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Autore: Maniac Queen    01/03/2018    4 recensioni
Gli ultimi istanti prima della grande notte, prima della reale fine. un delirio senza senso e avvolto da un'assenza di contesto e permeato dalla malata follia e dalla violenza in un crescendo di delirio che sfocia nell'asoluta inutilità di un gesto senza logica, la voglia di soppraffare il nemico schiacciata da una consapevolezza di impotenza davanti agli eventi.
Nessuno meglio di Alucard e del joker poteva far parte di questo spettacolo, ques'assurda rivisitazione del finale di Devilman.
P.s.
Questa è la mia prima shot e in generale prima , aggiornamenti settimanali, spero che mi darete una possibilità.
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Una pallottola, spinta nel caricatore di un vecchio revolver divorato dalla ruggine, una singola pallottola premuta da un pollice scorticato a morsi e sanguinante con la carne dolorante in mostra e l’unghia consumata e strappata a forza con nervi ancora in vista che venivano dilaniati dal dolore ad ogni singolo movimento. Davanti alla canna della pistola stava un ignudo uomo poggiato ad una parete abbattuta nella sua interezza e solo la base ancora persisteva nella sua inanimata esistenza e mai quei mattoni avrebbero pensato di assistere ad un evento come quello che veniva loro offerto durante quegli attimi. La vernice violetta della parete era ora dal malato colore grigio – verde, la cui provenienza la si poteva intuire dalla spalla spappolata dell’uomo divelto e sofferente, la carne era stata strappata via con un colpo di lama benedetta e le ossa bruciavano lentamente mentre i muscoli si atrofizzavano e scioglievano facendo urlare di quando in quando l’essere che tuttavia non poteva muoversi avendo il braccio destro divorato dalla cancrena che si muoveva verso la spalla e le gambe atrofizzate dal gelo che ne divorava l’epidermide.
 

- E così ti sei spinto a tanto… per cosa? Amore? Umanità, non farmi ridere Amon, tu sei come me, sei un mostro che si nutre di questi fattori… i forti muoiono, i deboli si estinguono… i brutali regnano, è la legge di questo mondo che DIO ha voluto imporre a chi lo abita, credi che dei vermi come noi possano violare il SUO volere? –


Ringhiò a detti stretti l’ammasso di carne e sangue che colava lento e copioso dalle ferite, gli occhi rossastri versavano amare lacrime sanguigne lungo il volto tumefatto e spalancati com’erano conferivano al viso un’aria ancora più folle di quanto in realtà già non fosse, aveva lo sguardo di una bestia braccata, minacciata, ferita, lasciata fuggire e solo alla fine messa con le spalle al muro, inerme e pronta a ciò che avrebbe posto fine alla sua esistenza, ma ghignò e alzò la testa verso il suo aguzzino, suo fratello, il suo nemico e amico più caro.
 

- TI HO DETTO, SONO SOLO ALUCARD –
 

Urlò l’assassino dandogli un calcio sulle labbra spaccandole e facendogli saltare i denti prima di poggiargli con la mano tremante e il braccio attraversato dagli spasmi il revolver sulla fronte e ringhiare dal dolore, la pelle dello stomaco era stata lacerata e gli intestini minacciavano di fuoriuscire ogni istante che passava e la testa non era messa meglio, metà del volto era stata strappata via e la parte restante era avvolta da spirali di fumo rossastri che si confondevano con la materia grigia pulsante e talvolta, colante sulla cappa cremisi che avvolgeva la slanciata figura della sua persona.
 

Il tramonto sulle rovine della villa dava alla scena surreale un tocco quasi beatificato con i corpi impalati sulle picche divorati dai corvi e dalle iene e gli organi prede di mastini e piccoli rettili che si cibavano dei cuori, degli occhi e di quei bocconi sanguinolenti che un tempo erano stati arti forti e decisi nel compiere le loro azioni. Il fumo poi ancora si levava dai piani più alti mentre l’intera facciata principale era crollata al suolo lungo il viale principale, arbusti e alberi si erano spezzati e il viottolo in macerie era cosparso di calcinacci e fuochi fatui che si levavano dai cadaveri e il tutto era osservato dalle prime pallide stelle in cielo.
 

- Alucard, Amon, non fa differenza, siete entrambi mostri, entrambi asserviti dall’uomo, ma io… IO VI HO RESO LA LIBERTA’, SENZA L’UOMO, SENZA QUEL FUTILE CANCRO LA TERRA RINASCERA’ AMICO MIO E NOI CON ESSI –
 

Con un ringhio Alucard poggiò l’indice sul grilletto, ma il dito tremava fra gli atroci dolori provocati dalle ferite sporcando di sangue quel semplice e primitivo pulsante e il polpastrello scivolava sul sudore e sul sangue e gocce fredde scivolavano sulla pallida pelle dell’uomo che dopo lunghi attimi d’esitazione lanciò un altro urlo abbassando l’arma e levando lo sguardo al cielo proferendo una sonora bestemmia contro l’entità che di tutto quello era causa. Perché l’uomo si era massacrato con le sue mani, perché il bastardo a pezzi li davanti aveva vinto e lui aveva visto tutto scivolargli via dalle dita? Cosa voleva DIO dalle sue creature, a che pro dar loro vita se poi sedeva placidamente sul trono del Paradiso mentre accadevano tutti quegli eventi ignobili e dettati solo dall’omicidio? Per quale ragione… PERCHE’?
Con le lacrime agli occhi si passò un palmo zuppo di pioggia sul volto e pianse con la bocca spalancata mentre acuti gridi di dolore gli salivano dalla gola e gli stivali affondavano nel terreno reso fangoso dal sangue e dall’acqua che, come a farsi beffe del tutto, aveva iniziato a cadere a terra consumandola nell’essenza. Tanta guerra, tanta sofferenza solo per arrivare li, l’uno davanti all’altro alla fine della loro millenaria disputa, i due signori dell’inferno, le due facce della morte, della mano sinistra di Dio.
 

- L’uomo un cancro? L’uomo poteva essere molte cose. Un padre, un fratello, un minatore, un impiegato di banca. Un omicida, un terrorista, uno stupratore… un uomo poteva provare molte emozioni, ma noi? Cosa siamo… cosa proviamo Noi Satana? Dolore, rabbia, desiderio e odio, solo questo… di ciò che vuoi ma l’uomo… l’uomo era ciò che noi, tutti noi aspiravamo ad essere, erano creature imperfette, ma bellissime, cogli anni, secoli forse, avrebbe raggiunto il proprio apogeo ma TU non potevi tollerare questo vero? Non potevi tollerare che degli esseri tanto semplici fossero in realtà più complessi e completi di te… Ci siamo per millenni posti al di sopra dell’umanità, ma alla fine era solo per gelosia verso la Stessa umanità. Oramai non percepisco neanche paura, solo uomini morti, bambini defunti con le lacrime agli occhi e madri squartate dagli infanti che portavano in grembo mentre la figlia subiva la violenza. Il cancro siamo noi Satana… non ti darò la soddisfazione di morire, vivrai, da ultimo della nostra razza… GODITI LA TUA GLORIA TANTO AGOGNATA BASTARDO D’UN ANGELO –
 

Urlò euforico Alucard portandosi il revolver alla tempia e premendo il grilletto. La deflagrazione fece spiccare il volo ai rapaci e fuggire gli spazzini che si nutrivano dell’orrido pasto, la risata del vampiro si levò dapprima pacata, poi esplose in un delirio di follia col corpo che zampillava sangue e le braccia mosse in maniera scomposta mentre le gambe tremavano e s’intrecciavano e gli stivali spesso posti gli uni sugli altri in una danza frenetica e senza alcun senso, Satana restò a guardarlo per qualche istante prima di piegare il sorriso eternamente dipinto di rosso sulla pelle bianca in una maniacale espressione e scoppiare a ridere a sua volta mentre la notte scendeva su ciò che restava della terra i cui ultimi attimi di luce vennero accompagnati dai suoni deliranti di due mostri all’apice del proprio essere e oramai incapaci di morire. Sarebbero eternamente rimasti solo loro, a danzare su un mondo che l’uno ha voluto distruggere, l’altro salvare.
 
 
 
 

 
   
 
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