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Autore: piccina    01/03/2018    2 recensioni
Ecco come mi sono sempre immaginare dovesse finire la giornata del Jagathlon. Cosa sarebbe successo se Harm avesse avuto il coraggio di parlare, una buona volta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti in ufficio notarono che qualcosa era cambiato, fra i due.
 
Non c’erano più frasi velenose di Mac e occhi bassi da parte del Capitano.
Anzi, i due sembravano tornati amici, come prima di sposarsi.
Ricominciarono a seguire qualche caso assieme e non era raro che si aspettassero per andare a pranzo.
 
Non si sentì più parlare di divorzio.
 
A Roma doveva essere successo qualcosa.
 
Tiner sentì sospirare:”Speriamo” all’Ammiraglio, che li guardava parlare vicino alla fotocopiatrice.
 
M:”Harm, ho la macchina dal meccanico, non è che mi daresti un passaggio a casa? Spero che me la consegni in tempo per andare a recuperare Cate e Luke, domani. Sono a giocare con AJ e Sandy  e stasera si fermano a dormire li, da Bud e Harriet.”
 
H:”Ok, non ci sono problemi. Visto che i bambini non ci sono, mangiamo un boccone insieme?”
 
M:”Buona idea. A casa dovrebbe esserci ancora qualcosa di adatto a un vegetariano!” sorrise.
 
H:”Io pensavo di invitarti a cena fuori ma, se preferisci così, ancora meglio”
 
Dopo Roma, ogni tanto uscivano per cena o per un cinema. Qualche volta  erano anche andati a fare un giro insieme con i bambini.
Quella era però la prima volta, che lo invitava a casa, da quando se n’era andato.
 
Per Harm fu una strana sensazione entrare nuovamente in casa.
Da più di un anno, non vi metteva piede, anche quando andava a prendere i figli li aspettava in veranda.
 
I giochi dei bambini sparpagliati in sala, le foto sue e di Mac qua e là sulle mensole e la libreria. Non le aveva tolte.
Un’ondata di emozioni lo travolse, mentre appendeva il cappotto al pomo in entrata. Il suo pomo.

 
Si voltò e vide che anche gli occhi di Mac erano lucidi, le guance arrossate tradivano un turbamento profondo.
 
Si avvicinò a Mac, l’abbracciò forte e la baciò.
Questa volta fu un bacio vero, un bacio profondo, d’amore.
 
Un bacio da marito.
 
Le labbra di Mac si aprirono per lui poi lo prese per mano e in silenzio lo condusse al piano di sopra, in quella che era stata la loro camera matrimoniale e che lei non aveva più abitato da quando lo aveva mandato via di casa.
 
Si amarono furiosamente, mai sazi l’uno dell’altro.
 
Quando, dopo ore di amore e di tenerezza, Harm si rivestì per tornare a casa sua lei non lo fermò e lui non si aspettava che lo facesse.
………………………………………………………………………………………………………....
 
La mattina dopo, fra le email che trovò sul pc spiccava una di Mac.
La aprì. Nessun testo, solo un allegato, un Mp3. Lo fece partire:
 
E si svegliò
di un soffio impercettibile
che appena appena
se ne accorse il cuore;
e vide il mondo,
fino allora incomprensibile,
avere finalmente un senso
nelle tue parole...
e s'inventò la forza
di venirti a prendere
e reggerti ubriaco
sulle scale:
la tenerezza
di vederti piangere,
stringendoti
per farti addormentare:
che pensarlo al di fuori di noi
non è possibile:
per come l'hai voluto tu
e lo difendo io
l'amore mio.

Sono stata in ansia
per i tuoi ritorni,
viva nell'illuminarsi
dei tuoi giorni,
mi ha colpita la felicità
come un addio;
amore mio,
io dormivo sotto la tua mano
e il tempo
mi ha portato via qualcosa
qui da dentro,
come un piccolo ricordo
di quand'era mio
l'amore mio...

Sei così sempre tu
da togliermi il respiro,
e solo i sogni tuoi
son quelli buoni:
gli altri, i piccoli, i miei,
quelli che vivo,
sono biglietti persi
nei tuoi pantaloni:
chiudo gli occhi al riparo da te,
rincorro il tempo e scrivo;
e nonostante te
lo sento vivo
l'amore mio.

Ma non posso naufragare
nelle tue maree,
come una parola
dentro le tue idee,
questa notte è lunga, aiutami,
ci sono anch'io...
amore mio,
non so vivere, non voglio,
senza ricordare;
non so correre e nemmeno
forse camminare,
ma ho bisogno di trovarlo adesso
un posto mio,
il posto mio...

farà male, dovrai scegliere,
dovrai sparire,
insultarmi o consolarmi
prima di capire
che non sei soltanto tu,
ma sono anch'io
l'amore mio...

amore mio.
(2)
 
Ho capito Mac, pensò Harm fra sé, ci andremo con i piedi di piombo. Non ti metterò fretta.
 
Ricominciò a corteggiare sua moglie.
 
Gentilezze, galanterie, fiori, complimenti e strane telefonate, dal contenuto segreto, che però facevano arrossire le guance del Colonnello. Anche in ufficio.
………………………………………………………………………………………………………………………
 
Nei mesi che seguirono i rapporti si fecero più stretti e iniziarono a coinvolgere maggiormente i bambini.
Spesso era Harm ad andare a prendere Luke e Cate a scuola e all’asilo per portarli a casa e poi si fermava a cena. I bambini erano felici quando si ritrovavano tutti insieme. E anche loro.
 
Una volta messi a letto i figli, Harm si tratteneva quasi sempre, ma alla mattina sgattaiolava via prima che si svegliassero e tornava a casa sua per cambiarsi, credendo di non essere visto.
 
Fino a quando non avessero preso una decisione definitiva sul loro rapporto non volevano confonderli.
 
I bambini però avevano notato che certe volte la mamma alla mattina si svegliava nuovamente nella vecchia camera da letto e altre, sempre più raramente, nella camera degli ospiti.
 
Non le riusciva proprio di dormire nel loro letto senza Harm.
 
Poi una bella mattina papà non andò più via all’alba, come Cate fece notare a suo fratello.
 
Quel giorno, dalla camera, sentirono papà sospirare:
 
”Di nuovo nel mio letto!”
 
“Nel nostro letto, amore mio” lo corresse la mamma.
 
La mamma non dormì mai più nella camera degli ospiti.
  
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