Ora vedo la realtà

Bilbunzel, a bordo di quella poco affidabile barchetta che avevano trovato abbandonata sul fiume incantato, guardava gli alberi sopra di sé con aria sognante e pensierosa allo stesso tempo. Non sembrava molto felice.
Thorin Scudodiquercia lo stava osservando preoccupato. Come mai ha quell’espressione mesta dipinta in volto? Si domandò grattandosi il mento ricoperto di barba scura. Non voleva tanto vedere gli elfi silvani? Ebbene! L’ho portato a Bosco Atro, tra poco li vedrà… non è contento?
Lo hobbit dai capelli infiniti sospirò, dopodiché giocherellò con dito con una foglia che si trovava galleggiante sopra quell’acqua nera come la pece.
Ma perché mi sto preoccupando per quest’impiastro? Il nano, da apprensivo, si fece subito rigido e inorridito. Non è che mi stia…
“Sai?” Bilbunzel interruppe il filo dei suoi pensieri, parlando con tono sconsolato. “È tutta la vita che sogno di vedere gli elfi silvani… e se adesso non si facessero vedere?”
Thorin Scudodiquercia sbuffò e alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia sul petto. “Fidati, quelli lì si fanno vedere sempre.”
“Ehi!” Lo hobbit gli fece prendere un colpo, parlando improvvisamente a voce alta e sporgendosi contemporaneamente verso un punto indefinito, facendo traballare la barca. “Qualcosa si muove tra gli alberi!”
E difatti c’erano dei movimenti tra le foglie, probabilmente si trattava degli elfi silvani che erano andati a caccia di ragni giganti. Probabilmente si erano accorti della presenza dei due intrusi, e quindi adesso li stavano studiando per bene nascosti dalla folta vegetazione.
“Chiuso lì dentro a quel buco...”
Thorin si sbatté l’enorme mano sulla faccia. Ma sa esprimersi senza cantare?!
“Tra centrini e molesti cugini…
Senza mai, neanche un solo giorno, di tranquillitàààà...”
“Dillo a me!” borbottò il nano.
“Oggi io, sotto a questi ragni...” continuò imperterrito Bilbunzel, senza fare caso alle bestie che li stavano osservando fameliche, come se fossero state sul punto di attaccarli da un momento all’altro. “Oggi io, in questo scintillio...” Tirò fuori dalle tasche un anello d’oro e lo guardò orgoglioso, come se fosse stato il suo trofeo.
Thorin Scudodiquercia sgranò gli occhi dinanzi a quel prezioso oggetto. “Dove l’hai trovato?” gli chiese imbambolato.
“Dentro me, capisco che...” Lo hobbit mise via l’anello, non badando alle parole del nano.
Il futuro Re sotto la Montagna alzò di nuovo gli occhi al cielo. “Ecco, lo sapevo, non si può parlare con lui, quando fa così.”
“È questo il posto mioooooo...”
Finalmente saltarono fuori gli elfi silvani, i quali attaccarono immediatamente i ragni giganti.
Thorin, dallo spavento, per poco non cadde dentro al fiume stregato.
Bilbunzel, invece, aveva sorriso a trentadue denti non appena erano comparsi gli elfi e, nonostante la situazione alquanto movimentata e pericolosa, prese a cantare a squarciagola: “Ora vedo la realtààààààà…
E il nano, di me, si è innamorato...”
“Come scusa???!!!”
“Anche se lo scontroso fa, occhi solo per me, lui ha.”
“Ma in verità proprio no!”
Gli elfi silvani erano talmente abili e capaci, che avevano fatto fuori quelle luride bestie in pochissime mosse.
Ora che avevano risolto il problema dei ragni giganti, poterono finalmente interrogare i due intrusi che avevano osato intrufolarsi nel loro amato regno.
“Chi siete voi? Che cosa volete?” Un elfo silvano minacciò entrambi con una freccia, pronto a trapassarli da un momento all’altro.
“So cos’è un elfo silvano, ora per la prima volta...” Bilbunzel sembrava trovarsi in un mondo tutto suo, completamente ignaro di quello che stava succedendo intorno a lui.
Gli elfi lo guardarono con un punto interrogativo, mentre Thorin Scudodiquercia si sarebbe ben volentieri gettato in quelle acque stregate.
“Ehi, tu!” Un altro elfo silvano si fece vicino allo hobbit, senza mollare il suo fedele arco neanche per un secondo. “Rispondi alla domanda!”
“Tutto ormai, è così diverso...” Bilbunzel andò avanti a cantare, facendo finta che nessuno gli avesse domandato assolutamente niente. “Solo grazie, a teeeeee...” Si voltò verso Thorin Scudodiquercia, dopodiché gli rivolse uno sguardo dolce e innamorato, uno sguardo che fece diventare paonazzo il diretto interessato.
Ora gli abitanti di Bosco Atro sembravano meno agguerriti, piuttosto erano interessati a quel singolare individuo dai capelli dalla lunghezza spropositata, che sembrava essere in grado di esprimersi solo cantando.
“Ma fa sempre così?” Un elfo silvano si rivolse a Thorin, ormai aveva allentato la presa sulla sua arma.
“Disgraziatamente… sì!”

L’Antro di Lucri:

Se avevo una certezza nella vita, è che prima o poi sarei tornata in piena con Bilbunzel, sulle magiche note di Ora vedo la realtà.
Ebbene, ora eccomi qua! XD
Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuta questa sciocchezza, temo che sia l’ultima sulla avventure di Thorin e Bilbo versione Rapunzel, a meno che non mi vengano in mente altre folli e pittoresche idee.
Ditemi pure cosa ne pensate e… ci si sente in giro.
Un abbraccio

Lucri

P.s. se volete leggere altre fanfiction di Bilbunzel, nel mio profilo, andando un po’ indietro, troverete: Ho un sogno anch’io e Bilbunzel: L’intreccio della Montagna.