Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: artemisia reight    21/02/2018    1 recensioni
una relazione complicata e una differenza di età esorbitante. tutto sembra a loro sfavore ma l'amore si dimostra spesso più forte di tutto il resto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Elettra sente un clacson suonare forte e si volta.
È John.
È sabato mattina, e lei è seduta sugli scalini esterni di casa sua.
Mentre lo aspettava, si era messa a pensare ad Eddie e quel giorno, con la mente più lucida, non era più nervosa ed i sensi di colpa erano tornati a farsi sentire.
Doveva essersi persa nelle sue riflessioni, perché non aveva proprio visto John arrivare.
“Tutto bene?” le domanda quest’ultimo, dopo aver abbassato il finestrino.
“Sì, sì” Elettra si affretta a salire.
La macchina parte e, dopo pochi minuti, la ragazza si ritrova a cantare a squarciagola una canzone alla radio.
John l’accompagna battendo le mani sul volante come fosse una batteria.
Il senso di colpa è già svanito.
John ride quando lei finge di avere in mano un microfono e, quando rivolge quell’oggetto fantasma verso di lui, si ritrova a cantare a sua volta.
Ridono entrambi come matti.
Se potessero guardarsi in quel momento, non si riconoscerebbero.
Sono spensierati, si divertono come bambini.
Sono felici.
La canzone finisce e John abbassa il volume.
Uno speaker li informa sulle previsioni del tempo di quel sabato soleggiato.
“Quindi, hai letto gli articoli” dice Elettra, impaziente di parlarne dalla sera prima.
Chissà come, da quando era salita in macchina se ne era completamente dimenticata, tanto stava bene. Ma ora le è tornato in mente e niente le sembra più importante.
“Eccome se li ho letti” risponde John “tutti d’un fiato, uno dopo l’altro”.
Elettra annuisce e lo guarda, impaziente.
Lui sa che vuole sentire il suo parere e adora vedere quanto importante sia per lei.
Prova ad aspettare il più possibile prima di parlare, in modo da godere appieno di quella situazione.
Era da tanto che qualcuno non dava così importanza a quello che lui pensava.
No, non è vero.
Al lavoro praticamente tutti gli chiedono consigli.
Allora, diciamo, nessuno a cui lui desse importanza.
I suoi colleghi erano solo dei poveri insulsi alla disperata ricerca di un leader.
Elettra invece …
Il fatto che a lei interessi il suo parere lo rende orgoglioso di sé stesso.
Dopo aver goduto il più possibile della considerazione che lei ha di lui, decide di accontentarla.
“Non riuscivo a smettere di leggere” ammette “ero completamente rapito dalle tue parole. Anche sugli argomenti più noiosi, cavolo, riuscivi ad attirare la mia attenzione. Biciclette, funghi, ormai mi interessa tutto!”.
Elettra ride “dici sul serio?”.
“Ma certo” conferma lui “ero certo che fossi brava, ma non pensavo a questi livelli. Hai decisamente talento”.
La ragazza arrossisce.
Non le capita spesso.
Le fa sempre piacere ricevere complimenti, ma non arrossisce mai se non quando li riceve da qualcuno di davvero importante.
È come pensava: i commenti di John le sembrano quelli che potrebbero essere di suo padre.
È come se fossero in due a parlare in quel momento.
Ora sa che suo padre sarebbe fiero di lei, e sa anche che John la considera un talento.
Quasi non sa cosa la renda più felice.
Vorrebbe abbracciare John, ma non sa come reagirebbe.
Fortunatamente sta guidando, quindi non potrebbe farlo comunque.
“E poi” prosegue l’uomo “leggere quegli articoli non ha fatto che confermare la mia tesi: quella Sarah è invidiosa delle tue capacità. Non avrebbe altri motivi per darti quel tipo di argomenti. Sei una delle scrittrici migliori che conosco, e hai solo diciassette anni!”.
Elettra sorride e le sue gote si fanno di nuovo scarlatte.
Dovrebbe ringraziarlo, ma non sa che dire.
Decide di non dire nulla, John sa già quanto questi commenti la rendano felice.
“Ah, volevo chiederti” cambia argomento, non le piace sentirsi in imbarazzo “come devo vestirmi domani?”.
John ci mette un po’ a capire.
“Giusto, il barbecue” ricorda infine “non saprei … non sono esperto di queste cose”.
“Beh, dimmi che tipo di evento sarà” tenta di aiutarlo lei.
“Niente di importante” lui si stringe nelle spalle “arrostiremo hamburger e salsicce e mangeremo in giardino, probabilmente in piedi”.
Elettra annuisce, prendendo mentalmente appunti.
“E gli invitati?” continua.
“Allora” John tenta di non dimenticare nessuno “in sostanza ci sono solo gli amici che hai conosciuto a lavoro: Matthew, Phil, Bruce e Steve, e le rispettive mogli e figli”.
“Ho visto le figlie di Phil in foto” gli comunica lei “sono bellissime, quanti anni hanno?”.
“Vediamo, Beth ne ha undici, Janet quattordici. Sono fantastiche. Noi le conosciamo da quando erano ancora nella pancia di Lucy, la moglie di Phil. Ci chiamano zii e spesso passiamo il Natale insieme”.
“Wow” commenta lei ammirata “da quanto vi conoscete tu e Phil?”.
“Conosco Phil e Matthew da quando ho iniziato a lavorare nell’azienda, quindi direi quasi vent’anni”.
Elettra spalanca la bocca, shockata.
“Eh già” John le sorride “quindi, come stavo dicendo, poi ci sono Matthew ed Elizabeth. Loro hanno due gemelli adorabili. Hanno cinque anni e sono delle vere pesti, ma ti fanno morire dal ridere. Matthew ti dirà sicuramente che lo fanno andare al manicomio, ma si vede che sono la cosa più importante che ha. So cosa stai pensando: è un po’ vecchio per avere dei figli così piccoli. Il fatto è che Elizabeth non riusciva ad avere figli e si erano entrambi arresi al fatto di non poter avere prole. Lei era distrutta e Julia ha dovuto consolarla tanto, ma alla fine lo aveva accettato. Poi, sei anni fa, ci chiama quasi gridando e ci avvisa che è incinta. Noi quasi non ci credevamo. Pensare a quanto erano devastati … quei due bimbi sono un miracolo e la felicità di Elizabeth quando la siamo andati a trovare all’ospedale e aveva quei due fagottini in braccio … non ho mai visto nulla di più magico”.
Elettra quasi si commuove per la sensibilità di quell’uomo che due settimane prima, incredibilmente, le sembrava privo di sentimenti.
“E i figli sono finiti.” continua John “Poi ci sono Bruce e Scarlett, che sono ancora giovani, ma stanno tentando di averne. In fondo Bruce ha un lavoro sicuro e ben pagato quindi, perché no? E l’ultimo rimasto è Steve, che di solito porta qualche ragazza conosciuta una settimana prima e che nessuno di noi rivedrà più”.
Elettra ride.
“Va capito” John scuote la testa e sorride a sua volta “ha una sua filosofia di vita e si attiene a quella. Non vuole legarsi e preferisce divertirsi per sempre”.
“Non mi sembra un bel piano” si lascia sfuggire la ragazza.
“Già, probabilmente no” risponde lui “ma non tutti la pensano nello stesso modo, ed è giusto così. Il mondo è bello perché è vario. Non si può pretendere di comprendere chiunque. Steve semplicemente non è fatto per innamorarsi o per rimanere fedele. Ha bisogno di sentirsi libero, di non avere radici”.
“O magari è solo che non si è ancora mai innamorato” lo contraddice Elettra.
“E’ un’idea” conviene John “può darsi che non abbia mai trovato qualcuno che lo faceva sentire allo stesso tempo al settimo cielo e senza speranza. Qualcuno che gli da un motivo per svegliarsi la mattina, e qualcosa a cui pensare la sera per addormentarsi. Qualcuno che lo faccia sentire importante, vivo. Qualcuno che gli tolga il respiro ogni volta che gli rivolge la parola, che gli lasci sempre lo stomaco chiuso in una morsa che è in qualche modo piacevole”.
Elettra lo ascolta rapita.
“Nah” John cambia improvvisamente tono, rendendosi conto di quello che sta dicendo “secondo me Steve è solo uno a cui non importano queste cose”.
“Chi lo sa” Elettra solleva le spalle “potrebbe stupirti”.
“Non credo” insiste John “ormai sono anni che lo sento parlare di come non capisce chi si lega ad una sola persona per il resto della sua vita e di come non crede al matrimonio. E, in fondo, lo capisco. A volte il matrimonio può essere una vera prigione. Un incubo da cui speri sempre di risvegliarti per poi scoprire ogni giorno che non puoi. Magari pensi di aver trovato la persona perfetta per te e che stare con lei per il resto dei tuoi giorni non può essere altro che un sogno ad occhi aperti. Ma se poi non è così? Se quello che credevi in realtà era una visione distorta di come stanno davvero le cose? Cosa puoi fare a quel punto? Mandi all’aria anni di progetti? Ricominci da capo? Purtroppo non è più possibile. O, almeno, non è affatto facile. Non dico che Steve abbia ragione al cento per cento, dico solo che a volte capisco cosa intende”.
Elettra è senza parole.
Le ha palesemente detto che vorrebbe non essersi mai sposato.
Come dovrebbe rispondere?
Lui non le sembra turbato da ciò, quasi fosse normale per lui parlare di quelle cose.
Ma lei è certa che non sia così.
È felice che lui si senta libero di parlarle di tutto, ma non sa proprio come reagire ad una confessione di quella portata.
Ha paura che lui si penta di averglielo detto.
Le dispiace così tanto che lui si senta così. Che sia intrappolato in un matrimonio infelice.
Ancora una volta, si chiede come faccia Julia a non essere follemente innamorata di suo marito.
È stupendo, attraente, intelligente, tutto quello che si possa desiderare.
Se lei fosse nei suoi panni, non vedrebbe l’ora che arrivi la sera per poter stare con lui.
In qualche modo, quel pensiero la mette in imbarazzo.
Ma cosa diamine sta pensando?
Si concentra sulla strada.
John è silenzioso, ora, ma le sembra sereno. Quasi si sia tolto un peso.
 
 
“Il sabato si fa poco” le dice John quando arrivano in ufficio.
“Non c’è quasi nessuno” nota Elettra.
“Il personale è dimezzato” conferma John “perché non ci sono molte faccende da sbrigare. È tranquillo, a me piace”.
L’uomo si siede sulla poltrona e sospira, godendosi il silenzio.
Elettra si accomoda di fronte a lui.
“Hai qualcosa da fare?” gli domanda vedendolo estremamente rilassato.
“Per ora no” risponde lui con un sorriso “se nessuno mi chiama o mi chiede qualcosa, sono libero. Vuoi approfittarne? Puoi chiedermi quello che vuoi”.
Per un attimo Elettra pensa di chiedergli qualcosa su sua moglie, prima di ricordarsi che si riferisce alla finanza.
“Non so” si stringe quindi nelle spalle “ci sono così tante cose che ancora non riesco a comprendere. Volevo impostare il mio articolo su concetti finanziari, ma ho capito che non sarebbe abbastanza interessante”.
“Sono d’accordo” ride John.
“Quindi ho deciso di utilizzare invece il vostro ambiente lavorativo come nocciolo dell’articolo”.
“Mhmh” l’uomo annuisce, concentrato.
“Mi piacerebbe far entrare il lettore all’interno della vostra azienda. Fargli capire la vostra giornata tipo” spiega Elettra “ci sono tecniche di scrittura perfette per questo. Quello che fate è davvero complesso e per voi sono ordinarie giornate di lavoro. Ecco, vorrei trasmettere a chi legge allo stesso tempo la difficoltà di quello che fate e la facilità con cui lo fate”.
“Sembra figo” commenta John.
“Lo sarà, lo prometto” gli sorride lei.
“Da come parli, mi fai sembrare un supereroe”.
“In qualche modo lo sei” conferma la ragazza “potrei fare un articolo solo su di te”.
“Ah sì?” ride lui.
“Sul serio” insiste lei “avrei così tanto da scrivere!”.
“Non ci credo” John continua a divertirsi, le guance rosse nascoste dalla barba scura.
“Giuro” Elettra si alza in piedi e comincia a camminare su e giù per la stanza “John Bates: un uomo, una leggenda. Non ci sono abbastanza parole per catturare appieno il profilo del perfetto lavoratore, ma noi ci proveremo comunque. Il signor Bates è un uomo di successo, un marito ed un padre. Lui si sveglia la mattina e sa che dovrà far firmare più contratti di tutti i suoi colleghi per essere felice. E, indovinate? Ci riesce sempre. Un uomo, una garanzia. I suoi amici lo adorano, i suoi colleghi lo venerano, la fidanzata di suo figlio lo ritiene uno degli uomini più intelligenti del mondo. Tante le testimonianze su John Bates, tanti i certificati che attestano la sua bravura. E voi, cosa ne pensate? Fatecelo sapere”.
“Sembravi più un’inviata televisiva” ridacchia John, segretamente entusiasta della sua descrizione.
“Lo ero” conferma Elettra “so fare tante cose!”.
Entrambi ridono a crepapelle.
“Puoi passarmi il microfono?” le domanda poi John.
Lei finge di avere un microfono in mano e di lasciarlo nella sua, divertita.
“Elettra Stain” fa una voce da annunciatore, avvicinando la mano, in realtà vuota, alle labbra “una ragazza di soli diciassette anni, ma che ha già superato ogni record. Giornalista migliore in vita e studentessa migliore del paese. Nonostante la sua tenera età, questa ragazza non si pone limiti e punta sempre più in alto. I suoi coetanei la guardano come si guarda il sole, splendente ed irraggiungibile. Un potere davvero accecante il suo: un’intelligenza fuori dal comune unita ad una bellezza strabiliante. Come si potrebbe desiderare di più? Nah” si interrompe e torna alla sua voce normale “così sembra che ti stia descrivendo per un sito di incontri”.
Elettra esplode in una risata.
“Eri partito bene” lo consola “mi sono sentita un supereroe anch’io”.
“Sai, quand’ero giovane” le dice John “ricordo che con i miei amici passavamo le ore a scervellarci su quale poteva essere il nostro potere se fossimo stati supereroi”.
“Io vorrei la telepatia, senza dubbio” risponde subito Elettra.
L’uomo le sorride.
“Che c’è?” domanda lei, confusa.
“Anche io” le spiega.
“Figo” sorride a sua volta “e quale sarebbe la prima cosa che faresti con il tuo potere?”.
 
 
Un’ora dopo, sono entrambi seduti per terra dietro la scrivania.
John ha fatto vede ad Elettra cosa significa avere un segretario, il suo è un ragazzo, e le ha fatto ordinare tutto quello che voleva al bar.  Meno di due minuti dopo il ragazzo in questione si era presentato nell’ufficio con due buste cariche di schifezze sia dolci che salate.
Ora, mentre sgranocchiano patatine al formaggio e palline di cioccolato e wafer sul pavimento di linoleum, chiacchierano di qualsiasi cosa gli passi per la mente.
Dopo i supereroi erano passati agli alieni.
Ognuno aveva esposto all’altro le proprie teorie e si erano divertiti a tentare di confutarle.
Poi avevano parlato di filosofia, di libri, di musica.
Era così bello potersi capire a vicenda.
Parlavano di tutto, come se non avessero aspettato altro che confrontarsi l’un l’altro riguardo qualsiasi cosa.
Si ascoltavano, ridevano, si contestavano a vicenda.
Elettra era abituata a discutere di argomenti seri con sua madre, con alcuni suoi amici del giornale, con lo stesso Miles, ma con nessuno si divertiva come con John.
Lui la faceva riflettere, accettava le critiche ed era sempre costruttivo.
Lui, invece, non era proprio abituato a qualcuno con cui poter fare un discorso serio.
Sua moglie era intelligente, ma in un modo diverso e con i suoi amici parlava solo di stupidaggini.
Non faceva da tanto discorsi così profondi.
Si sentono entrambi così presi dalle loro stesse parole, come se stessero tentando di imparare il più possibile l’uno dall’altro, da desiderare che quel momento non finisca mai.
La sintonia che hanno raggiunge l’estremo.
Nessuno dei due aveva mai riso in maniera così spontanea prima di quel momento.
Ora, Elettra lancia delle caramelle gommose e John tenta di prenderle al volo con la bocca.
La maggior parte finisce a terra vicino a loro, finché non riesce a mangiarne una.
“Sì!” esulta la ragazza “ce l’hai fatta!”
L’uomo fa un inchino teatrale.
“Tocca a te” le dice.
“Non ci sono più caramelle” constata Elettra, guardando nella bustina di plastica.
Si stiracchia e sospira.
“E’ questo che fate il sabato?” gli domanda, scherzando.
“Magari!” risponde lui “Di solito sto semplicemente seduto alla scrivania, controllo Amazon, a volte compro qualcosa, o guardo qualche serie tv in streaming. A proposito, hai visto la serie che ti ha consigliato Eddie? Io sono sicuro che ti piacerebbe”.
“Sinceramente ancora no” ammette la ragazza “devo prendere coraggio”.
“Dai, non è mica una tortura!” la schernisce John “potremo vederla insieme”.
“E’ un’idea” Elettra scrolla le spalle “devo trovare il tempo però”.
“Lo troverai” insiste lui “ne vale la pena. E comunque io sono il primo a dirti di impegnarti al massimo, ma ti assicuro che puoi tranquillamente concederti una pausa: non penso tu possa diventare più brava di così!”.
La ragazza sorride, lusingata.
“Sono davvero contenta gli articoli ti siano piaciuti” gli confessa, poiché quel pensiero le è rimasto fisso in testa dalla sera prima.
“Beh, cosa ti aspettavi” risponde John “è impossibile non amarli. Scommetto che nessuno ti ha mai fatto commenti negativi, a parte quella stupida di Sarah”.
“E’ vero, ma …” esita “mio padre non li ha mai letti. Non perché non volesse leggerli, eh. Solo che non c’è stato modo di darglieli, quindi non so quale sarebbe il suo parere”.
John annuisce, ascoltandola il silenzio.
“Il punto è che tu sei molto intelligente, credi che il successo sia importante, sei bravo in quello che fai … insomma, se c’è qualcuno il cui parere può essere simile a quello di mio padre, sei tu. Quindi la tua opinione vale il doppio”.
“Capisco” John le sorride amorevolmente “e sono sicuro che tuo padre sia fiero di te e che lo sarebbe ancora di più se leggesse i tuoi articoli”.
Gli occhi di Elettra si fanno lucidi e John se ne accorge prima che lei riesca ad impedirlo.
“Scusa, sono una stupida” gli dice, asciugandosi le guance.
“Di che ti scusi” la rassicura lui “di essere umana?”.
La tentazione di toccarla si fa troppo forte e lui cede.
Avvicina lentamente la mano fino a sfiorare la sua, che tiene posata su una gamba.
Per un attimo teme che lei possa ritirarsi e sta quasi per allontanarsi, ma lei all’improvviso gliela stringe.
Quel contatto lo fa rabbrividire, come se avesse preso la scossa.
Sente il cuore battergli così forte che teme possa uscirgli da petto.
Si concentra sulla mano di Elettra, così morbida e calda.
Gli sembra di assaggiare un frutto proibito ma allo stesso tempo squisito.
Sa che non dovrebbe farlo, ma non riuscirebbe in nessun modo a trovare la forza di allontanarsi da lei in quel momento.
L’aria è così carica di tensione che chiunque entrasse riuscirebbe a percepirlo.
Poi, Elettra alza lo sguardo ed incrocia il suo.
Il cuore di John ormai batte così rapido che è come se non battesse affatto.
Lui sente di non riuscire a respirare, ma non gli importa.
Gli occhi di Elettra sono asciutti ora. Mentre lo guarda intensamente, suo padre non è affatto nei suoi pensieri.
John sente le labbra carnose della ragazza così vicine alle sue. Basterebbe avvicinarsi un poco, per farle toccare.
È una settimana che pensa a come sarebbe il contatto con la sua bocca, a quale sarebbe il suo sapore.
Deve farlo, deve sapere cosa si prova a baciare quella ragazza che nella sua mente ha ormai fissa dimora.
Ma non può farlo. Non deve.
Per mille ragioni che, anche se in quel momento gli sembrano futili, in realtà non lo sono affatto.
Per questo, raccogliendo tutte le briciole di forza di volontà che gli rimangono, impedisce al suo corpo di abbandonarsi a quella sensazione paradisiaca e allontana il volto da quello della ragazza.
Elettra batte le palpebre, come se si fosse appena svegliata da un sonno profondo.
Stavano per baciarsi?
È successo tutto così in fretta, ma è sicura che le loro labbra stessero per toccarsi.
E lei non vedeva l’ora di farlo.
Deve essere stata colpa dell’atmosfera, del modo in cui si era aperta con lui, dell’intimità che si era creata.
Non poteva essere qualcosa che lei voleva davvero.
Ma non poteva negarlo: mentre erano così vicini, stava morendo dalla voglia di baciarlo.
“Devo andare” dice sbrigativa, alzandosi e afferrando la sua borsa “è quasi ora di pranzo e mamma mi aspetta a casa”.
Lo saluta con la mano e si dirige verso la porta.
“Elettra” la chiama lui, quasi sussurrando.
Lei si blocca un attimo, indecisa, poi si volta a guardarlo.
“Ci vediamo al barbecue, no?” le domanda, tentando di riacquistare il suo solito tono di voce.
Elettra capisce che in quella domanda è nascosta una domanda più seria: tra noi è ancora tutto come prima?
Gli sorride e gli fa l’occhiolino “Ma certo, a domani”.
 
 
A pranzo John è silenzioso, mille pensieri gli affollano la mente.
Il ricordo di quel momento gli si proietta davanti gli occhi ogni secondo.
Le mani ancora gli tremano.
“Ti giuro che è una svolta” Bruce sta discutendo con Matthew di una nuova app rivoluzionaria “basta cliccare su un contatto e dire a voce alta cosa vuoi scrivere. Non fai il minimo sforzo. Scrive tutto il telefono”.
“Bruce, ti rendi conto che il telefono capisce quello che dici?” gli fa notare Matthew “significa che potrebbe intercettarti in ogni momento”.
“Si attiva solo quando glielo chiedi tu” contesta il più giovane “e poi, anche fosse, non avrei nulla da nascondere”.
“Non è quello il punto” interviene Phil “il punto è che non dovrebbe averne il diritto. Il diritto alla privacy esiste, anche se non si ha niente da nascondere”.
Bruce scuote la testa, poco convinto.
Sono tutti seduti al loro solito tavolo e masticano i propri panini lentamente.
“Quasi dimenticavo” Bruce si da una pacca sulla fronte “Scarlett ha fatto una crostata ed ha insistito perché ne assaggiaste un pezzo. Le ho detto che poteva portarla al barbecue, ma mi ha risposto che per domani ha già preparato una torta”.
“Gnam!” Steve si sfrega le mani, mentre Bruce estrae dal suo zaino delle piccole cartate argentate.
Ne porge una ad ognuno di loro, finché John non gli fa segno di fermarsi quando arriva al suo turno.
“Non ho molta fame, grazie comunque” gli dice “sono sicuro che è deliziosa”.
“Lo è, eccome!” conferma Steve, con la bocca ancora piena.
Matthew, seduto vicino a lui, lancia a John l’ennesima occhiata preoccupata.
“Tutto bene?” gli sussurra in modo che nessun altro possa sentirlo, sapendo con certezza che qualcosa non va.
“Io …”
John muore dalla voglia di confidarsi.
Ha bisogno di un parere, di qualcuno che gli dica cosa deve fare.
Finché era tutto nella sua testa, finché si limitava ad immaginare e basta, aveva tutto sotto controllo.
Non sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno, solo per poi sentirsi dire che non era giusto e che doveva smettere.
Ma ora la cosa era seria!
Ora qualcosa era quasi successo e di certo poteva succedere di nuovo.
Aveva avuto la forza di allontanarsi da lei, di fermarsi in tempo, ma non era sicuro che sarebbe riuscito a fermarsi se fosse successo ancora.
La tentazione era così forte …
E ora anche lei gli sembrava presa.
Gli serviva disperatamente qualcuno che lo riportasse con i piedi per terra.
“Tutto bene, tranquillo” dice infine.
Non è ancora pronto.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: artemisia reight