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Autore: Jason_dal_profondo    04/03/2018    0 recensioni
Un dramma che ruota attorno alla relazione segreta tra due fratelli adottivi, Tom e Kai, e alle svolte tragiche che la loro storia causerà alla famiglia e a coloro che li circondano.
Dal testo:
«A pochi isolati da casa nostra era situato un piccolo parco privato con affaccio sul mare; era chiuso e inaccessibile da qualche anno, noi ci entravamo segretamente passando dalla scogliera. Eravamo soliti passare lì i pomeriggi, distesi sull'erba a guardare il mare. Ci piaceva quel posto perchè non ci entrava mai nessuno; era come se fosse tutto per noi. Quando quel giorno ci andammo, tirava un'aria fredda di fine inverno. Gli dissi ciò che nostro padre mi aveva riferito. Credo che all'epoca Kai non si rendesse conto dell'importanza del nostro segreto. [...] Di lì a poco le nostre vite sarebbero state distrutte da un turbinio di eventi la cui causa fu solo la nostra sconsiderata mancanza di attenzione. E inconsapevoli, distesi in quel parco in un pomeriggio di fine inverno, io e il mio piccolo amore ci godevamo i nostri ultimi attimi di quiete.»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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AVVERTENZE!

Nel racconto che segue è presente una relazione amorosa di tipo incestuoso tra due personaggi minorenni. Qualora la tematica possa in qualche modo urtare la sensibilità di chi legge, si consiglia di non proseguire.


Nella storia NON vi è alcuna descrizione dettagliata di sesso o violenza, nonostante questi siano temi ricorrenti all'interno della trama.


Tutti i personaggi sono frutto di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, vicende o persone reali è puramente casuale.

Ai più curiosi, auguro una buona lettura!




 

1.

 

Partiamo dall'inizio.
Io e Kai ci siamo conosciuti da bambini quando eravamo ancora in casa-famiglia. Io avevo sei anni e lui quattro quando fummo adottati da Angela e Massimo Marchesi. Prima ancora che condividessimo un legame familare, io avevo piacere nel guardare a Kai come a un fratello minore. Il nostro morboso legame di amicizia, unito al fatto che tra i due ci fosse un'effettiva somiglianza - entrambi abbiamo origini tedesche e i capelli biondi - portava spesso i visitatori dell'istituto a pensare che fossimo fratelli. L'idea di avere un fratello, per un bambino di sei anni cresciuto in un istituto, è una dolce e gioiosa soddisfazione difficile da spiegare. Credo che la scintilla d'amore nei suoi confronti si sia accesa quando, un anno prima, quella che era all'epoca la nostra tutrice entrò in camera da letto, mano nella mano con un bimbo di tre anni e mi disse: - "Lui d'ora in poi dormirà nel lettino sotto al tuo. Mi raccomando, trattalo come se fosse il tuo fratellino!"
Presi le sue parole alla lettera, tracciando le basi di quello che sarebbe poi diventato il nostro indissolubile rapporto d'amore. Io e Kai Iniziammo a giocare sempre insieme, a sederci a tavola sempre vicini e a comportarci come se fossimo (fisicamente, emotivamente) dipendenti l'uno dall'altro.
Quando in un giorno di primavera, dopo che ero tornato da scuola, vennero a dirmi che una giovane e ricca coppia di Ancona era intenzionata ad adottare il mio Kai, fui invaso da un'atroce sconsolatezza di cui ancora oggi ricordo il dolore. Piansi tutto il giorno pensando che avrei perso l'amico a cui tenevo così tanto. Non volli giocare nè parlare con Kai per tutte le settimane seguenti, quasi volessi incolparlo di quello che stava accadendo.
Ricordo bene il giorno in cui vidi Massimo e Angela per la prima volta. Eravo venuti a fare visita all'istituto ed ebbi dunque modo di vedere chi erano i cattivi, coloro che avrebbero portato via mio fratello. Quando entrarono nel salone dei giochi, li accolsi a braccia conserte e con il broncio. Io ero su una sedia all'angolo della stanza, mentre Kai giocava da solo con le sue macchinine sul pavimento. Serena, la tutrice, mi presentò ai due come "l'amico del cuore del piccolo Kai" ed essi notarono subito che nutrivo del risentimento nei loro confronti.
Circa un mese dopo, venni a sapere che il signore e la signora Marchesi avevano intenzione di adottare anche me.
Apro una piccola parentesi che mi sembra alquanto dovuta: ci tengo a sottolineare che nonostante tutto ciò che è avvenuto in seguito alla nostra adozione, compresi i crimini e tutto il sangue che è stato versato, non ringrazierò mai abbastanza quest'uomo e questa donna per avermi accolto nella loro famiglia, per la compassione che hanno avuto nei miei confronti e per non avermi separato dal mio piccolo amore. Credo che nulla di tutto ciò che leggerete nelle seguenti pagine sarebbe successo, se solo Angela e Massimo avessero deciso di prendere sotto il loro tetto un unico figlio.

 

 

   
 
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