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Autore: _Lightning_    03/03/2018    6 recensioni
– E quindi, se usassi questi metamateriali sui pannelli retro-riflettenti della Mark 42... –
– 46. –
– Ok, ok, quindi se tu... aspetta! Ma non avevi detto che smettevi di costruirle? –
– Dico un sacco di cose, ragazzino, non posso ricordarmele tutte. –

[post-Homecoming]
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Keener, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Intermezzi comico-musicali firmati Stark'
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Regali inaspettati

(e danni collaterali)

 

 

«E quindi, se usassi questi metamateriali sui pannelli retro-riflettenti della Mark 42...»

«46.
»

«Ok, ok, quindi se tu... aspetta! Ma non avevi detto che smettevi di costruirle?»

«Dico un sacco di cose, ragazzino, non posso ricordarmele tutte.»

Tony decise finalmente che ne aveva abbastanza di procedere a passo d'uomo dietro quella Corvette malconcia e diede un colpo deciso di acceleratore; la sua Audi scattò in avanti e superò l'altra auto con un rombo. Un sorriso di gioia pura illuminò Harley quando la velocità gli spazzò via i capelli già scarmigliati dal volto.

«Wow! Rifacciamolo!» si elettrizzò subito, indicando l'auto successiva, e Tony scosse la testa con un mezzo ghigno, ritornando a una velocità quasi normale e forzata dal traffico congestionato del centro.
 
«Ah-ah. Non ho intenzione di andare a sbattere con un minore in macchina. Sarebbe la mia fine, e tu devi arrivarci intero, a scuola.»

Harley s'imbronciò, ma non durò a lungo e riprese a sporgere le mani dalla decappottabile seguendo le correnti d'aria.

«Quindi... questa scuola è forte, no?» riprese infatti poco dopo, di nuovo iperattivo.

«Fortissima; l'ho scelta io, no? Ti troverai bene, ma non sarai più l'unico genietto della situazione.»

«Io dico di sì, e poi ho un asso nella manica,» ribatté lui con un'espressione furbetta.

«Sarebbe?»

«Posso dire che ho salvato Iron Man!» proruppe lui speranzoso, faticando a rimanere fermo sul sedile mentre stava a naso all'insù cercando di seguire il profilo dei grattacieli di New York che scorrevano sopra e accanto a loro.

«Ehi, abbiamo un accordo al riguardo,» lo rimbrottò l'altro, più serio.

«Lo so, lo so... non ti tradisco mica. Che barba, però,» sbuffò sottovoce il ragazzino, ma sorrideva sotto i baffi.

Tony si fermò con uno stridio di gomme in una stradina secondaria a un paio di isolati dalla Midtown School of Science and Technology. Teste curiose si voltarono a guardare la sua auto sportiva rosso-oro, ma lui si limitò a calcarsi in testa il berretto dei Lakers e a sistemarsi meglio gli ampi occhiali da sole, sperando di non essere riconosciuto. Nessuno si avvicinò.

«Sai la strada, no?» lo incalzò infine, quando vide che Harley non sembrava intenzionato a scendere.

«Uh-huh,» assentì lui distratto, con lo zaino stretto tra le braccia.

Tony tamburellò con le mani sul volante.

«Hai ancora il "dissuasore"?»

Harley in tutta risposta sollevò il mazzo di chiavi attaccato ai jeans, dal quale pendeva, simile a un ciondolo un po' stravagante, il congegno anti-bulli che gli aveva regalato anni prima.

«Allora sei a posto. Sopravvivrai,» affermò Tony, con sicurezza. «Apri,» ordinò poi, e la portiera eseguì il comando invitando Harley a scendere; lui scivolò fuori con riluttanza e questa si chiuse dietro di lui in automatico. «Bene, in bocca al lupo, ragazzino. Ti mando una cartolina da Malibu,» concluse Tony, facendo per ripartire.

«Prima che te ne vai come l'ultima volta...»

Harley lo fermò, portandosi dal suo lato e mettendosi a frugare in fretta nel suo zaino, coi capelli biondi che ricaddero a schermargli gli occhi. Tony si bloccò perplesso, esitò un istante e poi si decise a spegnere il motore. Squadrò da dietro le sue lenti rossastre il ragazzino che si affannava a cercare chissà cosa, suo malgrado incuriosito.

«Mia madre dice che non sa come ripagarti per la casa e il lavoro e tutto il resto e...»
 
«Infatti non deve; te l'ho detto, non ho intenzione di accettare...»

«... così ha detto che dovevo trovare io un modo per farlo. E l'ho trovato,» lo interruppe Harley, allungandogli finalmente un oggetto avvolto da carta dorata.

Tony fissò sorpreso il pacchetto un po' raffazzonato, lasciandosi sfuggire un sorrisetto, ma esitando a prendere il regalo.

«Uh, poggialo qui,» diede un paio di pacche sul cruscotto, «non mi piace che mi si diano le cose in...»

Harley non lo lasciò finire ed eseguì all'istante, prendendo poi ad agitarsi sul posto al colmo dell'irrequietezza. Tony si tolse gli occhiali da sole e soppesò il regalo con distacco, osservando segretamente divertito la reazione di Harley, che prese semplicemente a dondolare sui piedi in trepidante attesa. Convincendosi che non era il caso di farlo andare in tachicardia il primo giorno di scuola, iniziò a scartare con falso disinteresse il pacchetto, pungolato in realtà da una viva curiosità che però non avrebbe lasciato mai trapelare esplicitamente. Quando però i suoi occhi si posarono sul contenuto non riuscì a trattenere un sorriso pieno che sfociò in una risatina.

«Dora l'Esploratrice è passata di moda?» lo canzonò, rigirandosi l'orologio tra le mani.

Era digitale, nero con un cinturino in similpelle ed aveva una quantità impressionante di bottoni lungo il quadrante esagonale, che richiamava vagamente la piastra frontale della sua armatura, inclusa una tenue luminescenza azzurrina. Sul retro era inciso con un saldatore, in una grafia un po' incerta, "per Il Meccanico".

«L'ho assemblato io!» esclamò Harley, con un sorriso smagliante.

«Si vede, è un lavoro di fino,» replicò lui, con voce per una volta priva d'ironia.

«Ha un sacco di funzioni, guarda...»

«Penso di poter imparare a usarlo da solo, eh? So già che stai facendo tardi, per esempio,» gli fece l'occhiolino, interrompendo il suo flusso irrefrenabile di parole e additando l'ora mostrata sul display.

«Però prima premi quello!»

Harley additò un bottone in particolare, evidentemente non vedendo l'ora di vedere la sua reazione. Tony eseguì.

«I-am-Iron Man!» esclamò a sorpresa l'orologio, con voce robotica e strascicata.

«Ma questo è...»

«È l'inizio di quella canzone, a te piacevano i Black Sabbath, no? Non sono male, ho iniziato ad ascoltarli e...»

«Frena, frena! Ottimo lavoro, continua così e tutto il resto, ma se non fili a scuola entro due minuti chiamo l'armatura e ti ci porto in volo.»

«Davvero?!» Harley non sembrò affatto prenderla come una minaccia.

«No.»

Tony fece un sorrisino dispettoso e inforcò di nuovo gli occhiali da sole mentre si toglieva il Rolex per indossare il suo nuovo acquisto. Fece cenno ad Harley di avviarsi e quello fece un paio di passi, per poi girarsi verso di lui continuando a camminare all'indietro:

«Ma quindi ti piace?»

«So già come usarlo!» sogghignò lui di rimando, mentre ripartiva con la macchina nella sua direzione.

Nel superarlo si sporse appena dalla decappottabile e Harley accelerò il passo per tenergli dietro e ascoltarlo:

«Senti, se a scuola vedi un ragazzo più grande, smilzo e con la faccia da scemo che non la smette un secondo di parlare, stagli alla larga. È un combinaguai,» concluse Tony divertito, prima di lasciarsi Harley alle spalle con un rombo.
 

§

 
La Stark Tower era immersa nel silenzio, interrotto solo dal brusio del traffico che scorreva pigramente molte decine di metri più in basso, appena udibile oltre le spesse vetrate. Pepper dormiva profondamente, raggomitolata sotto le lenzuola.

Un'ombra si mosse furtiva, attraversando in punta di piedi la camera e scivolando silenziosamente accanto al letto, sedendosi poi sulla sponda dove dormiva la donna. Si avvicinò a lei con gesti cauti, fino a trovarsi a pochi centimetri dal suo volto...


«I-am-Iron Man!»

La voce robotica frantumò il silenzio ed esplose nelle orecchie di Pepper, che scattò a sedere all'istante col cuore a mille, pronta a fronteggiare un attacco alieno e trovandosi invece di fronte al prevedibile spettacolo del suo fidanzato che rideva a crepapelle, scosso da singulti silenziosi tanto forti da riuscire a malapena a prender fiato.

«Ma sei impazzito?!»

Lui emise un fischio sibilante, evidentemente incapacitato a respirare dal gran ridere.

«Ti giuro, se non la pianti con questa storia...»

«La tua faccia...» articolò infine lui in un singhiozzo, «... ogni volta è più bella,» completò, tentando a fatica di riprendere un contegno.

«Lo trovi divertente?!»

«Moltissimo,» replicò lui, sporgendosi verso di lei e cercando di baciarla in un vano tentativo di farsi perdonare; quando lei lo schivò e lo spintonò via decisa a non dargliela vinta, si risolse a premere ancora il pulsante dell'orologio, assordandola nuovamente con la voce robotica.

A quel punto Pepper si abbandonò a un sorriso più esasperato che divertito; Tony colse l'attimo e catturò brevemente le sue labbra, sospingendola con fare giocoso sul letto.


«È il regalo più bello che potessero farmi,» asserì poi, con convinzione.

«Ma io so che sei Iron Man, non c'è bisogno che me lo ricordi alle tre di notte,» gli fece notare Pepper con logica inoppugnabile.

«Magari ti sveglio alle tre di notte perché voglio ricordartelo anche in altri modi,» insinuò lui, con un sorrisetto malizioso.

Il cuscino che ricevette in faccia non bastò a soffocare la sua risata.



 

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Note dell'Autrice:

Devo ancora capire quali meccanismi inibiscano la mia spiccata propensione per l'angst deviandomi verso il fluff... ma quando succede, questo è il risultato.
È una one-shot senza troppe pretese, si è scritta liscia come l'olio e ne sono abbastanza soddisfatta, più che altro perché avevo il bisogno fisiologico di inserire Harley in una delle mie storie. E sì, secondo il mio headcanon Tony lo prende sotto la sua ala protettrice e si cura della sua istruzione, quantosonomelensabbattetemi, perché un laboratorio nuovo non era abbastanza per ringraziarlo. La scuola è la stessa di Spidey, pecchessì.
Se ve lo state chiedendo, tutto ciò è nato perché io volevo scrivere di Tony che rompe le scatole a Pepper alle tre di notte. A dir la verità, pure io sono sveglia alle tre di notte...
E niente, il resto si è praticamente auto-scritto e non me ne assumo responsabilità alcuna (siete autorizzati al lancio di ortaggi).
Edit: per ulteriori, mirabolanti avventure che coinvolgono il "dissuasore", ovvero l'anti-bullo, o per scoprire se Harley si è davvero tenuto lontano da Peter, vi indirizzo a questo lavoro a quattro mani <3 ->
The Super Life of Pete&Harl

Ringrazio anticipatamente chiunque leggerà o commenterà <3 E un grazie di cuore a Fuuma che ha creato a sorpresa la meravigliosa grafica che vedete come banner <3

-Light-

P.S. Consiglio l'ascolto dell'inizio di Iron Man dei Black Sabbath giusto per aver ben presente con quale voce da incubo si sveglia Pepper.

P.P.S. La storia si svolge in un momento indefinito dopo la fine di Homecoming, quindi Harley dovrebbe avere a occhio circa 13-14 anni e Tony e Pepper sono ufficialmente fidanzati. E sì, Tony a quel punto del MCU è praticamente un concentrato di stress e sensi di colpa, ma volevo dargli un attimo di respiro, per una volta.
 




 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie altrove, anche se creditate e anche con link all'originale su EFP, né quella a rielaborarne passaggi, concetti o trarne ispirazione in qualsivoglia modo senza mio consenso esplicito.

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