Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Angel_Auro    05/03/2018    0 recensioni
- Ti racconto una storia. -
Un ritorno a memorie vecchie di anni per la nostra Baba che parlano di stelle, rukh e...una sorpresa.
Genere: Fantasy, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aladdin, Baba, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le stelle di Baba

 

- Lo sai cosa spinge gli uomini a cercare significati nelle stelle? -

Domandò la vecchietta dai lunghi capelli bianchi e la faccia rugosa.

- Me lo sono sempre chiesto, forse perché cerchiamo sempre di trovare un significato a tutto, anche quando forse non è necessario...O perché è uno spazio così grande che fa paura e vogliamo tenerlo più vicino a noi. -

La nonnina rise facendo tremare quelle spalle sottili, gracili e protette da un bello scialle di lana colorato, forse fatto pure da lei tempo addietro, quando le mani funzionavano ancora a dovere.

- Ottima osservazione, Aladdin. -

Il giovane dalla lunga treccia blu sorrise mentre le fiamme del focolare che gli stava davanti allungava la sua ombra insieme a quella della nonnina fino a farla sparire nell'oscurità delle steppe alle loro spalle.

- Ti racconto una storia. -

- Ma non stavamo parlando delle stelle? -

- Appunto. -

Aladdin si zittì con gli occhi che improvvisamente brillavano d'interesse.

- Baba... -

- Dimmi. -

- Nulla, racconta racconta! -

La vecchia sorrise bonaria e si mise a disegnare sulla terra brulla con il proprio bastone uno strano disegno che sembrava solo un confuso miscuglio di linee.

- C'era una volta... -
 

***
 

La ragazza si tirò su di scatto, teneva i lunghi capelli marroni sciolti per la notte e aveva una pelle abbronzata dal sole intenso delle steppe. Il suo sonno doveva essere stato disturbato da qualcosa per farla svegliare così tante ore prima dell'inizio del giorno. Per questo la sua mano era corsa rapida al pugnale, lasciato appositamente vicino al cuscino, prima di abbandonare il tepore delle coperte per uscire dalla tenda che chiamava casa.

Il vento le schiaffeggiò la faccia facendola rabbrividire, nonostante ormai doveva essere primavera e le temperature rigide dell'inverno ormai ricordi lasciati all'anno che successivo. Tutto ciò che stava fuori dal raggio di luce delle fiaccole, lunghi bastoni installati a segnare il perimetro del campo, era buio, scuro in un modo indistinto. Tuttavia qualcosa sembrava muoversi in modo scomposto lì in mezzo alle sterpaglie.

Il pugnale venne alzato in mezzo a tutto quel silenzio, una piccola lama affilata di acciaio ritta davanti ad una ragazzetta nemmeno troppo alta per la sua età e dallo sguardo preoccupato. Non c'è nessun adulto in giro, tutti dormivano tranne Ultar e Ulzii, i due gemelli di guardia che tuttavia in quel momento erano troppo lontani da lei per aver visto quell'affare che si muoveva silenzioso fuori dalla luce protettiva del fuoco.
 

***
 

- Cos'era?? -

Domandò presissimo Aladdin interrompendo di punto in bianco la nonnina.

- Se mi lasciavi continuare te lo stavo per dire. Devi imparare cos'è la pazienza mio caro. -

Baba rispose bonaria interrompendo quel disegno sul terreno che ancora rimaneva di un significato ignoto al ragazzo.

- Scusa...-

La vecchia si schiarì la voce.

- Come stavo per dire... -
 

***
 

Ma ecco che quella figura d'ombra prese forma varcando il perimetro. Si trattava di un uomo molto alto, ma allo stesso tempo dall'apparenza gracile con una lunga barba bianca intrecciata.

- Baatar! -

Esclamò la ragazzina abbassando il pugnale, tira pure un lungo sospiro di sollievo dopo aver riconosciuto chi le stava davanti.

- Oh perdonami cara, non volevo spaventarti! -

Il vecchietto sorrise avvicinandosi. Indossava una delle tipiche vesti del clan Kuga, esattamente come lei. Stoffa color ghiaccio bordata di nero nel caso dell'uomo, tenuta stretta alla vita da una semplice fascia girata più volte attorno al corpo.

- Sei andato di nuovo in giro da solo, Baatar! -

Lo sgridò la fanciulla con espressione di disappunto.

- Lo so lo so, ma non dirlo a Kelha o domani mattina mi tira le orecchie. -

Quello le fece l'occhiolino e sorrise con fare complice.

- Mi spiace per lei, essere moglie di uno che se la svigna sempre dev'essere dura. -

La moretta strinse le braccia al petto.

- Vieni con me! Voglio mostrarti una cosa. -

Il vecchio le porse una delle sue grandi mani segnate da anni di lavoro e la giovane, un po' titubante all'inizio, decise di afferrarla quando i suoi grandi occhi si lasciarono catturare da quelli gentili dell'altro.
 

***
 

- Cos'era?? -

Alla povera Baba sembrò una sorta di déjà-vu e non si trattenne dal ridacchiare mentre Aladdin arrossiva, conscio di aver parlato ancora d'impulso.

- Cosa? -

- Quello che Baatar voleva mostrare alla ragazza. -

- Ora te lo dico...-

La vecchia però non riprese subito a raccontare, si perse ancora con il proprio bastone a terminare ciò che aveva iniziato. Erano due persone, un uomo e una donna con le mani dritte verso l'alto.
 

***
 

I due varcarono insieme il perimetro di luce delle toce lasciandosi alle spalle il grande accampamento. Procedere all'inizio sembrava difficile alla ragazza, che continuava a finire con le vesti incastrate in rametti o piante basse, ma poco a poco i suoi occhi si abituarono alla ridotta luminosità della steppa notturna. Tutto era silenzio, tutto dormiva.

Ad un certo punto una buca la fece inciampare, lasciare la presa di Baatar e cadere rovinosamente a terra in un colpo solo. Fu quando il vecchio le si avvicinò e le rioffrì la mano che lei realizzò finalmente cosa stava sopra la sua testa.

Le palpebre le si spalancarono per la meraviglia e il maestoso cielo stellato occupò tutto lo spazio circostante. Sparirono le piante basse, il vecchio ed il dolore alle ginocchia sbucciate per lasciare spazio ad un'immensità senza pari.

Tutto divenne luminoso, la sua terra natia non risultava più così spaventosa di notte perché ora c'è qualcosa di peggio che le mette più paura. Una pressione allo stomaco le salì velocemente e lei non potè fare a meno di abbassare la testa dopo poco, chiudendo gli occhi con forza.

Ma ecco che una mano gentile e calda le toccò la schiena, una presenza rassicurante che per pochi istanti aveva dimenticato.

- Baatar ho paura... -

Sussurrò pianissimo restando a terra rannicchiata.

- Oh, mia cara questa è una reazione naturalissima, non preoccuparti, ci sono qui io. -

Il tono del vecchio dal bianco manto era gentile, affettuoso.

- Tutti rimangono spaventati a guardare il cielo quando non si è protetti dalla luce del fuoco, molti non ci si abituano mai. -

Continuò con la calma di chi ha vissuto a lungo e visto molto.

- Ti ricordi cosa ti ho spegato la prima volta che ti ho insegnato ad usare la magia? -

Nell'oscurità il mago sorrise e la fanciulla aprì finalmente gli occhi tenendoli comunque bassi.

- Si Baatar, ma lo sappiamo entrambi che io ho pochissimo Magoi e che... -

- La quantità di Magoi ora non c'entra, mia cara. -

La interruppe con uno sguardo severo.

- Ti dissi che il Rukh è la casa delle anime. Bene piccola, tutto quello che ti sta in torno è composto da Rukh, lui sta in ogni cosa, è ogni cosa! Sta persino nelle stelle e un giorno, quando anche noi torneremo alla terra, la nostra anima si unirà a questa immensità. Quindi non avere paura piccola mia, perché tutto questo non è fatto in se per farti del male. -

Confortata dalle parole sagge del mago l'apprendista alzò lo sguardo per la seconda volta alle stelle.

Il cuore le palpitò nel petto come un cavallo selvaggio e di certo la paura non svaniscì, ma grazie al proprio maestro le fu possibile trovare il coraggio di tenere gli occhi su quella cupola nera abitata solo dalle stelle e dalla Luna.

Il vecchio la guardò rimanendo in silenzio senza staccare la mano da lei.

- Ora capisci, mia piccola Baba? -
 


 

Non so bene da dove sia saltata fuori questa storia, l'ho scritta mentre avevo la febbre molto alta e la cosa mi sorprende tutt'ora.

Baba è sempre stata un personaggio di Magi che mi ha stregato, quindi sono entusiasta di poter dedicare a lei in particolare questa fanfiction.

Baatar è un nome tipico della Mongolia, significa "eroe", proprio per questo l'ho assegnato al vecchio mago che nel mio immaginario ha istruito Baba sul Rukh come se per lei questa figura fosse stata la più importante, un punto di riferimento dal quale è partita tutta la sua storia.

Ringrazio già da adesso chi mai dedicherà qualche parola in una recensione a questo one-shot, mi farebbe davvero piacere avere un riscontro dal pubblico anche per mie idee future.

Alla prossima e grazie,

Angel <3

   
 
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