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Autore: MadAka    03/03/2018    0 recensioni
Jim Kirk e Leonard McCoy sono seduti uno di fronte all'altro, un bicchiere davanti, il silenzio intorno.
Un racconto è l'ultima cosa che i due si sono scambiati, che ripercorre gli ultimi nove mesi sull'Enterprise.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Nuovo Personaggio, Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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USS Enterprise.

Data: 21 Dicembre 2264

Data attuale

 

 

Bones aveva parlato a lungo, seduto davanti al suo capitano e amico, giocando distrattamente con il bicchiere ormai vuoto. Il brandy lo aveva scaldato, ma in quel momento sentì di averne ancora bisogno. 

Jim continuò a guardarlo in silenzio, ripercorrendo con la mente le vicende che il medico gli aveva appena finito di elencare. In parte si scoprì sorpreso da ciò che era accaduto fra Bones e Eve, tuttavia la sensazione che ebbe la meglio in lui fu la gioia. Era davvero felice per il suo amico, così come gli fece piacere scoprire che era tornato a buttarsi in qualcosa che, per anni, pareva aver accantonato. 

Sebbene Kirk avesse sospettato da tempo che fra l’amico e Eve potesse esserci qualcosa, sentirlo dire dalla bocca del diretto interessato fu più sorprendente del previsto. 

«Da quanto è che va avanti?»

La domanda di Jim spezzò il silenzio. Era di facile interpretazione. McCoy sollevò gli occhi sull’amico e non trovò sul suo viso l’espressione che si era aspettato. Jim non aveva la faccia maliziosa che gli compariva sempre quando si tirava in ballo una donna e tutta la sessualità che subentrava con essa, ma era semplicemente curioso; la sua espressione non poteva dimostrare altro che questo, al punto che McCoy nel primo istante pensò che l’altro si stesse prendendo gioco di lui.

«Quattro mesi» rispose infine il medico, tornano a dedicare la propria attenzione al bicchiere vuoto.

«Caspita» esclamò Jim, sorridendo di gusto. «Siete stati bravi. Io sospettavo qualcosa solo perché ti conosco, ma devo ammettere che non ne ero così sicuro.» Era raggiante – e piuttosto divertito. 

Tuttavia McCoy non diede alcuna soddisfazione al capitano, si limitò solo a guardarlo perplesso. C’era una sorta di preoccupazione nei suoi occhi, lieve e velata, ma percepibile per qualcuno che lo conosceva bene come Jim. Quest’ultimo dedusse che uno dei motivi che avevano spinto Bones ad aprirsi con lui erano legati in parte al bisogno del medico di avere un alleato, qualcuno in grado di consigliargli e con cui confrontarsi. 

«Credevo pensassi fosse troppo piccola per te» disse Kirk, ripensando alla prima volta in cui Bones aveva visto Eve. Lo trovò un ottimo pretesto per arrivare a quello che sentiva essere il punto cruciale della loro intera conversazione.

«Sì lo so» borbottò in risposta il medico, dopodiché respirò e alzò il tono della voce: «Ma a lei non importa. E sai cosa? Ho capito che non importa neanche a me.»

Ignorò completamente il bicchiere, dedicando la sua attenzione a Jim. «Per la prima volta dopo anni ho trovato qualcuno con cui sento che vale la pena di impegnarmi. Non mi interessa se fra noi ci sono tutti questi anni di differenza. E se importa alla flotta, beh» si strinse nelle spalle, «siamo già d’accordo che troveremo un modo. Eve sostiene che senza di me siete spacciati, penso punterò su questo» sorrise divertito, contagiando anche Kirk.

«Ti preoccupi della Flotta Stellare?» chiese poi quest’ultimo.

«Giusto un po’» replicò Bones con sarcasmo. «Sono il primo ufficiale medico e lei una cadetta. E come se non bastasse, a complicare tutto c’è la differenza di età. Non venirmi a dire che non è vero che dodici anni non sono visti di buon occhio.»

Jim fece per replicare, ma non gli riuscì di dire nulla con prontezza. Sapeva che Bones non aveva tutti i torti e gli dispiacque vedere che qualcosa di problematico stava subentrando in ciò che di più bello accadeva al medico da tempo.

«Nessuno vi obbliga a dirlo alla Flotta» gli fece notare il capitano.

Il sarcasmo del medico aumentò e lui si lasciò sfuggire dalle labbra un’esclamazione senza alcun senso apparente.

«Come no. Jim, il motivo per cui ti ho raccontato tutto è perché io e Eve ci siamo stancati di nasconderci. Fingere di essere solo membri dello stesso equipaggio tutto il dannato tempo e poi passare la notte in camera mia a dirci quello di cui volevano parlare durante il giorno» si sfogò.

Kirk annuì appena con il capo. Non capiva la situazione dell’altro, ma ciò non significava che non fosse d’accordo con lui. 

«Mi hai detto tutto perché vuoi il mio sostegno?» gli chiese poi, benché non fosse affatto sicuro di quello che stava dicendo. 

Bones, infatti, aggrottò la fronte, come se Jim avesse appena pronunciato un’assurdità.

«No. Tanto abbiamo già deciso di non nasconderci più. Pensavo solo fosse giusto informarti prima degli altri» concluse, versandosi nuovamente da bere e riempiendo anche il bicchiere del capitano. 

«L’unico che mi preoccupa un po’ è Spock. Lui e quel suo maledetto udito da vulcaniano, uniti alla sua assurda fissazione di seguire alla lettera il regolamento» borbottò. «La Flotta Stellare verrà a sapere di me e Eve nel giro di due giorni.»

Jim ci pensò un momento, dopodiché disse: «Beh, francamente penso che questa volta tu possa stare tranquillo.»

Bones lo guardò perplesso.

«Insomma, il regolamento della Flotta Stellare non proibisce le relazioni fra membri dello stesso equipaggio – e Spock e Uhura ne sono un ottimo esempio – e ancora meno cita la differenza di età. Perciò se Spock andasse a dire tutto al consiglio della Flotta non farebbe esattamente rapporto, ma farebbe la spia e la cosa non sarebbe vista bene da tutti, specialmente da Uhura. E poi, amico mio, non penso che al primo ufficiale importi così tanto di te e Eve da spingerlo a parlare» concluse, con un sorriso vittorioso.

L’espressione perplessa di Bones, invece, era ancora ben impressa sul suo volto. Tuttavia scomparve quando comprese che l’altro aveva appena sostenuto una teoria che stava perfettamente in piedi. 

«Ineccepibile» osservò il medico, una punta di ironia a condirne la voce.

«Ho studiato» rispose prontamente Jim.

Sorrisero entrambi mentre il silenzio calava intorno a loro. 

«Bones» esordì Kirk, ricevendo subito l’attenzione dell’uomo di fronte a lui. Il capitano si era fatto serio, risoluto. «So che potrebbero esserci complicazioni fra te e Eve per la questione dell’età. La Flotta Stellare è a favore dell’integrazione, certo, ma su alcune cose sono ancora un po’ restii a cedere. Io sono certo che non avrete problemi, tuttavia, se dovessero essercene, non sarà a bordo dall’Enterprise, te lo prometto.»

Bones guardò l’amico a lungo, ripensando alle sue parole. Quando aveva detto a Eve che l’unico motivo per cui tornava a imbarcarsi sull’Enterprise era per via della presenza di Jim in plancia aveva detto la verità e il capitano gli aveva dato ancora una volta la conferma di quella sua scelta. Tuttavia loro non erano i tipi da scambiarsi parole di conforto fino a sfociare nel sentimentalismo e – diamine – non avrebbero iniziato ora. McCoy afferrò il proprio bicchiere e lo sollevò per brindare a Jim. «Siamo sentimentali questa sera. Il brandy non è il liquore giusto per te, mi sa che dovrò fare un’altra capatina nell’armadietto di Chekov.»

Kirk sorrise. «Dubito che Chekov tenga ancora il suo ottimo whisky là dentro, ma puoi sempre provare.» 

Sollevò anch’egli il bicchiere e lo portò a contatto con quello di Bones. Il suono del vetro riverberò nel silenzio della stanza mentre Jim pensava a qualcos’altro di cui poter parlare. McCoy gli aveva appena raccontato un lasso di tempo di circa nove mesi, perciò il capitano si disse che era suo dovere ripagarlo con la stessa moneta. 

 

  
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