Poisoned ~
 

Il 14 Febbraio. Non solo San Valentino, ma anche il giorno in cui Shindou sarebbe finalmente tornato a casa da un concorso di pianoforte. Kirino avrebbe voluto assistere, ma non riuscì ad andare con lui. Ed erano quattro giorni che i due non si vedevano, nè si parlavano. Shindou era per Kirino una specie di droga, non poteva stare senza di lui, per niente al mondo.
Erano all’incirca le cinque e mezza del pomeriggio. Il rosa si era diritto alla stazione, che era vicinissima alla villa del castano, cercando di arrivare il più puntuale possibile. E quando il treno arrivò, nessuna traccia di lui.
Kirino cominciò a correre intorno ai vagoni, senza vedere il ragazzo che in teoria avrebbe dovuto uscire di lì. Poi un brivido gli arrivò dritto sul collo, qualcosa di gelido l’aveva sfiorato proprio in quel punto.
- “Ehi ma che diamine!...”
Riconoscendo il volto dietro di lui, il ragazzo quasi si commosse.
- “S-shin-chan!!”
L’unica cosa che poteva fare di normale in mezzo alla folla era abbracciarlo, ma l’istinto lo spingeva a baciarlo subito, anche se alla fine riuscì a trattenersi.
- “Com’è andata? Dimmi tutto!” - si affrettò a chiedere
- “Facciamo prima a tornare a casa mia e poi ne parliamo, ok?” - rispose Shindou, sorridendogli e facendolo arrossire come riusciva sempre.
Ci vollero pochi minuti e i due erano già a casa. I genitori di Shindou erano rimasti in città per lavoro, ma avevano seguito lo spettacolo con una videochiamata. 
Dopo averli salutati velocemente, i due si mossero verso la camera del ragazzo, dove Kirino riprese a riempirlo di domande.
- ”Insomma, com’è andata alla fine?”
- “Bene, almeno credo. I risultati ce li danno nei prossimi giorni, ma a giudicare dall’applauso credo di essere almeno tra i primi tre in classifica” - fece ridacchiando. 
Kirino a quel punto si sciolse i capelli, tanto per renderlo felice ancora più di quanto non lo fosse prima, poi lo abbracciò di nuovo, quasi a compensare quei quattro giorni di lontananza. Ma quello che voleva era ovviamente altro.
- “Sai, mi sei mancato tantissimo.” - non ce la fece a non arrossire, ma esprimergli la propria gioia nel rivederlo andava bene pure rosso dall’imbarazzo.
”Soprattutto le tue labbra” - concluse sorridendogli dolcemente. Shindou non potè fare altro che baciarlo, come l’altro aveva richiesto nel suo modo. Kirino aveva sempre l’impressione che ogni bacio che il castano gli dava lo avvelenava, in senso positivo ovviamente. E dentro quel veleno c’era anche droga, ed era questo che spingeva il ragazzo a passare ogni giorno con il suo fidanzato. 
Il ragazzo restò ancora per poco, in quanto aveva degli amici a cena e doveva tornare a casa, ma quel poco tempo che aveva da passare con Shindou lo passò a baciarlo o altre cose tenere che si facevano l’un l’altro.
E, pochi giorni dopo, fu anche felice di sapere che il ragazzo si era classicicato primo a quel concorso.