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Autore: Anown    27/02/2018    0 recensioni
Tutto cominciò il giorno in cui Morishige si ritrovò, controvoglia, a passare il pomeriggio in un parco, il bambino sperava almeno di poter stare tranquillo per conto proprio... ma una piccola ragazza infernale aveva altri piani...
Diciamo che mi piace usare personaggi piccoli e farli comportare in modo strano... forse è il mio punto di vista sui bambini ad essere strano...
Questa volta farò dei capitoli più brevi, se vi va di passare e lasciarmi un parere mi fa molto piacere.
Spero che la storia possa piacere a qualcuno, mi scuso per gli eventuali errori.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masato Fukuroi, Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sachiko Shinozaki, Sakutaro Morishige
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una ragazza infernale e un bambino annoiato.


Una bambina con due codini bassi e ondulati si aggirava per il parco infastidita, strisciando con i piedi.
“Codarde… mai che mi diano una mano!” pensò a denti stretti. Ma guardandosi intorno ebbe il piacere di puntare una possibile preda… emh… possibile alleato. C’era un bambino occhialuto tutto solo, accovacciato in un angolo che scarabocchiava sul terreno umido con un bastoncino. Decise di avvicinarsi. L’obbiettivo era vestito piuttosto pesante per il mese d’ottobre… la giacca che portava era su per giù di una taglia più grande e portava una sciarpa marroncina…
-Ciao! - esclamò la bambina fissandolo. Il bambino alzò un attimo la testa nella sua direzione, anche se la parte inferiore del viso era coperta dalla sciarpa a giudicare dalle sopracciglia aggrottate non sembrava contento del contatto. Tornò a ignorarla, ma la bambina non si arrese e si accovacciò davanti a lui cercando di fissarlo dritto negli occhi. -Ciaaao… - ripetè lentamente.
-...Ciao.- rispose rassegnato dopo un po’.
-Chi sei? -
-...Io. - rispose dopo averci riflettuto.
-Intendevo, come ti chiami? -
-Perchè dovrei dirlo a una sconosciuta? -
-E’ agli sconosciuti adulti che non si deve parlare, ma al parco si va per giocare e fare amicizia con gli altri bambini. - ribattè risoluta, il bambino sospirò…
-...Sakutaro Morishige. - rispose alla fine.
-Piacere! Mitsuki Yamamoto! - la bambina sorrise vittoriosa. -Sakutaro… - il bambino sospirò annoiato e tornò a giocare col legnetto. -Mi piace! È un bel nome! - concluse annuendo. Il bambino si sorprese… era l’ultimo commento che si aspettava a proposito di un nome insolito… ma finito quel momento si girò e diede le spalle alla bambina. -Vuoi diventare il mio commilitone? - gli propose.
-...Il nonno mi ha detto di non entrare nell’esercito, spiacente! - ribattè secco.
-Eh? Non intendevo sul serio… e non credevo neppure che sapessi cosa fosse un commilitone… -
-Oh… capisco… quindi contavi di reclutarmi sperando che non capissi i tuoi veri intenti… il nonno mi aveva detto che l’esercito era subdolo, ma non fino a questo punto. Non sapevo che fossero tanto disperati da cercare bambini… -
-Non volevo reclutarti per nessun esercito! Era per dire! Volevo solo chiederti di aiutarmi a recuperare un’altalena… dei bambini si sono convinti che gli appartenga e nessuna delle mie amiche ha voluto darmi una mano a riconquistarla! - spiegò determinata.
-...Ah ...questo cambia tutto. -
-Quindi vuoi unirti a me in questa operazione di riconquista? - domandò fiduciosa.
-...No. Non ho alcuna intenzione di azzuffarmi per una stupida altalena. E poi… perché ti atteggi a conquistatore? - disse il bambino con perplessità genuina, ma anche un pizzico di cattiveria.
-...Tanto con quei vestiti così lunghi e pesanti saresti stato lento, avresti inciampato e mi saresti stato sicuramente d’intralcio! - sbuffò energicamente la piccola.
-La volpe non riuscendo a raggiungere l’uva disse che tanto era sicuramente aspra… - sentenziò il bambino senza nemmeno guardarla.
-…Eh?! -
-Niente… è una favola di Esopo, non mi aspettavo la conoscessi comunque. -
-...Hai un’aria intelligente, eh? - disse leggermente sarcastica e si sedette vicino al bambino. Dopo un po’ d’attesa Morishige cominciò a temere che Mitsuki non avesse intenzione di spostarsi… -Perchè hai dei vestiti così pesanti? - gli domandò tirandogli leggermente la manica.
-Perchè non voglio ammalarmi. - calcando con troppa forza, il bastoncino che il bambino teneva si ruppe…
-E allora perché sei seduto sulla terra fredda? - il bambino rimase in silenzio senza fare una piega… -Quanti anni hai? -
-otto. -
-E quando li hai fatti? -
-A febbraio… - non gli piacevano tutte quelle domande, ma pensava che prima o poi si sarebbe stancata… o comunque ci sperava…
-Ah… sono più grande io! Di due mesi… ma le bambine crescono più in fretta quindi è come se avessi due anni più di te! - concluse allegra.
-...Te lo sei inventata. - affermò il bambino.
-E invece no! Guarda, sono anche più alta di te! -
-Non è vero… - disse scontroso, si alzò e si misero a confronto, ma…  -Ok, forse solo un po’... Non avevi un’altalena da riconquistare? - le ricordò speranzoso.
-...Non mi va di lasciarti da solo. - disse seria, poi gli diede delle rapide pacche sulla testa lasciandolo un po’ disorientato. -Del resto sono più grande di te, no? - mise le mani sui fianchi nel tentativo di assumere una posa più impressionante.
-...Ma sei seria? Stavo molto meglio prima che arrivassi tu a disturbarmi. - disse sgarbatamente… “Forse dovrei imparare ad essere meno diretto?” si domandò, ma contro ogni pronostico la bambina si limitò a sospirare, poi gli sorrise.
-Suppongo di non starti simpatica… - si guardò intorno e localizzò un altro possibile obbiettivo, cominciò a fare segnali con la mano cercando di richiamare la sua attenzione. Morishige la osservava incuriosito.
La bambina puntata da Mitsuki si indicò timidamente con la mano e quando Mitsuki annuì si avvicinò.
Anche questa bambina aveva i capelli raccolti in due piccoli codini, ma erano alti e tenuti da due fermagli dalla forma sferica. La bambina osservò i suoi due curiosi interlocutori, poi li salutò incerta.
-Come ti chiami? - domandò cordiale Mitsuki.
-...Mayu Suzumoto. - rispose. La bambina si sentì un po’ a disagio... il bambino sembrava fissarla molto incuriosito. “Credo di aver già visto la sua divisa da qualche parte...” pensò lui. “Inoltre...” Mitsuki prese a guardarlo storto… il bambino sospirò e si decise a fare la domanda.
-...Quanti anni hai? -
-Otto… -
-Fatti a…? - domandò un po’ insistente, la bambina non capiva cosa volessero da lei, ma rispose.
-Li ho fatti a dicembre... -
-Ah… avevi mentito! Le bambine non crescono più in fretta! - rise il bambino puntando il dito contro Mitsuki. -O comunque ti eri sbagliata… - annuì soddisfatto. La nuova arrivata era più bassa di loro e appariva piuttosto infantile, Morishige ci aveva messo un po’ a stabilirne un’età indicativa. Mitsuki sbuffò.
-Scusate, ma voi chi siete? - domandò titubante la bambina.
-Io sono Mitsuki Yamamoto, lui è Sakutaro Morishige. Ti andrebbe di farmi da commilitone? -
-…Ehm, cos’è un commilitone? - domandò imbarazzata la bambina.
-Non ti fidare. Lei è una persona malvagia che vuole qualcuno che le dia una mano ad azzuffarsi per recuperare un’altalena. - la avvertì infastidito Morishige.
-Eh?! Non voglio, mi dispiace! - declinò allarmata la bambina. Mitsuki guardò minacciosa Morishige che resse il suo sguardo senza problemi.
-Ok… vuol dire che andrò da sola… -
-Ad azzuffarti? Non potrebbe essere pericoloso? - domandò un po’ preoccupata Mayu.
-Ma no, tornerò sana e salva! - rispose spavalda, Morishige si lasciò scappare una risatina a causa di questo suo atteggiamento… -Comunque, lui voleva chiederti se potevate giocare un po’ insieme è solo che è molto timido… - dichiarò sorridendo malignamente.
-C-cos…? Dannata, impicciona, disturbatrice di quiete pubblica...- sibilò irritato.
-Umh… va bene… - la bambina scrollò le spalle e si sedette accanto al bambino poco solare mentre Mitsuki si incamminava, di nuovo solitaria, verso la sua missione. “Beh, sono più tranquilla non avendolo lasciato da solo. Ho fatto la mia buona azione quotidiana...” ghigno la bimbetta.

-Allora, cosa vuoi fare? - domandò Mayu.
-...In realtà… non voglio giocare, puoi anche andartene… - rispose. La bambina sembrò intristirsi un po’. -Non hai fatto nulla di male… è solo che non ne ho voglia… -
-E’ capitato qualcosa di brutto pure a te? - domandò incuriosita.
-No… perché? A te sì? - la bambina annuì.
-Un mio compagno di classe ha improvvisamente cominciato a nascondermi le cose… così, senza alcun motivo! - spiegò agitata. -Non so perché, ma sembra che abbia cominciato ad odiarmi e sono un po’ preoccupata… -
-...Ah ...capisco. - in realtà non aveva la minima idea di cosa risponderle, si sentiva un po’ a disagio, parlare con due bambine in un solo pomeriggio non era proprio nei suoi programmi… ed era stancante, non capiva perché per gli altri esseri umani, le chiacchiere, apparissero come qualcosa di naturale e spontaneo...
-Mi ha nascosto pure le scarpe da tennis e non ho potuto fare ginnastica… -
-A me avrebbe fatto piacere… - si lasciò sfuggire lasciando perplessa la compagna. -Non sopporto la ginnastica quindi usare una scusa del genere mi avrebbe fatto comodo. - spiegò.
-La odio anch’io. - sorrise la bambina. -Non sono per niente brava! -
-Già, alla fine è solo una scusa per misurarci e far prendere in giro i bambini meno atletici è più fragili! - disse indignato e fu un po’ deluso dalla reazione insicura della bambina.
-Umh… in realtà non mi ha mai insultata nessuno… inoltre, credo che uno scopo dovrà pur esserci… -
-Sei troppo fiduciosa. - sentenziò -Non è che solo perché un adulto dice una cosa, vuol dire che sia giusta per forza. - Mayu prima lo osservò incuriosita, poi le sue labbra presero una piega strana… sembrava un po’ nervosa.
-Già… credo che anche gli adulti possano sbagliare… - i due rimasero in silenzio per un po’.
-Ho detto qualcosa di offensivo? - domandò dubbioso.
-…No, pensavo solo a una cosa… - mormorò.
-Ah… va bene… - e scese di nuovo il silenzio, Mayu si sarebbe aspettata un’altra domanda, ma il bambino non sembrava molto interessato.
-Se non ti andava di giocare perché sei venuto qua? -
-Mi ha costretto mia madre...- sbuffò.
-...Non ti piace tua madre?- domandò la bambina un po’ inquieta.
-Beh… né lei, né mio papà passano molto tempo con me… non li conosco bene e non ho molto da apprezzare… - spiegò senza molto entusiasmo. Dicendo qualcosa del genere a un adulto, avrebbe subito una bella ramanzina, ma non era qualcosa che pensava con cattiveria, erano semplicemente i suoi sentimenti e non aveva avuto motivo di cambiarli fino a quel momento.
-Capisco… - annuì la bambina sentendosi un po’ a disagio. -Anche mio padre non passa molto tempo con me o con la mamma e a lei non piace molto… quando litigano lo fanno per questo… -
-Forse potrebbero separarsi… - commentò distrattamente Morishige. Mayu ebbe un sussultò e si fece improvvisamente pallida. “Perchè l’ho detto?!”-Lascia perdere, ho detto una cosa stupida! Nemmeno i miei passano molto tempo insieme eppure non sembra affatto che debbano separarsi e… litigano spesso… - mentì, se litigavano non ne era a conoscenza… in ogni caso non sembrava essere riuscito a tirarle su il morale che lui stesso aveva fatto precipitare.
-O forse si separeranno anche i tuoi… e finiremo abbandonati sotto un ponte perché uno solo dei nostri genitori non sarebbe capace di mantenerci, o magari finiremo per essere spediti avanti fra casa di mamma e casa di papà come dei p… dei p-pacchi postali!- riflettè angosciata a voce a alta. -Non voglio, non voglio, non voglio! - ripetè più volte.
-Non accadrà invece… perché… emh… - non aveva la più pallida idea di cosa dirle e forse era un bene che fosse troppo distratta dai propri pensieri per ascoltarlo, mostrandosi così insicuro l’avrebbe solo ulteriormente agitata… le passò una delle estremità del bastoncino che aveva rotto. -Vuoi pasticciare qualcosa sul terreno? - le propose, lei sorrise debolmente, forse intuendo il tentativo di farla distrarre.
-Ok… cosa disegniamo? - domandò curiosa.
-In realtà… niente… sollevo il terreno… faccio delle linee e dei cerchi... e basta… così per passare tempo. - Mayu non sembrava entusiasta della prospettiva. -Ma tu puoi disegnare qualcosa se vuoi… - sospirò. Mayu si stancò presto di smuovere la terra col bastoncino, disegnare in quel modo non era divertente, sembrava più che altro una scusa del suo nuovo amico per poter passare del tempo senza parlare, così cominciò a stuzzicarlo col legnetto. Dopo un po’ il bambino si arrese e si girò irritato.
-Che c’è? -
-...Umh… ho avuto un idea più divertente. - sorrise Mayu. -Inseguiamo i piccioni! - disse indicando un gruppo di poveri uccelli intenti a beccare un pezzo di pane lasciato da chissà chi…
-...No. -
-Beh… ma sarebbe più divertente, no? - tentò la bambina.
-Se vuoi puoi farlo, io non ti fermo… -
-Ma noi dovevamo giocare insieme… - “Perchè quella Mitsuki mi ha messo in questa situazione?”
-Oppure… - sussurrò la bambina, poi sembrò ricordare qualcosa… -Credo di dover andare… in teoria dovevo passare dalla cartoleria per prendere delle cose… - Morishige sospirò “Devo averla annoiata davvero molto...” concluse pensando che si doveva trattare di una scusa.
-Ok, va pure… -
-Sicuro? - lui annuì. -Ok, allora vado… Ciao… - titubante gli fece cenno con la mano e si allontanò. Morishige non era particolarmente dispiaciuto, ansi era piuttosto sollevato per certi versi di non dover più intrattenere la bambina… ma il tempo di sessanta, centoventi minuti sentì il rumore di piccoli passi che andavano velocemente nella sua direzione.
-Scusa se ti ho lasciato da solo! -
-Emh… fa niente… - rispose sorpreso di vederla spuntare. -Ma non dovevi andare in cartoleria? -
-Posso farlo anche domani e poi mi sentivo un po’ in colpa a lasciarti così… -
-Ah… capisco… - disse confuso.
-C’è qualcosa che non va? -
-No… ma perché ti sentivi in colpa? Non capisco… -
-Beh, siamo amici… credo… -
-Amici? Eh, questa è probabilmente la prima e ultima volta che ci vediamo, non è che siamo compagni di scuola o qualcosa di simile… -
-Se non vuoi più incontrarmi potevi anche dirmelo. -
-No, non intendevo questo… - sospirò. E finì per passare altro tempo a chiacchierare con quella bambina, o meglio, a sentirla parlare… era un po’ una fortuna, non avrebbe avuto la minima idea di cosa dirle. Subì anche qualche tentativo di Mayu di coinvolgerlo in qualche gioco, ma più o meno riuscì sempre a scoraggiarla. Poi la bambina dovette andarsene sul serio…
Ma si ripresentò poco dopo piagnucolando…
“Cosa le è successo?!” si chiese allarmato.

Mitsuki notò soddisfatta che a sorvegliare l’altalena era rimasto solo un bambino“Perfetto, alla fine non mi servirà nemmeno aiuto, li ho praticamente sconfitti per sfinimento, sono tutti andati a casa! O comunque quasi tutti...” il bambino rimasto era il più rognoso… un certo Yuuya… si avvicinò di soppiatto, poi notò un altro bambino che andava verso Yuuya con un succo di frutta. Mitsuki non poteva credere ai suoi occhi...
-Tradimento! - protestò la bambina infuriata andando verso di loro, il nuovo arrivato si girò verso di lei e le sorrise ingenuamente.
-Ciao, Mitsuki! Questo è Yuuya Kizami il mio vicino di casa, è un bambino di poche parole, ma… -
-Si, si! Già lo conosco questo fetente! - lo interruppe lei. -Kurosaki… non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te… -
-Ah… quindi sei tu la bambina con cui ha iniziato la sfida mortale per l’altalena… - il bambino deglutì.
-Che succede? - domandò un altro bambino, un quattrocchi dai capelli chiari.
-Ah… lui si chiama Masato Fukuroi… da domani darà un nostro compagno di classe. - spiegò Kurosaki ansioso di cambiare discorso.
-Ah, quindi sei tu quella con cui sono cominciate le ostilità dell’altalena. - disse il bambino incrociando le braccia. -Dovete finirla, le altalene sono due, non vedo perché dovete comportarvi in questo modo. -
-Non è l’altalena in sé il problema. - disse brusco Kizami. -E’ una questione di principio, non mi piace il suo comportamento quindi non andrà sull’altalena. -
-E’ lui che ha cominciato tutto! Se volete rendervi utili dovete allearvi con me! - Kurosaki e Fukuroi si lanciarono una rapida occhiata perplessa, ma prima che potessero stabilire il da farsi Mitsuki tirò fuori delle corde… -Allora sarete miei prigionieri. -
-Cosa?! - protestò Fukuroi e guardò stupito Kurosaki che invece sospirò e si lasciò legare arrendevole.
-Prendilo come un gioco… la accontentiamo facendole da ostaggi e aspettiamo che lei e Kizami la finiscano...- si limitò a spiegare.
-Ma come sarebbe a dire?! Sono due squilibrati, non dovremmo assecondarli! - poi si lasciò intimorire dallo sguardo arcigno e poco raccomandabile della bambina, deglutì e sia lui che Kurosaki si lasciarono condurre sotto uno scivolo.
-Come ci siamo finiti in questa situazione… e quelli dovrebbero essere i miei nuovi compagni di classe?! - cominciò a lamentarsi Fukuroi.
-Mi dispiace. - ridacchiò Kurosaki tranquillo. -Non sono male come sembrano… di solito Kizami è un bambino tranquillo e amichevole anche se a volte ha comportamenti strani ed è meglio ubbidirgli… -
-Non dovresti andargli dietro! Peggiorerai solo le cose! - protestò l’altro bambino.
-Tranquillo, siamo amici da tempo, so come gestirlo. - si atteggiò Kurosaki rendendo il compagno solo più nervoso. -Mentre Mitsuki è un tipo molto volenteroso e affidabile. - Fukuroi sentiva il sospetto di essere preso in giro. -Anche se non ha una buona fama… al parco e nella scuola molti la chiamano la ragazza infernale… -
-Cominciamo bene! -
-Oh… c’è mia madre… hey! Mitsuki! Dovrei andare! - le gridò Kurosaki. Lei si voltò e sbuffò, ma alla fine fece un gesto di consenso. Il ragazzo si slegò, saluto l’amico e andò dal genitore.
-Ragazza inf… Mitsuki! Non è che potrei andare anche io?! - la chiamò speranzoso dopo essersi fatto coraggio.
-No! -
-Ma a che ti servo?! A Kizami non interesso come ostaggio! -
-Peggio per te che non ti sei messo dalla mia parte… - la corda da salto con cui Fukuroi era legato non era stretta. Era più rappresentativa, non capiva nemmeno com’era possibile che si fosse fatto coinvolgere in quello stupido gioco…  cominciò a slegarsi sperando di potersela svignare di nascosto, ma la bambina si girò verso di lui immediatamente… “Cos’ha?! Gli occhi dietro la testa?!” si chiese con orrore. Lei interruppe lo scontro, andò verso di lui minacciosa e lo legò più stretto…
-Ma stai scherzando?! - lei scosse la testa mortalmente seria.
-La guerra e guerra… - pronunciò solenne e tornò da Kizami.
  
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