Ho afferrato una tela e l'ho dilatata a dismisura,
ogni volta era una tela diversa,
la allargavo con accanimento osservando i fili comporre intrecci.
Erano intrecci graziosi,
erano intrecci brillanti,
erano intrecci splendidi,
ma a furia di dilatarli i fili iniziavano a rompersi,
la trama a stravolgersi,
i colori a sbiadire,
e quello che avevo creato diventava un'aberrazione.
L'Altro poteva aiutarmi a ridimensionare la tela,
a farla tornare alla normalità,
a ricucirla,
non l'ha fatto e non lo biasimo.
Allora ho lasciato che si distruggesse solo per me.
Senza confini il bello è nel mio cuore,
ma a volte i confini sono necessari.
Non esiste un intreccio che sfiori il cielo,
i fili sono fragili,
troppo fragili
ed io mi sono persa nel loro strapparsi e mi hanno avviluppata e mi hanno soffocata.
Buio.