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Autore: Jump And Touch The Sky    02/03/2018    0 recensioni
-"Per cui, che aveva fatto? La prima cosa che le era venuta in mente, la cosa più intelligente che avrebbe potuto fare... Aveva scritto una letterina a Babbo Natale."-
Uno scherzo cretino. Una studentessa disperata. Una reputazione da salvare. Una strana letterina di Natale. Una serie di fortunate coincidenze. Il Natale di Jared forse non sarà tranquillo come spera...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 dicembre, Los Angeles

Erano appena le otto del mattino quando la slitta magica, magistralmente manovrata dal pilota automatico, si alzò in volo nei cieli di Los Angeles e si diresse a razzo verso l'oceano. C'era da tener conto della linea del cambiamento di data e di che direzione prendere per riuscire a fare tutto il giro del mondo nella stessa notte, ma, nonostante Valentina e Jared avessero passato quella precedente a rompersi la testa sul planisfero, Olga era programmata per fare tutto da sola, per cui non ebbero problemi. 
A parte quando si trattava di camminare sui tetti. Quello in effetti fu un po' complicato, soprattutto per Valentina, che già aveva problemi di equilibrio sull'asfalto, figurarsi sulle tegole ghiacciate.

-Be'- esclamò lei, a un certo punto, proprio mentre sorvolavano Parigi, -non avremo ritrovato Babbo Natale, ma almeno abbiamo constatato che esiste!

Jared le lanciò un'occhiata dall'alto in basso. –Questo non elimina il fatto che tu sia completamente fuori di testa.

Valentina ammutolì e lo guardò storto.

Quando tornarono a Los Angeles era già l'alba del giorno di Natale. Non sapevano nemmeno loro come avessero fatto, ma ci avevano messo poco meno di un giorno per girare tutto il mondo.

Avevano perso del tutto la cognizione del tempo, a malapena sapevano dove fossero, ma una cosa era certa: erano entrambi sfiniti.

-Dovrei essere a casa prima dell'ora di pranzo. È il giorno di Natale.- sbadigliò Valentina, appena scesa dalla slitta, stiracchiandosi.

Jared stava cercando le chiavi di casa, praticamente incapace di articolare pensieri di senso compiuto.

-Penso che Olga non avrà problemi a riportarti a casa. Insomma... l'Italia per lei è di strada. No?

Valentina annuì, un po' inquieta al pensiero di viaggiare da sola con quel navigatore dalle strane funzionalità segrete.

Jared stava già per procedere ai saluti, stavolta definitivi, quando si accorse che c'era qualcosa di anomalo sul tavolo del soggiorno.

Due pacchetti.

Esitò qualche secondo prima di dirlo a Valentina, giusto per essere sicuro di non avere le allucinazioni.

-Italiana... c'è qualcosa per noi.

Entrambi rimasero in piedi di fronte al tavolo, sul chi vive, come se temessero che i pacchetti potessero esplodere da un momento all'altro.

-C'è un biglietto.- sussurrò Valentina.

-Prendilo tu.- rispose Jared. Lei sembrò allarmata.

-M...ma perché io?

-Perché sei tu quella che scrive le letterine.

Valentina si fece coraggio e prese il biglietto. Stava per aprirlo, quando il campanello iniziò a suonare insistentemente, facendo quasi prendere un infarto sia a lei che a Jared, il quale si precipitò ad aprire.

Non fece quasi in tempo ad abbassare la maniglia che suo fratello irruppe in casa come un tornado, spiaccicandogli in faccia una rivista scandalistica della quale Jared non riuscì nemmeno a leggere il titolo.

-Che diamine stai combinando, si può sapere?!- sbraitò Shannon, incredibilmente munito di occhiali scuri nonostante fosse da poco sorto il sole. –Ti sembra il caso di andartene in giro per il mondo a fare chissà cosa con una che ha poco più della metà dei tuoi anni? Vuoi per caso perdere del tutto la faccia, razza di scellerato?! Credevo che dopo l'assurda storia che ci hai rifilato lo scorso anno per giustificare la data a Firenze avessi toccato il fondo, ma a quanto pare non è finita lì!- proseguì, senza assolutamente notare Valentina, che era rimasta come pietrificata con la lettera in una mano e l'altra sollevata nell'atto di aprirla, e corredando il tutto di una lunga serie di parolacce incomprensibili e molto probabilmente inventate.

Jared riuscì ad allontanarlo di un paio di passi e finalmente fu in grado di leggere il titolo della rivista, datata 24 dicembre, sulla cui copertina campeggiava una foto di lui, Valentina e... Nicholas White davanti ad un'utilitaria color mentuccia.

«"Ragazza? Quale ragazza?" –le bugie diJared Leto e il mistero di Babbo Natale.»


Shannon aspettava a braccia conserte che suo fratello metabolizzasse l'informazione appena ricevuta. Solo quando Jared si voltò verso Valentina per mostrarle la rivista si accorse della sua presenza.

Si tolse lentamente gli occhiali da sole, forse per non impedire al suo sguardo di incenerirla.

-Che cosa ci fai tu qui?

Valentina sentì distintamente i suoi neuroni correre a casaccio nel suo cranio, in preda al panico, urlando come degli ossessi.

-Ecco, io... in realtà stavo per andare a casa. Sai com'è... il pranzo di Natale, i parenti che mi aspettano...

Non aveva minimamente considerato che non sarebbe mai riuscita ad arrivare in tempo per il pranzo di Natale, essendo in Italia già pomeriggio inoltrato. 

-Aspetta un attimo- esclamò Jared in quel momento, traendola d'impaccio senza nemmeno farlo apposta. –ma questa rivista è di ieri. E se...

Shannon e Valentina lo guardarono perplessi mentre lanciava in aria la rivista e afferrava la lettera che l'italiana stringeva ancora in mano.

-Allora, dunque... "Cari amici, grazie per aver consegnato i regali al posto mio. Avevo proprio bisogno di una bella vacanza in un posto caldo. Devo ammettere che mi sono un po' spaventato, quando vi ho visto venirmi incontro sulla spiaggia. Per questo ho mentito sulla mia identità..."

-Che farabutto! Allora era veramente lui!- esclamò Valentina, a voce altissima.

Jared le lanciò un'occhiataccia e continuò a leggere.

-Dicevo, "...ho mentito sulla mia identità, fingendomi Nicholas White. Ovviamente ho riconosciuto Olga, anche se l'avevate conciata veramente male. Chi l'ha scelto quel color mentuccia? Davvero demodé. Comunque, ho pensato che farvi fare un giro intorno al mondo al posto mio potesse essere una buona ricompensa per tutto il gran correre dell'anno scorso. So che adesso tutti i giornali parlano di voi... o meglio, di noi, ma non vi preoccupate. Esattamente ventiquattr'ore dopo la vostra partenza per consegnare i regali tutti dimenticheranno tutto e le notizie spariranno da ogni rivista. D'altra parte, Babbo Natale deve restare avvolto dal mistero. Ne va del mio riposo e, di conseguenza, della mia sanità mentale. Vi ho lasciato un paio di regalini, spero vi piacciano. Vi auguro un sereno Natale... e cercate di non mettermi più nei guai, grazie.

Ps. Valentina, Olga sarà molto felice di portarti a casa. Mi raccomando, non dire per nessuna ragione al mondo camino, o sarai scaricata nella canna fumaria di casa tua.

Saluti!"

Appena Jared ebbe finito di leggere, sia lui che Valentina si voltarono verso Shannon, che li fissava allibito e per la sorpresa si era persino dimenticato di rimettersi gli occhiali da sole.

-Non credo di aver capito bene. In ogni caso mi ricordo ancora tutto- disse, cercando di darsi un tono. –E qui, cari miei, carta canta. Questa è la vostro foto con un vecchietto e ormai tutto il mondo l'ha vista.

Fece per raccogliere la rivista da terra, ma appena la prese in mano si accorse che in copertina era comparsa la faccia di Jennifer Lawrence e persino il titolo era cambiato. Si accigliò e iniziò a sfogliare le pagine, alla ricerca dell'articolo incriminato. Arrivò fino alla fine e non trovò traccia del nome di Jared o di Babbo Natale.

-Ha funzionato- sussurrò Valentina, senza staccare nemmeno per un secondo gli occhi da Shannon. Jared non rispose.

Guardò l'orologio. Le otto meno un minuto.

-Ehi, Shan, ti... ti ricordi qualcosa di Babbo Natale, slitte magiche, viaggi a Parigi...?

Shannon gli lanciò un'occhiata furibonda. –Certo che me lo ricordo! Non penserai mica che sul serio Babbo Natale abbia...

Non fece in tempo a finire la frase che la sua espressione mutò radicalmente, passando da infuriata a tranquillissima in un nanosecondo.

-Oh, accidenti. Che ci faccio con questa porcheria in mano? Jared, sbrighiamoci. Mamma ci starà aspettando. Tomo cucina da almeno due giorni, sarà il caso di andare a comprare qualcosa... che so, del vino? Dei salatini? Insomma, andiamo? Ci sono anche i regali da aprire.

Erano le otto in punto. E Shannon non ricordava assolutamente niente.

Valentina non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo.

-Bene, io credo che me ne andrò...- annunciò, prendendosi il suo regalo e lasciando sul tavolo la letterina.

-E' meglio se quella la prendi tu- fece Jared, alludendo alla lettera con un cenno della testa. –Non voglio avere altri guai. E poi sono sicuro che non la butterai per niente al mondo.

Valentina sorrise, quasi commossa, ma notò subito che sul volto del suo interlocutore era riapparso il suo famigerato sorriso di scherno.

-Inoltre potrebbe servirti per i tuoi loschi scopi... o per combinare qualche altro disastro, che forse è anche più probabile- precisò infatti Jared, immediatamente.

Il sorriso di Valentina si smorzò.

-Fossi in te d'ora in poi dormirei con un occhio aperto. Per sicurezza.- bofonchiò. Si accorse che Shannon la guardava con sospetto, probabilmente cercando di capire chi fosse e dove l'avesse già vista e, soprattutto, perché stesse minacciando il suo fratellino.

Lei decise che non aveva tempo di mettersi a rispondere alle sue domande, perciò prese senza ulteriori indugi la via della porta.

Jared la accompagnò fino alla soglia.

-Allora finisce qui, finalmente- sospirò, a dire il vero molto sollevato.

-A quanto pare...- rispose Valentina, un po' imbarazzata. –Però non ce la siamo cavata tanto male. No?

-Anzi, direi che siamo stati bravi. Grazie a Olga, ovviamente...

-...ovviamente. Ora speriamo che non decida di scaricarmi in mezzo all'Atlantico.

-Sarebbe un'azione alquanto saggia, te lo dico.

-Jared. Non vorrai che scriva una lettera anche alla Befana, spero.

A quelle parole Jared si accigliò di colpo.

-Stai scherzand...

-Sì, scherzo. Non ti preoccupare. Da oggi in poi basta con le letterine.

-E basta anche con la vodka, per piacere. Non farti più incastrare con filmati compromettenti in cui fai il mio nome.

Shannon tossì rumorosamente per ricordar loro la sua presenza. Valentina aggiustò la presa sul pacchetto che teneva in mano e tese l'altra a Jared.

-E' stato un piacere. Grazie... per non avermi denunciata.

Jared ridacchiò e le strinse la mano.

-In fin dei conti è stato divertente. Ma non abbastanza da rifarlo, sia chiaro. Buon viaggio. Ti direi di chiamarmi quando arrivi... ma non hai il mio numero.

Valentina alzò gli occhi al cielo. –Buon Natale. È stato un piacere.

Olga partì a razzo e solo allora Valentina realizzò che quell'avventura, surreale e abbastanza pericolosa, era giunta alla fine.

Quando, più o meno all'altezza di Chicago, sua madre la chiamò per chiederle dove fosse e per informarla che l'avrebbero aspettata per pranzare, Valentina rimase interdetta.

Iniziò a contare quante ore di fuso ci fossero tra Los Angeles e casa sua, ma poi si ricordò che stava volando su una slitta magica con la quale, tra l'altro, era riuscita a fare il giro del mondo in una notte e capì che mettersi a fare i conti non aveva molto senso. 

Una volta arrivate, Olga le propose l'opzione 'camino', ma Valentina, memore dell'avvertimento di Babbo Natale, riuscì a farsi scaricare in strada.

-Grazie, Olga. Devo ammettere che, nonostante tutto, sei un ottimo navigatore- disse, mentre scendeva dalla slitta.

-Lo so- gracchiò il navigatore elfico di ultima generazione. La slitta si alzò in volo quando l'italiana aveva ancora un piede a bordo, il che quasi la mandò a faccia avanti sull'asfalto, ma siccome era Natale, Valentina decise di perdonare Olga e far finta di niente.

-Buon Natale- fece la slitta, già all'altezza della grondaia, prima di schizzare via.

Quello fu, dopo due anni, il primo Natale a filare liscio come l'olio.

Per tutti era come se non fosse successo niente.

Valentina non proseguì con la sua storia, che la magia di Babbo Natale aveva provveduto a cancellare da qualsiasi sito internet, Jared poté tornare alle sue cose senza doversi preoccupare di essere rapito o di essere demolito dalla stampa, ed entrambi rimasero con il ricordo di quelle frenetiche giornate, ma non ne fecero parola con nessuno.

La sera, finiti i festeggiamenti, sia l'uno che l'altra si ricordarono di avere un regalo da aprire.

Era una foto, quella foto, di loro due con Nicholas White. 

Valentina sorrise e la ripose tra le sue cose. A distanza di chilometri e chilometri, molte ore dopo, anche Jared fece lo stesso. 

 

 

Parigi, 8 luglio

-E lei chi sarebbe?

-Mi chiama Joanne, sono nuova.

-Favorisca i documenti, prego. E dichiari solennemente di non essere una pazza imbrogliona.

Joanne mise su un'espressione perplessa, ma obbedì.

-N... non sono un'imbrogliona, e nemmeno pazza. Ho sostenuto un regolare colloquio e...

-Sì, sì, interessante. Scusami ma da quando una sottospecie di psicopatica dal vestiario improponibile ha chiuso una mia dipendente nel bagno e le ha rubato l'identità per rapire un noto attore, demolendo del tutto il mio guardaroba, non mi posso fidare più di nessuno.

-Capisco...

Il suo datore di lavoro si esibì in un sorriso melenso e si sistemò la camicetta fucsia che indossava sopra un improbabile paio di jeans con delle toppe verde acido.

-Benvenuta, mia cara! Mi chiamo Jean Paul, ma puoi chiamarmi Gigì!

Joanne sorrise di rimando e fu prontamente spedita alla sua postazione.

Appena rimase solo, Gigì assunse un'espressione accigliata.

-Amelie D'Alembert... come no.

Nel cassetto della sua scrivania c'erano delle foto che era riuscito a raccogliere un paio d'anni prima, con un giro di telefonate ai suoi colleghi che lavoravano sul campo.

Il mondo li chiamava volgarmente paparazzi, ma lui detestava quel nome.

Ritraevano Jared Leto in giro per Parigi in compagnia di quella svitata. Non era ancora il momento, ma il mondo doveva sapere, bisognava solo aspettare l'occasione giusta... e quando fosse arrivata, lui, Gigì, sarebbe finalmente diventato una vera star.

 

 

Fine

 

 

 

 

 

Note dell'autrice

Non so che dire. Forse però è il caso che vi rassicuri: stavolta è finita davvero, niente più special, sequel o altro. Giusto un film e una serie tv, poi basta, ve lo garantisco :')

A parte gli scherzi, non pensavo che ci avrei messo così tanto a finire questa storiella. 
Avevo decisamente sottovalutato l'università.

Mi scuso per non essere riuscita a postare regolarmente e per aver scritto delle immense stupidaggini qua e là (specialmente in questi due ultimi capitoli, in cui tra fusi orari e varie sono quasi impazzita), spero che mi perdonerete. 

Grazie a tutti quelli che sono riusciti a leggere fin qui, forse l'ho già detto, ma vi ammiro moltissimo, io non ce l'avrei mai fatta.

-Vale

   
 
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