Specchio riflesso
Ci
sono giorni in cui Daphne cerca a tutti i costi di dimenticare, ma i ricordi
peggiori amano radicarsi a fondo nei meandri della mente.
La
morte di Astoria ha turbato tutti, ma lei di più; ha fatto ammalare sua madre,
ha sconvolto Draco, ma lei di più.
Il
giorno della morte di Astoria, Daphne è morta un po’ anche lei.
*
Ci
sono giorni in cui a malapena s’alza, sono quelli in cui la mancanza pulsa
prepotente.
Daphne
si trascina ogni mattina nella stessa vestaglia, e ne sta assumendo le
fattezze: preziosa e regale quanto lisa e impolverata, Draco la trova così il
giorno in cui decide di bussare alla sua porta. Le ha portato in dono l’ultima
foto di Astoria, quella in cui danza in una nuvola di seta verde, i capelli
scuri al vento.
Daphne
gli dona lacrime e Whisky Incendiario.
«Non
riesco a smettere di pensare a lei».
«Non
smetteremo mai».
*
Draco
arriva alle prime luci del mattino; Daphne è immersa nella foschia come il
giorno che sta sorgendo.
Daphne
ha sempre vissuto circondata di specchi, conscia della sua bellezza, della sua
chioma color del grano, del suo essere così splendida e impeccabile. Ora è solo
un relitto, lo spettro di un’eco lontana.
«Guardati»
le dice costringendola davanti a uno specchio. «Tu e lei vi somigliavate molto».
Daphne
alza gli occhi e vede solo crepe.
«Astoria
è morta, e io con lei».
«Tu
sei viva, e Astoria con te».
*
Daphne
esce di casa da quando Draco l’aiuta. Passa le mattine nel giardino sul retro,
cura le rose e legge i vecchi tomi di Erbologia.
Quando piove, c’è un incantesimo a proteggerla: quello che lui ha lanciato per
lei, perché la magia in Daphne si è spenta con Astoria.
Draco
arriva quando il sole scende, quando le ombre mangiano la casa e disegnano
maschere sul viso di Daphne. Le porta i vecchi libri di sua sorella, e quel vestito che hai visto in foto, e le
sue lettere ingiallite, e ricordi il fermaglio che le hai regalato?.
*
Ogni
volta Draco le fissa gli occhi e le fissa la pelle prima di andarsene, e dopo
sette giorni torna per rimanere.
Forse potresti amarmi un po’ come
amavi lei.
*
Daphne
sente le sue vene tremare quando Draco la tocca. A volte le copre i capelli, a
volte le copre la bocca e lei guarda in silenzio i suoi occhi rovesciarsi dal
piacere.
È
sbagliato – Daphne lo sa ogni volta che lui non la guarda –, ma Draco tratta il
suo corpo come un tempio e cancella ogni stilla di vergogna.
A
volte Daphne spegne la luce, perché sa che lui al buio l’ama di più.
*
La
seta verde le scivola addosso con un sibilo.
«Ti
sta benissimo» le dice scostandole dal viso i capelli, foglie d’autunno tra le
sue dita tremanti.
Daphne
ha un sorriso debole dipinto in volto e un tarlo atroce che la divora dentro,
ma le basta coprire tutti gli specchi per soffocarlo.
«Sei
splendida, Astoria».
Forse mi ami un po’ come amavi lei.
NOTE:
Terza classificata
al contest “Citazioni in cerca d’autore!”
di Rosmary
con il prompt “Ci sono giorni in cui a malapena s’alzava,
erano quelli in cui la mancanza pulsava prepotente”, citazione ideata da Rosmary stessa.
Visto che sono una cattiva
persona, visto che erano secoli che non trattavo male Daphne e Draco, ho deciso
di rimediare. Sono stranamente soddisfatta della riuscita di questa storia:
avevo in mente una trama del genere da un po’ di tempo, ma temevo una riuscita
contorta. Tutto sommato, invece, devo dire che sono contenta della flash
scritta e, soprattutto, sono contenta di essere riuscita a partecipare in extremis
al suddetto contest.
Piccole annotazioni:
-
titolo: Specchio riflesso richiama l’omonimo
gioco per bambini (credo sia abbastanza famoso), il quale consiste nell’imitare
gesti e movimenti del proprio compagno di giochi, proprio come se ci si
trovasse davanti a uno specchio. Ovviamente, nella storia questo “gioco” assume
una valenza leggermente più malata;
-
stile di
punteggiatura dei dialoghi: Adelphi;
-
foglie d’autunno: la “mia”
Daphne ha sempre i capelli biondi; la “mia” Astoria ha sempre i capelli
castani. Ovviamente, non tutti possono saperlo/ricordarselo. Comunque, questa
differenza di colori viene casualmente citata a inizio
storia. Alla fine, però, i capelli di Daphne diventano magicamente come foglie d’autunno,
dunque più scuri/marroni, come quelli di Astoria, completando così la sua
trasformazione sia a livello estetico, sia a livello di vestiario. Per
descrivere i capelli di Daphne, inoltre, ho volutamente utilizzato metafore che
richiamano le stagioni (color del grano e foglie d’autunno), nello specifico
l’estate e, appunto, l’autunno, stagioni che simboleggiano rispettivamente la
luce e il decadimento, proprio a voler seguire l’andamento della vita del
personaggio;
-
tematiche delicate: non sapevo se inserirlo o meno come avvertimento…
ma, dal momento che la storia non finisce nel più sano dei modi, alla fine ho
preferito aggiungerlo.
È
tutto. Spero la storia via piaccia :)
Buona
lettura,
July