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Autore: ame tsuki    25/02/2018    3 recensioni
Raccolta di OneShot/Flashfic/Drabble traboccanti Obikin. Le storie sono di tutti i generi e tipi e scollegate tra loro, comun denominatore solo i due indiscussi protagonisti di una delle mie OTP.
Hope you like it ♥
Capitoli:
1. Vero, Obi-Wan? ~ {Angst}
2. In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella ~ {Fluff}
3. Controllo ~ {Drabble}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25-02-2018
Fuori nevica e io avevo in mente questa fanfiction da un sacco di tempo. Quale miglior giorno per darle finalmente luce?
Come le altre, questa One Shot va letta da sola, non è il seguito o il prequel di niente: solo un piccolo flash di uno dei momenti condivisi tra Anakin e Obi-Wan. Qui li troviamo insieme su Ilum che, per chi non lo sapesse, è il pianeta dove i Padawan vanno a prendere i cristalli Kyber, cioè il cuore della propria spada laser. È il turno di Anakin, appunto: costruirà la spada laser più famosa di sempre!
Non è esattamente materiale da ship. Che vuol dire? Non si baciano, non fanno dichiarazioni d’amore discutibili e nemmeno si sfiorano con un dito. Obi-Wan ha venticinque anni, Anakin appena dieci: ci sarà tempo e modo per farli innamorare, ma non è questo il giorno (-cit.) XD

 
 
 
In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella
 
 
 
Uscirono dalla velocità luce davanti a Ilum, il mondo dei cristalli Kyber. Dopo qualche mese passato a imparare le basi con bastoni e spade da allenamento, per Anakin era giunto il momento di costruirsi la propria spada laser, una di quelle vere. Obi-Wan percepiva l’eccitazione del Padawan vibrare nella Forza attorno, come volesse comunicare alla galassia intera l’importanza di quel giorno. Sorrise, pensando al se stesso di quell’età: impaziente, avventato, ottimista, così desideroso di dimostrare il proprio valore ai maestri del Consiglio da non riuscire a stare fermo. Proprio come il piccolo Skywalker, che adesso quasi saltava sulla poltrona, gli occhi incollati al vetro in attesa di entrare nell’atmosfera del pianeta.
«Metti su il cappuccio: atterriamo» lo avvisò il maestro non appena intravide la bianca superficie. Ilum era un posto sempre freddo, spesso coperto da un soffice strato di neve.
Ed era proprio la neve ad aver totalmente catturato l’attenzione di Anakin, che la osservava con la bocca socchiusa e quella luce nello sguardo che solo un bambino di dieci anni poteva ancora sfoggiare. Sordo al consiglio del Jedi, era paralizzato dalla visione, come se l’aria gelida all’esterno avesse congelato l’euforia all’interno. Obi-Wan atterrò con cautela per non disturbare la sorpresa dell’allievo, ricordando solo ora il suo pianeta natale, arido come la sabbia di cui era fatto. Sicuramente quella era la prima nevicata che il Padawan avesse mai visto. Commenti confusi e battute ironiche gli affollarono la mente ma rimasero inespressi per insicurezza; il giovane Cavaliere ancora non era riuscito a vincere l’imbarazzo nel trovarsi a crescere più in fretta del previsto, costretto dalla volontà di apparire un maestro saggio e capace, almeno agli occhi dell’allievo. Il più delle volte si scopriva in conflitto con se stesso, senza sapere cosa dire o come dirlo, desiderando scavalcare il muro d’indifferenza che aveva eretto nei confronti del piccolo quando ancora pensava a lui come un’altra patetica forma di vita raccolta da Qui-Gon. Cercava disperatamente un appiglio per la connessione: era certo che ci fosse ma non riusciva a vederlo, smorzando anche l’iniziale esuberanza del bambino. Skywalker si era rivelato molto furbo, intelligente, intraprendente e straordinariamente chiacchierone, ma le conversazioni tra loro risultavano vuote, di circostanza, necessarie ai propri scopi senza sforzarsi di essere di più.
Il silenzio si protrasse fino alla rampa d’accesso, già aperta verso l’aria pungente del pianeta. Una fitta nevicata turbinava attorno a loro: ancora pochi passi e avrebbero lasciato la copertura dell’astronave per affrontarla. In un impeto che solo l’ancóra giovane età poteva dargli, Obi-Wan posò la mano sulla spalla del minore per fermarlo.
«Aspetta» disse. «Guarda». Alitò lentamente verso l’alto e la nuvola di vapore creata dal suo respiro caldo si disperse in piccole volute. L’altro lo osservò, troppo affascinato per sorridere, e decise di imitarlo.
«Divertente» esclamò dopo aver compiuto il gesto qualche volta, piegando le labbra all’insù.
Kenobi annuì e finalmente avanzò per scendere a terra, seguito dal Padawan. Il primo passo del bambino sul terreno imbiancato fu incerto, la fronte aggrottata allo scricchiolio che la neve aveva provocato sotto il peso dello stivale. Dopo qualche metro si guardò indietro, scoprendo di aver lasciato impronte nette al suo passaggio. Col cappuccio ancora appoggiato sulle spalle, i capelli biondi stavano iniziando a bagnarsi, ma Anakin sembrava non curarsene, assorto nei suoi pensieri.
«Sai, maestro» iniziò, col palmo della mano pronto a catturare piccoli fiocchi. «In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella».
Il Jedi rise al commento. «E decisamente meno irritante». Cercò di scambiare uno sguardo complice col bambino ma lo trovò col viso rivolto verso l’alto, le labbra socchiuse e gli occhi spalancati davanti allo spettacolo della natura, in un’espressione dipinta come la personificazione della meraviglia. Lo invidiò un poco per questa capacità di incantarsi davanti a cose che ormai, per lui, erano banali.
«Sembra di stare facendo il salto nell’iperspazio. Vero?» aggiunse poi Skywalker, sempre rapito dalla nevicata. Fu il turno del Cavaliere di stupirsi. «Non l’avevo mai vista in questo modo» confessò. «Ma hai ragione». Alzò anche lui il volto, lasciando scivolare via il cappuccio. Fianco a fianco, maestro e allievo si erano persi ad ammirare qualcosa di lieve, candido e puro e, per la prima volta, il silenzio non fu affatto un peso.
Il maggiore fu il primo a interrompere il momento, spinto dal dovere. «Andiamo, Anakin, hai un cristallo da trovare» ricordò con un sospiro. «E alzati il cappuccio».
L’altro fece come ordinato, arricciando il naso infastidito dal doversi sistemare dritta la treccia da Padawan. Non si era abituato a portarla, mentre Obi-Wan ancora cercava la sua. Insieme, erano l’incarnazione del troppo presto e del troppo tardi, entrambi spaventati dal dover affrontare cose più grandi di loro.
Ma, in fondo, Obi-Wan Kenobi era un ottimista. La promessa a Qui-Gon ormai era diventata una promessa a se stesso: avrebbe insegnato ad Anakin e imparato da lui e, insieme, sarebbero diventati due metà della stessa persona.

 

 
Ammetto di essere confusa sul genere di questa cosa XD Pensavo fosse Fluff ma, boh, ha dei toni un po’ più seri rispetto alla mia idea iniziale. Spero di essere riuscita almeno in un intento: trasmettere l’incertezza di Obi-Wan nel dover insegnare pensando di non essere pronto a farlo.
Stavolta non ho davvero molto altro da dire (strano: di solito le note sono più lunghe della fanfiction stessa XD). Spero solo vi sia piaciuta e mi auguro di tornare a scrivere tante cose Obikin per voi. Ho un sacco di idee in cantiere e – questa volta – ho anche iniziato a scriverle!
Quindi, a presto!
Tsuki ♥



 
   
 
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