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Autore: Guido    03/03/2018    5 recensioni
Siamo a Grimmauld Place, la notte prima che i Dissennatori attacchino Harry. Sirius non riesce a dormire: la giornata gli ha lasciato il consueto strascico di ostilità verso la casa, sua madre, Kreacher e tutto il loro mondo; l'oscurità gli riporta alla mente l'amore mai dichiarato per Lily Evans, il tormento del silenzio... e quello, definitivo, di una perdita senza rimedio.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La Tigre Assenza

La Tigre Assenza



Ahi che la Tigre,

la tigre Assenza,

o amati,

ha tutto divorato

di questo volto rivolto

a voi! La bocca sola 

pura

prega ancora

voi: di pregare ancora

perché la Tigre,

la Tigre Assenza,

o amati, 

non divori la bocca 

e la preghiera…


[Cristina Campo, La Tigre Assenza]




A volte penso che perfino Azkaban sarebbe meglio di casa mia.
Invidio Remus, che sa adattarsi a vivere in qualunque posto: sembra che gli insulti del ritratto di mia madre neanche lo sfiorino... Per me, invece, ogni volta è come se una GiraTempo mi trascinasse indietro a quegli anni orrendi, prima che scappassi di qui; come se non fosse cambiato nulla. Non conta affatto che la vecchiaccia sia morta: quella sottospecie di carcassa dipinta va avanti a forza di cattiveria, proprio come l'originale... e ne conserva tutto il peggio.
I Dissennatori mi facevano meno effetto, giuro. Infinitamente meno.
Mi sentivo libero, quando sono evaso e ho nuotato fino alla riva... libero di fare giustizia, di riscattare il mio nome, di rivedere Harry, perfino di ricominciare. Invece, a che si è ridotta la mia libertà? A offrire la casa a Silente come Quartier Generale, metterla sotto Fidelius e rinchiudermi qui. La caverna non era poi così male. Sì, ho mangiato topi per un bel pezzo, però sognavo, ogni volta, di sbranare il topastro traditore. E poi, come Felpato potevo correre. Ma soprattutto, vivevo vicino a Harry e lontano dai ricordi: riuscivo a dormire. Non come adesso.
Adesso, io, il padrone di questa stamberga gigantesca, non riesco neppure a liberarmi di un quadro. Per non parlare poi di Kreacher: l'avessi liberato la prima volta in cui ho rimesso piede qui! Ma ora è troppo tardi: ha visto troppo, sa troppo.
Vanno avanti alla stessa maniera, il ritratto di mia madre e l'elfo. Nelle notti peggiori, come questa, mentre mi rigiro senza mai prender sonno, mi sembrano quasi un presagio di disfatta, un simbolo di come tutto il Mondo Magico sia condannato a ripetere sempre gli stessi errori. È successo di tutto, c'è stata una guerra, Voldemort è caduto... e poi il Torneo Tremaghi, la sua resurrezione, una nuova guerra e la resistenza che proprio qui ha trovato il suo Quartier Generale... Niente. Per loro, è come se non fosse successo proprio niente. Pensano, parlano, agiscono esattamente come prima.
E io ripenso a tutti i morti, a tutti gli amici che ho dovuto seppellire... e ogni volta mi ribolle il sangue.
Una cosa è cambiata, per la verità, una sola: nessuno dei due nomina più Regulus. Mai sentito, neanche una volta, nemmeno per lanciarmi un “Tuo fratello sì che...!”. Be', fratellino, non so come, ma mi hai battuto perfino morendo: sei riuscito, almeno, a farti dimenticare.
Come fanno, quei due, a comportarsi come se non avessero perso nulla e nessuno?!
Passi il ritratto, che dopotutto è solo tela, colori e magia; ma Kreacher? Adorava Regulus. O così sembrava. Piccola scimmia lurida... potresti tagliarlo in due e non troveresti l'ombra di un cuore, lì dentro. Come mia madre: uguale sputato.
A volte mi rincresce di non riuscire a piangere per mio fratello: perfino un idiota simile meriterebbe almeno una mezza lacrima. Ma a me non resta neanche quella. Non più. Non per lui, non per chiunque altro abbia contribuito all'ascesa di quel pazzo assassino. James Potter è stato il mio vero fratello. E James Potter è morto per colpa mia. Non mi avanzano altre lacrime.
Le riunioni dell'Ordine mi distraggono, chiudermi in camera mi aiuta a tener lontano il passato; eppure, quasi non passa notte senza che un incubo mi faccia rivivere quella scena. La motocicletta che scende... la casa che non dovrei poter vedere... quegli occhi spalancati, che non vedranno mai più nulla.
Lily.
Non sapevo, non immaginavo nemmeno, che Voldemort potesse dare la caccia a Harry, che voi foste solo ostacoli insignificanti sul suo cammino; per un momento, non vedendoti nell'ingresso accanto a James, ho sperato...
Ma poi Hagrid ha indicato la soffitta.
Non potevo non salire, non sopportavo il pensiero di non vedere. Vederti un'ultima volta, prima di vendicarti o di morire. Ragionavo così, da ragazzino stupido: sognavo un grande gesto, un'uscita di scena eroica, e non mi rendevo conto di aver già perso tutto. Anche Harry, il mio figlioccio. Anche la possibilità di fare l'eroe: sarei stato comunque ricordato come un assassino e un traditore.
E che dire di te, Lily? Perduta da sempre, da subito, da quella volta al terzo anno in cui ti ho chiesto di uscire e mi hai detto, chiaro e tondo, tutto quel che pensavi di me, dei miei modi e dei miei amici, specialmente di James Potter. Forse, se non ti avessi risposto per le rime, vuotando il calderone sul conto di Piton...
Ricordi. Non mi resta altro.
E non c'è più un solo ricordo che non faccia male.
La memoria dei Malandrini, insozzata da quello schifoso topo di fogna.
James, mio fratello, al quale non ho mai confessato di amare anch'io Lily Evans. Non riesco a pensare a lui senza dirmi che gli ho mentito, mentito, mentito per anni... io, il testimone di un matrimonio dove avrei voluto urlare “Fermi tutti! Questa donna deve sposare me!”; io, il padrino del figlio che avremmo dovuto avere insieme...
Non potevo accettare di essere anche il vostro Custode Segreto, Lily. Non potevo. I segreti – i miei - mi stavano già uccidendo.
E, in questo modo, hanno ucciso voi.
Io ho ucciso voi.
Non mi sentivo degno di quella fiducia... e non lo ero! Ma l'alternativa si è rivelata ancor più infida di me. Il mio ennesimo errore di giudizio.
Non avrei mai pensato, Lily, che potessi cambiare idea sul conto di James, o sul mio... o su quello di Piton. Davvero. E questo mio sbaglio ci ha condannati tutti.
E' da quella sera al settimo anno che io mi sento in trappola. Rivedo ancora il mio migliore amico, il mio fratello vero, sussurrarmi – un po' intimidito e un po' incredulo - che hai accettato di uscire con lui. In quell'istante, ho capito che c'era stata una possibilità, ma che James l'aveva colta e io nemmeno vista. Mi ero limitato a guardarti da lontano, un po' provando a dimenticarti, un po' a sperare... ma, di colpo, non potevo neanche più sperare. Non alle spalle o sulla pelle di James. Non dopo che avevo taciuto per anni. Taciuto con lui, taciuto con te.
Eri persa. Persa per sempre.
Butterei giù a mani nude ogni mattone di questa casa, di questo mondo in cui niente cambia mai, in cui affetti e odi si ereditano da generazioni, insieme con il sangue avvelenato dalla cosiddetta supremazia della razza magica. Di qui dentro, Lily, non poteva uscire un ragazzino capace di capirti, né di conquistarti. E neppure di farti capire che, in realtà, io ero sempre lì ad aspettare te. Di James ti ha sedotta la perseveranza, lo so.
Io, invece, ho perseverato solo nell'accumulare sbagli.
Quella notte maledetta, mi sarei dovuto imporre. Avrei dovuto prendere Harry con me, spiegare a Silente come fossero andate veramente le cose... e poi basta. Sistemarmi da qualche parte, crescere il piccolo. Avrei dovuto capire già allora che Harry è tutto quel che mi resta di te. E di James. Di quel “noi” che non è mai esistito. E dell'uomo che sono stato... tanto tempo fa.
Ti giuro, Lily: dovesse costarmi la vita, non succederà mai nulla al nostro bambino. Mai.
Mezzanotte è passata da un pezzo, questa dev'essere l'ora più buia.
Il pensiero di te mi ha sempre tenuto sveglio, ma una volta, almeno, potevo tappezzare il muro di ragazze Babbane e usarle per tenerti a bada. Adesso, non ci provo nemmeno. La camera è la stessa, ma sono cambiato io. Forse i Dissennatori hanno vinto, dopotutto: è come se mi fossero rimasti soltanto i ricordi peggiori. Soltanto il dolore, il fallimento e la colpa.
Un paio di notti fa, mi ha svegliato un incubo diverso. Sembrava un bel sogno, all'inizio: eravamo a Hogwarts, ti guardavo seduta in riva al lago, i tuoi capelli rosso fuoco che splendevano sotto il sole... Un attimo dopo, però, i capelli erano diventati una lingua di fiamma che guizzava nel buio. Ti ho sentita urlare, urlare, urlare mentre il fuoco ti consumava, ma non potevo fare nulla, neanche chiudere gli occhi o tapparmi le orecchie. Ancora un momento e sono rimasto solo, davanti a un mucchietto di cenere.
A quel punto mi sono svegliato.
Una donna in fiamme e un uomo solo. A suo modo, è una sintesi perfetta.
Non riesco neppure a sperare di rivederti dopo la morte, Lily Evans. E non riesco a illudermi che, se mai succedesse, sceglieresti di stare con me.
Harry, invece... Harry potrebbe venire a vivere qui. Almeno per un po'. Se ne discute da tanto, alle riunioni. Dipendesse da me, non passerebbe più un solo giorno con quegli inqualificabili degenerati che si ritrova per parenti; ma Silente ha i suoi piani, come sempre, e chi siamo noi per obiettare?
Tutti gli altri entrano ed escono dalla mia vita come ombre, perfino Remus; solo la presenza di quel ragazzo riesce ancora a farmi sentire vivo. Spesso mi ricorda James; ma altre volte credo che abbia preso da te il cuore, prima ancora dello sguardo.
Tu hai scelto di morire per il tuo bambino... e la parte più egoista di me non riesce a fare a meno di rimproverartelo. Perché non hai saputo fingere? Che ti importava, in fondo, di quel mocciosetto... avresti potuto farne tanti altri con me!
E' la vergogna di questi pensieri, più di ogni altro sentimento, a tormentarmi e tenermi sveglio tutta la notte. O a scatenare gli incubi quando, finalmente, riesco a chiudere gli occhi. E non c'è Pozione che tenga.
Tu sei stata un'eroina, Lily; ma hai finito di spezzarmi il cuore, per poco che valesse.
Solo Harry me ne rimette insieme qualche coccio, solo per lui mi tornano il coraggio e la voglia di lottare. Il tuo piccolo eroe è proprio come te, sai? Vorrebbe sempre sacrificarsi per gli altri e far trionfare la giustizia. Ha già visto troppo, ha già patito troppo, eppure non molla. Ora immagino che starà male per la morte di quell'altro ragazzo, come si chiamava...? Be', non importa, è morto. E di sicuro Harry si sta addossando tutta la colpa. Non me lo scrive, ma io ne so fin troppo: riconosco i segni. Scuse, accuse e scuse, senza ritorno. Ahimè, se lo so!
Domani, a sorvegliarlo, sarà di turno Mundungus. Speriamo bene.
Perfino quel furfante ha più libertà di me.
Sono evaso da Azkaban per proteggere tuo figlio, Lily. Non mi importa più di nient'altro e di nessun altro... eppure, non mi basta.
Onorerò la tua scelta, credimi, anche se è una scelta di morte. Lotterò con lui e per lui, farò di tutto per tenerlo al sicuro, perché è quello che hai fatto tu, fino al tuo ultimo respiro. E domani mi alzerò, scenderò di sotto e sarò di nuovo Sirius, l'ultimo dei Black, cupo proprietario di questa casa sempre più nera e sudicia.
Ma stanotte, mia Lily – mia Assenza di Lily – lasciami confessare, almeno per un istante, la verità. Faccio tutto questo solo per tenere insieme qualcosa di me, per tenere a bada la mancanza di te. E comunque non ci riesco, non mi basta. Comunque, ogni giorno fallisco e ogni notte rimpiango.
Di te mi resta solo la foto e la lettera del primo compleanno di Harry. Me le ha riportate Kingsley: gli Auror avevano sequestrato tutto. E di notte rileggo quelle righe così normali, quella lettera così vera, ed è come se ti sentissi viva di nuovo, con tutto il tuo carico di timori, speranze e coraggio... tanto coraggio. Di giorno, invece, è meglio che non la veda. La luce del giorno me la fa sembrare falsa, falsa di fronte alla realtà della tua morte: nessun ricordo è mai riuscito a scoperchiare una tomba e...
Ricordare, per me, significa soffrire. Ogni giorno e ogni notte, da sveglio come in sogno.
Eppure, Lily, non rinuncerei a nessuna di queste memorie. Neanche alle più dolorose. Non accetterei mai di dimenticare come la fiamma del tuo coraggio ti abbia consumata. Quindi, mi lascerò consumare, a mia volta, dal tormento di ciascuna reminiscenza, dall'angoscia di ciascun incubo: dopotutto, è ciò che merito, nulla di più. E non sogno nessun genere di riscatto. Proteggerò Harry perché è tutto quel che resta di te, di James e anche di me, ma non credo che questo mi renderà migliore o che, così facendo, espierò per le mie colpe: il passato non cambia, gli sbagli restano, i morti non risorgono... e i rimorsi non passano.
Poter morire come te, questa sì sarebbe una bella fine. Morire combattendo, magari lottando proprio per proteggere Harry. Però, io vorrei vedere Voldemort sconfitto una volta per tutte. Vorrei vedere il tuo magnifico ragazzo diventare un uomo, sposarsi... Vorrei, almeno a cent'anni, poter guardare la tua foto senza più sentire una pugnalata al cuore. Vorrei che tu restassi, semplicemente, una parte di me. Nonostante tutto, Lily, io vorrei vivere!
Ma questa notte... questa notte non passa mai.

  
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