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Autore: Alahambra    01/03/2018    1 recensioni
E poi il buio si popola di stelle.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Sento ancora per un momento voci confuse, mani che mi toccano, vengo sollevato da terra, poi più niente: il buio.

E poi il buio si popola di stelle. Migliaia di stelle, che scorrono intorno a me, come se le guardassi dalle finestre dei miei alloggi sull’Enterprise.

Per un momento è vero: per un istante sono di nuovo sulla mia nave, sulla mia casa.

Osservo le stelle e sogno tutti i pianeti, tutti i popoli che illuminano.

Alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà …

Ne ho viste molte di nuove forme di vita e nuove civiltà da quando sono al comando dell’Enterprise!

Il più giovane Capitano della Flotta Stellare, 31 anni ed un universo da esplorare …

Non sono passati tanti anni da quella sera in un bar nell’Iowa!

“Quattro anni?Facciamo tre!” Avevo esclamato, baldanzoso, inconsapevole di aver appena segnato il mio destino.

Poi era arriva l’Enterprise, l’unica donna importante della mia vita.

Colei che mi ha saputo portare dove nessuno è mai giunto prima, tra stelle con una luce diversa per spingere l’umanità un passo più in là.

Perché solo su quella poltrona in plancia sento di poter fare la differenza, solo lì posso impostare la rotta ed andare al di là di tutto.

Ma è solo il posto che cambia, il resto è sempre lo stesso ...

Loro sono sempre gli stessi: il mio equipaggio, la mia famiglia.

Spock, il vulcaniano dei “I vulcaniani non …”; l’unico che di fronte a qualunque cosa, meraviglia o calamità che sia, alza il sopracciglio e dice (esclama non è vulcaniano, i vulcaniani non esclamano) “Interessante”.

Mi viene da ridere ripensando alla prima volta che lo vidi e sussurrai a McCoy “Chi è il bastardo dalle orecchie a punta?”.

Come è cambiata negli anni la mia opinione su di lui: oggi non potrei pensare di poter capitanare la nave senza i suoi logicissimi e, di conseguenza, sempre “infallibili” consigli.

Bones, alla storia Leonard H. McCoy, l’unico ufficiale della Flotta Stellare che odia lo spazio.

Lui, a differenza di Spock, mi è piaciuto subito, appena lo

vidi sul trasporto per l’Accademia mentre esclamava “Lo spazio è malattia e pericolo, nell'oscurità e nel silenzio. 

Non deve essere stato facile per lui prendersi cura di me in questi anni, intervallando interventi medici impossibili ad “Io sono un medico,non uno …”

Mi mancheranno terribilmente …

Mi mancherà essere seguito da un medico ipocondriaco armato di tricorder che discute di logica ed emozioni con un vulcaniano.

Mi mancherà la voce calda e sempre tranquilla di Spock che mi recita le assurde percentuali di rischio di qualunque illogica decisione io prenda.

Poi ci sono Nyota, l’unica donna che mi abbia mai resistito, Scotty, colui che teletrasportò il beagle dell’Ammiraglio, Chekov ed il suo assurdo accento russo, Sulu e l’assenza di curvatura …

Tutti uomini per cui rischierei la vita e che, sono sicuro, farebbero lo stesso per me …

Per arrivare coraggiosamente dove nessuno è mai giunto prima

E ci siamo arrivati, siamo arrivati nell’ignoto e non posso che essere orgoglioso di loro per questo.

Spazio: ultima frontiera

Oggi ho finalmente capito cosa voglia dire questa frase.

L’ultima frontiera non è una cosa fisica, non esiste un frontiera nell’immensità dell’universo; l’ultima frontiera è dove ognuno di noi, alla fine, arriva.

Ognuno ha una sua ultima frontiera ed io, oggi, ho incontrato la mia proprio dove speravo fosse: sulla mia nave, con il mio equipaggio, circondati da milioni di stelle.

L’ho sfiorata molte volte, ma poi sono stato riportato indietro perché non era il momento, non avevo ancora visto abbastanza.

Ma ora è arrivato il tempo, l’ultima frontiera è, infine, giunta.

Dopo un ultimo pensiero verso i miei amici sono pronto, sono pronto a varcare l’ultima frontiera poiché ho ricordi e viaggiato come uno zingaro nella notte.

 

 

 

Angolo autrice

Salve a tutti!

Per prima cosa sono contenta di aver, finalmente, scritto in questo fandom.

Ero molto agitata all’idea, ma, alla fine, ce l’ho fatta!

Forse la storia necessita di qualche chiarimento in fatto di ambientazione:

ho pensato ad un’ipotetica morte di Kirk, ambientata all’inizio della missione quinquennale nella realtà dei reboot.

Spero che questa ff vi sia piaciuta, lasciate traccia del vostro passaggio.

A.

PS: Le frasi in grassetto ed anche il titolo sono prese dalla canzone “No Roots” di Alice Merton.

Sono sicura che quelle in corsivo le riconoscerete!

   
 
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