Ma Seiji aveva bisogno di lei,non c'era tempo per la paura,nč per la tristezza,per i sogni ad occhi aperti,nč per qualunque altra emozione umana,bella o brutta che fosse.
E cosė li aveva tenuti tra le mani uno ad uno,sia i mostri,sia i sogni.Aveva dato loro un nome,li aveva baciati sulla fronte e poi,uno dopo l'altro,li aveva fatti scivolare dentro la scatola,aveva asciugato le sue lacrime un'ultima volta,aveva chiuso il coperchio. E li aveva dimenticati.