Da un po’, non ho più scritto di te… La radio sta qui a fare da base al fiume dei miei pensieri.
Sono stanca ma soddisfatta di me stessa, poiché questa settimana ho lavorato soltanto per me; perché quella casa, quella dei miei sogni: con una stanza per i dischi, i libri, con la cucina grande da riempire di cose golose e saporite sembra un po’ meno una povera fantasia scarica come un vecchio pennarello.
Io quella casa me la voglio prendere perché ci credo in questa Vita seppur essa tenga sempre le lacrime in serbo, come il più preciso degli assi nella manica.
Spesso mi perdo ad immaginare una me tutta intenta a non far bruciare il sugo: -” che poi con gli ospiti che figura faccio”.  
Mi viene da ridere disegnandomi imbronciata per un maglione bianco in origine poi d’una tinta rosa gomma da masticare per un lavaggio andato male.
Il letto poi lo voglio a due piazze anche se dovessi restare single a vita: voglio custodirci domande esistenziali, briciole e magari anche qualche sogno senza tempo.
Voglio riempire tanti pomeriggi di tazzine nere in stile moderno, caffè caldo e biscottini danesi al burro.
Voglio fare tutto questo e tanto altro ed anche se quasi certamente, tu in quella casa non entrerai mai, volevo ringraziarti perché di quelle mura, il merito sarà un po’ tuo.

NDA: mi scuso per eventuali errori.