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Autore: emme30    25/02/2018    4 recensioni
[Iwaizumi/Oikawa] [Bokuto/Akaashi] [Kageyama/Hinata] [Tsukishima/Yamaguchi] [Kuroo/Kenma]
Cinque storie di cinque fidanzati gelosi.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oikawa sa che non dovrebbe farlo. Sa che sta esagerando e che presto ne pagherà le conseguenze. Tuttavia, non riesce a resistere.

Ride civettuolo alla battuta del suo kohai e gli mette una mano su una spalla quando questi gli fa i complimenti per l’ultima partita che hanno giocato.

Oikawa si gode il rossore sulle sue guance e si avvicina un poco a lui, ringraziandolo di cuore per quelle parole così incoraggianti. Poi si volta e torna agli allenamenti, certo che il ragazzo dietro di sé sia vicino a un mancamento o qualcosa di molto simile.

Si avvicina a Matsukawa e Iwaizumi, i quali hanno assistito alla scena da lontano e fa loro un zuccherosissimo sorriso. Soprattutto a Iwaizumi.

“Cosa voleva quel ragazzo?” chiede Matsukawa, curioso.

“Voleva farmi i complimenti per l’ultima partita,” replica Oikawa, guardando Iwaizumi e afferrando la palla dalle sue mani. “Mi ha detto che sono un esempio da seguire e che mi ammira davvero molto.”

Iwaizumi fa una smorfia e alza gli occhi al cielo, come se quello che avesse appena detto il suo capitano fosse una sciocchezza di poco conto.

“Iwa-chan, cosa hai da sospirare?”

Matsukawa li guarda per qualche secondo e poi fa un paio di passi indietro, per poter assistere al tutto da distanza di sicurezza.

“Quante cazzate...” dice annoiato l’asso della Aoba Johsai. “Quello voleva solo flirtare con te.”

Oikawa si lecca un labbro. “E anche se fosse?” domanda, portandosi una mano tra i capelli. “Sei per caso geloso, Iwa-chan?”

Iwaizumi reagisce a quella domanda riducendo gli occhi a due fessure e facendo un passo nello spazio personale di Oikawa, il quale non si sposta e trattiene il respiro quando il ragazzo si ferma solo a un paio di centimetri dal suo viso.

Si morde il labbro e arrossisce vistosamente quando la mano di Iwaizumi gli afferra il sedere.

“Sai a chi appartiene questo?” L’asso sussurra quella domanda con un tono bassissimo, in modo che solo Oikawa possa sentirlo.

“A te,” replica il ragazzo, incredulo di come i modi di Iwaizumi riescano sempre a togliergli il fiato.

Il ragazzo si allontana dal suo viso e gli lancia uno sguardo furioso. “E allora piantala di flirtare con qualsiasi essere umano che respiri!” sbraita prima di levargli la palla dalle mani e avviandosi vistosamente irato all’area di battuta.

Oikawa rimane fermo immobile, con le guance un po’ calde e un sorriso ebete in volto. Si riprende solo nel momento in cui Matsukawa e Hanamaki si avvicinano a lui un po’ perplessi.

“Cos’era… quello?” domanda titubante Matsukawa, squadrando il capitano.

“Quello…” Oikawa ride e fa appena in tempo a scansare la battuta assassina che Iwaizumi ha indirizzato proprio alla sua faccia. “E’ Iwa-chan geloso!”

 

*

 

Akaashi lo sente ancora prima di vederlo.

Si sta avviando in palestra per le attività pomeridiane del club, la cravatta un poco slacciata e la cartella sulle spalle, quando uno schiamazzo che (ri)conosce fin troppo bene raggiunge le sue orecchie.

Lo identifica da lontano, grazie ai suoi capelli argentei e alla risata a un volume decisamente troppo alto, ma decide di avvicinarsi solo quando si accorge che è in compagnia di due ragazze.

Una di loro ha una mano appoggiata al suo braccio e sta ridendo un po’ troppo animatamente alle battute idiote del suo capitano. Akaashi squadra Bokuto e lo vede incredibilmente felice ed entusiasta di ricevere tutte quelle attenzioni.

Il che andrebbe pure bene se solo Akaashi non sentisse il bisogno di far capire a quella coetanea che non può scherzare con Bokuto così come se niente fosse.

Si avvicina al trio a passo di marcia e Bokuto si accorge di lui solo all’ultimo istante.

Il suo viso si illumina e ha solo il tempo di dire “Akaashi!” prima che questi si metta tra lui e le due giovani, rivolgendo loro un sorriso che sa benissimo essere incredibilmente inquietante.

“Buongiorno, io sono Akaashi Keiji, secondo anno, sesta classe, vice-capitano e alzatore della squadra di pallavolo,” spiega ai due volti che ha davanti. “E sono anche il fidanzato di Bokuto-san,” annuncia, sorridendo ancora di più. “Mi dispiace rubarvelo, ma dobbiamo andare in palestra. La nostra squadra ci sta aspettando.”

Senza nemmeno aspettare una replica, afferra Bokuto per un braccio e se lo trascina dietro, ignorando come il suo capitano quasi inciampi nei suoi stessi piedi per cercare di stare al suo passo.

“Akaashi! Piano, mi fai cadere! Akaashi!”

Akaashi rilascia il suo braccio, ma non smette di camminare. Guarda avanti in direzione della palestra, le guance calde e gli occhi fissi sul terreno.

Avverte Bokuto aumentare il ritmo dei passi per potergli stare accanto. “Akaashi, ma che cosa ti è preso? Come mai mi hai trascinato via in quel modo?”

Cielo, certe volte Bokuto è davvero stupido.

“Siamo in ritardo,” taglia corto. “Dobbiamo ancora cambiarci e-“

Non si aspetta che Bokuto gli metta un braccio attorno alle spalle e lo stringa al suo fianco.

“Akaashi, te l’ho mai detto che quando sei geloso sei ancora più bello?” gli sussurra contro un orecchio prima di accarezzargli una guancia con la punta del naso.

Akaashi avverte il volto scaldarsi e si sposta dal fianco del ragazzo, ignorando la risata beffarda che ode perfettamente.

Non ha il coraggio di guardare Bokuto in faccia finché non rimangono soli negli spogliatoi e il suo capitano gli dimostra che non ha motivo di essere geloso di nessuno, baciandolo con passione contro gli armadietti.

 

*

 

Kageyama sa di essere incredibilmente e inconfutabilmente geloso.

Non può farci nulla: ogni volta che vede Hinata sghignazzare al cellulare, capisce benissimo che sta parlando con quell’alzatore bravissimo della Nekoma e non riesce a non sentire il sangue ribollire nelle vene.

“Stai di nuovo parlando con quel tuo amico?” chiede una sera mentre stanno andando a casa, Hinata con gli occhi fissi sullo schermo del suo smartphone e un sorriso ilare sulle labbra.

“Sì,” cinguetta felice Hinata. “Mi stava raccontando del nuovo gioco che ha iniziato e-“

“Ma voi due parlate anche di pallavolo?” Kageyama neanche si accorge di interromperlo. Cammina con lo sguardo basso, nel suo campo visivo solo la ruota anteriore della bicicletta di Hinata e il terreno.

“Quando capita, ci scriviamo spesso come procedono gli allenamenti,” replica Hinata gentile. “Mi piacerebbe davvero tanto giocare con lui, magari nella stessa squadra.”

Kageyama avverte un brivido percorrerlo da capo a piedi.

“Vorresti che ti alzasse le palle per schiacciare?” domanda con più rabbia di quanta vorrebbe.

Hinata lo squadra per qualche attimo e poi ridacchia.

Certo, Kenma è un alzatore eccezionale!”

Kageyama, a quel punto, lo guarda irritato, ma non si aspetta un ghigno da parte del suo ragazzo.

“Allora magari, visto che è così eccezionale, nella prossima partita le palle te le fai alzare da lui!” è tutto ciò che sbraita prima di affrettare il passo e allontanarsi.

La risata di Hinata gli arriva comunque alle orecchie. “Andiamo, Kageyama! Non essere così geloso, lo sai che sei tu il solo alzatore del mio cuore!”

Kageyama arrossisce a quelle parole, però non si volta o torna indietro, continuando dritto per la sua strada.

Stupido, adorabile Hinata.

 

*

 

E’ mercoledì pomeriggio e fa già fin troppo caldo per essere solo aprile. Tsukishima vorrebbe essere irritato per il sudore che sente scivolargli dietro il collo, però il motivetto che sta fischiettando Yamaguchi mentre cammina al suo fianco lo mette inspiegabilmente di buon umore.

Sta per chiedergli di che canzone si tratti quando una ragazza con le guance un po’ troppo rosse entra nel suo campo visivo.

“Tsukishima-kun, potrei parlarti un attimo?”

E’ una dei membri della squadra femminile di pallavolo; la riconosce perché, su richiesta di Daichi, si sono allenati con loro la settimana precedente.

Riconosce dal suo colorito che si tratta di una di quelle faccende spinose che lo mettono a disagio, ma, prima che possa rifiutare, interviene Yamaguchi.

“Ti aspetto poco più avanti, Tsukki... non preoccuparti.”

Tsukishima vorrebbe fermarlo, ma lui ha già ripreso a camminare e fischiettare, lasciandolo solo con la ragazza.

Come aveva immaginato, la giovane gli consegna una lettera chiusa con un adesivo con un cuoricino rosa e gli confessa che vorrebbe passassero più tempo insieme e che diventasse la sua fidanzata. E’ così imbarazzata da non riuscire a guardarlo in volto.

Tsukishima la ringrazia, ma le comunica che è costretto a rifiutare perché è già impegnato con un’altra persona.

La ragazza annuisce e sembra comprendere che il rifiuto non dipende da lei, ma scappa via comunque dopo averlo ringraziato, lasciandolo a raggiungere Yamaguchi con un sospiro.

Si rimettono in marcia verso la stanza del club e Tsukishima nota che l’altro non ha ancora smesso di fischiettare.

“Non mi chiedi cosa voleva quella ragazza?” domanda a un certo punto.

Yamaguchi scrolla le spalle. “Si è dichiarata, vero?”

“Già.”

“Lo sospettavo,” afferma con una nota vivace nella voce.

Tsukishima si sistema gli occhiali sul naso e lo guarda interrogativo. “Non vuoi sapere cosa le ho risposto?”

“So benissimo che l’hai rifiutata...” replica Yamaguchi, sfoderando uno dei suoi luminosi sorrisi. “Visto che sei impegnato con me.”

Tsukishima arriccia il naso davanti a tutta quella sicurezza. “E non sei neanche un po’ geloso?”

Yamaguchi ridacchia e lo fissa alzando un sopracciglio. “Perché dovrei? Sappiamo benissimo entrambi che senza di me non puoi stare,” mormora, allungando poi la mano per intrecciare per qualche attimo le loro dita. “O mi sbaglio?”

Raggiungono la sala del club nel più completo silenzio e Tsukishima non può che sbuffare non appena ode la domanda di Tanaka.

“Tsukki, ma che hai fatto alla faccia? Sei rosso come un pomodoro!”

Nel dubbio, Yamaguchi se la ride indisturbato.

 

*

 

La prima cosa che Kuroo vede non appena esce da scuola e si slaccia l’uniforme è Kenma seduto su un muretto, intento a parlare con un ragazzo. Rimane impalato lì per qualche attimo e strabuzza gli occhi, incredulo per via della scena che ha di fronte.

Non si tratta del gamberetto della Karasuno, uno dei loro compagni di squadra o di classe. Kenma sta parlando con uno sconosciuto.

Non capisce perché, ma una goccia di sudore freddo gli scivola lungo il collo.

Lo guarda imbambolato mentre risponde con educazione alla domanda del ragazzo, il quale a occhio e croce è del primo anno; poi, il biondo abbozza un timido sorriso e gli indica un paio di edifici più in là, forse il campo da calcio.

Kenma lo saluta addirittura con una mano quando si allontana, tornando poi a fissare la propria consolle, rimasta abbandonata fino a quel momento.

Kuroo neanche si accorge di essersi avvicinato a lui.

Kenma fa appena in tempo ad alzare lo sguardo: Kuroo gli si para subito davanti.

“Chi era quello?”

Kenma lo fissa annoiato prima di rimettersi a giocare. “Uno.”

“Uno chi?”

“Un ragazzo.”

Kuroo si mordicchia il labbro. “E cosa voleva?”

“Indicazioni.”

“Per andare dove?”

“Il campo da calcio.”

“Ma lo conosci? Ci hai già parlato?”

Kenma, a quel punto, alza il naso verso Kuroo. “Sì, è uno del primo anno con cui ho fatto due chiacchiere ieri.”

Kuroo percepisce il proprio volto diventare più pallido.

“Due chiacchiere?”

“E’ simpatico.”

Simpatico?” Kenma non trova mai nessuno simpatico.

“Già, fa i miei stessi giochi.”

Kuroo deglutisce e si sistema la tracolla meglio sulla spalla. “E come si chiama?”

Kenma sbuffa. “Si chiama Kuro-piantala-di-fare-il-geloso-ti-sto-prendendo-in-giro-non-so-chi-sia-quello.”

Un enorme sospiro di sollievo si leva dalle labbra di Kuroo, il quale abbassa le spalle e avverte la tranquillità pervadergli le membra.

“Bel nome,” commenta con un piccolo ghigno prima di dare una piccola gomitata a Kenma e fargli segno di seguirlo verso la palestra.

Kenma aspetta che il suo ragazzo gli dia le spalle prima di fare un piccolo sorriso soddisfatto.

 
Beta reading: Ilaria
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