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Autore: Shikayuki    03/03/2018    0 recensioni
Shiro è il Campione, Lana la futura Gran Sacerdotessa del villaggio. La Dea ha guidato le loro vite, intrecciando i loro destini e finalmente è giunto il giorno che entrambi stavano aspettando.
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[Druid!AU][Fem!Lance][Shance]
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

 

• Iniziativa: Questa storia partecipa al "COWT" di Lande di fandom 

• Settimana: Settima

• Missione: 2

• Prompt: Bosco

• Numero Parole: 1101

 

N.B.: mi dispiace, ma non è betata! Sorry not sorry, ma sotto cowt vale il "quantity over quality", verrà fixata prima o poi!

 

Benedetta sia

La sacerdotessa alzò le braccia verso il cielo e le lunghe maniche candide della sua veste le scivolarono lungo le braccia lunghe e magre. La pelle era scura, esotica, decorata da intricate linee blu, che s’intrecciavano tra loro sinuose, seguendo antichi disegni sacri che solo un sacerdote avrebbe potuto interpretare.

Shiro se ne stava fuori dal cerchio, osservando le fiamme danzare su quel corpo sinuoso, i capelli lunghi e castani lasciati sciolti, mossi dalla brezza fresca della notte. I suoi movimenti erano precisi, affinati da ore ed ore di pratica e la luce della luna piena si rifletteva sulla coroncina che le adornava la testa, un filo d’argento che componeva nodi celtici rituali.

La sacerdotessa si mosse con grazia e sicurezza, i piedi scalzi che pestavano il terreno inciso da simboli perfettamente a tempo con il tamburo che risuonava cadenzato dalle profondità della foresta. Solo Shiro era autorizzato ad assistere a quella cerimonia, solo lui, il Campione, il guerriero più forte del villaggio, si era meritato l’onore di iniziare e di essere iniziato dalla futura Gran Sacerdotessa.

La fanciulla si mosse seguendo i percorsi già tracciati, toccando i cinque punti rappresentanti gli elementi fondamentali della natura e della vita. Ad ogni stazione offriva un pegno, chiedendo la grazia per ciò che stava per accadere, chiedendo di benedire la loro iniziazione ed il loro futuro. Finalmente raggiunse di nuovo il centro del cerchio e tirò fuori dalle pieghe della sua veste un coltello nero come la pece, scolpito nell’ossidiana ed ornato di rune e simboli rituali, antico quasi come doveva essere antico il mondo. Shiro iniziò ad avvertire un senso d’attesa crescergli dentro, mentre vedeva la giovane donna ringraziare di nuovo la Dea, sollevando il pugnale verso il cielo, prima di conficcarlo con grazia nel terreno umido sotto i suoi piedi, nel preciso istante in cui il tamburo smise di battere dai meandri del bosco. Il momento era giunto.

Shiro si avvicinò al confine del cerchio rituale, sganciandosi la spada dal fianco ed inginocchiandosi, offrendola alla sacerdotessa, che gli si avvicinò incedendo elegante nella sua veste bianca. Erano entrambi ansiosi, anche se erano stati istruiti fin da piccoli per quello, destinati ad essere i capi del villaggio per volere della Dea, che aveva benedetto l’una con il potere delle visioni e l’altro con la forza e l’attitudine di un leader. Potevano sentire l’elettricità scorrere tra loro e permeare l’aria intorno, rendendo il tutto più carico.

La sacerdotessa accettò la sua offerta, come era stato già deciso da tempo, ed aprì il cerchio rituale, permettendogli d’entrare insieme a lei, prima di chiuderlo di nuovo, tracciando ancora il piccolo solco che aveva cancellato. Shiro entrò come stabilito e si pose al centro del cerchio, rivolto verso l’antico albero guardiano del bosco sacro ed offrendo la sua lama anche a lui, a capo chino. La fanciulla si pose tra lui e l’albero, alzando di nuovo le braccia al cielo, invocando ancora una volta la benedizione della Dea. Shiro teneva il capo chino e non lo alzò neanche quando sentì le sue mani protese alleggerite del peso della sua spada, sapeva che doveva soltanto aspettare.

Due mani calde e delicate si posarono sulle sue guance, sollevandogli delicatamente il volto, finché non incontrò quei dolci occhi blu, che risplendevano leggermente alla luce fioca dei braceri al di fuori del cerchio sacro.

«La Dea ci ha ascoltati e benedetti, mio Campione.»

La fanciulla si erse di nuovo, lasciandogli il volto e Shiro sentì la mancanza di quel tocco sulla pelle, alzando finalmente lo sguardo. Lana era così bella nella sua veste rituale bianca, i capelli lisci intorno a lei, la coroncina argentata, ma lo divenne ancora di più quando sganciò la spilla che le teneva la stoffa addosso, lasciandola cadere a terra, rimanendo nuda e bellissima nell’aria della notte.

Shiro aveva sognato quel corpo per anni, mentre si scambiavano sguardi, entrambi impegnati a costruire il proprio posto nel mente. Shiro aveva deciso che quella fanciulla sarebbe diventata sua il giorno che arrivò al villaggio, impaurita, avvolta in una veste stracciata, portata a cavallo da uno dei guerrieri che l’aveva salvata dalle mani di alcuni schiavisti. Tremava per la paura, ma subito i druidi veterani avevano notato i simboli rituali sulle sue braccia ed avevano deciso di prenderla sotto il loro apprendistato, credendo dovesse essere un messaggio dalla Dea. Era così diversa dalle persone alle quali era abituato, con gli occhi spauriti di un blu profondo e la pelle scura, baciata da un sole che in quelle terre remote si vedeva raramente, ed aveva sentito il bisogno di stringerla  a sé, troppo piccola, con quelle spalle ossute, per difendersi da sola. Quel giorno, vedendo quell’esserino spaurito, Shiro aveva deciso che lui sarebbe diventato il Campione, colui degno di stare al fianco dell’unica Gran Sacerdotessa, e si era allenato senza sosta per raggiungere quell’obiettivo, riuscendoci.

Shiro sollevò le mani e con devozione le portò sui quei fianchi tanto sognati, baciando quel ventre piatto e striato di blu, respirando quell’odore caldo e anelato da fin troppo tempo. Lana gli sorrise e gli accarezzò di nuovo il volto, con dolcezza.

«Sono anni che aspetto questo momento, mio guerriero.»

«La Dea ha ascoltato le mie preghiere e guidato la mia mano, sei sempre stata destinata a  me, dal primo momento che i miei occhi si sono posati su di te.»

«Non l’ho mai dubitato. Ti ho visto nei miei sogni da quando ho memoria, sapevo saresti stato mio.»

«Dovranno strapparti dal mio fianco.»

«Ci proveranno… vedo una Strega nel nostro futuro.»

«Prenderò anche la sua testa.»

«Questo non mi è dato saperlo ancora, la Dea ha dei progetti che non vuole mostrarmi.»

Shiro baciò di nuovo quel ventre per lui sacro, più della sua vita, più della sua stessa Dea, e decise che quella sera non si sarebbero preoccupati del futuro, ma solo del presente. Lana lo aiutò a liberarsi dall’armatura rituale e stesero il suo mantello di morbida pelliccia a terra, per stare comodi. La sarcedotessa sotto di lui era bellissima, i capelli lunghi sparsi intorno a lei, la coroncina sacra e gli occhi che brillavano splendenti, le gote scure leggermente arrossate.

«Sono tua.»

«Ed io tuo.»

L’ultima frase di quel rito antico come il tempo era stata pronunciata e Shiro potè finalmente dedicarsi a quel corpo slanciato, a quei seni piccoli e quelle gambe lunghe, affondando in quel calore e quelle sensazioni che aveva atteso per troppo tempo. Si concessero l’uno all’altra, amandosi dolcemente ed impacciati, nell’esperienza del loro primo amore. Gli unici testimoni di quell’unione sacra furono gli alberi, che impassibili come sempre vegliarono sui due amanti benedetti dalla Dea.

 

Shikayuki’s corner: Giuro che un giorno la smetterò di dropparvi AU improbabili, ma non è questo il giorno. Sono reduce dalla S5 ed io boh. Non ho altro da aggiungere, se non che per lanciarmi pomodori potete fare tranquillamente la fila, tanto lo so che mi odiate per tutte le cose strane che scrivo <3 (Se qualcuno ha riconosciuto qualche elemento del Ciclo di Avalon, complimenti, sei abbastanza vecchio per aver vissuto un'epoca meravigliosa u.u)

  
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