Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: FriNet    03/03/2018    1 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolino di FriNet: Finalmente siamo giunte al finale! Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito fino a qui e che hanno continuato a seguirci nonostante i ritardi nell'aggiornare, ci avete reso molto felici!
Speriamo possiate godervi il finale, buona lettura e, per il momento, arrivederci! <3



Hilda aveva voglia di sfogarsi con Agape.
Ne aveva assolutamente bisogno quel giorno: voleva sdraiarsi a letto con lei, le due teste appoggiate su un unico cuscino, Agape che l’abbracciava con un braccio e lei che appoggiava la testa sulla sua per stare comoda, parlando a bassa voce per mantenere un tono confidenziale, proprio come una volta.
Purtroppo però non successe, almeno non subito.
Perché? Perché trovò la bionda alla sesta, inginocchiata davanti al loto di Shaka, con gli occhi chiusi e a pregare con un rosario in mano…un rosario cristiano…totalmente diverso da quello bhuddista del gold.
“E’ qui da quasi due ore…portamela via o la mando in uno degli altri mondi”
Borbottò Shaka, non aprendo neppure gli occhi e non togliendosi dalla sua posizione.
Hilda non esitò a fare come chiedeva.

“Cosa stavi facendo esattamente?”
Mormorò la rossa, stretta all’amica nel suo letto, alla nona.
“Pregavo per un miracolo”
Rispose Agape, strizzando leggermente un seno dell’amica per farle capire per cosa chiedeva quel miracolo.
“Con il rosario cristiano”
“Con il rosario”
“In un tempio bhuddista”
“Non avevo tempo di andare dal parroco”
Mormorò la bionda, arrossendo.
“Perché non avevi tempo, o perché ti avrebbe fatto confessare, scoprendo così le tue intenzioni?”
Quando vide la più piccola distogliere lo sguardo con il broncio, Hilda capì di aver fatto centro.
“Ancora non cede?”
“Macchè, sedurre padre Shaka sarebbe stato più semplice”
Borbottò la bionda…Hilda non ne rimase molto convinta ma se lo diceva lei…
“Capisco”
Mormorò quindi.
“E tu? Come va con il gemello?”
“Sarebbe più facile tentare di conquistare Aphrodite, almeno lui riesco a capirlo e mi tratta bene”
“…Perché allora io cerco di andare a letto con Aiolia e tu cerchi di metterti con Kanon?”
“Me lo chiedo anch’io”
Le due si guardarono, poi si rifugiarono sotto le coperte, creando un bozzolo protettivo solo per loro.

Passarono delle ore così, avendo in programma di stare in quel modo tutto il giorno per poter parlare con tranquillità come non facevano da quando avevano smesso di vivere insieme.
Il programma doveva essere quello.
Doveva.
Aiolos, però, non poteva lasciare che le due passassero un giorno così, a far nulla.
Erano saintie adesso, ma non per questo dovevano smetterla di allenarsi, tonificare i muscoli faceva sempre bene e poi era così una bella giornata!
Hilda, quando Los tolse loro la coperta protettiva, quasi non gli diede un calcio un certo definito posticino, ma non lo fece, primo perché non voleva lasciare Agape di nuovo orfana di maestro, secondo perché aveva conosciuto un poco Seika e non poteva darle quel dispiacere.
Così si ritrovarono in arena, tuta da allenamento addosso e un procinto di depressione che usciva da tutti i pori.
Ma ovviamente questo non fermò Aiolos.
“Forza! Stiracchiamo un po’ quei muscoli, stanno diventando un po’ flaccidi”
Sorrise il sagittario, prendendo a fare gli esercizi.
“Aiolos”
“Si Agapina?”
“Statti zitto”

“Ho il vago sospetto che l’aria nera che circonda quelle due centra con l’aria nera che circonda VOI due”
Disse Milo, sparanzato sullo scalone dell’arena.
Accanto a lui, Aiolia che si stava massaggiando le tempie, e Kanon, con in mano una bottiglia del miglior whisky fregato direttamente dalla casa estiva di Rhadamanthys.
Si, quel Rhadamanthys della viverna, lo specter al servizio del dio degli Inferi.
Gli doveva molto di più di quella bottiglia, quella specie di drago da quattro soldi per come lo aveva fatto dannare nella guerra santa.
“Non ne voglio parlare”
Borbottò il micione, aumentando il massaggio alla testa, tormentato dai sensi di colpa da quando si era svegliato nello stesso letto con la bionda, ovviamente vestiti eh. Però si sentiva in colpa di averlo fatto, le aveva dato delle false speranze e Agape non se lo meritava!
Kanon, da canto suo, si limitò ad ingollare altri due sorsi dalla bottiglia.
“Vado a chiamare Camus?”
Propose lo scorpione.
Era diffusa la voce, nel santuario, che l’acquario fosse un ottimo ascoltare e psicologo. E siccome riusciva a far ragionare Milo, nessuno la smentiva.
“Vado a chiamare Camus”
Decise Milo alzandosi, dopo aver ricevuto due occhiate deprimenti dagli amici.

“Chi ti ha dato il permesso di allenare Hilda?”
Urlò Saga al sagittario.
Quando era venuto a conoscenza della cosa, era corso giù dalla terza fino all’arena con un diavolo per capello. Avrebbe dovuto chiedere lo shampoo ad Aphrodite per far tornare i suoi amati capelli lisci e morbidosi.
Comunque, Hilda era la SUA allieva, quindi solo LUI poteva allenarla.
Aiolos, da canto suo, stava cercando di giustificarsi dicendo che le due avevano bisogno di uscire qualche volta e non stare sempre rintanate in una delle dodici case.
Intanto le due ragazze avevano approfittato della lite e si erano allontanate, prendendo la strada che portava al villaggio.
Avevano bisogno di un dolce della nonna di Agape.

“Ero sicura che la mia nipotina ce l’avrebbe fatta, ho pregato tutte le sere e il Signore mi ha ricompensata! Ma non temere cara Hilda, ovviamente ho pregato anche per te ed ecco che anche tu hai vinto, bisogna essere riconoscenti adesso, quindi dopo il pranzo andiamo tutte e tre in chiesa a dire un ‘Padre Nostro’ e a fare un’offerta”
Disse convinta la signora Antigone, alias la signora che aveva adottato Agape.
Estremamente credente, aveva scelto il nome ‘Agape’ per quel fagottino che aveva trovato appena nato perché significava ‘Amore Puro’, come quello che lei provava per il Signore da quando aveva perso suo marito in una tempesta.
La nonnina posò davanti a le due i piatti ricchi di costine e patate, andando poi a prendere il dolce dal forno.
“Ripetimi perché siamo qui”
Mormorò Hilda.
“Perché non vogliamo incontrare quei due…e poi volevo vedere nonna”
Ammise la bionda, unendo le mani in preghiera.
Perché bisognava assolutamente ringraziare per quello che avevano ricevuto quel giorno.
Anche se finora era andata male ad entrambe.

“Tu”
Disse Camus, glaciale come poche volte era stato, indicando Aiolia.
“Davvero non capisco che ancora ci stai a fare qui, con una ragazza gentile e carina disponibile a sostituire i tuoi dannati gomitoli”
“Ma-!”
“Niente ma, e tu”
E stavolta indicò Kanon.
“Hai bisogno di un libro sul romanticismo, probabilmente un harmony…molti harmony”
Milo guardò i due davanti a lui, seduto accanto al suo migliore amico.
Aiolia sembrava sul punto di dare delle testate al muro.
Kanon invece sembrava voler cercare una nuova bottiglia di alcool piuttosto che leggere quella roba.
Forse chiamare Camus non era stata una buona idea dopotutto.

“Oh, tesoro mio, sei sempre così cara a volermi aiutare”
Sorrise Antigone.
Agape le stava sistemando alcune cassette di frutta abbastanza pesanti, non era faticoso per lei, anzi meglio che lo svolgesse lei quel lavoro piuttosto che sua nonna, afflitta da mal di schiena ormai da anni.
Hilda invece stava seduta vicino all’anziana, sotto preghiera dell’amica perché voleva che qualcuno le rimanesse vicino, a tenerle i gomitoli di lana –che la bionda aveva guardato male- mentre la nonna faceva la maglia dondolandosi sulla sua sedia.
“Ora…fatte le dovute preghiere e dato le offerte…che ne dite di sfogarvi con questa anziana donna dei vostri problemi amorosi?”
Chiese la nonnina, continuando a dondolarsi tranquillamente.
Agape e Hilda quasi si strozzassero con la loro stessa saliva.
“Oh andiamo, avete lo stesso sguardo che avevo io quando guardavo il mio povero marito, su su venite qui bambine”
“Un’altra confessione no, la prego”
Mormorò Hilda.
“Hildegard”
La richiamò l’anziana.
Agape sospirò, sapendo benissimo che non avevano speranza e iniziò per prima.

“Io non ho bisogno di una donna! E poi che centrano i miei gomitoli?! Sono morbidosi, costano poco e-“
“E rimarrai zitello a vita se continui a pensarla così”
Suggerì Kanon, giocando con la bottiglia vuota.
“Da che pulpito viene la predica!”
Urlò il leone, prendendo la bottiglia e lanciandola per aria.
Il gemello fece un fischio di ammirazione quando questa colpì in testa Shura.
“Stiamo diventando degli ubriaconi…dei gold fedeli ad Atena, ridotti così…da due donne”
Borbottò ancora Aiolia, sgonfiatosi.
“Chi le capisce è bravo”
Concordò Kanon.
“Aphrodite capisce Hilda”
“Vuoi litigare micione?”
“Non ne ho la forza…”
“…Nemmeno io”
“Ci sarà un modo per uscire da questa situazione”
Riprese Lia a massaggiarsi le tempie.
“Pensa per te, io ci sto provando”
Rispose il maggiore.
“…E come?”
“Sabotando il mio rivale, mi sembra ovvio”
“Ho sempre pensato che tu avessi qualche problema…”

“Oh che situazioni complicate, certo che dovevate proprio finire al santuario per trovare due ragazzotti del genere”
Iniziò Antigone, smettendo un attimo di fare la maglia per ragionare un attimo.
“Innanzitutto Agape, nipotina mia, questa confessione ti costerà parecchi Ave Maria, ma capisco da una parte che sei in una particolare età difficile e come ti perdono io, ti perdonerà anche la Vergine però…potevi sceglierlo un po’ meno fesso”
A Hilda partì la risata convulsa.
“Ha ragione a ridere sai? Sarà pure un gentiluomo questo micione ma da che mondo e mondo quale ragazzo ha mai rifiutato una bella ragazza? Faresti meglio a parlarci un attimo, chiarire e, nel caso molto probabile, arrenderti e metterti in pace”
Finì la nonnina.
La nipote annuì mogia, appoggiando la guancia sulle gambe.
Infondo aveva ragione lei, ci aveva provato, aveva fallito, meglio ritirarsi prima che la cosa diventasse più ridicola dei costumini e dell’idea di ricoprirsi di gomitoli.
“Passando a questo Kanon…rude, frigido…spiegagli un po’ la situazione anche tu, gli uomini sono tutti ottusi, se non ci siamo noi donne a spiegare le cose allora non arrivano a niente, fidati cara, io ho vissuto con il mio caro marito per anni…e certe volte non capiva proprio una cippa”
Finì ancora Antigone, alzando gli occhi al cielo.
La rossa lasciò andare una risatina, decidendo che però ci poteva provare.
Insomma Kanon avrà pur preso qualcosa da Saga no?...Ci sperava, almeno.
“Ma voi non sentite freddo? Qui ci vuole un goccio di grappino”
Decise l’anziana, alzandosi per dedicarsi al suo piccolo vizietto che si concedeva ogni tanto.
Le due si guardarono, altro che goccetto, ci sarebbe voluta l’intera bottiglia per sistemare tutto.

Aiolia ripensò alle parole di Camus e a quelle di Kanon, dopo essersi separato da quest’ultimo per raggiungere la sua casa.
Ricapitolando la situazione aveva Agape, allieva di suo fratello, ragazza carina, gentile e molto calorosa disposta a stare con lui per una notte di fuoco…no, non poteva farlo!
Certo la trovava affascinante, eccitante ma restava sempre una ragazzina, l’allieva di Los…non poteva mica trattarla in quel modo…si grattò la testa, sdraiandosi pensieroso lungo il divano.

Intanto Kanon era andato a farsi un giro, pensieroso pure lui riguardo Hilda.
Che giorni sfortunati erano quelli per Kanon dei gemelli.
Pensò lo stesso ragazzo, guardando sbiecamente davanti a sé.
Che doveva fare per farle capire che i suoi sentimenti erano seri? Insomma era davvero così poco probabile che uno come lui s’innamorasse di una ragazza così? Bella, simpatica e spiritosa?
Che avesse davvero così sfortuna?
Che quel giorno al tempio del dio giapponese avesse assorbito la sua maledizione?
Probabile.
Che Rhadamanthys e Aphrodite gli stessero mandando maledizioni?
Assolutamente.
“Tempi duri per Kanon dei gemelli”
Borbottò.

Le due ragazze decisero di fare compagnia all’anziana almeno fino a sera, era da tanto che Agape non andava a trovarla e, anche se Antigone non lo dava a vedere, la signora ne sentiva molto e spesso la mancanza e ogni volta che l’andavano a trovare per lei era una gioia immensa.
Le rispedì a casa con un cestino ciascuna, pieno di prelibatezze, anche se Hilda dubitava che Saga l’avrebbe accettato con un sorriso, l’avrebbe forse presa come una sfida (?) culinaria.
Dopo i saluti e i tanti abbracci, le due presero la strada verso il santuario…controvoglia, molto controvoglia.
La prima ad arrivare a destinazione fu la rossa.
“Credo che dopo questa giornata me ne vado dritta a dormire, giornata pessima ragazzi”
“Fai bene, farò così anch’io, con Aiolia parlerò domani, scusandomi prima di tutto per il comportamento”
Le diede corda Agape.
Ma…le loro intenzioni furono sbandate ancora una volta, perché si sa, se la giornata inizia male finirà pure peggio. E quel peggio, per loro, per di più per Hilda, fu di trovarsi davanti casa un Kanon russante.
“Roba tua”
Borbottò solo la bionda, scavalcando il mezzo cadavere per andare avanti.
Hilda sospirò, spalmandosi una mano sulla faccia, ma poi si fece coraggio e prese l’uomo per i piedi, iniziando poi a trascinarlo verso la sua stanza.
Solo grazie alla sua forza riuscì ad issarlo sopra sul suo letto e a stenderlo per bene. Nel mentre l’uomo aveva borbottato un po’ di volte, scatenando la mezza ira di Hilda –ormai era troppo sfatta per arrabbiarsi davvero-, il signorino dormiva, se lo doveva caricare lei e si lamentava pure?
Sbuffò soddisfatta una volta finito il suo compito, gli avrebbe fatto pagare anche quello questo era certo.
Fece per andarsene quando si sentì afferrare un braccio, si girò stupita e incontrò gli occhi mezzi assonnati di Kanon.
“Io…cioè…non sono fatto per parole dolci e roba romantica. Mi dispiace che tu in qualcuno cerchi cose come la gentilezza ed il romanticismo o…se pensi al principe azzurro sul cavallo bianco che ti arriva con le rose rosse in mano…quello non sono e non sarò mai io… mi dispiace Hilda…”
La ragazza abbassò gli occhi triste.
“Però, posso garantirti che i miei sentimenti nei tuoi confronti sono veri, io…sono innamorato di te e mi dispiace se con le mie precedenti parole…ti ho fatto intendere altro…”
Finalmente Hilda sorrise.
 “Anche io….sono innamorata di te, Kanon…”
E la tirò a sé, facendo combaciare le loro labbra in quel bacio che da tempo aveva sognato.

Agape guardò davanti a sé le colonne frontali che reggevano il tempio del leone dorato.
Sospirò, se Kanon era roba di Hilda, Aiolia era roba sua anche se non se la sentiva di affrontarlo quella sera, avrebbe preferito farlo l’indomani ma non era una codarda quindi aveva tutta l’intenzione di passare per quel tempio per arrivare al nono.
…Ma avrebbe aspettato un altro paio di minuti, così, per respirare l’aria serale della Grecia.
Alla fine si fece coraggio ed entrò.
Ciò che vide, dopo averlo cercato per il corridoio principale, le fece cadere il cestino per terra.
Aiolia…dormiva…pure lui.
Alzò gli occhi al cielo sospirando, infondo se lo doveva aspettare.
Recuperò il cestino e stava quasi per andarsene quando venne bloccata per il braccio e spinta a sedere sulla poltrona. Aiolia sveglio davanti a lei, sul divano.
“Non possiamo andare avanti così”
Pronunciò serio il leone.
La bionda annuì mogia, ma convinta pure lei.
“Ti chiedo scusa per il mio comportamento, è stato inadatto in…molte situazioni ma, insomma…”
Borbottò Agape mettendosi le mani nei lunghi capelli biondi.
Lia le sorrise e le mise una mano sulla testa, accarezzandola piano per farla calmare.
“Agape tu sei una ragazza bellissima, combattiva e…calorosa…”
Iniziò ridendo, facendo ridere pure lei.
“Ma non posso prenderti per una notte e poi buttarti via, io credo fortemente che tu meriti qualcosa di meglio”
La bionda annuì.
“Hai ragione ma…”
“Ma?”
Agape arrossì, alzando un poco lo sguardo verso il viso del gold.
“Non ci sarebbe proprio nessuna speranza…per noi due? Per più di una notte? Sai…avevo scelto te perché mi piacevi davvero”
Confessò la ragazza.
Confessione che fece arrossire pure Aiolia.
“Beh…sei molto dolce e…infondo ci si potrebbe provare”
Mormorò il gold, facendo nascere un piccolo sorriso sul volto della saintia.
I due si guardarono e i loro volti iniziarono ad avvicinarsi spontaneamente, si diedero un dolce bacio, abbracciandosi teneramente mentre Agape dalla poltrona si spostava sulle gambe del leone.
Anche un bacio poteva andare bene, per iniziare una storia.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: FriNet