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Autore: HikariRin    02/03/2018    1 recensioni
The Realm Between è una storia che indaga le motivazioni per le quali Isa e Lea si sono separati; copre l'arco narrativo della saga da Birth by Sleep al finale di Dream Drop Distance. Il legame tra i due protagonisti, tra i ricordi e il presente, è come un reame di mezzo: qualcosa che non è più possibile trovare nella stessa forma in cui è scomparso, cui farà da sfondo una delicata riflessione sui sentimenti e sull'esistenza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Isa, Lea, Roxas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep, KH 358/2 Days
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- Questa storia fa parte della serie 'The Realm Between'
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The Realm Between ~ 1

Veri Amici



Sul Giardino Radioso stava finalmente scendendo il tramonto.
Forse, la giornata più lunga che io avessi mai vissuto.

Mi resi conto allora, con la schiena saldamente poggiata alle mura della torre, che avevo trascorso l’intera giornata a rincorrerlo; mi chiesi se, in qualche modo, se ne fosse accorto. Isa continuava a guardare in basso, e il cuore mi batteva forte al pensiero che alla più piccola distrazione avrebbe potuto perdere l’equilibrio. Non sembrava affatto curarsene. Aprì le braccia al passaggio del vento, sul suo viso c’era un sorriso felice.

Non potevo vederlo, ma lo immaginavo molto bene.

“Mi piacciono i posti alti. Adoro questo inafferrabile senso di libertà.”

Non si voltò affatto, mentre lo diceva. Sapeva che io avevo paura.

“Un giorno vorrei raggiungere il posto più alto di tutti. E allora, guardare giù.
  Se anche dovessi cadere, sarei contento di farlo da dove pochi oserebbero andare.”

Allora, si voltò. Si voltò, e mi sorrise.

Eravamo amici. Non che potessi pretendere qualcosa di più. In qualche modo, mi sentivo felice solo perché una persona schiva e incurante come lui aveva voluto avvicinarsi a me. Non capivo nemmeno se la nostra vicinanza avesse un motivo, ma in quel momento nemmeno m’importava. Durante quella giornata avevo conosciuto un nuovo amico, e seguendolo nel posto più alto che conosceva stavo cercando di tentando di avvicinarmi ancora ad un amico che avevo già. Sorridevo spensierato, mentre osservavamo la torre da lontano, perché pensavo che sarebbe stato un momento speciale solo per noi due.

Quando vidi il sorriso sincero dei suoi occhi che rilucevano al tramonto, il mio cuore mi disse di smettere di avere paura per lui, e fu allora che mi avvicinai al bordo. La città cominciava a tingersi di un colore gradatamente meno radioso, e tuttavia molto bello. Dall’alto potevo vedere piante e fiori, la piazza in cui eravamo stati fino a poco prima, il cielo più vicino di quanto non lo avessi mai visto. In quel momento pensai di volerlo fare tante altre volte, ma fu probabilmente perché mi vide vacillare che Isa mi prese la mano.

“Grazie per essere venuto qui con me, oggi. Sei un vero amico. Scusa per quello che ho detto prima.”

Rise, nascondendo il viso dietro la manica della sua giacca.

“Avresti dovuto mentire. Sarebbe stato più sopportabile.”

“Non avrei avuto nessun interesse nel farlo, di fronte a uno sconosciuto.”

“Perché, non sono forse gli sconosciuti che un giorno diventeranno tuoi amici?”

Mi guardò, senza alcuna apparente espressione. Era il tipo che non avrebbe mostrato nulla nemmeno ad un amico. Sicuro del mio posto quasi speciale al suo fianco, però sapevo che dietro al rigetto del suo sguardo per i sentimenti si nascondevano tante più cose di quante voleva dare a vedere. Forse il mio sorriso aveva un che di poco maturo ma, quando elicitò il suo, allora mi parve che il cielo si facesse un poco più luminoso.

“La prossima volta, proverò a fare il tifo per te.”

“Allora devo trovare un nuovo avversario al più presto.”

“Per adesso mi basta che tu sia qui.”

Non potei più guardare verso di lui. Fu totalmente inaspettato, mi colpì dentro. Se avesse pronunciato un’altra parola di apprezzamento, sarebbe stato troppo. La mia mano si inumidì nella sua, e tentai di svincolarmi, ma sentii il vuoto che mi chiamava ed allora ebbi l’istinto di fare un passo indietro. Allora Isa mi afferrò ancora più forte. L’ha sempre avuto, questo senso di responsabilità nel dovermi tenere a bada.

“Possiamo farlo altre volte.”

Dissi, cercando di dissimulare l’imbarazzo, e lui si sporse leggermente per guardarmi dritto negli occhi.

“Davvero? Un attimo fa, mi è sembrato che tu avessi paura.”

“Io? Paura?! Sento l’adrenalina fin sopra i capelli! S-sono davvero a posto, non preoccuparti per me!”

Frizionai i capelli con una certa sicurezza.

“Ah sì?”

“Avevo paura per te, piuttosto. Perché sono un vero amico!”

Si fermò sui miei occhi, e qualcosa dentro di me sobbalzò più volte.

“Io non ho paura.”

“Lo so.”

Lo sapevo bene. Mi ero già pentito di essere salito sulla torre con lui. Sebbene il paesaggio fosse onirico e il tramonto magico, sognavo solo di potermi sottrarre al più presto a quel timore costante. Allo stesso tempo, volevo che quella sera non finisse. Quell’amico che mi rendevo conto di non aver probabilmente mai conosciuto così a fondo mi stava dimostrando fin troppo, tanto che temevo di sbagliare qualcosa.

“Questo posto è niente, in confronto a quello che voglio raggiungere.”

Guardai in basso, assorto in ciò che significavano le sue parole, e pensai che se avesse raggiunto luoghi più alti di quello avrei forse avuto più paura a lasciarlo da solo piuttosto che ad essere lì con lui. Perderlo in quel modo sarebbe stato ben poco remunerativo. Piuttosto, mi sarei sacrificato per lui. Non sarei mai morto, quantomeno. Tra me e me, sorrisi sommessamente. Sarei stato immortale. Mi voltai nuovamente verso di lui, e corrucciai le labbra in un’espressione di aperto dissenso. Non sarebbe mai stato quel tipo di persona. Probabilmente, mi avrebbe ricordato solo come una persona morta in circostanze a dir poco assurde, e che tranquillamente avrebbe potuto evitare. Abbandonai quell’idea, e tornai soltanto a quella di seguirlo.

“Voglio venire con te.”

Riuscii nuovamente a catturare la sua attenzione.
I suoi occhi limpidi e severi mi scrutarono profondamente, quasi ad indagare se avessi potuto mentire.

“Sei sicuro?”

“Ricordi quello che ti ho detto ai piedi della torre? Se condividessimo gli stessi obiettivi e li raggiungessimo sempre insieme, dovresti ricordarmi per forza, giusto? Non voglio trascorrere un’esistenza noiosa.”

Non erano rimasti che pochi fasci dei raggi del sole. Eppure il suo mondo parve illuminarsi come mai prima.

“Sei proprio strano.”

Tornò ad osservare i tetti delle abitazioni che lentamente perdevano i loro colori, e mestamente sorrideva. Risi del suo sorriso misto a quel panorama sempre più scuro, e mi appoggiai sulle braccia alzando lo sguardo verso il cielo. Lui fece la stessa cosa. Il mio cuore era più tranquillo; sebbene la mia mano si scaldasse ancora nella sua, cominciai a sentire freddo. Ero entusiasta delle stelle che cominciavano a intravedersi in quello sconfinato manto scuro, ma istintivamente mi ritirai nelle spalle. Sussultai ancora una volta allorché mi sentii sfiorare dalla sua giacca. Lo guardai attonito, convinto di togliergli qualcosa di importante, ma incontrai ancora il suo sorriso. Era diverso dalle volte precedenti, pareva davvero contento.

“Lea, restiamo insieme anche a guardare la luna.”

Certo, pensai. Un astro per ciascuno. Sorrisi al suo stesso modo, e dato che me ne aveva fatto dono mi strinsi nella sua giacca. Sollevai lo sguardo ad osservare le prime stelle della sera, e parlammo ancora e ancora.
Non gli chiesi mai se anche a lui non era parso di essersi avvicinato un po’ di più a me, quella volta.

Le alture piacciono anche a me. Danno modo di riordinare i propri sentimenti. Anche se avevo già compreso ogni cosa, e non trovavo niente su cui riflettere. Lui pareva assorto in un qualcosa che allora non potevo comprendere. D’un tratto si voltò verso di me e mi guardò, come si guarda qualcosa cui si anela fortemente.

“Verrai con me anche domani?”

Annuii. Come fosse la cosa più naturale del mondo.
Ci sarebbe sempre stato un astro per ciascuno, ci sarebbe sempre stata una giornata seguente.

“Sarò sempre il tuo migliore amico. Memorizzalo.”

 I suoi occhi si accigliarono per un attimo, e il suo sguardo cambiò.

“Da quando siamo migliori amici?”

“Da quando andremo dovunque insieme.”

Sospirò, tornando a guardare altrove. Avrei detto di averlo messo in imbarazzo.
Quei momenti da parte sua erano talmente rari che sorrisi divertito.

“Hai sempre la risposta pronta.”

“E tu non dici mai niente. Fortunatamente, sono abbastanza bravo a capirti.”

“Davvero? Per cominciare, non volevo affatto un migliore amico.”

“Cosa?! Potresti almeno fare finta!”

Accanto a me, sapeva ridere. Quando ricordo quei momenti, il mio cuore si scalda sempre.

“Va bene, ho capito. Niente migliori amici.”

“Posso darti una possibilità. Hai parlato di obiettivi, no?
  Qual è il primo che vorresti raggiungere?”


Volevo conoscerlo ancora meglio, perché il suo entusiasmo anche se poco accennato sapeva trascinarmi lontano. In quello stesso momento in cui aveva deciso di accogliermi, decisi che lo avrei seguito ovunque.

“Non provare terrore nel sedermi sul bordo di una torre.”

“Io voglio salire ancora più in alto.”

Provai un indistinto senso di nausea, perché avevo appena siglato un contratto per il quale avrei dovuto salirci con lui. Ma, nello stesso momento, ero sollevato. Avevo trovato qualcosa di importante, un posto. Semplicemente un posto accanto a qualcuno, e per la prima volta sentii di non volerlo cedere o perdere.

“Ogni volta che guarderò la luna mi ricorderò di te, Isa.”

“Non sei tu quello che vorrebbe essere ricordato?”


Probabilmente la mia fu solo una grande pretesa, ma quel giorno credetti di aver compreso il vero significato dell’amicizia.

Mi ripromisi che, se anche fossero sopraggiunte diverse tempeste a separarci,
non avrei mai scordato quella giornata.


Note dell'autrice:


Salve a tutti, sono HikariRin!

 

Questa storia è stata la principale motivazione per cui ho voluto rispolverare la saga dopo anni di assenza dal fandom, e ho dunque giocato nuovamente tutti i giochi che ci hanno portati qui, alla vigilia del terzo capitolo.

Se anche voi vi siete mai domandati cosa quei due volessero fare sulla torre, qui ho dato la mia personale interpretazione. Ovviamente siamo partiti da Birth by Sleep, ma questa storia ripercorrerà tutte le vicende trascorse in 358/2 Days e Kingdom Hearts II, fino a giungere al finale di DDD. Ma parliamo del titolo.

In DDD Ienzo fa riferimento ad un 'Realm Between': Traverse Town, un mondo tra i mondi, nel quale le persone si vengono a trovare allorché il loro mondo non esiste più. Come un mondo di mezzo. Nella mia personalissima visione delle cose, il legame tra Isa e Lea è come un mondo di mezzo, rotto e ricostruito diverse volte, ma Lea continua a voler trovare quel legame e per farlo è disposto ad esplorare un mondo nuovo. Così anche Isa, nonostante per ovvie motivazioni non possa esprimerlo pienamente.

The Realm Between è una storia che va alla ricerca del motivo per il quale Isa e Lea si sono separati.

E spero che in Kingdom Hearts III anche questi due amici possano avere un degno finale.

   
 
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