Sento
ancora per un momento voci confuse, mani che mi toccano, vengo
sollevato da
terra, poi più niente: il buio.
E
poi il buio si popola di stelle. Migliaia di stelle, che scorrono
intorno a me,
come se le guardassi dalle finestre dei miei alloggi
sull’Enterprise.
Per
un momento è vero: per un istante sono di nuovo sulla mia
nave, sulla mia casa.
Osservo
le stelle e sogno tutti i pianeti, tutti i popoli che illuminano.
Alla
ricerca di nuove forme di
vita e di nuove civiltà …
Ne
ho viste molte di nuove forme di vita e nuove civiltà da
quando sono al comando
dell’Enterprise!
Il
più giovane Capitano della Flotta Stellare, 31 anni ed un
universo da esplorare
…
Non
sono passati tanti anni da quella sera in un bar nell’Iowa!
“Quattro
anni?Facciamo tre!”
Avevo esclamato, baldanzoso,
inconsapevole di aver appena segnato il mio destino.
Poi
era arriva l’Enterprise, l’unica donna importante
della mia vita.
Colei
che mi ha saputo portare dove nessuno è mai giunto prima,
tra stelle con una
luce diversa per spingere l’umanità un passo
più in là.
Perché
solo su quella poltrona in plancia sento di poter fare la differenza,
solo lì
posso impostare la rotta ed andare al di là di tutto.
Ma
è solo il posto che cambia, il
resto è
sempre lo stesso ...
Loro
sono sempre gli stessi: il mio equipaggio, la mia famiglia.
Spock,
il vulcaniano dei “I vulcaniani non …”;
l’unico che di fronte a qualunque cosa,
meraviglia o calamità che sia, alza il sopracciglio e dice
(esclama non è
vulcaniano, i vulcaniani non esclamano)
“Interessante”.
Mi
viene da ridere ripensando alla prima volta che lo vidi e sussurrai a
McCoy
“Chi è il bastardo dalle orecchie a
punta?”.
Come
è cambiata negli anni la mia opinione su di lui: oggi non
potrei pensare di
poter capitanare la nave senza i suoi logicissimi e, di conseguenza,
sempre
“infallibili” consigli.
Bones,
alla storia Leonard H. McCoy, l’unico ufficiale della Flotta
Stellare che odia
lo spazio.
Lui,
a differenza di Spock, mi è piaciuto subito, appena lo
vidi
sul trasporto per l’Accademia mentre esclamava “Lo
spazio è malattia e pericolo,
nell'oscurità e nel silenzio.”
Non
deve essere stato facile per lui prendersi
cura di me in questi anni, intervallando interventi medici impossibili
ad “Io sono un medico,non uno
…”
Mi
mancheranno terribilmente …
Mi
mancherà essere seguito da un medico
ipocondriaco armato di tricorder che discute di logica ed emozioni con
un
vulcaniano.
Mi
mancherà la voce calda e sempre tranquilla di
Spock che mi recita le assurde percentuali di rischio di qualunque
illogica
decisione io prenda.
Poi
ci sono Nyota, l’unica donna che mi abbia mai
resistito, Scotty, colui che teletrasportò il beagle
dell’Ammiraglio, Chekov ed
il suo assurdo accento russo, Sulu e l’assenza di curvatura
…
Tutti
uomini per cui rischierei la vita e che,
sono sicuro, farebbero lo stesso per me …
Per
arrivare coraggiosamente dove nessuno è mai giunto prima
E
ci siamo arrivati, siamo arrivati nell’ignoto e
non posso che essere orgoglioso di loro per questo.
Spazio:
ultima frontiera
Oggi
ho finalmente capito cosa voglia dire questa
frase.
L’ultima
frontiera non è una cosa fisica, non
esiste un frontiera nell’immensità
dell’universo; l’ultima frontiera è dove
ognuno di noi, alla fine, arriva.
Ognuno
ha una sua ultima frontiera ed io, oggi, ho
incontrato la mia proprio dove speravo fosse: sulla mia nave, con il
mio
equipaggio, circondati da milioni di stelle.
L’ho
sfiorata molte volte, ma poi sono stato
riportato indietro perché non era il momento, non avevo
ancora visto
abbastanza.
Ma
ora è arrivato il tempo, l’ultima frontiera
è,
infine, giunta.
Dopo
un ultimo pensiero verso i miei amici sono
pronto, sono pronto a varcare l’ultima frontiera poiché ho ricordi e viaggiato come uno
zingaro nella notte.
Angolo
autrice
Salve
a tutti!
Per
prima cosa sono contenta di aver, finalmente,
scritto in questo fandom.
Ero
molto agitata all’idea, ma, alla fine, ce l’ho
fatta!
Forse
la storia necessita di qualche chiarimento
in fatto di ambientazione:
ho
pensato ad un’ipotetica morte di Kirk,
ambientata all’inizio della missione quinquennale nella
realtà dei reboot.
Spero
che questa ff vi sia piaciuta, lasciate
traccia del vostro passaggio.
A.
PS:
Le frasi in grassetto ed anche il titolo sono
prese dalla canzone “No Roots” di Alice Merton.
Sono
sicura che quelle in corsivo le
riconoscerete!