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Autore: Sgarro    22/02/2018    0 recensioni
Vita e vicende di Bob Sugar
"Poteva Bob pensare di avere la facoltà di ammazzarli tutti. No lui non era in grado. Lui non avrebbe ucciso nemmeno una mosca, seppure le avesse dato fastidio e ronzato nell'orecchio.Chi di voi non avrebbe preso un giornale una ciabatta o chissà quale diavoleria moderna è fatto fuori senza pietà l'insetto fastidioso, Bob no. Bob si limitava ad osservarla a seguirla con lo sguardo e cercare di capire e immaginare perché quella fastidiosa mosca svolazzasse così avventatamente nelle orecchie della gente rischiando ,senza guadagnare nulla, di essere uccisa dal quotidiano cittadino di Detroit.
Ma un coraggio un moto d'orgoglio gli doveva venire, gli sarebbe dovuto venire per forza, altrimenti era spacciato, se nella giungla non mangi per primo sarai mangiato diceva la mamma." Un capitolo ogni due settimane!!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.7 Quella mattina mi svegliai di buon ora, il gallo del nostro pollaio annunciava l’inizio del nuovo giorno, non sapevo che cosa mi sarebbe aspettato di lì a poco ma comunque ne ero entusiasta e spaventato allo stesso tempo, andai nella sala da pranzo dove facevano colazione mio padre Jack e la mia sorella maggiore che gli faceva da cameriera, appena entrai nella stanza mio padre mi disse < vieni qua bob siediti qui e mangia > io sinceramente non ero per nulla abituato a mangiare a quell’orario ne avevo voglia di uova di pancetta di burro di tutte quelle cose molto caloriche che loro trangugiavano senza limiti, giorni dopo capi come riuscivano a farlo, comunque mi sedetti alla sedia e mangiai solo delle fette biscottate, mia sorella Linda cercava di rifilarmi le uova < mangia queste > diceva, ma solo l’odore mi faceva venire i conati, finita la colazione mio padre prese il suo berretto solito si alzo e disse < Bè muoviti bob che c’è un sacco da fare > io mi alzai dalla tavola e mi andai a cambiare pronto per il mio giorno di lavoro. Sceso nell’atrio della fattoria mio padre mi aspettava con Jack nel furgoncino celeste che a malapena riusciva a camminare ma che comunque portava in lungo e in largo nel vasto range Sugar mio padre e Jack, < salta dietro ragazzo > grido dal vetro, e io salì sul carrozzone posteriore dove c’era di tutto da sacchi di mangime per animali, cassette vecchie, del letame, una pala e un rastrello, mi sedetti sul sacco del mangime e aggrappandomi al ferro che congiungeva il bordo del carro con la cabina mi tenevo ben saldo, viaggiammo per circa 10 minuti andammo prima da un signore molto anziano che aveva un magazzino penso abusivo dove aveva ogni tipo di mangime o seme e vendeva i prodotti a tutta la vallata, lì prendemmo due sacchi che caricammo sul furgone poi un salto al bar della valle e lì conobbi Leoluca, l’amico di mio zio Pat, era un tipo molto strano si vedeva era italiano e mio padre lo rispettava perché a lui piacevano gli italiani essendosene sposata una, prendemmo del caffè nero e me ne bevvi un po’ dalla tazza di Jack ero ancora piccolo per il caffè o almeno così diceva la mamma, tornando verso la fattoria ci fermammo ad una fonte di acqua e caricammo una tanica, poi andammo nelle stalle dove lasciammo mio fratello a fare dei lavori e io e mio padre andammo nel grosso campo di patate che avevamo nel range, io non sapevo fare nulla ne avevo idea di come si facesse a coltivare qualsiasi tipo di cosa, mio padre disse < non ti preoccupare bob ti insegno tutto io, mio padre fece lo stesso quando iniziai, mi insegno ogni cosa e oggi grazie al nonno porto avanti sto campo e sta famiglia > io ero ben consapevole che mai sarei riuscito a diventare come mio padre però ce la misi tutta e lo segui in ogni suo insegnamento, i giorni si susseguirono e di lì a poco avevo imparato tante cose, sapere i tempi di una semina applicare degli innesti alle piante come innaffiare come raccogliere come concimare , e poi mungere le vacche pulire le stalle sgozzare un pollo avevo persino imparato a guidare il furgoncino mio padre era bravissimo mi aiutava in tutte le faccende e in pochi mesi avevo cambiato opinione su di lui e sul lavoro in fattoria quasi quasi mi sentivo a mio agio, un giorno di novembre poi scopri una cosa che mai avrei immaginato e mi sconvolse un po’, stavo come al solito facendo le pulizie nella stalla dei porci pulivo rastrellando il porcile per poi caricare tutto nella carriola, mio padre era nei campi col nuovo trattore che aveva preso, e mio fratello era lì con me nelle stalle sarebbe dovuto essere di là a mungere le vacche, finito il lavoro andai a cercarlo e a vedere se voleva una mano se potevo insomma essergli utile visto che il mio compito l’avevo svolto, entrato nella stalla un odore particolare che non avevo mai sentito mi arrivo al naso, sembrava colla, mi faccio più avanti e lo chiamo ad alta voce < JACK . . JACK! > nessuna risposta , allora preoccupato lo cerco dietro i mangimi che stavano accatastati in un magazzino nemmeno lì trovo nulla, torno indietro e provo a vedere dietro il fieno che avevamo su un lato della stalla, mi sporgo e stava lì a terra privo di sensi quasi fosse morto, mi avvicino spaventato e lo chiamo < Jack che succede? > gli chiedo si gira su un fianco mi guarda e dice < Bbbooobbbb cciiiiao > e sorride, non capivo sembrava stesse male ma di che male si trattava, allora mi avvicino ancora e quell’odore di colla ora era diventato fortissimo quasi non riuscivo a respirare che mi si bruciavano le narici, < Jack che cazzo c’hai? > preoccupato< sto bene Bob , benissimoooo > su un lato aveva un barattolo con sopra una carta velina bucata la fissavo e capì che quell’odore proveniva da lì dentro la presi e la richiusi, lui si alzo di scatto si mise seduto e si ficco la pagliuzza in bocca poi alzo gli occhi mi guardo un po’ perso e disse < che c’è Bob? Non sai cos’è? Dammela qua! > gliela diedi la prese e la ficco sotto un cumulo di paglia dentro un buco che anche quando andammo a caricare il fieno mai avevo notato, poi si giro e una lacrima gli usciva dall’occhio < vuoi provare?> non capivo cosa dovevo provare? cosa stava nascondendo? che c’era in quel barattolo? Provare a stare male provare a non sentirmi tanto bene risposi < cosa? > e lui< la colla! > feci un cenno con la testa come per fargli capire che non sapevo minimamente di cosa stesse parlando e si dichiarò< è droga fratello, ed è di ottima qualità ti sballa il cervello e voli beato > allora la cosa mi divenne più chiara mio fratello Jack era un drogato, e di una di quelle droghe più pesanti che esistano, la chiamano colla sintetica e si sniffa ne basta un po’ in un barattolo si riscalda e si fanno grandi respiri, perdi completamente i sensi e dopo qualche attimo ti riprendi ma qualche neurone ci ha lasciato la pelle, è una droga artificiale ed è una delle più nocive al mondo pochi mesi o qualche anno di dipendenza e porta scompensi mentali, disturbi della psiche o addirittura pazzia, lui all’inizio accomodante si fece più serio e preoccupato < Bob non dire di questo a papà, o ti taglio le palle > che potevo fare < no no jack puoi fidarti non dirò nulla >. I mesi passarono io ero sempre più bravo con i lavori e mio fratello assumeva sempre più colla non poteva più farne a meno, io quando lui diceva “Sam vado nella stalla ho lasciato del lavoro” io sapevo cosa ci andava a fare ma mio padre non riusciva a capire, di tanto in tanto mormorava, ma che ci andrà a fare così spesso nella stalla vallo a sapere, non potevo certo fare la spia, l’anno seguente era arrivato anche il turno del mio fratellino Sebastian e io ero contento di averlo al mio fianco, certo come me aveva paura di non riuscire di non farcela col lavoro duro, ma io sapevo come era bravo mio padre e come lo avrebbe aiutato come l’anno precedente aveva fatto con me perciò lo incoraggiavo.
   
 
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