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Autore: Evola Who    25/02/2018    3 recensioni
Luke stava atterrando sulla pista di atterraggio degli appartamenti di lusso dove vivevano tutti i senatori e i consiglieri della nuova repubblica...
Quando arrivò davanti alla porta, bussò, ma fu C3PO ad aprire, con il suo solito tono ansioso: "Padron Luke! Grazie al creatore siete arrivato!".
Lo Jedi rimase stranito dalla sua affermazione: "C3PO... Ma che stai dicendo?".
Dopo cominciò a preoccuparsi e aggiunse: "È successo qualcosa?!".
"Beh... non so se si può dire che è secesso qualcosa, ma...".
Luke smise di ascoltarlo ed entrò in casa, sentendo un pianto infantile, quello di Ben, si fermò davanti a un corridoio e vide una scena a cui non poteva quasi a credere...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Family Solo Story '
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My Family


Chandila, appartamenti di Hanna City, tardo pomeriggio.
 
Luke stava atterrando sulla pista di atterraggio degli appartamenti di lusso dove vivevano tutti i senatori e i consiglieri della nuova repubblica.
 
Lì vivevano anche Han e Leia, da qualche mese, ma tenevano lo stesso la villetta di Naboo per andarci durante la bella stagione.
 
Leia lo aveva invitato per cenare insieme a Han e Ben.
Ormai suo nipote aveva più di sei settimane e non vedeva l’ora di rivederlo.
Dopo la nascita di Ben, la ribellione lo aveva subito chiamato per una missione urgente ed è stato assente per quasi due mesi.
 
Adesso era impaziente di rivedere la sua famiglia, visto che durante la missione non aveva ricevuto notizie né di sua sorella né del suo migliore amico e nessuno gli aveva dato notizie di suo nipote.
 
Quando arrivò davanti alla porta, bussò, ma fu C3PO ad aprire, con il suo solito tono ansioso: “Padron Luke! Grazie al creatore siete arrivato!”.
 
Lo Jedi rimase stranito dalla sua affermazione: “C3PO… Ma che stai dicendo?”.
 
Dopo cominciò a preoccuparsi e aggiunse: “È successo qualcosa?!”.
 
“Beh… non so se si può dire che è secesso qualcosa, ma…”.
 
Luke smise di ascoltarlo ed entrò in casa, sentendo un pianto infantile, quello di Ben, si fermò davanti a un corridoio e vide una scena a cui non poteva quasi a credere: si trovava davanti ad una cucina grande e moderna ma il tavolo rotondo beige era sporco di latte con dei pezzi di vetro sopra.
 
Leia, con una treccia mal fatta che le cadeva lungo la schiena, con indosso una lunga maglia bianca e dei pantaloni blu, con il viso stanco e con pesanti occhiaie nere sotto agli occhi, teneva Ben in braccio, che piangeva disperato mentre la madre cercava di tranquillizzarlo.
 
Dopo qualche istante comparve Han con le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti e lo stesso viso stanco, teneva in mano un biberon.
 
“Ma si può sapere quanto ci hai messo a cercare quel biberon?! Ti avevo detto che era sopra al ripostiglio dei medicinali in bagno!” esclamò Leia.  
 
“Beh, scusa tanto, principessa, ma se me lo avessi detto prima, non ci avrei messo tanto a trovarlo!”.
 
“Pensavo che lo sapessi, visto che ogni giorno passi davanti a quel ripostiglio!” rispose a tono “E poi, è colpa tua se hai rotto il suo biberon!”.
 
Han la guardò con aria irritata, dicendo: “Colpa mia?!” e si indicò con il dito.
 
“Sì, colpa tua! Se non avessi avuto le mani sporche di grasso e olio non ti sarebbe scivolato e non si avrebbe rotto!”.
 
“È stato un incidente! Quando mi hai chiamato sono corso subito da te e ho fatto quello che mi hai chiesto!”.
 
“Ma ti ho chiesto di rimanere qui, non di andare a riparare a quella stupida nave!” ribatté Leia.  
 
“Adesso non posso nemmeno andare nell’hangar, dopo tutto quello che sto facendo!”.
 
Cominciarono a litigare, mentre Ben piangeva disperato in braccio alla madre.
 
Luke rimase sbalordito da quella scena. Aveva visto un sacco di volte Han e Leia litigare, anzi, sarebbe stato strano vederli senza che discutessero tra loro.
 
Ma in quel momento era diverso, questa volta vederli incolparsi a vicenda per Ben, mentre lui stava cercando disperatamente di richiamare la loro attenzione, gli dava fastidio. Perché sapeva che era una cosa sbagliata.
 
Così Luke cominciò a chiamarli. Prima con tono calmo, ma quando notò che non lo stavano ascoltando urlò: “Ragazzi!”.
 
Han e Leia smisero di litigare e guardarono Luke fermo davanti allo stipite della porta.
 
“Luke?” disse Leia confusa.
“Che ci fai qui? Pensavo che fossi in missione” aggiunse Han.
 
“Infatti. Ma sono tronato pochi giorni fa e Leia mi ha invitato per la cena, che doveva essere oggi” rispose Luke “Ve lo ricordate?”.
 
La sorella sospirò, guardando a terra e dicendo: “Era stasera? Credevo che fosse domani…”.
 
“Io pensavo che fosse la prossima settimana…” ammise Han, mettendosi una mano sulla fronte.
 
Lo Jedi si avvicinò a Leia, dicendo con tono preoccupato: “Ma che cosa è successo?”
 
“Niente” rispose lei, cercando di calmare suo figlio: “È che sono settimane che non abbiamo un attimo respiro. Ben non ci dà un attimo di tregua”.
 
“Piange quando ha fame, piange quando vuole essere cambiato, piange quando lo prendiamo in braccio, piange quando lo mettiamo a letto… piange per qualsiasi cosa!” aggiunse Han.
 
“E poi, sto anche dirigendo la nuova repubblica a distanza, ma solo quando riesco a farlo addormentare”.
 
Luke notò gli sguardi dei suoi amici: spenti, esausti, occhi stanchi ma soprattutto era preoccupato per i loro volti rassegnati. 
 
“Sentite, ho un’idea” cominciò a dire lo Jedi: “Io mi occuperò di Ben, cercate di riposarvi un po’”.
 
Prese il nipote in braccio, piangente, cercando di tranquillizzando.
 
Leia rimase quasi stupita da quel gesto, dicendo: “Luke, non devi, sul serio”.
 
“Leia ha ragione, insomma, sei venuto fin qui da chissà dove, e noi ti abbiamo dimenticato” disse il pilota.
 
“Insistito. Dovete dormire un po’. Non vi preoccupate, in fondo sono lo zio e devo fare la mia porte” e sorrise.
 
Han sopirò di sollievo e avrebbe voluto ringraziare tutti gli dei esistenti per le parole di Luke; Leia invece non era del tutto convinta dalla sua proposta.
 
Da quando Ben era nato, non l’aveva mai lasciato solo con qualcuno che non fosse lei stessa, nemmeno con Han. Ma quando vide che il pianto di Ben andava affievolendosi, stretto al petto di Luke, si convinse.
 
Fece un sospiro e un breve sorriso, dicendo: “Va bene…” e spiegò a Luke come preparare il latte e chiamarli se fosse successo qualcosa.
 
Finalmente, Luke rimase da solo con Ben e con un biberon in mano, lo guardò dicendo: “Bene Ben, ancora fame?”.
 
Il bambino fece un piccolo versetto con la bocca.
 
Lo Jedi rise, dicendo: “Lo prederò per un sì”.
 
Così, con il nipote in braccio, preparò il latte e attese che diventasse tiepido. Si sedette sulla sedia della cucina allattando il piccolo Ben.
 
Luke per tutto il tempo sorrise, dicendo: “Vedo che abbiamo tanta fame” e rise “Però, dai un po’ tregua a papà e a mamma. Avranno affrontato l’intero universo, ma un minuto di riposo se lo devono pur concedere”.
 
Quando finì il suo latte, Luke mise Ben in braccio facendo in modo che gli posasse il mento sulla spalla, per fare il ruttino.
10 minuti dopo…
 
Luke era in soggiorno con Ben in braccio, stava seduto su di una poltrona e cercava di farlo addormentare.
 
“Bene Ben, forse è ora di raccontarti una storia, di come una Principessa
Guerriera, una canaglia dal cuore d’oro, un giovane contadino…”.
 
Dalla tasca della sua divisa nera tirò fuori un piccolo e minuscolo peluche di un ewok, e con la mano lo mosse davanti al neonato, finendo la frase: “E una piccola ma coraggiosa tribù salvò la galassia”.
 
Anche se Ben non aveva le capacità di comprensione, essendo solo un neonato, i suoi occhi sembravano sbalorditi dalle parole con cui Luke raccontava la battaglia di Endor. Pian piano il bambino si addormentò tra le sue braccia.
 
Luke rimase stupito di vedere suo nipote con gli occhi chiusi e il petto che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. Luke era intenerito da quella scena. Alzò la testa e vide R2 davanti a lui che lo fissava.
 
“R2 sei stato qui per tutto il tempo?”.
 
Il droide fece un piccolo bip, ma Luke gli fece cenno di stare muto. Così decise di portare Ben a dormire della sua cameretta e, grazie alla indicazione di C3PO, lo mise nella culla con il pupazzetto accanto a lui.
 
Ritornò in cucina con aria sodisfatta, ma vedendo il tavolo sporco di latte e i pezzi del vecchio biberon sparsi un po’ sul tavolo e sul pavimento, decise di pulire e mettere ordine.
 
Dopo quasi un’ora, arrivarono Han e Leia appena svegli, che sbadigliarono e rimasero sorpresi dalla pulizia della cucina.
 
“Luke, hai sistemato la cucina?” domandò Han.
 
“E dove è Ben?” aggiunse Leia.
 
Luke spiegò tutto con aria sodisfatta. Marito e moglie erano stupiti ma lo ringraziarono.
 
“Che il creatore di benedica, Luke” disse il pilota, sospirando di sollievo e sedendosi
 
“Non puoi immaginare quanto desiderassi dormire almeno un’ora di fila. E immagino che non sia stato facile a fare dormentare Ben”.
 
“No, non è per niente facile” rispose Leia con aria paziente, sedendosi “Sapevo che sarebbe stato tutto più difficile, una volta arrivato Ben. Ma non così difficile” e guardò in basso.
 
Luke la fissò con aria stranita: non si sarebbe aspettarlo di vederla con lo sguardo rassegnato e esausto come se avesse esaurito le proprie forze.
Eppure era la stessa donna che aveva guidato missioni, flotte e piani contro un intero impero. Talvolta Luke aveva persino pensato che Leia avrebbe potuto distruggerlo anche da sola.
 
Per Luke era quasi assurdo vedere sua sorella così esausta, era quasi incredibile per la sua mente.
 
“Nemmeno io pensavo che sarebbe stata così dura” ammise Han, sospirando
 
“Da quando è nato non facciamo altro che pensare solamente a lui. Ed è giusto, ma è dura non avere più un solo minuto per te o per noi… è stressate”.
 
Rimasero in silenzio.
 
Luke si sentì una po’ demoralizzato, ma guardò i suoi amici, dicendo con tono sicuro: “Posso immaginare che essere genitori non sia una cosa facile. Ma, andiamo!”.
 
Leia e Han lo guardarono perplessi dal suo tono e dalle sue parole.
 
“Capisco che avere un figlio e crescerlo sia una enorme responsabilità. Ma abbiamo affrontato pericoli e ostacoli di una guerra più grande di noi! Sia insieme, che in solitaria. E ancora oggi diamo il nostro contributo alla ribellione e alla repubblica. Anche se il male è stato distrutto”.
 
I suoi amici lo guardarono con aria sorpresa dal suo discorso.
 
“Quello che voglio dire è che, se abbiamo affrontato tutto questo, voi due potete affrontare anche vostro figlio e molto di più” e sorrise sicuro “E se volete, io vi aiuterò molto volentieri”.
 
“Davvero? Vorresti aiutarci a crescere Ben?” chiese Han stupito.
 
“Luke, ti grazio per la tua proposta, ma ce la caviamo anche da soli. Non ti devi preoccuparti per noi. Fai la tua vita, te lo meriti” lo rassicurò Leia, prendendo la mano del fratello e stringendola dolcemente.
 
“Lo so. E so che potete farlo benissimo anche senza di me. Ma se avrete dei momenti difficili o vorrete prendervi un po’ di tempo per voi stessi, io ci sarò e saremo insieme, come sempre” E sorrise.
I due ricambiarono il suo sorriso, sapendo che potevano avere il suo aiuto in ogni momento, soprattutto in quelli più difficili.
 
Dopo qualche minuto...
 
Luke, Han, Leia e Ben erano intorno al tavolo, finalmente per cenare tranquilli, mentre Luke raccontava delle sue ultime missioni.
 
Finché non notò una cosa: “Ma Chewbecca dov’è? Pensavo che vivesse qui con voi ma non l’ho visto”.
 
“È in missione con una sguarda di ribelli a Kashayyk” rispose Leia “Visito che la nuova repubblica cerca di aiutare i pianeti più sfruttati dall’impero e convincerli di fidarsi a noi. Dal momento che Chewbe ha contribuito sia alla guerra dei cloni che con la ribellione, può fare come portavoce per noi e per il suo pianeta natale”.
 
“Io penso che se ne sia andato solo per non sentire più Ben strillare” aggiunse Han ironicamente.
 
“Beh, allora è un essere più intelligente di quanto pensassi” commentò Luke.
 
“Io ho sempre detto che Chewve è più sveglio e ha più buon senso di Han” disse Leia con tono cinico.
 
Han lanciò un’occhiataccia alla moglie, mentre puliva il viso di Ben seduto al seggiolone con un sorriso divertito.
 
Luke rise per quella scena, dopo tutto quello che aveva visto. Ma una cosa era certa, amava la sua famiglia più di qualsiasi altra cosa dell’universo.

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Note:
Finalmente! Dopo un pò di settimane, NUOVA STORIA! :D
Sulla vita famigliare dei Solo, con un baby Ben!
Infondo, Ben è stato un bambino normale, prima di
cadere (non del tutto) del lato oscuro. 
E  presto, ho scritto una storia a capitolo su di
Ben da bambino... ma non spoiler! ;)
Buona domenica!
Evola

 

   
 
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