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Autore: Serenity452    22/02/2018    2 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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XI- Moondusts


Itachi Uchiha, trentasei anni fra quattro mesi.
Professione: Ex ANBU di Konoha, arruolato dell’Akatski, killer professionista.
Attuale occupazione: Cacciatore di taglie, nulla facente, molestatore di ragazze.
E a conferma della tesi del molestatore, eccolo che si ritrovava a stringere fra le bracci Ayanami Luna, anche conosciuta come Mitsu, di anni ‘quasi diciotto’.
Bella, con i lunghi capelli color mandarino, gli occhi d’ambra e le labbra carnose e mordide.
Presentava anche un bel decoltè prosperoso, sicuramente una quarta piena, un ventre piatto e liscio e delle gambe toniche e sottili.
Fra l’altro aveva delle ottime curve, che a lui piacevano non poco.
Adesso che la stringeva, che ogni centimetro di corpo aderiva perfettamente, era certo non fosse solo il suo sorriso gentile, non solo gli occhi d’orati e i capelli di miele ad attrarlo.
Era tutto di lei a spingerlo in lande oscure e selvagge.
Ed era certo che adesso anche la suddetta Luna se ne stesse accorgendo e non solo per la voracità del bacio, ma anche perché nei suoi pantaloni qualcosa si stava irrigidendo contro la gamba di della anzidetta.
Lei gemette e lui fece lo stesso allontanandosi quanto bastava per darle tregua.
Non era stata particolarmente arguta nel gestire quel bacio, ma forse, si ripeteva Itachi, era perché era stato improvviso e anche inaccettato.
Ma in realtà, gli aveva ricordato molto il suo primo bacio con la piccola Izumi, quando avevano entrambi molto meno di dodici anni ed erano impacciati e sorpresi.
Luna gli era sembrata così.
Ma era ben lontano da Itachi il pensiero che quello fosse il primo bacio della sua Geisha, dopotutto a ‘Quasi diciotto anni’ una ragazza ha avuto un po’ di esperienze amorose, no? 
Perciò quando si avvicinò per baciarla di nuovo, perché non avrebbe mai più smesso di farlo d’ora in poi, lei si dimenò per allontanarsi finchè non si coprì la bocca con una mano.
Lui in un impeto di brama e passione, non si rese conto di quanto fosse grave la situazione che stava creando e le scostò la mano con la forza e la baciò di nuovo, mentre la spingeva contro la parete e lei lasciava cadere le braccia lungo i fianchi e chiudeva gli occhi, travolta dall’emozione.
Luna non poteva crederci.
Il suo primo bacio le era stato rubato quasi con la forza.
Ma per quanto assurdo fosse, il suo sogno infantile si era realizzato.
Da bambina, fino ai suoi quindici- sedici anni, non aveva sempre sognato di baciare Itachi, vestito da principe delle fiabe?
Eccola accontentata.
Solo che Itachi non era come se l’era figurato in tutti quegli anni.
Non era solo il ragazzo gentile e premuroso che rammentava o che dimostrava quando si premurava di riaccompagnarla a casa.
Era anche un uomo rude e poco paziente, che se si metteva in testa qualcosa non avrebbe cambiato idea facilmente.
Era l’uomo che la faceva rabrividire in un misto di sensazioni nuovo e conosciute.
I suoi baci erano profondi e coinvolgenti, la sicurezza con cui agiva, con cui intrecciava la lingua contro la sua le facevano tremare le gambe.
Una parte di lei, certamente, avrebbe voluto avvolgerlo fra le braccia e cedergli, ma l’altra aveva paura e voleva allontanarlo, prima che la sconsideratezza che vi era in lei prendesse il sopravvento.
Non era pronta.
Non così.
Ma il suo primo bacio era già dato e ricambiato, sebbene lei neppure se ne fosse resa conto.
Perché era lì con lui, fra le sue braccia forti, a lasciare che lui la seducesse mentre, inconsapevolmente, faceva lo stesso effetto all’uomo.
E quando questi si allontanò di nuovo per riprender fiato e anche una minama parte di controllo, lei era ancora febbricitante e confusa, come la ragazzina che era.
Poi tornò a coprirsi le labbra con le dita, prima che Itachi potesse baciarla di nuovo e farle perdere la ragione.
Come avava potuto farle una cosa del genere?
La prima lacrima fu veloce ed incontrolla.
Luna vide negli occhi di Itachi la sorpresa brillare vivida e chiara.
Non aveva capito che quello era stato il suo primo bacio?
Per un attimo lo vide spaesato e guardarla in cerca di risposte, lei però non gliene concedé.
-Lasciami andare…-Gli mormorò soltanto.
-…Perché dovrei, proprio adesso?-
-Perché?...Sei un bastardo, come hai potuto? Ba…baciarmi! Senza il mio permesso!-
Lui alzò un sopracciglio con fare arrogante.
-Da quando c’è bisogno di una richiesta scritta per baciare una donna?-
Lei lo guardò a bocca aperta, così indignata dalla sfacciatagine di quell’uomo che quasi quasi lo schiaffeggiava, al diavolo quanto fosse bravo a baciare, quanto fosse bello, gentile e bastardo.
-Non hai pensato che forse io non volevo!?-Ribattè lei cercando di allontanare l’incombente corpo dell’uomo su di lei.
Ma il suo petto era così ampio e forte che il solo toccarlo le faceva tremare le dita e perdere le forze.
-Da come mi hai baciato non mi è sembrato che non fossi consensiente, dai, guardami, guardami negli occhi e dimmi che non ti è piaciuto! Dimmi che non vuoi continuare!-
Lei che era rimasta con lo sguardo basso mentre lui parlava, non si mosse e sentì gli occhi pizzicarle per l’imminente pianto.
-Io…Non verrò a letto con te! Sei impazzito? Non ho mai baciato nessuno prima, come pensi che potrei venire a letto con te, di punto in bianco? Non ho mai fatto queste cose con nessuno!-Gli urlò sentendosi in trappola.
Lui la gardò sbigottito e non disse nulla per un infinità di tempo.
Poi scoppiò a ridere, quasi con isterismo.
-Stai scherzando vero? E’ ridicolo!-
Tuttavia Itachi smise di ridere quando vide che Luna scilolava a terra seduta e si copriva il volto con le braccia, poggiate sulle ginocchia tirate a sé.
Stupefatto, forse più della sua ignoranza, si chinò accando a lei e la guardò sentendo quanta tenerezza gli susscitava.
-Luna, mi dispiace… davvero non credevo che…-
-Vattene via, sei il più terribile di tutti Itachi Uchiha! Come hai potuto proprio tu calpestare i miei ideali, cercando di portarmi a letto? Tu, che dicevi di volermi difendere, perché credevi alle mie parole? Come faccio a non credere che tu non mi abbia sempre mentito!?!-
-Ehi, guardami, non ti ho mai mentito! Non volevo approfittare di te, ammiro davvero il tuo coraggio e i tuoi principi, Luna guardami, mi dispiace…-Itachi ancora non aveva osato toccarla, ma presto o tardi avrebbe perso la pazienza.
-Non voglio guardarti!-
-Allora puoi benissimo non credermi, però…prima di andarmene ascolterai quello che ho da dire…Mi dispiace averti baciato, mi dispiace di averlo fatto nel modo sbagliato, ma davvero non mi aspettavo che questo fosse il tuo primo bacio!-
Luna arrossì, fortunatamente le braccia la nascondevano bene alla vista di Itachi o sarebbe morta d’imbarazzo.
Non era giusto. Grazie al cielo non lo stava davvero guardando negli occhi.
Non poteva sostenere lo sguardo profondo di Itachi.
-…Ma ti bacerei altre mille volte, mille e mille! Perdonami se te l’ho rubato con la forza, ti ho desiderato così egoisticamente e gelosamente proprio perché volevo proteggere i tuoi ideali e non sopportavo l’idea che qualcuno li calpestasse, ma alla fine sono stato io quello che ha perso la testa per te e si è lasciato sopraffare dal desiderio!-
Non ci poteva credere, cosa le stava dicendo Itachi?
Mille volte.
 Si, sarebbe stato epico.
Voleva ancora mille baci come i primi due, ma il suo corpo era diventato una roccia ed il cuore le faceva male, batteva troppo velocemente e la sua mente era così confusa che non riusciva a concepire più alcun pensiero logico.
Cosa doveva fare?
Desiderava fidarsi di Itachi, guardarlo negli occhi e leggere la sua sincerità.
Voleva abbandonarsi a lui, ma aveva paura.
Così tanta paura di sbagliarsi, di non essere pronta.
Così non fece nulla, nemmeno quando l’inaspetta pioggia cominciò a bagnarla.
-Luna…Ti prego, lascia che ti porti a casa, ti prometto che non ti toccherò se non vuoi, ma ti verrà un malanno sotto questa pioggia…Lascia perdere tutto quello che ti ho detto, non farò più nulla contro il tuo volere…-
Ma questa volta Itachi le posò una mano sul gomito e Luna sentì ogni fibra del suo corpo sfasciarsi sotto quel tocco caldo, che contrastava col gelo della pioggia e le mandava in tilt la razionalità.
Tremò, in preda al delirio, si alzò di scatto e non seppe più nemmeno lei cosa stava facendo.
-No! No! Io… -Lo guardò negli occhi, mentre anche lui si alzava e la sovrastava con la sua altezza.
Era così dannatamente bello.
Così dannatamente calmo.
La pioggia gli lucidava la pelle diafana ed i capelli sembravano seta nero liscia e morbida.
Gli abiti aderivano perfettamente ad ogni centimetro muscoloso del suo corpo virile e adulto.
Arretrò, attratta e spaventata dalla sua presenza.
Itachi Uchiha, l’aveva baciata e l’avrebbe baciata altre mille volte.
Lui la vede prendersi la testa fra le mani e sgranare gli occhi.
-Io...io non sono pronta! Lasciami in pace, dannazione hai rovinato tutto! Ti odio! -Gli urlò arretrando sempre più finchè non si voltò e corse via, lasciandolo lì di stucco.
Amaregiato e deluso da se stesso.
Aveva spezzato il cuore di Luna e lei aveva appena spezzato quel che restava del suo malandato cuore, sfuggioto alla morte.
Ma non poteva lasciarla da sola, era notte fonda, lei era spaventata e la pioggi infuriava.
Così, seppur riluttante all’idea, mentre nella sua testa continuava a sentire le parole che più disprezzava al mondo, seguì Luna.
Ti odio. No, non poteva sopportarlo.
Non da lei, non dalla sua Luna.
Gli erano bastati quelli di Sasuke per tutta una vita.
 
 
Dove si trovava?
Dove era finita? Non conosceva quelle strade.
Doveva aver imboccato una direzione sbagliata nella fretta.
Fantastico si era persa nel suo stesso villaggio.
-Maledizione! Accidenti a lui! Accidenti a lui! Maledetto bugiardo!- Strillò finendo in ginocchio, mentre il mantello del Maledetto scivolava sul terriccio bagnato.
Si coprì gli occhi gonfi di pianto.
Stava avendo un’attacco di panico?
Per un bacio. Era patetica.
Si guardò intorno, come un’isterica, in cerca di una vicolo familiare, ma la pioggia le appannava la vista e piangere rendeva solo peggiore la situazione.
Mille volte. Mille baci.
Urlò, furiosa, mentre si rimetteva in piedi.
-Voglio tornare a casa…-
Itachi le sorrideva.
Itachi le spiegava i dannati confini di Amegakure.
Itachi le stringeva i fianchi ondengianti.
Itachi che la schiaffeggiava sul sedere.
Itachi che si avvicinava, la sua bocca, la sua lingua.
Mille volte.
Urlò, stringendosi i capelli per strapparseli, mentre batteva contro una parete.
Voleva strapparsi i vestiti di dosso, perché ribbolliva.
-Ayanami!-
Si voltò, ma annaspò spaventata.
Itachi era lì.
-No!...io…io…era solo il primo…il primo…-
-Ehi, ragazza che ti sta succedendo?-Itachi le si avvicinava.
-Io…Io non capisco…tu…io…non posso resistere…-Balbettò, mentre a malapena si accorgeva che gli abiti di Itachi non erano gli stessi e che la sua figuara si stava sfocando, sotto il martellare del suo cuore ed il vorticare della sua testa.
-Ayanami, mi riconosci? Sono Uchiha Sasuke…-
-No, ti prego…Io non lo so…non so cosa…-
Perché Itachi si era tagliato i capelli, perché si stava moltiplicando in maniera anomala in un viavai di doppi e singoli.
Le faceva così tanto male la testa.
-Ayanami, cerca di calmarti!-
-Io non so…Non so… -Poi sentì solo le palpebre farsi pesanti, e l’ombra di Sasuke Uchiha sovrapposi alla sua, mentre l’uomo l’afferrava fra le braccia prima che svenisse.
-Era…solo il primo…-
-Tranquilla, Ayanami, va tutto bene…Sei al sicuro...-Le disse il moro, mentre lei si lasciava andare al buio.
Dannato Itachi, baciarla in quel modo.
Era tutta colpa sua.
Altro che mille e mille baci, lei gli avrebbe dato un milione di schiaffi la prossima volta.
 
-Sasuke! Cos’è successo? Ma quella è Mitsu-chan!-
 
-L’ho trova qui che si strappava i capelli ed urlava, finchè non ha cominciato a borbottare cose strane…quello dev’essere suo, mettiliglielo addosso Naruto!-
Il Settimo Hokage dai biondi capelli si avvicinò al mantello di Itachi, lo raccolse e lo aprì, guardandolo dubbioso.
-Sembra di un uomo, non credi? Secondo te è ferita?-Gli chiese preoccupato l’Uzumaki.
-No, era molto spaventata e confusa, credo sia meglio portarla da Sakura, le chiederò di darle un’occhiata…-
-D’accordo, ci penso io ad avvertire Kakashi-sensei, prima di tornare al palazzo. Per stanotte andrà bene così.-
Sasuke annuì soltanto e poi scomparve in una nuvola di fumo, portando via Luna fra le sue braccia.
 
*
 
-Ayanami-san…Si sente bene?-
La stavano chiamando.
Era una voce dolce e calda, come quella di una madre.
Sempre che lei sappesse che suono aveva la voce di una madre preoccupata.
Sua madre si era mai preoccupata per lei?
Possibile che quella voce fosse proprio di sua madre?
Ma quando aprì gli occhi, vide due zaffiri verdi e capelli come i fiori di ciligegio.
Era una donna bellissima.
-C-chi…sei?-
-Ben svegliata, Ayanami-san, io sono Haruno Sakura, la moglie di Sasuke… Stanotte mio marito ti ha trovato poco prima che svenissi, come ti senti?-
Luna la guardò sbalordita.
Era svenuta? Come le era successo?
Poi, quando si portò una mano sulle labbra, un brivido le percorse la schiena e ricordò tutto.
Itachi, la sua inaspettata gelosia, il blackout, il modo in cui l’aveva rapita e poi baciata.
Lei che dava di matto, per lo shock.
E per finire, si trovava in casa di Uchiha Sasuke.
Peggio di così non poteva andare, sperava solo di non aver detto nulla su Itachi.
-Bene grazie, per quanto sono rimasta incosciente?-
-Per un bel po’, hai dormito qui quasi tutta la notte, chiaramente sei a casa nostra!-
-Mi dispiace disturbare, siete stati molto gentili ad ospitarmi… Arigatō, Haruno-san!-Disse la più giovane piegando il capo, rossa sulle gote, mentre pensava che se non fosse stato per il cognato della donna, tutto quel disastro non sarebbe successo.
In reatà Luna sapeva benissimo che era colpa sua, che aveva esagerato a sclerare in quel modo per un bacio, primo che fosse, rubato o quant’altro.
Avrebbe dovuto chiarire con Itachi.
Che voleva darle altri mille baci.
Bene, stava diventando la sua ossessione.
-Chiamami Sakura, non sono poi così più grande di te, ne hai diciassette vero? Comunque non devi preoccuparti, sono un ninja medico, è stato un piacere prendermi cura di te!-
-Si, grazie Sakura-san…il Mio nome è Mitsu!-
 
-Mamma! Si è svegliata? -
 
Una voce irruppe nella camera attirando l’attenzione delle due donne.
Sulla porta vi era una graziosa ragazzina mora, molto somigliante a Sasuke, ma col taglio d’occhi che le ricordava immensamente Itachi, eccetto per gli occhiali rossi.
Questi benedetti Uchiha erano tutti uguali?
Doveva avere all’incirca dodici o tredici anni, ed aveva già il coprifronte.
-Sarada-chan! Vieni, ti presento Mitsu-chan, Mitsu lei è mia figlia Uchiha Sarada!-
Luna guardò la bambina avvicinarsi e salire sul letto accanto alla madre.
-Ohayo, Mitsu-chan!-
-O-ohayo Sarada-Chan! Sono felice di conoscerti!-
La ragazzina la guardò intensamente e poi annuì col capo.
-Neh, Mitsu-chan, perché sei vestita così?-Le domandò Sarada,  indicandole il seno stretto frail suo top di simil pelle.
Lei arrossì e cercò di coprirsi col lenzulo.
-A-Accidenti! Mi dispiace!-
-Non preoccuparti, Mitsu-chan. Sasuke ci ha detto che lavori allo Shingen. Più tardi ti darò qualcosa da mettere per tornare a casa.-
-Vi ringrazio infinitamente, Sakura-san.-
-Vado ad avvertire Sasuke che ti sei ripresa…appena sarai pronta, ti farò accompagnare a casa da Sarada, va bene?-Disse la donna, avviandosi verso l’uscita.
-Ti va qualcosa da mangiare?- domandò Sarada, saltando giù dal letto, mentre sistemava il suo coprifronte da ninja.
Sembrava così matura e forte, nonostante la sua età.
-Non preoccuparti, sto bene. Sei già una kunoichi, Sarada-chan?-
-Si, tu fai parte dei civili, vero?-
-Sì, sono all’ultimo anno dell’accademia di specializzazione professionale.-
-Davvero? Quindi aprirai un chiosco o un negozio?- chiese Sarada con reale intersse.
Era davvero educata e intelligente.
-Sì, sei informata. Ho un progetto, quindi mi specializzo in cucina.-
-Allora buona fortuna, Mitsu-chan. Adesso vado a prenderti qualche abito di mia madre, poi ti accompagnerò a casa col mio Team.-
-Grazie, Sarada-chan!-
 
Una mezz’ora dopo Luna era praticamente sconvolta.
Fuori casa, assiame a Sarada,  c’erano Uzumaki Boruto, il figlio del Settimo Hokage, ed un certo Mitsuki.
Tutti e tre la stavano scortando verso casa e se non fosse stata così emozionata dall’idea di aver incontrato per la prima volta Boruto, che era un tipetto esuberante e giocherellone, si sarebbe data pensiero riguardo ad Itachi, ma in quel momento, dovette ammettere che non voleva ricordare la terribile figuara che aveva fatto.
Ci avrebbe pensato durante la sera, sperando di poter sistemare le cose.
 
-Vieni Mitsu, abbiamo una missione! Certo che sei proprio una lumaca!-
-Boruto! Mitsu-chan non è stata bene questa notte, cerca di trattarla con gentilezza!- urlò Sarada in tono minaccioso, che mise subito a Boruto in riga.
-Ho capito. Ho capito. Ti porto in braccio, va bene Mitsu…chan?-
-Ma no, ma no. Sto molto meglio. Casa mia è qui vicino. Che ne dite se, quando avrete terminato la missione, vi offrissi qualche dolcetto per rignraziarvi di avermi accompagnata?-
-Dolcetti!?- esclamò boruto, eccitatissimo.
-Mitsu-chan studia all’accademia professionale, vero?- domandò Mitsuki, guardando Luna curiosamente.
-Sì, proprio così. Mi piace cucinare, domani farò qualcosa di buono. Passate pure a trovarmi, farò anche il Tè, va bene?-
 
E tutti e tre, in perfetta sincronia, accettarono.
 
Fine XI Capitolo.
 
   
 
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