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Autore: MathieuChevalier    28/02/2018    0 recensioni
“La prima arte che devono imparare quelli che aspirano al potere è di essere capaci di sopportare l'odio.”
LUCIO ANNEO SENECA
Gli studenti della Bridgston Hotel School sono disposti a tutto pur di raggiungere l'apice della popolarità e del successo scolastico. Quando gli verrà presentata l'occasione per raggiungere tutto ciò non si renderanno conto che tutto ha un prezzo...Gli spettri del passato torneranno a perseguitarli e la corsa al successo diventerà lentamente un gioco al massacro...
Genere: Drammatico, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"non ci credo, mi stai prendendo in giro".

Jason era convinto di aver capito male. Non era possibile che Austin gli avesse detto una cosa del genere.

"è la verità Jason..." disse Austin, "Allison ebbe una storia con Mike prima di trasferirsi"

"ve lo ha detto lei? Sul serio?"

"eravamo a pranzo. Parlavamo e lei ha sganciato questa bomba. Neanche io e Monica potevamo crederci...e invece..."

"ma come...insomma, lui..." Jason prese posto su una delle sedie dell'aula vuota.

"non hai mai preso in considerazione che Mike potesse essere bisessuale?" disse Austin, incrociando le braccia.

"Mike ha avuto delle storielle con alcune ragazze ma..."

"evidentemente non erano coperture come tu credevi"

Jason divenne rosso sul volto. Forse di rabbia. O forse per l'imbarazzo. "e se anche Allison fosse stata una copertura? Era pur sempre il nuovo arrivato e...gli serviva una reputazione"

Austin scosse il capo. "no, Jason...sono molto più gay di te su queste cose, fidati. Allison ha avuto una storia piuttosto seria con Mike"

"non puoi saperlo con certezza" disse Jason

"allora è un bastardo, caro Jason. Preferisce sfruttare le ragazze come copertura piuttosto che dichiararsi e vivere la propria vita. Io l'ho fatto. Anche lui potrebbe farlo. E anche tu..."

Jason rimase in silenzio, guardando fuori dalla finestra.

"comunque ha avuto fin troppe coperture per essere semplicemente gay...e se fossi stato tu la sua trasgressione temporanea?" disse Austin. Uscì dall'aula ripetendo in mente le parole appena dette. Non aveva paura di dire le cose in faccia. Non se ne pentiva minimamente. 

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"ci sei alla festa questo sabato?"

Monica si fermò nel posare il mattone di letteratura nell'armadietto. Si girò avendo riconosciuto la voce. Leo era dietro di lei, con lo zaino su una spalla e un libro nella mano destra.

"ehm...la festa...oh, si, giusto...la festa" riuscì a dire Monica. Accennò un sorriso imbarazzato e chiuse l'armadietto.

Leo osservò i suoi movimenti impacciati. "volevo chiederti se venivi. Così...per sapere se almeno c'erano persone per le quali verrei  volentieri"

"io...non ci ho pensato, veramente...ma...non sarebbe male"

"è un si?" disse Leo. Sul suo viso si aprì un sorriso. 

"ehm...si. Penso di venire...anzi, ci sarò" disse Monica. In realtà non era tanto sicura delle sue parole, ma ormai aveva dato l'ok.

"beh...fantastico" rispose Leo, "ci vediamo lì allora"

Monica ripensava al loro discorso alla festa di Ashley, ma poi sopraggiunsero altri pensieri riguardo quella festa e preferì concentrarsi sul sorriso del ragazzo di fronte a lei.

Il ragazzo la salutò con un bacio veloce sulla guancia prima di allontanarsi. 

No, non se lo aspettava. Monica rimase lì ferma ad osservarlo mentre spariva nel corridoio affollato. Portò la mano sulla guancia baciata, la destra. 

"hey hey...qualcuno qui ha un sorriso da ebete" disse Jessica. 

Monica si girò lentamente, colpita da quell'entrata. Jessica non parlava più con lei dal giorno in cui Chris venne eletto rappresentante e lei rifiutò l'ingresso nella Delta Eta. E aveva fatto bene. 

"Jessica..."

"ciao Monica...ehm...così vai alla festa sabato..."

"s-si, a quanto pare..."

Jessica esitò per un momento, non sapendo come continuare. "senti...so che è un po' che non ci parliamo e...non parlo neanche con Austin. Mi dispiace per quello che è successo. Solo non capisco cosa significa per voi quella stupida storia della Delta Eta. Ero arrabbiata perché...eravate lì, insieme alle persone che avete sempre odiato e poi...Austin. Ha accettato nonostante ci fosse anche Ashley in quel gruppo e...Brad"

"in realtà...questa storia della Delta Eta ci ha portato un po' fuori strada. Non credo che andrà davvero in porto quest'idea. Non con noi almeno" disse Monica.

"oh...da una parte ne sono contenta. Non diventate come loro...tipo Ashley" disse Jessica, con una smorfia.

Monica rise e Jessica ne fu felice. "andiamo alla festa sabato?" continuò Jessica, "o il principe passa a prenderti con la carrozza?"

"smettila!" rispose Monica, dando un colpetto sulla spalla dell'amica. "è stato comunque carino da parte sua..."

"è il secondo round dopo quella...festa a casa di Ashley..."

"da dimenticare" disse Monica.

"concordo" rispose Jessica, osservando Ashley muoversi come una diva lungo il corridoio. "troppi problemi nella Delta Eta?" continuò la ragazza.

Monica non sapeva cosa risponderle. "diciamo...abbiamo solo tanti modi diversi di vedere le cose. I nostri piani per il futuro non combaciano"

"immaginavo. Eravate un gruppo davvero improbabile. Basta che non ci siano problemi seri"

"assolutamente. Chiuderemo questa cosa della Delta Eta...il prima possibile"

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Jonhatan posò il vassoio del pranzo di fronte ad Emily. La ragazza alzò lo sguardo ed osservò il ragazzo, in attesa di una spiegazione. 

"Emily, posso sedermi qui?" disse Jonhatan.

Emily era sola in quel momento. "si..." rispose.

"vorrei parlarti di una cosa che riguarda tuo fratello"

"neanche il pranzo posso più fare senza sentir parlare di mio fratello?" disse la ragazza.

"so che ormai sei stanca di questa storia. Io..."

Il discorso venne interrotto da un altro vassoio posato sul tavolo. Era Jennifer.

"vedo che ormai il discorso è già avviato" esordì la ragazza. Prese posto, sotto lo sguardo di Jonhatan.

"che cosa sta succedendo?" disse Emily

"lo sai benissimo...purtroppo questa situazione sta diventando più grande di tutti noi, ma...prenderemo la palla al balzo" disse Jennifer.

"io e Emily vorremmo parlare da soli". Jonhatan cominciava ad arrabbiarsi.

"per favore...parlare con te è l'ultima cosa che vorrebbe. Ed io e te vogliamo la stessa cosa, o quasi..." disse Jennifer. "nel giro in cui venne coinvolto tuo fratello ci sono persone che io e Jonhatan vogliamo colpire. E anche tu vuoi farlo, non è vero Emily?"

"dove vuoi arrivare?" disse Jonhatan.

"tu ce l'hai a morte con Chris perché ti ha misteriosamente stracciato alle elezioni ed io devo schiacciare la concorrenza" spiegò Jennifer.

Emily sentì i brividi lungo la schiena. 

"Emily..." continuò Jennifer, "Josh e Chris hanno hanno fatto rifiorire il giro che ha portato tuo fratello a scontrarsi con delle persone pericolose. Noi abbiamo i nostri interessi e tu i tuoi, ma l'obiettivo è lo stesso" 

"Non ci credo. Sei talmente insicura delle tue capacità che devi sabotare  Josh per aggiudicarti uno stupido concorso" disse Jonhatan.

"Senti idiota, vuoi prendere parte alla cosa o no? Emily non rifiuterà, giusto?" Disse la ragazza, con sorriso beffardo.

"Cosa volete che faccia?" Disse Emily.

"Determinata la ragazza, mi piace. Jonhatan? Cosa vuoi fare?"

"non capisco come tu possa essere così sicura di questa storia. E' risaputo che Josh centri qualcosa in questa storia...ma Chris. Non è detto che abbia fatto davvero una cosa del genere per ottenere voti" disse Jonhatan.

"tu non ti preoccupare" disse Jennifer, "ho le mie fonti. E comunque prenderò questo tuo ragionamento come un sì" 

"come farai a provare che Josh e Chris sono nel giro?" chiese Emily.

"per Josh sarà davvero una stupidaggine. Provare la colpa di Chris sarà più complicato. Ma troveremo un modo...e forse so già come fare"

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"la festa di sabato può essere una buona occasione per trovare altri componenti della Delta Eta" disse Dereck. Aveva le mani in tasca e camminava lentamente lungo il salone della confraternita.

"non potete lasciarmi da sola a fare tutto questo" disse Allison, "non credo di poterci riuscire. Volete che io scopra chi sono gli altri prescelti? Perfetto. Lo farò. Farei di tutto per farmi lasciare in pace da voi, ma non posso farlo da sola"

Dereck sembrò divertito dalle parole di Allison. "tesoro...non parlarmi con quel tono. Noi della Theta abbiamo un obiettivo preciso, ma finché non sarà il momento giusto non possiamo esporci"

"e dovete usare me?" disse Allison

"frequenti la loro scuola, ti sei avvicinata a loro"

"non per distruggerli" disse la ragazza, avviandosi verso l'uscita.

"non ti conviene uscire da quella porta. Il nome di Aaron ancora ti segue come un'ombra. Lo sai benissimo"

A quelle parole Allison si bloccò. Si girò e velocemente andò contro Dereck. "non vi azzarderete davvero a..."

"oh, certo Allison. Abbiamo le prove e lo sai. Lo sanno anche tutti i tuoi ex compagni di scuola, con i quali hai chiuso ogni rapporto, dopo esserti sporcata le mani e avergli dato tutta la colpa. Tu hai la coscienza sporca quanto loro".

La ragazza fece due passi indietro. "sei un bastardo"

"potevamo diventare qualcosa di davvero grande, se voi idioti della Gamma non aveste contribuito a buttare tutto all'aria"

"è stata la Delta Eta a darvi contro" disse Allison. 

"e voi li avete aiutati, sottobanco, a discapito loro, ovviamente. E sappiamo tutti come è andata a finire"

"voi non avete la coscienza pulita. Avete ucciso Dylan!"

"questo è quello che la Delta Eta crede...ma non ti dirò altro. Per adesso voglio sapere chi sono gli altri componenti della Delta Eta. Voglio colpirli tutti" disse il ragazzo, prendendo posto sulla sua poltrona.

"non puoi fare una strage"

Dereck rise. "ma cosa...no. Sarebbe un po' troppo banale, non credi? Ma se la nuova Delta Eta si dovesse dimostrare più forte di quel che sembra, allora..."

"siete dei mostri" disse Allison, ormai arrivata alla porta.

"tutto questo è successo per colpa vostra, mia cara. Avete scelto il nemico sbagliato. Ah e...sabato, alla festa, alla quale andranno tutti, creerai un diversivo, che costringerà i ragazzi a rivelarsi. Ho in mente qualcosa che potrebbe aiutarci...ma io sarò la mente e tu il braccio. Ora vai, visto che hai tanta fretta..."

Allison mise la mano sulla maniglia. Alzò lo sguardo verso Dereck, il quale sembrò curioso di ascoltare una cattiveria dalla ragazza, la quale però evitò di aprire bocca e velocemente uscì dalla casa. Dereck la osservò dalla finestra mentre attraversava il giardino. Infondo aveva paura anche lui, ma la Theta sperava in una rivalsa e lui era l'unico che poteva dargliela.

"è tanto che non sentivo parlare della Gamma" disse un ragazzo della Theta, scendendo dalle scale.

"non avrei mai immaginato una cosa del genere..." disse Dereck ,"Allison che si trasferisce e i genitori la iscrivono nell'istituto dove nacque la Delta Eta. Assurdo. Ma è anche una fortuna...una parte del lavoro sporco lo farà lei per noi. Nel frattempo...qualcuno riceverà una sorpresa, stasera" 


 

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Ashley frugava nei cassetti, in cerca di una divisa da cheerleader pulita. La trovò e fece un sospiro di sollievo. Si sarebbe cambiata prima dell'allenamento, a scuola. Decise di spostare quell'allenamento a venerdì sera, cioè proprio quella sera. La palestra dell'istituto era lasciata a totale disposizione delle cheerleader il sabato pomeriggio, ma il giorno seguente Ashley avrebbe cominciato molto presto il lungo processo di preparazione pre-festa: era ancora indecisa tra un prêt-à-porter di Versace o uno di Ferragamo.

Mise la sua roba nella borsa e si specchiò velocemente prima di uscire dalla camera. Il tragitto in macchina verso la scuola le sembrò un battito di ciglia. Pensò tutto il tempo alla situazione nella quale si stava andando a ficcare. 

"da un gruppo di sfigati come quello, dovevo aspettarmi qualche casino..." pensò.

Salutò con un bacio sulla guancia la madre e scese dell'auto. Rabbrividì: dopotutto dicembre era alle porte e non riuscì a credere al fatto che le vacanze natalizie erano già pronte a segnare la fine della prima metà dell'anno scolastico.

Decise di entrare in palestra passando all'interno della scuola. Quei corridoi la sera mettevano i brividi. Fece caso al fatto che il guardiano non era presente all'entrata, forse stava facendo un giro di controllo dell'istituto. Guardò il cellulare: stava facendo ritardo. Accelerò il passo.

Poco dopo desiderò di non essere mai andata a quell'allenamento. Le compagne di squadra avevano un'espressione di terrore sul volto. Il guardiano lo considerò uno scherzo di cattivo gusto, ma Ashley era convinta della veridicità dell'orribile gesto.

"hanno già cominciato la guerra" pensò Ashley, lasciando la palestra. Alcune amiche cercarono di fermarla e calmarla, ripetendo che fosse solo uno stupido scherzo, magari fatto dalle squadre maschili.

Una bambola gonfiabile con una parrucca bionda, una divisa da cheerleader rubata a chissà quale ragazza,appesa al canestro con una corda intorno al collo, sporcata con della vernice rossa per simboleggiare il sangue e un cartello con su scritto "ASHLEY", poteva essere davvero uno scherzo di cattivo gusto. Ma decisamente troppo per essere uno scherzo.

Cercò velocemente il numero di Monica che aveva contro voglia salvato in rubrica. 

"Monica! L-loro hanno...la situazione sta diventando davvero folle! Ci stiamo mettendo in pericolo"

 

   
 
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