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Autore: micchan91    08/03/2018    2 recensioni
Au Sterek
...Quando si svegliò si sentì confuso, era ancora in quella fase in cui il cervello non gli permetteva di ricordare che i suoi genitori erano morti in un incendio e che lui aveva vagato nei boschi attorno alla sua grande villa per giorni prima di venire ritrovato. Sentì delle mani gentili prenderlo e alzarlo dal sedile e quando alzò lo sguardo vide una signora dall'aria gentile che gli sorrideva.
< Da oggi in poi starai qui Derek, ci prenderemo noi cura di te > aveva detto semplicemente prima di farlo entrare in quella che sarebbe stata la sua nuova casa, probabilmente per anni.
L'orfanotrofio della sua città non era altro che una grande villa piena di bambini di tutte le età, gestito dalla donna che aveva visto la sera in cui era arrivato e pieno di tante altre persone che ci lavoravano. Derek odiava già tutti.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In qualche modo sapeva di doversi sentire rassicurato mentre osservava le luci scorrere veloci fuori dal finestrino, ma non riusciva a sentirsi protetto in quella macchina. Derek si avvolse meglio la coperta attorno al corpicino e socchiuse gli occhi, aveva sempre desiderato salire su una macchina della polizia, ma di certo non erano quelle le condizioni in cui avrebbe voluto trovarsi.

< Non preoccuparti piccolo, starai bene > gli sussurrò una poliziotta per la centesima volta e Derek sentì distrattamente la sua carezza sulla testa prima di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalla macchina, cadendo in un sonno senza sogni.

Quando si svegliò si sentì confuso, era ancora in quella fase in cui il cervello non gli permetteva di ricordare che i suoi genitori erano morti in un incendio e che lui aveva vagato nei boschi attorno alla sua grande villa per giorni prima di venire ritrovato. Sentì delle mani gentili prenderlo e alzarlo dal sedile e quando alzò lo sguardo vide una signora dall'aria gentile che gli sorrideva.

< Da oggi in poi starai qui Derek, ci prenderemo noi cura di te > aveva detto semplicemente prima di farlo entrare in quella che sarebbe stata la sua nuova casa, probabilmente per anni.

L'orfanotrofio della sua città non era altro che una grande villa piena di bambini di tutte le età, gestito dalla donna che aveva visto la sera in cui era arrivato e pieno di tante altre persone che ci lavoravano. Derek odiava già tutti.

I primi tempi fu più semplice, lui era quello nuovo e poteva permettersi di fare lo scontroso, di chiudersi nella sua stanza e fare i capricci da bravo bambino di cinque anni quale era, ma col passare del tempo le educatrici volevano che lui partecipasse e gli altri bambini volevano conoscerlo. Derek però non voleva conoscere nessuno, lui voleva stare solo. Aveva perso tutto, sua madre, suo padre, le sue sorelle e la sua casa, persino i suoi giocattoli. Niente aveva più senso e Derek aveva preso la ferma decisione di non affezionarsi più a niente e a nessuno per paura di poter perdere di nuovo tutto.

Fu il tempo a fargli trovare un suo equilibrio, Derek era riuscito a trovare un compromesso tra il suo voler stare da solo e la regola del partecipare alle attività collettive. Il trucco era semplice, partecipare con il minimo sforzo. Derek parlava di rado e non sorrideva mai nonostante tutti gli dicessero che se fosse stato più sorridente presto avrebbe trovato anche lui una famiglia, proprio ciò che Derek non voleva.

Adesso aveva sette anni, due anni passati all'orfanotrofio lo avevano fatto diventare un bambino solo e taciturno, ma in fondo molto buono. Fu pochi giorni dopo il suo compleanno che conobbe Stiles. Derek era nella sua stanza a leggere un libro, era l'unico che ancora aveva il privilegio di avere la stanza tutta per se dato che erano un numero dispari, ma quella mattina la direttrice aveva bussato alla sua porta ed era entrata con un sorriso.

< Da oggi avrai un compagno di stanza > aveva annunciato mentre poggiava delle lenzuola fresche di bucato sul letto vuoto. Derek l'aveva guardata stranito e aveva poggiato il libro sul letto, abbandonando la lettura per poter protestare. Aveva appena aperto bocca quando il suo nuovo fratellino era entrato nella stanza. Stiles Stilinski, uno scricciolo tutt'ossa e l'aria terrorizzata. Derek osservò il piccolo avvinghiarsi alla gonna dell'educatrice di turno e tirare su col naso, non doveva avere più di quattro anni e Derek lo trovò immediatamente odioso. Odioso il modo in cui lo guardava con quei grandi occhi color ambra, odioso il modo in cui tirava su col naso, odioso il modo in cui si ritraeva spaventato.

< Derek, lui è Stiles. Stiles, lui è Derek. Sono sicura che andrete molto d'accordo voi due > esclamò la donna una volta preparato il letto e, dopo aver dato un buffetto sulla testa di Derek, sparì al piano di sotto insieme a quello scricciolo.

Derek alla fine dovette ammettere che Stiles non fosse così male, era pressochè invisibile.

Il bambino era sempre rintanato da qualche parte, spesso dentro qualche armadio o sotto qualche tavolo e in molti lo prendevano in giro chiamandolo talpa o riccio perchè sembrava davvero cercare di nascondersi ad ogni costo e si chiudeva a riccio appena tentavi di parlargli. Una cosa che però proprio mandava Derek fuori di testa erano i suoi piagnucolii, soprattutto di notte. Lui cercava di dormire mentre il ragazzino si girava e rigirava nel letto piagnucolando qualcosa e singhiozzando, il maggiore notava che spesso affondava il viso nel cuscino per non dargli fastidio, ma a lui dava fastidio lo stesso...finchè un giorno non gli sentì singhiozzare la parola "mamma". Fu un attimo, Derek scattò seduto e fissò il corpicino di Stiles seminascosto dalle coperte e sospirò piano, risentendo per la prima volta dopo due anni la mancanza della buona notte di sua madre.

Il giorno seguente volle chiedere spiegazioni alla direttrice e si avvicinò a lei chiedendole la storia di Stiles. La donna ovviamente non volle dare spiegazioni, ma Derek non si lasciò scoraggiare e si intrufolò nell'ufficio della direttrice, rubando il fascicolo di Stiles. Si nascose sotto la grande scrivania e lo aprì, iniziando a leggere cosa fosse successo al piccolo per farlo arrivare lì. Stiles aveva perso entrambi i genitori nello stesso momento, suo padre era lo sceriffo di una piccola cittadina lì vicino ed era stato minacciato da alcuni criminali che aveva arrestato e che erano stati poi rilasciati sulla parola. Una sera quelli erano andati a casa loro e la madre aveva aperto la porta, finendo subito a terra per un colpo diretto alla testa. Noah Stilinski aveva afferrato il figlio e aveva cercato di correre alla porta sul retro per poterlo mettere in salvo dopo aver atterrato uno degli aggressori, ma era stato raggiunto da un proiettile che gli aveva perforato il petto. Stiles aveva visto tutto, ma era stato risparmiato solo perchè era un bambino e anche i criminali avevano delle regole e sparare ad un bambino era contro una di quelle. Derek chiuse il fascicolo con un gesto secco e lo rimise al suo posto per poi uscire. Si diresse in camera sua e si mise sul letto, tirando fuori l'unica foto che si era salvata dalla villa in fiamme e osservando i volti sorridenti dei suoi familiari. Ricordava chiaramente le urla dei suoi genitori che cercavano di aprire la porta per fuggire dalla camera da letto, il pianto delle sue sorelle e sua madre che gli urlava di correre fuori, lui che era l'unico che si trovava in salotto quando l'incendio era scoppiato. Non si sarebbe mai potuto dimenticare la sofferenza provata in quel momento, quando aveva preso la consapevolezza che i suoi sarebbero morti, che non avrebbe mai potuto fare nulla. Con le lacrime agli occhi strinse la foto e la rimise al sicuro nel cassetto, voltando lo sguardo quando la porta della stanza si aprì con un cigolio prima che Stiles sgattaiolasse dentro, richiudendosela alle spalle. I due si osservarono in silenzio, poi Stiles come al suo solito si andò a nascondere sotto il letto e il maggiore non disse niente, ma non se ne andò come faceva sempre, infastidito da quel comportamento, rimase lì nella stanza con lui. Aprì nuovamente il suo libro e si mise a leggere, poi lo sentì tirare su col naso e sospirò piano. Serrò un momento le labbra, poi iniziò a leggere ad alta voce. Il libro era semplice, una bella storia per bambini che Derek aveva letto e riletto mille volte dato che lì all'orfanotrofio non arrivavano libri nuovi da anni, ma era certo che Stiles non l'avesse mai nemmeno aperto. Il piccolo non uscì da sotto al letto, ma Derek non lo sentì più piangere e continuò a leggere ad alta voce per lui. La cosa si ripetè più volte, Stiles si nascondeva terrorizzato da demoni inesistenti e Derek si metteva sul letto a leggere per lui.

Alla fine il maggiore si stava affezionando.

Sapeva di non doverlo fare, che prima o poi Stiles se ne sarebbe andato via come tutti gli altri, ma non poteva farne a meno. Stiles gli scatenava un senso di protezione, forse perchè gli ricordava sua sorella, o non sapeva nemmeno lui cosa, sapeva solo di tenere al fatto che lui stesse bene. Prese l'abitudine di stargli sempre vicino, non parlavano quasi mai, si limitavano solo a non allontanarsi troppo l'uno dall'altro come se quel semplice gesto potesse proteggere entrambi.

Una notte la guardia che stava osservando gli schermi con la visione notturna per la sicurezza dei bambini non potè fare a meno di sorridere di fronte alla scena che stava vedendo. Stiles si stava come al solito girando e rigirando nel letto alla ricerca di una posizione comoda o di calore, abbracciandosi il cuscino per cercare un po' affetto e Derek si mise seduto per guardarlo, poi decise di agire per una volta e si alzò, camminando sul freddo pavimento a piedi scalzi fino al letto del più piccolo che alzò lo sguardo su di lui. Derek gli sorrise e si mise inizialmente seduto ai piedi del letto, poi si sdraiò, restando però sempre ai piedi, messo in orizzontale. Stiles lo fissò solo per qualche istante, poi velocemente gattonò fino a lui e si sdraiò, poggiando la testa sulla sua pancia e chiudendo gli occhi. Il maggiore gli accarezzò distrattamente i capelli mentre chiudeva gli occhi a sua volta e sorrise nel sentire il corpo di Stiles accoccolarsi meglio contro il suo. Alla fine Derek non resistette e gli diede anche un bacino sulla testa, circondandolo con un braccio per poterlo proteggere meglio. Fu così che la mattina seguente lì trovò l'educatrice, sorridendo felice per quell'inaspettata piega che stava prendendo quell'amicizia. Derek dormì benissimo per la prima volta in vita sua, Stiles non si era mosso e non aveva fiatato, sembrava che il contatto con il corpo del maggiore fosse soporifero per lui, tanto che Derek dovette scuoterlo più volte per fargli aprire gli occhi mentre solitamente li spalancava prima ancora che qualcuno lo sfiorasse.

Da quella notte cambiò tutto. Derek oramai era consapevole di provare affetto per Stiles e il ragazzino si era attaccato a lui come una cozza allo scoglio. Mangiavano insieme, giocavano insieme e dormivano insieme. "I gemelli diversi" li chiamavano ormai, ma a nessuno dei due dava fastidio. Le paure di Derek di perderlo comunque si affievolirono col tempo, ne lui ne Stiles venivano adottati, perchè insomma...nessuno voleva adottare un bambino problematico no? Quale genitore avrebbe voluto un ragazzino sempre serio o un'altro che soffriva di forti attacchi di panico e crisi di pianto?

< Sarò io la tua famiglia Stiles...per sempre > aveva sussurrato Derek una sera che Stiles aveva piagnucolato che nessuno lo avrebbe mai voluto e il minore si era stretto a lui, abbracciandolo forte come al suo solito.

< E io sarò tua moglie Derek > aveva ribattuto ingenuamente, facendo ridere il maggiore che gli aveva accarezzato i capelli e baciato la fronte, sorridendogli dolcemente. Gli anni si susseguirono tranquilli, Stiles faceva progressi per superare il trauma della morte dei genitori e più lo superava, più la sua parlantina aumentava, facendo uscire fuori di testa il maggiore che doveva sorbirsi le sue chiacchere anche di notte.

A dieci anni Stiles era una vera e propria tortura per le orecchie. L'iperattività aveva preso il posto della paura e solo Derek riusciva a stargli dietro sia fisicamente che per seguire il filo dei suoi pensieri e a volte aiutava le educatrici per trovarlo o per bloccarlo dato che solo lui ci riusciva, ma più spesso lo copriva o partecipava lui stesso alle tante marachelle che il ragazzino metteva in atto.

In quel momento erano in sala mensa e Stiles aveva appena sputato tutto il succo sulla tovaglia immacolata dopo essere scoppiato a ridere per una cosa che aveva detto Derek, beccandosi un'occhiata torva da parte della cuoca che l'aveva bacchettato, ottenendo solo risate più alte.

< Non te ne andrai mai di qui se fai così > stava borbottando e Stiles sorrise, voltandosi verso Derek.

< Ma io non voglio andarmene > disse tranquillo e il maggiore gli fece l'occhiolino.

< Quando Derek avrà diciotto anni prenderà un appartamento tutto suo e andremo a viverci io e lui > aggiunse e il moro annuì per conferma, facendo sospirare e scuotere la testa alla donna che si allontanò borbottando. Pochi minuti più tardi ai due si avvicinò la direttrice.

< Derek, devo parlare con te > disse seria e il ragazzo di tredici anni si alzò dalla sedia, sorridendo a Stiles.

< Ti aspetto in camera > gli disse il minore alzandosi a sua volta per poi avviarsi verso la loro stanza.

Quando Derek lo raggiunse però era furioso e Stiles capì subito che qualcosa non andava.

< Tutto bene? > chiese preoccupato e Derek afferrò un libro, scaraventandolo a terra.

< Me ne vado! > urlò con le lacrime agli occhi.

< Non...non capisco > disse il minore un po' spaventato dal suo comportamento, erano anni che Derek non aveva scatti di rabbia.

< Hanno trovato uno zio! E quello stronzo ha deciso di adottarmi! > urlò ancora e Stiles sbiancò, scuotendo la testa.

< Uno zio? ma...ma avevi detto che non avevi più nessuno > pigolò e Derek lanciò un altro libro.

< Lo so! Non so da dove sia sbucato! > gridò ancora lanciando ogni singolo ogetto che trovasse e Stiles si coprì le orecchie con le mani, rannicchiandosi sul letto. Il maggiore smise appena lo notò e lo raggiunse, abbracciandolo forte.

< Scusa > soffiò dolcemente.

< Io non ci vado con lui > aggiunse subito dopo, bloccando con le dita le lacrime che avevano iniziato a bagnare le guance di Stiles.

< Non voglio dirti addio > soffiò il minore e Derek lo strinse ancora più forte.

< Non ci vado > ripetè, ma erano parole di un bambino di tredici anni, quindi solo parole.

Una settimana più tardi le poche cose del moro erano chiuse in una piccola valigia nera che era stata posizionata vicino alla porta dell'orfanotrofio. Derek la fissò finchè una mano a lui sconosciuta non si posizionò sul manico. Il ragazzo fece scorrere lo sguardo sul braccio muscoloso fino a fermarsi sul volto di suo zio. Aveva gli stessi occhi di sua madre e quando lo guardava sentiva contorcersi le budella.

< Non voglio andare > piagnucolò guardando la direttrice che gli sorrise dolcemente.

< Starai bene Derek, meriti una famiglia > gli disse.

< Ma io una famiglia già ce l'ho! > ribattè il più giovane, voltandosi verso le scale dove era seduto Stiles. Il minore lo osservava con gli occhi rossi di pianto mentre tirava su col naso, sembrava più piccolo della sua età e Derek ricordò la prima volta che l'aveva visto.

< Potrai venirlo a trovare quando vorrai > gli disse la donna spingendolo verso lo zio e Derek si morse forte il labbro, voleva gettarsi a terra e fare una scenata, ma sapeva benissimo che niente avrebbe potuto impedire quell'addio. Sentì Stiles gridare mentre suo zio gli faceva un lieve sorriso e apriva la porta.

< No! Derek! No! > fu con queste urla che il maggiore uscì dall'orfanotrofio, salendo sulla costosa macchina dello zio verso quella che sarebbe stata la sua terza nuova casa.



Angolino dell'autrice
Questa fict è nata da un'idea di EdSheeran che ha pubblicato un video sulla sua pagina fb (la scena notturna in cui Stiles abbraccia Derek) e già da lì avevo voglia di scriverci su...poi ho visto un'immagine (che vi pubblicherò nel prossimo capitolo perchè devo passarla al pc) e niente, mi sono messa a scrivere ed è uscito ciò! Inizialmente doveva essere una cosa piccola, ma scrivendo si è allungata sempre di più XD saranno comunque pochi capitoli!
Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo.
Baci <3

  
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