo, ripensandoci bene, i segnali c’erano stati tutti, soprattutto quando Ernesto era passato anche lui a miglior vita e, con suo grande disappunto, aveva scoperto che non soltanto si era arricchito con le sue canzoni ma che non lo aveva citato neanche, sostenendo che le aveva scritte tutte lui, dalla prima all’ultima.
 
Anche Recuerdame.
 
Quella ninna- nanna che cantava ogni sera anche da morto a cappella oppure a volte con la chitarra di Chicharrón, quando era così ubriaco da non avere neanche la forza di scacciarlo via così che, almeno nel suo immaginario la sua voce sarebbe riuscita a raggiungere quella di Coco e a unirsi a lei, nel suo canto.
 
Quella canzone il cui significato era nascosto a tutti tranne che lui e a Chich, perché non sapeva come ma quello scheletro, arrivato molto tempo prima di lui sapeva molto bene chi fosse il vero autore di quei brani, nonostante non gli avesse mai detto niente: a volte, quando la notte sembrava più oscura e solitaria, Chich, burbero com’era, si sedeva sulla amaca fissando, la vastità della vista su quell’immenso vuoto, senza volere vedere nessuno se non Hector.
 
Entrambi si sedevano l’uno affianco all’altro e, raccontavano qualche ricordo che gli passava per la mente disperata e distrutta, per poi con Chicharrón come accompagnamento mettersi a cantare alcune canzoni a testa, che gli ricordava un momento felice della loro vita mortale.
Fu in una di queste chiacchierate, che Chicharrón gli parlò di Juanita, la sua dolce metà, l’unica che il suo nome ricordava in vita e che aveva perduto molto tempo prima a causa della sua stupidità, quella ingenuità di un vecchio anziano signore che desiderava viaggiare per il mondo e non provare un sentimento così grande per una donna così brutta di aspetto: non voleva amare le sue caviglie storte o i suoi occhi bicolore, o le sue … nocche che su cui si trascinava ogni volta che camminava.
 
Eppure l’amava e lei, avrebbe lasciato persino suo marito ( incredibilmente una donna del genere aveva qualcuno che la apprezzava) se avesse potuto partire con lui.
 
Così era nata quella canzone Juanita , l’unica che Ernesto non aveva rubato, perché l’aveva scritta da morto.
 
Era il suo vero e migliore amico, e fu per questo che quando lo vide scomparire dai suoi occhi, una rabbia furiosa gli salì fin sopra il cranio vuoto, perché sapeva molto bene che tra poco sarebbe toccato anche a lui.
 
Se non fosse stato per Ernesto che lo aveva convinto a partire si diceva sempre quando quel pensiero lo colpiva avrebbe ancora avuto la sua famiglia.
 
Eppure, non sapeva che quell’amigo, aveva fatto molto di più, che semplicemente rubargli qualche canzone: lo conosceva da tempo, ma se non fosse stato per il piccolo Miguel, che aveva notato un insignificante particolare all’interno di una delle pellicole di suo nonno, o meglio del presunto tale, mai avrebbe sospettato che fosse stato lui, l’artefice della sua condizione.
 
Che lui lo avesse … ucciso per strappargli via le sue canzoni, i suoi ricordi felici, Imelda il suo unico grande amore e Coco, la luce della sua vita.
 
E, ora lui era lì, steso per terra con affianco l’amore della sua vita che tentava di mostrarsi forte, anche quando sapeva quanto stava soffrendo nel vederlo nuovamente scomparire, con il destino in mano ad un semplice ragazzo con un gran cuore, che era certo avrebbe provato a salvargli la vita anche se lui era pronto a morire.
 
Era pronto perché  anche se lei non glielo aveva detto sapeva che da dopo che aveva saputo tutta la verità, sulle sue canzoni e sulla sua morte, lo aveva perdonato.
 
Lo sentiva dal suo tocco gentile, ma tremante e dal suo fiato spezzato.
Dai suoi occhi che non incontravano mai suoi per non crollare e, dalla testa abbassata che fissava un punto lontano e non il suo scheletro che scompariva.
Non avevano parlato eppure non servivano le parole per capire ciò che provavano per ciò rimanevano lì ad aspettare la morte che lo avrebbe portato via come avrebbero dovuto fare in vita.
 
No llores por favor, te llevo en mi corazon y cerca me tendras
 
La voce di Miguel accompagnata dalla sua chitarra, quella che Ernesto de la Cruz si era appropriato quando era morto, era un lampo nell’oscurità.
Non sapeva cosa stava facendo, eppure sentiva che le forze gli stavano tornando indietro.
E, quando sentì lei, la sua Coco unirsi in quella canzone, Hector capì che questa volta la muerte era stata generosa con lui e che avrebbe un giorno non molto lontano rivisto la sua Coco.
 
Ella con su triste canto te acompañara hasta que en mis brazos tu estes.
Recuerdame...
 
Angolo autrice:
Era un momento abbastanza scontato da scrivere in una fanfiction ma spero che almeno sia stato come dire originale grazie alla modalità di scrittura che ho utilizzato. La canzone è la versione originale di Ricordami ( cioè quella spagnola, che insieme alla musica sembra andare nella stessa direzione a differenza della versione inglese e di quella italiana che in alcuni momenti perde il senso stesso e la magia di quella canzone) ascoltata nel film e ho voluto anche dare una storia sull’origine della canzone Juanita perché se con un Poco Loco, pensando ai personaggi, Hector molto probabilmente può averla scritta in vita, parlando di sua moglie perché hanno dei caratteri molto diversi , Juanita dato che era la preferiti dell’amigo vero, di Hector poteva essere scritta basandosi sulla storia proprio di Chicharron e non di Hector.
Spero vi sia piaciuto
Un bacio
marie52
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Coco / Vai alla pagina dell'autore: marie52