Film > Coco
Segui la storia  |       
Autore: LadyGio99    22/02/2018    2 recensioni
"Il suo nome è Miguel. Miguel Rivera"(...)
"Diventerò un musicista come te Papa Héctor! Ovunque tu andrai io viaggerò insieme a te" (...)
Héctor amava Miguel.
L'amava così tanto che vederlo in quello stato, era peggio di una pugnalata al cuore (...)
Ma il destino di un uomo, è sempre luminoso come ci fanno credere?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hector Rivera, Miguel Rivera
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adoro scrivere ma questa mia passione, specialmente in periodi di esami come questo, raramente riesco a sfruttarla. Ho tante storie nel cassetto che vogliono uscire fuori e Coco rientra tra queste. Adoro il rapporto tra Miguel e Héctor e dopo aver visto il film mi sembrava d'obbligo scrivere su loro due. Non so dire quanto sarà lunga questa fiction e tanto meno se riuscirò a pubblicare i capitoli regolarmente ma mi impegnerò al massimo per questa storia.
Prima di iniziare la lettura vorrei fare delle precisazioni: 
1) Nonostante l'ambientazione è sempre in Messico, questa storia resta un AU, infatti Héctor, Imelda e il resto della famiglia sono vivi.
2) Le parentele sono cambiate. Ve ne accorgete leggendo.
3)Ho scelto di approfondire i personaggi secondari dando a quest'ultimi alcune sfumature.
4) Anche se non c'è nelle note, avverto una possibile presenza OCC. Da parte di Rosita, Victoria e i due gemelli. Sono stati approfonditi poco nel film quindi ho scelto di dar loro un carattere diverso, sopratutto a Victoria.
5) Ci saranno dei momenti incentrati sulla coppia Héctor x Imelda e qualche personaggio nuovo.
6)Ho tutta la storia in testa, devo solo buttarla giù.
 
Detto questo, buona lettura e spero che la fiction vi piaccia.
 
LadyGio99

HOLA PAPA HÉCTOR 

1

MALATTIA


 

Rosita e Héctor irruppero velocemente nella casa e salirono le scale. Al secondo piano, c'erano le camere da letto e loro cercavano quella di Miguel.La donna spalancò la porta e diede una veloce sistemata alla cama del bambino, togliendo tutti i libri che il dodicenne aveva usato quella stessa mattina e lasciò che Hector lo infilasse sotto le coperte bianche.

Imelda intanto, dalla cucina, raggiunse suo marito come un fulmine. Aveva visto Hector rientrare con il bambino tra le braccia ed era corso via, senza dare spiegazioni. Anche il resto della famiglia aveva notato qualcosa ma era rimasta al suo posto, chiedendosi cosa aveva reso Héctor e Zia Rosita così agitati.

Imelda balzò nella stanza ma suo marito e la donna non fecero caso a lei.

In pochi secondi avevano messo la stanza Miguel sottosopra.

Chiamò nuovamente Héctor e sua sorella ma per loro, lei era come un fantasma.

"Cosa sta succedendo?" esclamò Imelda trattenendo la voce furiosa che voleva uscire, esigeva immediatamente una risposta. Odiava quando la escludevano in situazioni del genere.

“Rosita serve dell'acqua fresca!” ordinò “Vado e torno!” disse la donna uscendo a passo veloce dalla camera di Miguel.

Hèctor passò davanti a Imelda e lei ne approfittò per prenderlo dalle spalle e costringerlo a dirgli cosa stava succedendo “Ti decidi a parlare?” "Non è il momento!" rispose Héctor con la voce affannata"Non ti azzardare a parlarmi così altrimenti io..." un grido gli uscì dalla bocca dopo aver visto il piccolo Miguel giacere nel suo letto come un morto.

Era pallido, alcuni ciuffi neri si erano attaccati alla fronte, gli zigomi erano rossi come il sangue e gli occhi socchiusi non dicevano niente di buono. La bocca era semi aperta e da quella piccola fessura usciva a malapena un soffio d'aria. Imelda spinse via Héctor e cadde in ginocchio vicino al suo chico. Portò le mani intorno al viso del bambino, accarezzando le guance gonfie con delicatezza, lo chiamò tante volte ma Miguel non accennava a rispondere.

La pelle scottava e dalla bocca usciva un filo di saliva

"Dios mío" balbettò la donna in preda al panico.

“Miguel apri gli occhi! Sono io, Imelda” parlava con dolcezza ma Miguel non sembrava migliorare, qualsiasi cosa aveva, lo stava uccidendo.

Le mani scivolarono da sole lungo il collo rosso del bambino, la donna non riusciva più a reggere quella visione.

"Héctor che cosa significa!" si alzò di scatto e tornò a gridare contro l'uomo “Cosa è successo a Miguel?” nella sua voce oltre alla rabbia, c'era anche tanta paura.

Suo marito le prese le mani e con coraggio, trovò le parole giuste per rispondere a Imelda.

Héctor non conosceva molto dell'accaduto per questo, si limitò a raccontargli ciò che aveva visto "Quando noi tre siamo usciti, questo pomeriggio, ci siamo diretti verso il mercato per comprare delle spezie. Miguel ha visto un gruppo di musicisti esibirsi. Gli ho dato il permesso di andare a vedere così si è allontanato e dopo, non è più tornato. Io e Rosita siamo andati a cercarlo e l'abbiamo trovato svenuto davanti ad un vicolo. Alcuni passanti l'hanno soccorso ma Miguel non rispondeva e così l'abbiamo portato a casa".

In quel momento tornò Rosita con una ciotola di legno tra le mani che porse subito ad Héctor. L'uomo ne immerse uno straccio e appena fu abbastanza bagnato, lo posò sulla fronte di Miguel. Il bambino rabbrividì sentendo del freddo sulla pelle bollente.

Gli uscì un guaito e Héctor prese la mano del malato, stringendola “Non preoccupati chamaco, ci sono io vicino a te” tentò di rassicurarlo mentre la voce gli tremava.

Imelda aiutò Rosita che nel frattempo, si era messa alla ricerca di altre coperte da mettere sopra il piccolo Miguel.

Rifletté sul racconto del marito per poi rendersi conto che lui e sua sorella avevano sbagliato nel portarlo a casa. "Perché non da un dottore!" fece Imelda "L'abbiamo fatto" precisò Rosita mentre sistemava alcune coperte che era riuscita a recuperare. "Ma c'era così tanta gente che non ha nemmeno trovato il tempo di visitarlo. Tuttavia ha detto di passare lo stesso".

Imelda andò immediatamente su tutte le furie sentendo la testimonianza di Rosita.

“Non ha voluto visitarlo? Questa cosa è inammissibile! Adesso andrò io a visitarlo!” prima di lasciare la stanza del bambino, Héctor l'afferrò per un braccio e la trascinò verso di se. “No mi amor!” disse “Non devi affaticarti, resta a casa e riposati” la donna tirò uno schiaffo sulla mano del marito che le stringeva il braccio “Non resterò chiusa qui dentro senza far nulla!” si incamminò verso l'uscita, seguita da Héctor che tentava di farle cambiare idea “Non dirmi cosa devo fare!” lo minacciò la moglie mentre scendeva rumorosamente le scale.

Giunta davanti la porta, fece per aprirla ma l'uomo con uno scatto si posizionò davanti alla donna, impedendogli di fare un altro passo “Ti prego ascoltami!” la supplicò Héctor incrociando le mani “Perché non vuoi che esca! La vita del nostro chico è in pericolo ed io ho il diritto di aiutarlo!”.

Nacque una piccola litigata finché non fu la sorella maggiore di Imelda a fermarli “Si può sapere cos'è questo baccano?” domandò ai due coniugi Zia Victoria infastidita dai loro litigi “Miguel sta molto male!” la informò Héctor “Cosa?” gli occhiali a mezza luna le scivolarono lungo il naso e si scompose del tutto.

La notizia arrivò anche ad Oscar e Felipe “Sta male?” esclamarono in coro dalla cucina.

“Ma ieri scoppiava di salute!” affermò Victoria “Tutta colpa tua! Lo porti sempre in giro anche quando fa freddo!” continuò lanciando critiche assurde contro Héctor il quale, non riuscì a trattenersi dopo aver sentito quelle falsità. Spostò Imelda per incontrare faccia a faccia Victoria “Non provare a parlarmi così altrimenti io...” “Altrimenti?” lo provocò la donna con arroganza, non aveva mai visto Héctor di buon occhio e non perdeva occasione di stuzzicarlo. L'uomo, nonostante aveva fatto l'abitudine al comportamento di Victoria, non se la sentì di rimanere in silenzio dopo quelle accuse che mettevano in gioco la salute di Miguel.

“Chi ti credi di essere?” domandò trattenendo sempre una parte di se che voleva scoppiare “Una che sta dicendo la verità” rispose incrociando le braccia al petto.

I gemelli conoscendo il carattere della sorella maggiore, tornarono ad apparecchiare la tavola senza rinunciare a delle veloci sbirciate. 

“Stammi a sentire, puoi dirmi tutto quello che vuoi ma sappi che io...” le parole si frantumarono nella bocca prima ancora di uscire.

L’uomo per placare la sua rabbia verso Victoria strinse i pugni fino a sentirsi le mani pulsare per il dolore. Voleva urlargli in faccia tutto quello che gli passava per la testa ma adesso, nei suoi pensieri c'era solo Miguel. E in più, non poteva comportarsi così davanti a Imelda.

Così, per rispetto verso sua moglie e per il bene di Miguel, decise di lasciar perdere.

“Non voglia di litigare con te” ringhiò alla donna che continuava a restare impassibile come una statua. Solo verso la fine fece un sorriso divertito. Aveva vinto a questo gioco ancora una volta.

 Héctor le lanciò un’occhiata amareggiata e dopo, si diresse al secondo piano mentre il resto della famiglia lo osservava in silenzio. Si fermò a metà strada “Cenate senza di me. Non ho fame” era diventato improvvisamente freddo e distaccato da tutti. 

“Povero Miguel” mormorò Oscar mentre il fratello recitava in silenzio il Padre, Figlio e Spirito Santo.

“Metto a riscaldare un po’ di latte caldo” disse Victoria dirigendosi ai fornelli “Per questa notte propongo dei turni” versò il latte in una piccola pentola e tolse dal fuoco quella che conteneva la zuppa di verdure, preparata da lei e Imelda quel pomeriggio. 

“Ma dobbiamo essere in forze quindi venite a mangiare” li richiamò per cenera come faceva la loro mamma quando erano piccoli. 

I gemelli e Victoria si sedettero intorno al tavolo tondo ma Imelda non si unì a loro. Lei si affacciò alla finestra opaca per guardare fuori. Il buio aveva inghiottito la città e per le strade, si intravedevano delle ombre che si muovevano come fantasmi. Nonostante vivevano in un quartiere poco popolato, non era prudente uscire di notte. Sospirò e sperò di vedere il dottore il più presto possibile.

Decise di non restare a mangiare con i suoi fratelli, preferì seguire suo marito.

Sapeva dov'era andato. 

 “Imelda vieni a cenare con noi” la chiamò Victoria “Io adesso voglio andare da Miguel. Non me la sento di stare a tavola” confessò con disagio, era di tradizione mangiare tutti i pasti della giornata con i propri famigliari.

“Va bene ma è fuori discussione restare a digiuno” prese dalla credenza due ciotole e versò in entrambe la zuppa “Questa è per quel buono a nulla di Héctor” fece presente la donna alla sorella.

Sospirò, era così forte eppure, non riusciva a placare quel rapporto che si era creato tra Héctor e Victoria.

Imelda prese le ciotole bollenti e cominciò a salire lentamente le scale, temendo di far cadere la zuppa. 

Camminò lentamente e in alcuni momenti, si concesse di ascoltare i calci della piccola creatura che riposava  nel suo grembo, l'unica cosa che riusciva a dargli un po’ di gioia in una serata del genere. 

La porta era aperta e Imelda non si fece problemi ad entrare. Trovò suo marito parlare con Rosita, provò a sentire l'ultima parte della conversazione ma parlavano così piano che era impossibile capire qualcosa.

“Puoi andare adesso” disse alla fine Héctor a Rosita.

 La donna annuì e dopo aver rivolto ad Imelda uno sguardo malinconico, lasciò la stanza. Rimasero solo Héctor, Imelda e il bambino malato. Miguel si era finalmente addormentato e l’uomo aveva provveduto a cercare di farlo stare meglio. Dietro la testa gli aveva messo un altro cuscino e adesso il letto di Miguel era sotterrato da tante coperte.

Hector prese  uno sgabello di legno e si sedette vicino a Miguel. Si tolse il suo cappello di paglia e lo  posò su un piccolo comodino dove il chico conservava i suoi oggetti.

Imelda chiuse gli occhi e ispirò. Quando si trattava di Miguel, Héctor era sempre in prima fila, perdeva facilmente il controllo.

L'uomo non staccava lo sguardo dal bambino. Sperava con tutto il cuore un suo risveglio, voleva vedere aperti i suoi occhi castani e sentire la sua voce.

La donna stufa di restare sul ciglio della porta, si avvicinò a suo marito, depose vicino al capello le ciotole contenenti la zuppa e  posò le mani sulle spalle di Héctor.

L’uomo sentì un brivido ma dopo si trasformò in un calore piacevole.

“Ti ho portato da mangiare” “Non ho fame” tagliò corto Héctor “E poi l'ha cucinato la tua adorabile sorellina quindi ho un'altra ragione in più per non mangiarlo”.

La donna sbuffò “Sei sempre il solito! Ti comporti come un bambino!” “Ho solo detto che non mi va di mangiare” ripeté di nuovo l’uomo bagnando lo straccio che aveva usato per far raffreddare il corpo di Miguel.

Si susseguirono minuti di silenzio finché non fu la donna a prendere di nuovo parola.

 “Mi dispiace per come ti ho trattato prima” si scusò Imelda. Lei era una persona molto emotiva e in alcuni casi esagerava, di questo ne aveva assolutamente coscienza. Suo marito non si trovò d'accordo.

Per quanto riguardava Victoria, non se la sentì di aprire un discorso e lasciò perdere.

“Io devo chiederti scusa invece” Héctor le accarezzò una mano “Sono io quello che deve occuparsi di Miguel, nel bene e nel male. Tu hai già il tuo lavoro e non voglio che ti affatichi troppo con la gravidanza” “E io non voglio sentirti dire cose del genere!” lo bloccò Imelda “ Siamo una famiglia e nessuno abbandonerà il nostro chamaco. Tutti abbiamo imparato a volergli bene anche se non ha il nostro stesso sangue.

Dopotutto, è questo lo spirito di una vera famiglia no?”.

Mise le braccia intorno al collo di Héctor e affondò il suo viso tra i capelli neri e mossi. Quando era accanto a lui, si sentiva protetta e soprattutto, riusciva a dargli conforto.

L’uomo accarezzò la fronte di Miguel, la temperatura fortunatamente si era abbassata. 

Ma allora, perché non riprendeva conoscenza?.

Héctor amava Miguel.

L'amava così tanto che vederlo in quello stato, era peggio di una pugnalata al cuore.

Un fitto dolore cominciò a nascere dallo stomaco e pian piano, iniziò a farsi sempre più intenso. Héctor per attutire quel male si portò le mani sul punto dolorante e abbassò lo sguardo per non mostrarsi sofferente davanti alla moglie. 

“Non disperati” Imelda lo attirò verso di sé “Marido mio andrà tutto bene” lasciò che Héctor posasse il viso sul suo ventre gonfio. Prese ad accarezzarlo, cercando di fargli dimenticare i brutti momenti che aveva recentemente passato. 

Héctor si sentì in paradiso sentendo il avvertendo tocco della moglie. Anche il  bambino fece ascoltare al suo futuro padre qualche calcio. L'uomo serrò gli occhi.

Stava per arrivare una persona importante nella sua vita e nel frattempo, qualcuno stava cercando di portargli via Miguel.

“Perché il dottore non è qui?” mormorò ad un certo punto.

Si aggrappò a sua moglie  vedendola come la sua unica ancora di salvezza “Se non arriva io l'ammazzo…” gli scappò dalla bocca senza riflettere su quello che aveva detto. Héctor era un uomo troppo buono per pensare davvero su cose del genere. 

“L’ammazzo! L'ammazzo!” continuò a ripetere mentre si imponeva di rimanere sveglio per sorvegliare Miguel.

L'orologio segnava le otto e dopo, seguì un'altra ora senza notizie. 

 

 

 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Coco / Vai alla pagina dell'autore: LadyGio99