Vin rouge.
#090. Vin rouge
La
pensione Bertolini non è cambiata dalla primavera precedente: le tende sono
sempre le stesse, ancora appese allo stesso modo, ancora fatte dello stesso
panno color vino, ancora cariche di polvere. La carne sembra la stessa
della primavera precedente, ancora poco saporita, e certamente Charlotte
Bartlett la disprezzerebbe ancora una volta. Anche le bottiglie dell’acqua e
del vino sembrano le stesse, ancora disposte nello stesso modo: messe insieme,
formano ancora una trincea tra le due file di commensali.
I
commensali! Persino i commensali sembrano gli stessi della primavera
precedente: i soliti volti grigi e poco interessanti così tipici dei turisti
che vanno in giro con il naso infilato tra le pagine del proprio Baedeker,
mentre il volto che Lucy vede alla propria sinistra – affascinante, dai tratti
regolari, più allegro della primavera precedente –, il volto che Lucy vede alla
propria sinistra sorride cordiale, anche alle due anziane signorine – così
simili alle precedenti miss Teresa e miss Catharine, ora lontane, forse ancora
a Costantinopoli - , anche alle due anziane signorine che li osservano
dall’inizio della cena, e che adesso hanno iniziato il loro terzo grado,
curiose come soltanto due zitelle di quell’età potrebbero essere.
Da
quanto sono sposati?
Da dove
provengono?
È il
loro primo viaggio in Italia?
Quali
progetti hanno per il futuro?
Dove
vivranno?
Lei è
già incinta?
Il
“fortunato signore”, come lo chiamano le due care pensionanti, sa esprimere i
sentimenti che prova per la moglie in un modo, e in un modo soltanto – con un bacio.
Un bacio casto, appoggiato sulla guancia, reso discreto per amore di lei – lei,
che ha saputo mantenere viva in sé la minima consapevolezza dei limiti della
decenza, e che più tardi lo rimprovererebbe, se adesso fosse tanto impudente da
baciarla sulle labbra, come fece la scorsa primavera, tra le violette, e
come fece lo scorso autunno, sul sentiero baciato dal sole, e come ha fatto la
scorsa notte, tra le lenzuola della loro stanza.
Lucy,
la “sposina”, come la chiamano le due rugose signorine, malgrado la castità del
bacio sente le gote avvampare – come ogni notte, quando suo marito fa all’amore
con lei e lei teme che dalle altre stanze qualcuno possa sentirli – e non sa a
chi dare la colpa: è il bacio del suo grande amore ad agitarla così, o soltanto
il vino rosso servito dalla pensione?
[389
parole.]
Note dell’Autrice
Mi sono innamorata del
libro già al primo capitolo, la prima volta che l’ho letto.
L’ho riletto una seconda
volta, e ho imparato ad apprezzarlo una volta di più.
Poi ho visto il film, e
ho perso completamente la testa –
perché Julian Sands rende
perfettamente l’idea di George.