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Autore: Padfootblack    01/03/2018    1 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Hellcat Spangled Shalalala – Amy

 

Julie mi osservava criptica, non si fidava dei miei continui “Sto bene, va tutto bene, alla grande”, preferiva farmi l’interrogatorio di terzo grado ogni volta che mi vedeva. Cercai di rassicurarla, ma non cambiava idea, e mi stava intristendo. Eravamo in un pub a Manchester, io e lei da sole, per parlare di qualsiasi cosa, ma a quanto pare era una sua seduta alla quale non volevo partecipare.

“Da quanto non senti Liam?”mi chiese indagatrice.

“Sette mesi”

“E Alex?”

“Tre mesi”. Annuì pensierosa, sapevo già cosa stava pensando, ma non glielo dissi.

“L’ultima cosa che ti ha detto Alex?”

“Che mi avrebbe portata in studio con lui per registrare”

“A Sheffield?”

“Yep”. Altro silenzio, stava preparando la sua diagnosi.

“E Liam?”. Deglutii e rimasi zitta, fissando la mia bottiglia di birra. Liam era ancora un tasto dolente e superare quello che c’era stato fra di noi non era stato semplice. Avevo passato dei mesi d’inferno senza lui al mio fianco ed ero arrivata alla conclusione che non ero fatta per stare con nessuno, dovevo farci l’abitudine.

“Mi ha detto di chiamarlo quando mi va di farlo”

“Che cazzo vuol dire?”

“Che devo smetterla di trattenermi e fare quello che voglio nella vita”

“E perché non lo fai?”

“Perché sono stufa di mettermi in gioco e restare sempre delusa”terminai la birra: “E comunque, ho deciso mesi fa che avrei passato del tempo da sola, single e felice, ricordi?”

“Sì, tipo otto mesi fa, direi che è il caso di smetterla con questa storia”. La osservai scioccata: “Intanto sono stati otto mesi fantastici, senza nessun tipo di preoccupazione o problema. Hai finito la seduta terapeutica adesso?”.

Just when things are getting complicated in the eye of the storm
She flicks a red hot revelation off the tip of her tongue

“Se Liam venisse qui a chiederti di rimetterti con lui, cosa diresti?”

“No”risposi subito: “Gli voglio ancora molto bene, ma no”

“Perché?”

“Da quando sono single me la passo benissimo, non sono mai stata così bene in vita mia”

“Balle”mi interruppe: “È vero che è bello stare da soli, ma è passato più di un anno, fra tentato suicidio e riabilitazione ...”

“E sto molto meglio adesso!”

“Non dico che devi sposarti e avere figli, ma condividere la tua giornata con qualcuno! Senza impegno”

“Se capiterà bene, se no pace. Sto ancora imparando a conoscere me stessa”confessai. Sospirò, aveva la stessa espressione preoccupata di mia madre: “Va bene, come vuoi. Ma seriamente, perché non torneresti con Liam?”

“Sei ossessionata!”

“Ehi, stai partecipando ad una seduta gratis da una psicologa”si indicò fieramente: “Cosa vuoi di più dalla vita?”

“Parlare con la mia migliore amica, Julie, non con la sua versione di laureanda”. Ma il suo sguardo era irremovibile, così rinunciai a combattere contro quel mostro di psicologa e sussurrai: “Ha dei figli, ma non è abbastanza maturo. È generoso, gentile e se ti ama ti dà il mondo. Ma litigavamo spesso nell’ultimo periodo e la situazione stava diventando insopportabile”

“E se te lo chiedesse Alex?”. Cosa c’entrava Alex? Alzai un sopracciglio con fare cinico, mi rifiutavo di rispondere a quella domanda trabocchetto. Incrociò le braccia al petto, tirando indietro le spalle.

“No, assolutamente no”dissi infine: “Sta con Taylor ed è felice così”

“Ma tu, lo vorresti?”

“Non con questa versione di Alex vecchio decrepito che fuma sigari come mio nonno ...”

“Ma se arrivasse l’Alex giovane?”. Scoppiai a ridere, divertita dalla sua domanda impossibile: “Se arrivasse l’Alex taciturno e pensieroso di vent’anni, con le rime giuste mi conquisterebbe in dieci minuti”.

Home sweet home, home sweet home, home sweet booby trap
I took the batteries out my mysticism and put 'em in my thinking cap

“Ma ora basta parlare di me”chiesi: “Come stai?”

“Bene, mi sto vedendo con un tipo ...”

“Incredibile!”esclamai felice: “Hai monopolizzato tutta la sera l’attenzione su di me, quando eri tu ad avere vere notizie succose! Racconta!”

“Ma niente, ci sono uscita qualche volta … e potrei innamorarmene, ha i connotati giusti. Certo, sarebbe fantastico se Helders non continuasse a inviarmi foto di lui nudo in viaggio con Iggy”

“Certe volte è proprio scemo”ammisi.

“Già, ma Pete è simpatico. E bello. Molto bello”aggiunse con gli occhi lucidi. Finalmente c’era uno spiraglio di speranza, ce l’avrebbe fatta a dimenticarsi di Matt prima o poi.

“Ed è intelligente!”strepitò come una bambina di fronte a un pacco di caramelle: “Non sai quanto, parliamo un sacco di qualsiasi argomento, con lui non mi stufo mai!”

“Buttati, Juls, mi raccomando”ordinai: “Non fartelo scappare”

“Tu avvisa Matt di smetterla di inviarmi fotografie imbarazzanti”

“Sarà fatto”. Il sorriso della mia migliore amica non durò molto: “Quanto resterai qui?”

“Qualche mese, andrò in giornata a registrare a Sheffield, ma poi tornerò qui”

“Ti manca Manchester?”

“Come l’aria”. Ormai ero tornata a casa da quasi un anno e mi ero abituata all’aria fredda che penetrava il cappotto, alla neve che scendeva incessantemente e alla pace dei sensi. Sarebbe stato difficile tornare a viaggiare in giro per il mondo, senza mai fermarsi e cantare ogni sera per mesi. Molte volte nelle ultime settimane avevo pensato di chiudere la mia carriera e cercare lavoro in un negozio di CD, ma qualcosa mi aveva sempre trattenuto. In fondo, nonostante casa mi mancasse, il sentimento che amavo di più al mondo era quello che provavo quando tornavo a Machester dopo un tour di sei mesi: quella sensazione a metà fra nostalgia e pura gioia era tutto ciò che mi teneva ancorata al mio lavoro.

“Forse farò un master alla Sorbonne”buttò Julie, come se stesse elencando la lista della spesa. La osservai sconvolta: “Stai scherzando?”. Fece una smorfia, quasi scusandosi per non avermelo detto prima: “Togli il forse, parto domani”

“COSA?”. I miei occhi si bagnarono subito di lacrime gioiose e tristi allo stesso tempo. Gioiose perché significava che si stava realizzando nel lavoro che aveva sempre voluto fare. Tristi perché non l’avrei avuta accanto a me in questi mesi. La abbracciai di slancio e le augurai tutta la fortuna che si meritava.

“E dai, prima o poi tornerò”mi staccò da lei perché tutto quell’affetto la stava facendo piangere e mi puntò un dito contro: “Devi scrivermi ogni giorno e non devi impazzire, intesi?”

“Sì, comandante!”

“Non prendermi in giro”si asciugò una lacrima solitaria dalla guancia: “Non fare cazzate, Ams”

“Te lo prometto. Sono tornata qui apposta! Mi sto riprendendo lentamente e non vedo l’ora di scrivere nuova musica”.

And did you ever get the feeling
That these are things she’s said before

D’un tratto dalle casse uscii un suono familiare. Anche qui no, per favore, non nel mio pub preferito. Julie scoppiò a ridere: “Non ci credo, ti prego dimmi che sta succedendo veramente!”. For what it’s worth suonava al massimo del volume e le teste dei mancuniani seguivano il ritmo, esattamente come il mio povero e debole cuore.

“C’è un posto in più alla Sorbonne?”le domandai: “Posso farti da cameriera personale se vuoi!”

“Ti prego, Ams, la tua vita è uno scherzo! Oh, adoro questa piccola cittadina!”

“Lo so, non ricordarmelo”. Scosse la testa e bevve l’ultimo sorso di soda: “Se fossimo ancora giovani ti direi di alleviare il dolore con l’alcol, ma non so quanto tu possa reggere”. Il telefono squillò e pregai fosse qualcuno di normale, qualcuno che non avesse nulla a che fare con la mia vita sentimentale. Lo mostrai a Julie senza controllare chi fosse, osservai solo la sua faccia che si colorò di rosso e fu accompagnata da altre grasse risate.

“Dopo questa ti faccio venire di sicuro con me! Oddio, mi mancherà tutto questo”

“Devo rispondere o no?”le chiesi.

“Non vuoi neanche sapere chi è?”

“Mi fido di te”. Mi osservò facendo gli occhi dolci: “Che cara che sei. Rispondi”. Premetti sul tasto verde e portai il telefono all’orecchio: “Sì?”

“Ehilà”. Osservai cinica la mia migliore amica, mimandole un vaffanculo con le labbra. Era l’ultima voce che avevo bisogno di sentire nella mia corsa alle Olimpiadi del “sto bene, va tutto bene, alla grande”.

“È da tanto che non ci sentiamo”continuò con voce annoiata, come se non avesse pensato di chiamarmi nelle ultime settimane, come se il suo dito si fosse casualmente posato sul mio nome mentre osservava la rubrica.

“Già, sono stata super impegnata ...”. Silenzio, imbarazzante e sterile silenzio.

“È la sua nuova canzone quella che sento in sottofondo?”

“Sì, sono in un pub con Juls, parte domani e volevamo salutarci ...”

“Sei a Manchester?”

“Esatto”. The first bird to fly gets all the arrows, let’s leave the past behind with all our sorrows, I’ll build a bridge between us and I’ll swallow my pride. Liam aveva davvero fatto un buon lavoro con questa canzone.

“Domani sono in zona”

“Sei a Sheffield?”domandai stupita. Julie sgranò gli occhi sconvolta e mimò un bacio, divertendosi del casino in cui ero impigliata.

“Sì, avevo voglia di tornare a casa”

“Wow”. Julie mi fece segno di parlare, ma scossi la testa. Mi tirò un debole pugno sulla spalla e sbuffai: “Se vuoi, noi … possiamo vederci?”. Non appena lo dissi, mi presi la testa fra le mani maledendomi, che caspita mi era preso? Non era il caso di vederci e complicare le cose fra noi!

“Certo, passo a prenderti domani sera”. Dove, come, quando? Chi? Lui da solo? E dove saremmo andati? Non capivo, ma non avevo i neuroni pronti, quindi mormorai soltanto: “Oh … okay”

“A domani, Brown” e staccò, senza lasciarmi indizi su dove fossimo andati. Avrei dovuto aspettarlo a casa mia a Manchester o allo studio a Sheffield? O davanti all’appartamento che Chris e Aaron avevano affittato a Sheffield? O davanti casa sua? Ma poi, abitava ancora con i suoi? Che confusione!

“Credo di volerti uccidere”dissi a Julie.

“Ti mancherò un sacco!”.

   
 
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