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Autore: DonutGladiator    04/03/2018    0 recensioni
AUCoinquiliniuniversitari! e una bella festa con troppo alcool in giro.
-Bevi Keith!-
Lance sbucò dal nulla, allungando al ragazzo un bicchierino.
-Lance, dai, basta versare da bere a tutti.- si intromise Shiro, approfittando della situazione per avvicinarsi ai due, togliendo il bicchierino dalle mani di Keith...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT-8
 
PRO E CONTRO DI UNA SERATA ALCOLICA

Il primo bicchiere è per la sete;
il secondo, per la gioia,
il terzo, per il piacere;
il quarto, per la follia.
(Apuleio)
 
-Beviamo Shiro!-
Il ragazzo mise le mani avanti, cercando di rifiutare l’offerta, ma il cubano era così insistente che si ritrovò in pochi istanti con un bicchierino di tequila che si alzava verso l’alto, lui che faceva un verso strano per assecondare l’amico e poi il liquido che svaniva tra le sue labbra in meno di due secondi, incendiandogli la gola. Il sale e il limone condirono il tutto, lasciandogli un sapore che, in fin dei conti, non gli piaceva affatto.
Era quasi al limite della sopportazione. Non si sentiva particolarmente in forma in quel momento e sapeva anche da solo che aveva forse un po’ esagerato quella sera tra alcool vario. Il fatto che Lance ora stava passando tra tutti gli ospiti distribuendo shot non era proprio una soluzione che lo entusiasmava. A lui sarebbero bastati pochi altri bicchieri e la ragione sarebbe completamente svanita.
Non aveva ancora capito perché Lance insistesse nel far bere tutti, autoproclamandosi versatore di shot ufficiale; così come era ancora un mistero come facesse l’altro a reggerli così bene nonostante il corpo esile.
Il cubano era quello che aveva bevuto più di tutti gli ospiti della serata e ancora lo faceva, come se riempisse il bicchiere di sola acqua.
Lo guardò dubbioso per un istante, cancellando subito il pensiero che potesse farlo davvero, lo conosceva ormai troppo bene per pensarlo davvero.
Un boato di eccitazione si levò dagli altri amici e il bicchierino fu di nuovo pieno.
-Brindiamo Shiro!- urlò Allura, calcando ancora di più il proprio accento a causa dell’alcool che le stava scorrendo nelle vene. La ragazza stava partecipando a uno scambio culturale nella loro stessa università e, tra le altre cose, colei che quella sera stavano festeggiando, essendo il suo compleanno.
Anche se la sua espressione era accigliata e un sospirò gli sfuggì dalle labbra, il liquido ambrato scese di nuovo lungo la sua gola, non potendo rifiutare l’invito.
Dentro di lui però sapeva che non aveva più l’età per bere così tanto, il problema era che non riusciva a dire di no.
Con lo sguardo cercò la capigliatura scura del suo coinquilino per avere un aiuto all’infinito riempirsi di quel bicchiere, ma il ragazzo era come perso, tra tutti gli altri ragazzi dell’università che avevano avuto la brillante idea di invitare nel loro appartamento.
Brillante idea avevano avuto, non c’era sufficiente spazio per due persone, figuriamoci per una ventina di ragazzi pronti a fare baldoria e confusione fino alle due del mattino.
O almeno in cuor suo sperava se ne andassero per un certo orario, anche se non sarebbe stata la prima volta che cui alcuni di loro rimanevano accampati nel loro appartamento.
Per fortuna era riuscito ad arginare il numero dei partecipanti e soprattutto non coinvolgere il corpo docente. Già immaginava il professor Coran che improvvisava uno spogliarello sul tavolo dopo aver bevuto un bicchiere di troppo e il professor Zarkon che urlava a squarciagola di smetterla di rendersi ridicolo.
Per non parlare di Slav, il loro professore ucraino, che parlava anche da sobrio di un mondo tutto suo fatto di realtà alternative e probabilità.
Solo il fatto di immaginare certe cose doveva dirla lunga del suo stato di sobrietà.
-Ya-hoooo!- Lance, il più scatenato della casa, non la smetteva di ondeggiare verso gli ospiti, con la sua bottiglia di tequila attaccata alla cintura – in una fondina improvvisata – e versare shot a chiunque avesse le mani vuote.
Quello era ormai diventato il suo nuovo compito della vita: fare in modo che tutti avessero qualcosa da bere e che si divertissero.
Se non volevi bere… beh, dire di no a Lance era praticamente impossibile, era così tenace che dovevi per forza farlo e non c’erano altre opzioni disponibili a meno che non fossi astemio.
Ma lì dentro di astemi ce n’erano ben pochi.
Anzi, in realtà una sola ragazza lo era. Shiro incrociò lo sguardo di Pidge e le fece capire tutta la sua disperazione in un’occhiata.
La ragazza accennò a un sorriso e poi indicò il fratello, a pochi metri da lei, avvicinandosi a Lance, forse speranzosa di farlo calmare almeno un pochino.
Shiro si voltò verso Matt incrociando i loro sguardi, supplicandolo di fare qualcosa per la situazione spinosa in cui si trovava, e gli scappò un verso disperato quando si accorse che il bicchierino era di nuovo pieno. Alzando gli occhi al cielo, sperando di tergiversare il più possibile con il liquido tentò di allontanarsi da Lance avvicinandosi all’amico, cercando di passargli il bicchierino senza però avere successo, rimanendo con l’oggetto scomodo in mano e una faccia avvilita.
Il problema era che Matt aveva il suo stesso sguardo.
-Non ce la faccio più a bere Shiro, se mi cedi anche il tuo bicchiere c’è il rischio che inizi a seguire Lance nel versare shot a tutti, probabilmente mezzo nudo e a ritmo latino.- disse l’altro, sorridendogli per cercare di far forza all’altro.
Shiro rise e poggiò il bicchierino pieno su una mensola, abbandonandolo; conosceva bene Matt e sapeva che sarebbe stato capacissimo di farlo.
E sapeva anche che Lance avrebbe adorato vederlo in una simile situazione.
-Ripetimi come mai abbiamo deciso di fare una festa.- chiese, guardandosi intorno, ancora alla ricerca di qualcuno in particolare.
-È il compleanno di Allura, volevamo farle una sorpresa.- rispose Matt, alzando le spalle e bevendo il proprio shot a piccoli sorsi.
-Giusto… ricordami la prossima volta di prenderle semplicemente un regalo più grande.-
Matt rise e gli batté una mano sulla schiena, in segno d’approvazione.
Il ragazzo era uno dei suoi più cari amici, si erano incontrati al liceo e da allora erano diventati amici, avevano poi proseguito gli studi insieme ed entrambi avevano vinto un bando per un dottorato di ricerca nell’università che avevano frequentato, specializzandosi in diversi campi dell’ingegneria.
Matt era anche stato il primo ragazzo con cui avesse avuto quella che era sembrata per alcuni mesi una relazione, ai tempi del college, quando avevano deciso di tentare nuove esperienze.
Alla fine uno aveva deciso che il corpo femminile lo attirava molto di più e l’altro per il contrario.
Forse non era finita bene per loro come coppia ma ora la situazione soddisfaceva entrambi e avere Matt come amico e confidente era per Shiro uno dei pilastri più importanti nella sua vita.
-Lance per l’amor del cielo, smettila di agitare le chiappe.- sbottò Pidge, mentre, come ipnotizzata, cercava di distogliere lo sguardo da lui, fallendo miseramente.
-Oh oh. Qualcuno vuole una fetta di Lance?- domandò il ragazzo sarcastico alzando le sopracciglia in un’espressione d’ammiccamento verso la ragazza più giovane, che per tutta risposta gli tirò un pugno che avrebbe dovuto essere amichevole - anche se Lance accusò il colpo – aggiungendo qualcosa che Shiro non capì bene ma che lo fece sorridere.
-Io mi farei volentieri un’altra fetta di ciambellone.- disse Hunk, alzandosi e dirigendosi verso il tavolo con il cibo, che era stato meno intaccato rispetto l’alcool.
Lance lo prese per un braccio e sorrise, trascinandolo verso il tavolo degli alcolici, urlando qualcosa che Shiro non sentì per niente ma che non doveva essere particolarmente interessante, perché la faccia di Hunk era tutto un programma.
Forse aveva finito la bottiglia con cui continuava a riempire i bicchieri di tutti e aveva bisogno di un nuovo liquido da propinare agli ospiti. Sperava che almeno riuscisse a trovare qualcosa con gli stessi gradi della Tequila di prima.
Altrimenti avrebbe dovuto ripulire tutto il soggiorno dal vomito dei suoi ospiti.
E al momento la cosa non gli andava neanche un po’.
Nel mentre che la situazione Lance era arginata grazie al controllo da parte di Hunk e Pidge, che sperava riuscissero a fermare eventuali sue azioni di pazzia e aggiungendo il fatto che Matt aveva trovato in Allura una compagnia ben più interessante rispetto la propria, Shiro decise di andare alla ricerca del suo coinquilino, che non vedeva da più di un’ora.
Si fece quindi spazio tra una coppia di ragazze che non aveva mai visto, superò il tavolo pieno di cibo, si affacciò in cucina e riconobbe la capigliatura scura e ribelle di Keith in lontananza.
Stava parlando con Lotor e sorrideva.
Lo fissò incredulo per qualche secondo.
Era raro vedere Keith sorridere e lui era convinto di essere uno dei pochi che riusciva nella missione che Lance definiva come “impossibile”, di solito aggiungendo altre parole poco carine nei confronti di Keith, per chissà quale motivo, diventato la sua nemesi fin dai primi giorni all’università.
Shiro scosse la testa da quei pensieri inutili e si focalizzò su l’altro e quel suo sorriso.
Ogni volta che gli sorrideva, lui si trovava a sorridere a sua volta, grato che il ragazzo lo facesse, ma quella volta il sorriso non gli era spuntato sulle labbra.
Anzi, probabilmente aveva un’espressione tutt’altro che allegra.
Era vero che non si conoscevano da una vita come con Matt, ma aveva capito sin dall’inizio che il suo coinquilino era la tipica persona che si fidava poco degli altri e lui aveva sempre cercato di essere qualcuno su cui il più giovane poteva contare.
Da quando avevano iniziato quella convivenza e dopo aver scoperto di andare nella stessa università, erano diventati grandi amici e Keith si era aperto con lui più di quando avesse mai fatto con qualcun altro.
Almeno, questo era quello che gli aveva detto.
Da quanto tempo però era diventato così socievole con quel damerino?
Keith stringeva nervosamente la mano attorno al bicchiere di plastica e parlava con Lotor, le guance erano leggermente imporporate e abbassava lo sguardo se incontrava gli occhi chiari dell’altro ragazzo.
La gelosia affiorò improvvisa tra i pensieri di Shiro.
Un sentimento che aveva sperimentato più volte ma che unito al tasso alcolico che aveva in corpo, era forse dieci volte più potente e incalzante del normale. Sapeva che se avesse avuto meno autocontrollo si sarebbe fiondato tra i due, portando Keith via dall’altro.
E ringraziava che l’alcool non gli avesse completamente invaso il cervello, perché era certo che un simile comportamento non se lo sarebbe mai perdonato.
   
 
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