USS
Enterprise.
Data: 21
Dicembre 2264
Data
attuale
Bones aveva parlato a lungo, seduto davanti al suo capitano e amico,
giocando distrattamente con il bicchiere ormai vuoto. Il brandy lo aveva
scaldato, ma in quel momento sentì di averne ancora bisogno.
Jim continuò a guardarlo in silenzio, ripercorrendo con la mente le vicende
che il medico gli aveva appena finito di elencare. In parte si scoprì sorpreso
da ciò che era accaduto fra Bones e Eve, tuttavia la sensazione che ebbe la
meglio in lui fu la gioia. Era davvero felice per il suo amico, così come gli
fece piacere scoprire che era tornato a buttarsi in qualcosa che, per anni,
pareva aver accantonato.
Sebbene Kirk avesse sospettato da tempo che fra l’amico e Eve potesse
esserci qualcosa, sentirlo dire dalla bocca del diretto interessato fu più
sorprendente del previsto.
«Da quanto è che va avanti?»
La domanda di Jim spezzò il silenzio. Era di facile interpretazione. McCoy
sollevò gli occhi sull’amico e non trovò sul suo viso l’espressione che si era
aspettato. Jim non aveva la faccia maliziosa che gli compariva sempre quando si
tirava in ballo una donna e tutta la sessualità che subentrava con essa, ma era
semplicemente curioso; la sua espressione non poteva dimostrare altro che
questo, al punto che McCoy nel primo istante pensò che l’altro si stesse
prendendo gioco di lui.
«Quattro mesi» rispose infine il medico, tornano a dedicare la propria
attenzione al bicchiere vuoto.
«Caspita» esclamò Jim, sorridendo di gusto. «Siete stati bravi. Io sospettavo
qualcosa solo perché ti conosco, ma devo ammettere che non ne ero così sicuro.»
Era raggiante – e piuttosto divertito.
Tuttavia McCoy non diede alcuna soddisfazione al capitano, si limitò solo a
guardarlo perplesso. C’era una sorta di preoccupazione nei suoi occhi, lieve e
velata, ma percepibile per qualcuno che lo conosceva bene come Jim. Quest’ultimo
dedusse che uno dei motivi che avevano spinto Bones ad aprirsi con lui erano
legati in parte al bisogno del medico di avere un alleato, qualcuno in grado di
consigliargli e con cui confrontarsi.
«Credevo pensassi fosse troppo piccola per te» disse Kirk, ripensando alla
prima volta in cui Bones aveva visto Eve. Lo trovò un ottimo pretesto per
arrivare a quello che sentiva essere il punto cruciale della loro intera
conversazione.
«Sì lo so» borbottò in risposta il medico, dopodiché respirò e alzò il tono
della voce: «Ma a lei non importa. E sai cosa? Ho capito che non importa
neanche a me.»
Ignorò completamente il bicchiere, dedicando la sua attenzione a Jim. «Per
la prima volta dopo anni ho trovato qualcuno con cui sento che vale la pena di
impegnarmi. Non mi interessa se fra noi ci sono tutti questi anni di
differenza. E se importa alla flotta, beh» si strinse nelle spalle, «siamo già
d’accordo che troveremo un modo. Eve sostiene che senza di me siete spacciati,
penso punterò su questo» sorrise divertito, contagiando anche Kirk.
«Ti preoccupi della Flotta Stellare?» chiese poi quest’ultimo.
«Giusto un po’» replicò Bones con sarcasmo. «Sono il primo ufficiale medico
e lei una cadetta. E come se non bastasse, a complicare tutto c’è la differenza
di età. Non venirmi a dire che non è vero che dodici anni non sono visti di
buon occhio.»
Jim fece per replicare, ma non gli riuscì di dire nulla con prontezza.
Sapeva che Bones non aveva tutti i torti e gli dispiacque vedere che qualcosa
di problematico stava subentrando in ciò che di più bello accadeva al medico da
tempo.
«Nessuno vi obbliga a dirlo alla Flotta» gli fece notare il capitano.
Il sarcasmo del medico aumentò e lui si lasciò sfuggire dalle labbra un’esclamazione
senza alcun senso apparente.
«Come no. Jim, il motivo per cui ti ho raccontato tutto è perché io e Eve
ci siamo stancati di nasconderci. Fingere di essere solo membri dello stesso
equipaggio tutto il dannato tempo e poi passare la notte in camera mia a dirci
quello di cui volevano parlare durante il giorno» si sfogò.
Kirk annuì appena con il capo. Non capiva la situazione dell’altro, ma ciò
non significava che non fosse d’accordo con lui.
«Mi hai detto tutto perché vuoi il mio sostegno?» gli chiese poi, benché
non fosse affatto sicuro di quello che stava dicendo.
Bones, infatti, aggrottò la fronte, come se Jim avesse appena pronunciato
un’assurdità.
«No. Tanto abbiamo già deciso di non nasconderci più. Pensavo solo fosse
giusto informarti prima degli altri» concluse, versandosi nuovamente da bere e
riempiendo anche il bicchiere del capitano.
«L’unico che mi preoccupa un po’ è Spock. Lui e quel suo maledetto udito da
vulcaniano, uniti alla sua assurda fissazione di seguire alla lettera il
regolamento» borbottò. «La Flotta Stellare verrà a sapere di me e Eve nel giro
di due giorni.»
Jim ci pensò un momento, dopodiché disse: «Beh, francamente penso che
questa volta tu possa stare tranquillo.»
Bones lo guardò perplesso.
«Insomma, il regolamento della Flotta Stellare non proibisce le relazioni
fra membri dello stesso equipaggio – e Spock e Uhura
ne sono un ottimo esempio – e ancora meno cita la differenza di età. Perciò se
Spock andasse a dire tutto al consiglio della Flotta non farebbe esattamente
rapporto, ma farebbe la spia e la cosa non sarebbe vista bene da tutti,
specialmente da Uhura. E poi, amico mio, non penso
che al primo ufficiale importi così tanto di te e Eve da spingerlo a parlare»
concluse, con un sorriso vittorioso.
L’espressione perplessa di Bones, invece, era ancora ben impressa sul suo
volto. Tuttavia scomparve quando comprese che l’altro aveva appena sostenuto
una teoria che stava perfettamente in piedi.
«Ineccepibile» osservò il medico, una punta di ironia a condirne la voce.
«Ho studiato» rispose prontamente Jim.
Sorrisero entrambi mentre il silenzio calava intorno a loro.
«Bones» esordì Kirk, ricevendo subito l’attenzione dell’uomo di fronte a
lui. Il capitano si era fatto serio, risoluto. «So che potrebbero esserci
complicazioni fra te e Eve per la questione dell’età. La Flotta Stellare è a
favore dell’integrazione, certo, ma su alcune cose sono ancora un po’ restii a
cedere. Io sono certo che non avrete problemi, tuttavia, se dovessero
essercene, non sarà a bordo dall’Enterprise, te lo prometto.»
Bones guardò l’amico a lungo, ripensando alle sue parole. Quando aveva
detto a Eve che l’unico motivo per cui tornava a imbarcarsi sull’Enterprise era
per via della presenza di Jim in plancia aveva detto la verità e il capitano
gli aveva dato ancora una volta la conferma di quella sua scelta. Tuttavia loro
non erano i tipi da scambiarsi parole di conforto fino a sfociare nel sentimentalismo
e – diamine – non avrebbero iniziato ora. McCoy afferrò il proprio bicchiere e
lo sollevò per brindare a Jim. «Siamo sentimentali questa sera. Il brandy non è
il liquore giusto per te, mi sa che dovrò fare un’altra capatina nell’armadietto
di Chekov.»
Kirk sorrise. «Dubito che Chekov tenga ancora il suo ottimo whisky là
dentro, ma puoi sempre provare.»
Sollevò anch’egli il bicchiere e lo portò a contatto con quello di Bones.
Il suono del vetro riverberò nel silenzio della stanza mentre Jim pensava a
qualcos’altro di cui poter parlare. McCoy gli aveva appena raccontato un lasso
di tempo di circa nove mesi, perciò il capitano si disse che era suo dovere
ripagarlo con la stessa moneta.