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Autore: Sel Dolce    06/03/2018    12 recensioni
[Omega!Verse|Sterek|Rating Arancione|Slash|Possibile Mpreg]
Beacon Hills è divisa in sette zone, ognuna delle quali ha una famiglia fondatrice. Nel sedicesimo anno di vita, dopo l'equinozio di primavera, i giovani abitanti di Beacon Hills si recano al Nemeton per scoprire la loro natura e gli alpha si fanno avanti per decidere quale omega corteggiare.
Quando Stiles si rivela un omega con grande disappunto del nonno e nessuno sembra interessato a lui, non può che rimanerci male. Curioso invece come Derek Hale dopo la cerimonia si sieda accanto a lui regalandogli un portachiave, con la promessa di corteggiarlo anche se problematico in quanto membri importanti di clan diversi.
Dal capitolo nove:
Camminò lungo il corridoio buio, sentendo dei passi dietro di lui, il suo naso lo avvertiva che alle sue spalle vi era il suo alpha. Sorrise svoltando a sinistra, salendo le scale in marmo che portavano al piano superiore dove nessuno li avrebbe trovati. Fece i gradini due a due fino ad arrivare in cima e guardare in basso, dove Derek lo stava fissando con gli occhi illuminati di rosso macchiati di giallo. Stiles trattenne il respiro per l’intensità dello sguardo [...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo

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La primavera era arrivata come suo solito portando il verde acceso dell’era e i favolosi colori dei fiori appena sbocciati, insieme al piacevole calore che permetteva agli abitanti di Beacon Hills di passare più tempo all’aperto, magari ad oziare lasciando scorrere indisturbato il tempo senza preoccuparsene, godendosi i raggi del Sole carezzare le palpebre chiuse, accompagnati dal leggero vento proveniente da ovest che portava l’odore salmastro dell’Oceano Pacifico, creando un’atmosfera paradisiaca.

La città era divisa in ben sette sezioni, ognuna con la propria famiglia fondatrice da cui prendevano il nome. Nella parte più esterna, vicino al confine con Riverside, c’erano i licantropi appartenenti al clan Hale. Si preoccupavano di proteggere la città, sorvegliando il Nemeton ed erano i maggior distributori di beni di prima necessità sfruttando il territorio fertile di cui disponevano. L’Alpha era Thalia Hale, maritata a Sebastian Hale, ed era un’omega dal cuore d’oro, ma severa con chi meritasse una bella punizione. La coppia aveva tre figli: Laura, la più grande, era un’alpha legata ad un omega del suo clan di nome Hector Sullivan ed era in attesa del loro primo bambino alla giovane età di ventuno anni. Il secondo genito era un altro alpha, ma a differenza della sorella non si era ancora legato nonostante fosse un senior alla Beacon Hills High School, contrariamente a molti suoi coetanei, ma non poteva farci nulla se in due anni non aveva trovato la sua anima gemella anche se in realtà aveva una cotta segreta di cui solamente Laura era a conoscenza. L’ultima degli Hale era Cora, di appena sedici anni, in attesa di scoprire la sua natura che si sarebbe rivelata ben sette giorni dopo l’equinozio di primavera, così come lo era stato per tutti.

A confinare con gli Hale si trovava il clan Martin, molto conosciuto per la forza di carattere dell’alpha Natalie che aveva superato egregiamente l’abbandono del suo omega, che era scappato con un altro alpha di un’altra città. Il suo clan si occupava dell’istruzione, dagli asili nido alla piccola università, dalle autoscuole a qualsiasi altro posto si potesse imparare qualcosa. L’erede del clan era Lydia, la sola ed unica, di cui tutti attendevano impazientemente di scoprire la sua natura, sperando in un’alpha forte quanto la madre.

Più piccolo era il clan McCall che si occupava di curare gli ammalati e prestare soccorso a chi in difficoltà. Il loro alpha aveva abbandonato Beacon Hills per trasferirsi in Virginia, lasciando la compagna omega Melissa da sola con il loro unico figlio Scott. Il ragazzo era stato Morso da Thalia Hale per porre fine ai suoi insopportabili dolori dovuti agli attacchi d’asma e la donna non aveva preteso il giovane nel suo territorio, ma solamente l’intervento di quest’ultimo in caso di necessità, sfruttando la sua nuova forza sovrannaturale e Melissa – con le lacrime agli occhi – aveva accettato, felice di vedere suo figlio star bene.

Il clan Argent non aveva sempre goduto di buona fama, soprattutto a causa di Gerard e Kate Argent che avevano commesso crimini indicibili, portando alla morte l’omega Victoria, la compagna dell’alpha ora in carica del clan Christopher, lasciandolo solo con la figlia adolescente Allison. Si occupavano del rifornimento di armi e prodotti contro esseri sovrannaturali, ovviamente per quest’ultimi la vendita era più rigida, preceduta da un’accurata indagine sul cliente per evitare che faccia del male a degli innocenti, come era successo in passato, causando non pochi problemi.

Il clan Raeken era il secondo ed ultimo clan ad essere composto principalmente da esseri sovrannaturali. Erano tutti alquanto bizzarri e si occupavano di ricerche in campo scientifico, facendo strani esperimenti. La famiglia portante aveva provato delle procedure sui loro stessi figli, causando la morte della più piccola e dando al ragazzo – Theo – il DNA di un lupo mannaro e quello di un coyote mannaro.

Del tribunale se ne occupava il clan Whittermore, abili avvocati e onesti giudici che si assicuravano che tutti avessero quel che meritavano, seguendo solo ed unicamente a via che avrebbe portato loro alla verità. La coppia che doveva occuparsi di protrarre la dinastia sfortunatamente aveva avuto dei problemi nel concepire un bambino, scoprendo successivamente che l’alpha non era in grado di poter inseminare la propria omega, costringendo loro ad adottare un bambino di nome Jackson, con la speranza che al suo sedicesimo anno di vita si rivelasse un alpha.

Infine, c’erano quelli del clan Stilinski, il loro alpha era Noah, lo sceriffo, il quale insieme ai suoi agenti si preoccupava di far regnare l’ordine nella cittadina californiana e si occupava dell’amministrazione dei fondi dati dallo Stato e i contributi dei cittadini, investendoli in progetti per migliorare la loro comunità e offrendo assistenza ai più bisognosi, dando loro due pasti caldi al giorno e riparo durante i mesi freddi in un locale riscaldato. La moglie di Noah, Claudia, era morta a causa di una malattia poco prima del nono compleanno di loro figlio Stiles, lasciando l’intero clan con un vuoto nel petto, nostalgici dell’amorevole compagna del loro alpha. Ora attendevano tutti con trepidante ansia di conoscere la natura del rampollo Stilinski.

♠♠♠

Stiles muoveva le dita in maniera nervosa sopra le proprie ginocchia coperte dalla lunga tunica bianca. Il fuoco accesso accanto al Nemeton non emetteva abbastanza calore e poco importava che fosse già primavera, di notte nella foresta faceva troppo freddo e lui non lo sopportava.

Sentiva lo stomaco attorcigliarsi e l’incredibile voglia di vomitare farsi sempre più pesante mentre la fila scorreva e mancavano sempre meno persone fino a lui. Quello doveva essere il giorno più bello per tutti, il giorno in cui si scopriva la propria natura, il giorno della Rivelazione. Peccato che Stiles sentiva l’impulso di darsela a gambe e non farsi vedere mai più, aveva talmente tanto paura di deludere suo nonno paterno che avrebbe preferito spacciarsi per morto e scappare in Messico. Tutta la città era praticamente alle sue spalle, in attesa di scoprire i nuovi alpha ed omega della città, così che quelli ancora non legati potessero fare una prima selezione.

Si sentiva come carne al macello, erano tutti emozionati in maniera ridicola, contenti in maniera esagerata e Stiles voleva solamente riversare la sua cena sul manto erboso della riserva e magari aspettare altri venti anni prima di scoprire cosa fosse. Doveva essere un alpha, tutto il clan se lo aspettava, eppure dentro di lui sentiva questa cosa che gli diceva che nope, non era assolutamente un alpha. Forse tutti avrebbero dovuto capirlo in base a piccole cose, come dal fatto che nessun alpha sapesse cucinare, era proprio come una maledizione, non importava quante lezioni di cucina un alpha prendesse, avrebbe bruciato anche l’acqua in una pentola. Non era uno stereotipo, era proprio un dato di fatto, un qualcosa che aveva deciso il Nemeton. Gli alpha non potevano cucinare se non per il proprio compagno o famiglia. Stiles era molto certo di aver cucinato talmente tanti pasti e dolci per il suo clan da mettere bene in chiaro che forse, proprio forse, sarebbe uscito omega o al massimo beta. Eppure suo nonno si ostinava a dire che gli Stilinski erano tutti alpha, che la sua dote culinaria fosse solo fortuna, che appena dopo il giorno della Rivelazione avrebbe iniziato a bruciare anche le uova bollite.

Guardò nella direzione del suo clan cercando lo sguardo di suo padre, lui era molto più comprensivo, non gli importava nulla dello status, gli bastava sapere che Stiles stesse bene e che trovasse una persona che lo amasse veramente. Più volte aveva litigato con il suo stesso padre per la pressione che metteva al figlio, ma a lui poco importava. Gli Stilinski erano alpha, punto e basta.

Guardò nuovamente la fila rendendosi conto che fosse il turno di Scott. Il ragazzo posò come da tradizione una mano contro la corteccia del Nemeton e questo si illuminò di rosso facendo vibrare le foglie e la sua tunica prese lo stesso colore segnandolo come un alpha. Ora, Stiles era veramente contento per lui, l’amico aveva sempre detto di voler essere un alpha per proteggere sua madre al meglio e trovare qualcuno di cui prendersi cura, ma soprattutto perché non voleva essere un omega come Allison Argent. La rampolla della più famosa figlia di cacciatori era un anno più grande rispetto a loro, ma frequentava il loro stesso anno in quanto aveva perso un anno dopo la tragica morte della madre. Scott era veramente senza speranze, Stiles glielo avrebbe ricordato più tardi, perché erano due esponenti delle famiglie fondatrici e non c’era alcuna chance per loro di poter metter su famiglia. Avrebbe creato caos in città e Stiles non voleva certo vivere nel bel mezzo di una guerra, aveva già abbastanza drammi a cui pensare.

Si morse il labbro facendo vagare lo sguardo verso il clan Hale, adocchiando Derek nella sua tunica rossa. Tutti gli alpha e gli omega non legati dovevano indossare la loro tunica nel giorno della Rivelazione in quanto, dopo che tutti i neo sedicenni fossero stati decretati per la loro natura, gli omega si sarebbero dovuti mettere in fila nella loro tunica gialla e a quel punto gli alpha interessati si sarebbero messi dietro di loro. Derek Hale in ben due anni non aveva mai fatto parte di una fila, rimanendo immobile al suo posto esplicitando che nessuno gli interessasse. Era un vero peccato, perché Stiles lo trovava dannatamente attraente e nessuno sarebbe riuscito a batterlo per la mano di un omega. Era praticamente il ragazzo perfetto, ottimi voti a scuola, in pugno una borsa di studio per il MIT e capitano della squadra di basket e partecipante dei tornei di scacchi tra le scuole della California. Ma, come aveva detto in precedenza, anche la sua infatuazione era totalmente inutile, che fosse uscito alpha od omega, Derek non era alla sua portata perché un Hale. Sì, suo nonno lo avrebbe ucciso se avesse anche solo pensato per un secondo di Legarsi a qualcuno che non facesse parte del proprio clan.

La fila scorse velocemente e prima di quanto si aspettasse fu il suo turno. Si alzò sentendo le gambe molli come gelatina e rischiò veramente di vomitare. Guardò il padre che sorrise incoraggiante mentre il nonno indicava il suo polso. Lì, c’era un braccialetto rosso, un regalo come portafortuna per far sì che il Nemeton si illuminasse di quel colore. Guardò Derek che sembrava improvvisamente incuriosito, smettendo di parlare con sua sorella Laura e questo lo fece sentire doppiamente a disagio. Mosse il primo passo cerando di non vomitare, era certo che il Nemeton non avrebbe apprezzato avere i suoi succhi gastrici tra le radici.

Allungò la mano e a pochi centimetri si girò nuovamente cercando lo sguardo di Scott, solamente lui sapeva quanto temesse il giudizio, di quanto fosse importante per la sua sopravvivenza nel clan che fosse un alpha. Il McCall alzò i pollici in alto, rassicurandolo che sarebbe andato tutto bene.

Poi, spinto dall’occhiataccia di Deaton, il coordinatore e custode del Nemeton, posò la mano contro la corteccia dell’albero e… non successe niente. Nessuna illuminazione, la sua tunica rimase bianca, e tutti iniziarono a borbottare chiedendosi se fosse difettoso e no, Stiles non poteva esserlo. Sapevano tutti quello che succedeva ai difettosi: venivano spediti in Australia e lì conducevano una vita praticamente rudimentale. Non voleva assolutamente finire lì.

Deaton si avvicinò e gli guardò la mano come se quello potesse essere il problema « C’è qualcosa che non va, ragazzo? » domandò guardandolo con i suoi penetranti occhi blu da beta. Stiles sbuffò una risata e riuscì a sussurrare una risposta « Lei che crede? » e okay, era un’altra domanda, ma valeva come risposta. Deaton alzò gli occhi al cielo e prendendo un fazzoletto gli pulì la mano dal sudore « Stiles, devi essere tranquillo o il Nemeton non riuscirà a riconoscerti. Svuota la mente e posa nuovamente la mano. » ordinò facendo tre passi indietro. Il giovane tornò a guardare l’albero e prese un profondo respiro pensando che era meglio omega che difettoso. Scrollò le spalle e posò nuovamente la mano contro la corteccia, la quale si illuminò di un caldo giallo facendo tremare il terreno. La tunica divenne dello stesso colore decretando definitivamente lo status del giovane Stilinski.

Guardò verso suo padre e lo vide sorridere, gli occhi lucidi e uno sguardo fiero mentre suo nonno era leggermente su tutte le furie. Poteva benissimo leggere le sue labbra mentre chiedeva al figlio cosa diavolo ti sorridi? Tuo figlio è un disastro! e Stiles dovette mordersi il labbro per non piangere. Non che gli importasse tanto del nonno, ma non voleva che suo padre venisse trattato in questo modo, era stufo di essere la causa delle loro liti e ora chi lo avrebbe più sentito al nonno. Svogliatamente si mise in fila con gli altri omega e attese pazientemente che finissero tutti, scambiando sguardi con Scott che gli diceva di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato per il meglio.

« Alpha, scegliete chi volete corteggiare. » ordinò Deaton una volta che tutti furono benedetti – o maledetti, nel caso di Stiles – dal Nemeton. Il ragazzo guardò gli alpha farsi strada e mettersi educatamente in fila dietro alla persona che volevano corteggiare, quasi si strozzò con la sua saliva quando vide Scott mettersi dietro ad Allison e Jackson Whittermore il primo dietro a Lydia Martin. Oddio, ci sarebbe stata una guerra e lui sarebbe finito in mezzo, non c’erano dubbi.

Notò con dispiacere che nessuno era dietro di lui, ma non si aspettava nulla, nessuno gli aveva mai dedicato attenzione e le figure che faceva a scuola lo avevano catalogato come un iperattivo combina guai, nessun alpha voleva un combina guai.

Alzò gli occhi al cielo ripetendosi che non doveva piangere, che non era quello il momento, che poteva aspettare fino al rientro a casa nella privacy di camera sua. Era così umiliate stare lì fermo e venire scartato da tutti, nessuno del suo clan si era messo dietro di lui e non sapeva veramente cosa pensare. Solitamente i figli dei fondatori avevano il maggior numero di pretendenti, proprio come Lydia che sfoggiava al suo seguito come minimo venti alpha.

Deaton si schiarì la gola « Questi sono gli ultimi secondi per entrare nelle file. » annunciò agli alpha ancora fermi, magari cercando di convincere qualcuno ad avere pietà del povero Stilinski che stava facendo la figura dell’idiota, come al solito. Stiles aveva ormai perso le speranze e si ritrovò a pensare in automatico a come sarebbe stato doloroso il suo primo calore senza un alpha ad aiutarlo. Certo, non aveva pensato di accontentarsi del primo che passa, aveva anche pianificato che i primi calori gli avrebbe passati da solo, ma così faceva molto più male perché oltre ad essere un disastro di figlio era anche un disastro di omega che non voleva nessuno. Si morse il labbro guardando nuovamente verso il clan Hale e corrugò la fronte quando non vide più Derek al fianco di Laura. Guardò le altre file, cercando di scorgere chi fosse il fortunato o fortunata che avesse conquistato il moro, ma non lo vide. Scrollò le spalle e Deaton segnò la fine del giorno della Rivelazione, andandosene subito dopo, lasciando che gli omega salutassero uno ad uno i loro pretendenti.

Stiles calciò un ramoscello, pronto a tornare dal suo clan, ben sapendo che tra una settimana sarebbero tornati tutti lì in quanto ci sarebbe stata una seconda selezione e forse qualcuno per quel momento si sarebbe deciso a voler corteggiare il povero Stilinski. Marciò a testa bassa fino ad arrivare da suo padre, il quale lo strinse subito in un abbraccio, una mano posata sopra la testa per rassicurarlo che andava tutto bene e che non c’era alcuna fretta di trovare un alpha.

Suo nonno invece non perse tempo per farlo sentire in colpa per una cosa di cui non aveva il controllo « Sei una disgrazia, ragazzo, doveva abortire tua madre invece di mettere al mondo una cosa come te. Il nostro clan vedrà la rovina sotto la tua guida, uno schifoso omega. » e a rendere ancora tutto peggiore fu Noah che proprio non sopportava come il padre parlava al figlio, fin da quando si era legato a Claudia suo padre era diventato acido e non gli andava bene niente « Ne parliamo quando torniamo a casa, ora siamo in pubblico. » disse a denti stretti lo sceriffo provando a contenersi per il bene di suo figlio nel non dare un pugno allo stesso uomo grazie il cui era al mondo. Dovette infilarsi le unghie nei palmi per non urlare nemmeno a tutti quegli stupidi che si stavano facendo sfuggire il suo adorabile Stiles, il ragazzo migliore di Beacon Hills, a suo parere. Non imparziale, ma pur sempre un parere.

« Io aspetto Scott, poi torno a casa. » mormorò il ragazzo ricevendo uno sguardo stanco dal padre, ma acconsentì ugualmente anche se ora doveva stare più attento nel girare di notte. Sfortunatamente dopo la Rivelazione l’odore degli omega diventava come una calamita per gli alpha non legati e poco importava se fosse l’essere più ripugnante sulla faccia della Terra, quell’alpha avrebbe voluto lui solo in base al suo odore.

Una volta solo, dopo l’ennesimo sguardo di disappunto da parte del nonno, Stiles andò a sedersi su un tronco adibito a panchina, attendendo silenziosamente che Scott salutasse come da rito la sua bella Allison. Buttò un’occhiata a Chris Argent e Melissa, ma nessuno dei due sembrava particolarmente turbato, al contrario della Martin che stava inveendo contro i genitori di Jackson. Provò a cercare Derek, sentendo il cuore stringersi al pensiero di aver perso qualunque chance con lui, ma più guardava tra la folla di ragazzi e più gli faceva male la testa, innervosito dal fatto che non riuscisse a vederlo. Alzò lo sguardo verso il cielo stellato, osservando quella più luminosa sorridendo dolcemente credendola sua madre che lo guardava, avrebbe continuato a contemplarlo se qualcuno non si fosse seduto al suo fianco.

Quasi gli prese un colpo quando vide Derek Hale, tunica rossa e occhi verdi smeraldo, proprio seduto al suo fianco. Teneva un pugno chiuso teso verso di lui e Stiles capì che forse doveva metterci la sua mano sotto. L’alpha lasciò cadere un oggetto piccolo, dalle dimensioni di una nocciolina, e quando Stiles guardò meglio notò essere un portachiavi a forma di Yoda.

Alzò lo sguardo incontrando quello di Derek in una muta domanda, lo stava forse corteggiando? Se era così perché non era entrato nelle fila come tutti gli altri, invece di fargli fare la figura dell’imbecille che nessuno voleva? Era realmente confuso, quella sera stava diventando un incubo sempre peggiore e non sapeva come svegliarsi.

« So di essere un Hale » disse calmo il più grande, schiarendo ogni sillaba « ma vorrei realmente corteggiarti. » e, oh, Stiles ne rimase piacevolmente colpito. Il ragazzo dei suoi sogni – il ragazzo per cui aveva sperato di essere un omega – gli stava dicendo che era interessato a lui.

Doveva star sognando, per forza.






   
 
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