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Autore: _Kalika_    21/02/2018    1 recensioni
*Fan Fiction partecipante al Sfiga&CRack's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
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Gray sospirò. «Lasciate quella ragazza in pace almeno qualche giorno. Sarà sicuramente molto provata, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un Dragon Slayer del fuoco ed un gatto blu impiccioni a casa sua.»
Natsu inclinò la testa imitato da Happy, poi insieme borbottarono: «E allora che facciamo?»
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NatsuXGray
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gray Fullbuster, Happy, Natsu
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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*Fan Fiction partecipante al Sfiga&CRack's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
 
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Quando anche i ricordi fuggono davanti all’amore
 
«Natsu! Che ci fai da queste parti?» Gray osservò un poco perplesso il compagno camminare tranquillamente con un piccolo borsone sulle spalle nei pressi del mercato di Magnolia, dal quale il moro era appena uscito dopo aver fatto la spesa.
«Ciao Gray.» Lo salutò con un sorrisino quando lo raggiunse. «Stavo andando a casa di Lucy, vuoi venire anche tu?»
«A quest’ora?» Borbottò l’altro guardando il cielo ormai scuro. «Poi sono io il pervertito…»
«Ehy, questa volta è importante!» Protestò il Dragon Slayer, e con sorpresa la sua voce sembrò tremare. «Abitavo in un appartamento nella Gilda che mi affittava il vecchio.»
Gray collegò le cose. Nonostante Natsu sembrasse farne una questione ridicola, la realtà era ben diversa. Quello stesso giorno la gilda Phantom Lord aveva distrutto l’edificio della loro Gilda. L’umore dei membri della Fairy Tail si era risollevato grazie al discorso del Master, tuttavia restava di fatto che il ritrovo materiale della Gilda era a dir poco fuori uso e certamente qualcuno non aveva una casa a cui tornare. Si sentì uno stupido per non averci pensato prima.
«…e quindi vai a casa di Lucy?»
«Si! Starò da lei finché non troverò un appartamento in affitto o quando ricostruiranno la Gilda!»
«Aye!» Confermò Happy che finora aveva svolazzato loro accanto.
Gray sospirò. «Lasciate quella ragazza in pace almeno qualche giorno. Sarà sicuramente molto provata, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un Dragon Slayer del fuoco ed un gatto blu impiccioni a casa sua.»
Natsu inclinò la testa imitato da Happy, poi insieme borbottarono: «E allora che facciamo?»
Gray socchiuse gli occhi, assumendo la posizione di chi riflette su una risposta che conosce già. Poi con uno scatto felino lanciò una delle due buste per la spesa che teneva in mano fra le braccia di Natsu. «So già che me ne pentirò. Andiamo a casa mia.» Gli diede le spalle iniziando a camminare.
Natsu ci mise qualche secondo a capire cosa intendesse, e quando ci riuscì per poco non fece cadere la spesa. «Co-cosa? Vuoi che conviviamo, ghiacciolo?» Si guardò intorno esterrefatto. «Happy, hai sentito anche tu che idiozia? Non se ne parla!»
Il gattino scese a terra e giocherellò con la coda imbarazzato. «Però… Gray ha ragione. Lucy dev’essere sicuramente molto stanca dopo questa giornata, Natsu.»
Il Dragon Slayer sbuffò, fissando la schiena di Gray a pochi metri da lui che si muoveva con calma. Guardò Happy. Poi riportò lo sguardo su Gray, adesso inspiegabilmente in boxer.
«E va bene… ma non appena troveremo un’altra casa, ci sposteremo.»
«Aye!»
Natsu corse da Gray per raggiungerlo e gli lanciò in faccia i vestiti che il moro aveva disseminato per terra. Happy aspettò un poco guardandoli camminare uno affianco all’altro, poi si alzò in volo ridacchiando: «Si pppiacciono!»
 
Non si rivelò una soluzione così terribile. I due ragazzi stavano fuori casa praticamente tutto il giorno, lavorando alla ricostruzione della Gilda, e si vedevano giusto per la cena. A tal proposito, Happy aveva fatto sì che Erza venisse tutte le sere a casa di Gray per “fare compagnia”, in altre parole per evitare – in modo piuttosto fallimentare, in realtà – che i due finissero col picchiarsi ad ogni accenno di diverbio.
La notte, il gatto ed il Dragon Slayer dormivano sul divano in soggiorno – l’unico luogo in cui Gray aveva accettato di accendere un caminetto per riscaldare l’appartamento. Suddetto appartamento non era molto grande, considerata la paga instabile di un mago: vantava soltanto il salone con cucina annessa, un bagno ed un giardino accessibile dalla camera di Gray.
Ma rispetto al monolocale di Natsu era piuttosto sfarzoso, e certo il rosato non si lamentava di dormire su un divano.
«Buona notte, Happy.»
«Notte, Natsu. E anche a te, Gray!»
Un suono indistinto rispose dalla camera accanto prima che crollassero tutti addormentati nel caos totale che era diventato l’appartamento dopo soli tre giorni di convivenza.
 
 
Natsu aprì piano gli occhi. Era ancora notte, ed Happy dormiva accanto a lui russando e borbottando qualcosa riguardo del pesce.
Si alzò in piedi, raggiugendo con passi felpati la credenza ed iniziando a sgranocchiare biscotti. All’improvviso un verso simile ad un gemito lo fece scattare in allerta. Drizzò le orecchie, e non fece in tempo a rendersi conto che proveniva dalla camera di Gray che già aveva aperto la porta precipitandosi dentro. Intanto, una serie di colpi come boati accompagnavano il rumore che continuava a ripetersi.
Fece alcuni passi nella stanza, e tentennò quando vide che il letto dell’altro era vuoto.
Il rumore si ripetè, questa volta più vicino, e Natsu capì che veniva dal giardino collegato alla camera con la portafinestra. Vi si accostò spiando rapidamente fuori.
Gray era lì, in boxer come al solito, ma al contrario di come il rosato pensava non stava combattendo contro qualcuno. Aveva la testa violentemente premuta contro il tronco di un albero e le mani coperte di magia del ghiaccio. Sembrava animato da una furia incontrollabile.
Un boato.
Il pugno del moro contro il tronco con forza inaudita, che gelò parte della corteccia. Creò delle lance di ghiaccio alle sue spalle e scagliò anch’esse contro l’albero. Natsu sussultò quando vide che alcune delle lame si erano conficcate nel fianco del moro stesso e lui non stava facendo niente per togliersele.
Una testata.
Un ringhio frustato.
Natsu probabilmente lo avrebbe anche lasciato fare – chi non ha bisogno di sfogarsi di tanto in tanto? –, ma poi aguzzò la vista, e allora lo vide.
Sangue, che copriva la fronte di Gray e impregnava i suoi capelli. Sangue, che spillava dalle mani, dalle spalle, dalle sue gambe nude, da qualunque parte del suo corpo ferita. Che risaltava vermiglio sulla corteccia ormai bianca e ghiacciata dell’albero e che si stava raccogliendo ai suoi piedi in una pozza.
Il Dragon Slayer sentì qualcosa contrarsi nel suo stomaco.
Aveva sempre avuto reazioni emotivamente instabili alla vista dei suoi compagni che soffrivano. Ma con Gray… era diverso. Non meno intenso, anzi, ma semplicemente diverso. Lo era diventato soprattutto da qualche mese, quando sull’isola di Garuna aveva intenzione ancora di combattere nonostante fosse allo stremo. In quel momento Natsu si era reso che non poteva permettersi di perdere Gray, e la scelta di tramortirlo per placarlo gli era parsa l’unica soluzione.
Il ricordo lo riscosse. Aprì la portafinestra ed uscì a passo di carica. L’erba fredda del giardino gli fece gelare i piedi nudi. «Che cosa pensi di fare?» Urlò.
Gray girò la testa di scatto sussultando. Aveva gli occhi stanchi e stralunati, lo sguardo assente, diretto a pensieri lontani che Natsu poteva solo immaginare. Sembrò non riconoscere il compagno.
Come in risposta, tirò un altro pugno.
Il rosato aspettò un poco, ma non vedendo mutamenti nel comportamento dell’altro agì fulmineo. Prese i polsi insanguinati del moro e li sollevò sopra la sua testa, strattonandolo lontano dall’albero.
I loro respiri si condensarono e i vapori si unirono quando Natsu avvicinò i volti.
«Che cosa. Pensi. Di fare.» Scandì senza mollare la presa. Si fissarono, le iridi di uno più alterate dell’altro.
Poi Gray all’improvviso respirò forte, come se fosse stato in apnea tutto quel tempo. Spalancò gli occhi e sembrò perdere stabilità. Allentò la resistenza sui polsi e Natsu gli abbassò piano le braccia, ma poi prese ad imprecare: «Sono uno stupido! Ur!» E senza preavviso contrasse il braccio e sferrò un pugno verso il vuoto, arrivando a pochi centimetri dal rosato.
Lui schivò il colpo senza fare una piega, sebbene basito dalla reazione del compagno. Si avvicinò scattante al moro frapponendo solo pochi centimetri di distanza, e con le mani gli circondò il viso alzandogli il mento.
Adesso Gray lo guardava cosciente, anche se sembrava distrutto da qualcosa che Natsu non aveva capito.
«Fermati.» Con le mani gli tirò appena i capelli per fermare lo sguardo su di lui. Lo vide respirare forte, chiudere gli occhi pieni di inspiegabili lacrime e finalmente cercare di controllare il respiro.
Poi, come spinto da qualcosa, Natsu si avvicinò ancora. Azzerò le distanze fra le loro labbra mentre un ronzio gli riempiva le orecchie e di nuovo lo stomaco gli si contraeva. Gray non si ritrasse.
Nessuno di loro schiuse le labbra, ma rimasero fermi, in un impacciato bacio a stampo, per un tempo indefinito.
Il mago della creazione portò le mani all’altezza delle clavicole di Natsu, spostando le dita frenetico. Per qualche istante, il rosato si convinse che l’altro stesse per strangolarlo. Invece le mani si fermarono sulle sue spalle, stringendogliele spasmodicamente come unico punto d’appoggio. Il Dragon Slayer sentì le guance andare a fuoco in un modo ben diverso rispetto a quando usava la fiammata del drago.
Poi la presa si allentò, Gray divise le loro labbra e si accasciò svenuto contro il corpo di Natsu.
 
Riprese i sensi dopo appena un’ora quando Natsu aveva appena finito di medicargli la mano sinistra. Aprì gli occhi e dopo qualche tentativo la vista offuscata gli restituì l’immagine del rosato. Era seduto sul letto accanto a lui, che era sdraiato, e si accingeva a disinfettare e fasciare anche l’altra mano. Il mago della creazione si mosse appena, e Natsu si girò a guardarlo. Aveva negli occhi un’aria indecifrabile, resa ancora più misteriosa dall’unica luce nella stanza di Gray, una candela tremolante, che ne oscurava i dettagli.
«Ed io che mi chiedevo perché fossi sempre coperto di bende.» Iniziò con aria di rimprovero. Non sapeva neanche perché lo facesse, si sentiva in dovere di farglielo notare.
Il moro sbuffò appena, ma aveva uno sguardo colpevole e nessuna voglia di contraddirlo.
«Da quanto tempo?»
Ancora una volta passarono dei minuti in silenzio, poi Gray rispose scrollando le spalle debolmente: «Da quando è morta Ur. Da quando ho abbandonato Lyon e sono rimasto solo.»
Natsu represse una scarica di rabbia. Solo? Si sentiva solo dopo tutto quello che avevano passato? «Ma Ur non è morta. Tu, al contrario di Lyon, l’hai sempre saputo!»
Il moro replicò mentre, flebilmente, si metteva seduto sul letto. «Tuttavia mi sono sempre ritenuto responsabile. Anche se era viva, non c’era più vicino a me… capisci cosa intendo, no? Con Igneel. Ma tu, al contrario mio, non hai fatto proprio niente per meritare la sua scomparsa.»
Il Dragon Slayer riflettè. Sì, capiva piuttosto bene cosa intendeva, ma non riusciva proprio a collegare le cose. «Adesso però sai perfettamente cos’è successo» argomentò confuso «Adesso, Ur è libera e Lyon è uno dei nostri. O almeno credo.» Come in un’implicita richiesta, sollevò la mano destra ora coperta da bende che continuava a stringere fra le proprie.
Gray tacque per qualche istante, come scegliendo le parole più adatte.
«Anche se non succede tutte le notti, ormai per me è una routine. Mi alzo nel buio, una rabbia ceca mi assale insieme al rimpianto..» prese fiato. Era davvero sicuro di voler parlarne proprio a Natsu? «..e ho bisogno di sfogarmi. Ma non credere che tutte le reazioni siano così violente. Diamine, altrimenti sarei già schiattato da un pezzo.» Ridacchiò teso.
«In quest’ultimo periodo, da quando abbiamo scoperto Deliora all’isola di Garuna… i-io mi sveglio e mi dimentico che Ur è libera, e…» gli mancò la voce. Era debole, così patetico. Alzò appena lo sguardo, incontrando gli occhi ancora seri di Natsu, e d’improvviso tutto il suo sangue freddo andò al diavolo. D’impulso nascose il viso fra le mani, sospirando frustato. Si impose di finire il discorso. «È ironico… le ultime reazioni sono più violente perché sono arrabbiato del fatto di non ricordarmi qualcosa. E quando lo capisco…» La tensione parve allentarsi. Gray sbuffò una risata. «Sono uno stupido, fiammifero.»
Il rosato ghignò. «Si sapeva già. Comunque penso che tu debba… diciamo, abituarti alle nuove scoperte che hai fatto.» Sorrise più dolcemente, stupito di sé stesso. «Un problema tuo è un problema di Fairy Tail, no? Ti darò una mano.»
Poi ebbe l’impulso di avvicinarsi ancora di più a Gray, come era successo poco tempo prima quella stessa notte. Quando se ne accorse, si ritrasse di scatto. Sperò che la penombra lo aiutasse a nascondere le guance ormai color porpora.
«Natsu.»
Il Dragon Slayer tentennò. Il tono con cui l’aveva chiamato non gli piaceva per niente. Possibile che dovesse sempre rovinare tutto?
Voleva scappare. Il suo primo istinto fu di adocchiare la porta con lo sguardo e puntare i piedi a terra per scattare in avanti.
Invece esitò. Non era certo nella sua indole fuggire davanti alle complicazioni. E come avrebbe spiegato ad Happy il motivo per cui si trovavano di nuovo senza casa? No, era meglio restare. Restare ed evitare di fare impicci.
Dissimulò l’imbarazzo, ridendo e scuotendo la testa: «Dimentica quello che è successo prima. Non so cosa mi sia preso.» Ma qualcosa pulsò in protesta all’altezza del petto.
Gray lo fissò enigmatico. Poi abbozzò un sorriso quasi confuso. «Non lo so neanch’io.» E si avvicinò, strattonò Natsu verso di sé e lo baciò.
Il Dragon Slayer rimase per qualche istante inebetito. Poi, quando sentì la lingua del moro solleticargli le labbra, si riprese ed acconsentì a schiuderle, intrecciando la propria lingua con quella dell’altro.
Si staccarono per un attimo, prendendo fiato senza guardarsi negli occhi, poi le loro labbra tornarono a cercarsi.
Natsu portò le mani ai capelli di Gray, e lui gli accarezzò la schiena. Il Dragon Slayer lentamente fece stendere il moro sul letto e vi salì sopra a cavalcioni. Sentiva le guance in fiamme e una sensazione di calore che dal petto si spandeva a tutto il corpo.
Che cos’era quello che stava provando? Non lo sapeva. Mai prima d’ora aveva percepito emozioni così intense e piacevoli. Era del tutto deciso a scoprire da sé di cosa si trattasse.
Giocherellò ancora con i capelli di Gray. Staccò lentamente le labbra dalle sue e le portò al suo collo, baciandolo. D’istinto, lo morse appena. Gray sapeva di fresco.
Lo sentì ansimare appena sotto di lui. Rialzò di poco la testa, vide il volto del moro arrossito e indecifrabile tanto quanto il suo.
Fu in quel momento che grazie al suo udito fine se ne accorse.
Uno zampettìo incerto, come di chi si è appena svegliato. Poi una vocina acuta. «Natsu? Dove sei?»
Il Dragon Slayer si congelò sul posto. Gray soffocò una risata. Quando il rosato si girò a guardarlo, rimase sorpreso dall’accorgersi di quanto il suo sguardo fosse sereno. Tutta l’agitazione di poco prima era scomparsa. D’istinto sorrise.
«Arrivo, Happy. Ero solo andato in bagno.»
«Mi sono svegliato tutto solo, mi ero spaventato!»
«Scusa, scusa. Torniamo a dormire?»
«Aye! Ma perché sei arrossito?»
Natsu ridacchiò mentre si ridistendeva sul divano.
La prossima volta non sarebbe finita così.
 


 
***Angolo dell’Autrice***
Buon Crack&Sfiga’s Ship Day a tutti!
Ovviamente, in qualità di procrastinatrice professionista, mi sono trovata a due giorni dall’evento con un calo di ispirazione e la consapevolezza di qualcosa molto simile a “oh dei ho scritto solo un terzo della storia non so più come continuare aiutoaiutoaiuto” e niente, ho passato buona parte del pomeriggio a riscrivere ciò che ho spremuto dal mio cervello all’ultimo istante e che quindi probabilmente non ha un senso logico.
 
Scherzi a parte, avevo da una settimana circa in mente quest’idea dello “sfogo” di Gray, perché io ho un debole per incubi, visioni, ricordi e tutto ciò che addizionato al buio della notte può produrre angst. Non avevo molte idee su come collegarla al resto quindi ho provato ad inventare un po’ all’ultimo, motivo per cui so già che la struttura del testo fa schifo.
BUT ci ho voluto provare, e anche se non ci credo molto spero che questa One Shot possa essere piaciuta a qualcuno.
Per concludere l’opera di autocommiserazione, visto che è la prima Ff su Fairy Tail che scrivo, ho paura di aver reso OOC i personaggi, Gray in particolare. Nel caso, vi invito a farmelo sapere così metto l’avvertimento.
Grazie per aver letto, e se volete farmi sapere cosa pensate di questo piccolo obbrobrio mi fate solo felice!
Alla prossima,
_Kalika_
   
 
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