Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Phoenomena    09/03/2018    0 recensioni
Due individui, un lui ed una lei, travolti dal ciclone di Venere.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Imbambolato a fissarla mentre ondeggia il suo bacino avvicinandosi al lavandino. La sua silhouette, appena accennata dalle lastre di luce che oltrepassavano la finestra, riusciva a far vibrare ciò che per un’esistenza intera è stato immutabilmente sospeso nella melma. Cambia direzione volgendo il passo verso la doccia; l’acqua scrosciante rompe quel timido silenzio che prepotentemente sbracciava tra quelle quattro pareti e, rimbalzando, riecheggiava stordendo le membra. La pioggia calda iniziava a risuonare sul suo corpo, ogni sua singola porzione ne cambiava l’armonia, ed il ritmo quasi a voler incidere una sua melodia. Quasi come canto di sirene, l’orecchio fu strappato avidamente dal cuscino e si levò verso quella doccia, una piccola capsula ai cui lati vi era l’ombra di colei che si destreggiava con questo ipnotico strumento musicale. Le sue forme erano note musicali, i suoi gesti accordi e la sua proiezione su quel vetro che andava via via ovattandosi, era l’esempio che il suono avesse anche un corpo. I vapori dell’acqua iniziavano a diffondersi e a ricreare un’ambiente onirico, tra vero e falso, in bilico tra la realtà e il sogno. Passi titubanti venivano zittiti da questa melodia che, sempre più fortemente, trascinavano nel vortice le mie membra; l’occhio del ciclone in cui tutto tace era ancora lontano ed indistinguibile da lì fino a quando, fatto sparire l’ostacolo vitreo, il corpo di lei prese forma. La musica non s’interruppe ed il suo sguardo ineffabile non aveva subito mutamento alcuno. L’acqua iniziò a toccare anche il mio di corpo, cambiando totalmente quel suono così affascinante, rendendolo più torbido, quasi ad infangarlo. Lei se ne accorse e si voltò verso l’artefice di questo misfatto, arrossendo e, quasi subitamente, lasciando spazio ad un sorriso, quel dannato sorriso che avrebbe di lì a poco scatenato Pandora. La musica cessò, nonostante l’acqua continuasse a lambire i nostri corpi, l’occhio del ciclone era stato appena varcato. Quel filo invisibile che legava le due bocche si stava bruciando di una fiamma appena sbocciata, fino a quando, le labbra si scontrarono, accendendo una miccia ormai inarrestabile. Semplici terminazioni nervose che, se stimolate, innestano una reazione a catena inesorabile. Si sfiorano e si allontanano in continuazione, quasi a rincorrersi in questa fuga senza fine. Le mie labbra iniziano con veemenza ad inveire sulle sue, non appena mi accorsi che la Musa è divenuta carne, quella stessa carne di cui le mani iniziano a sentire la mancanza. I palmi scorrono, agevolati da quella pellicola d’acqua sulla pelle, su tutte le linee che delimitano il corpo di lei, giungendo finalmente al suo capo il quale ospita la chioma selvaggia che, sotto il getto d’acqua si è ammansita. Il tempo si sospende quando l’incrociarsi degli sguardi, per nulla ostacolato dalle nubi della pioggia calda, fa tremare le pareti e riesce a sospendere in aria le gocce, intrappolandole in quell’istantanea, come una foto. Nonostante gli occhi si socchiudano, nulla riesce a diluire quel vivido ricordo, quell’immagine appena vissuta. Le mie mani le incorniciano il mento, perno tramite il quale la sua bocca diviene succube di baci mutati in morsi. L’occhio del ciclone si stava spostando e le prime folate del vento di Venere iniziarono a lambire il suo collo con solchi rossastri di denti avidi di carne. Il ciclone si stava sempre più avvicinando al seno di Lei che viene stretto in una morsa anch’essa di carne di magma incandescente; ondeggia quasi a voler emulare le onde d’acqua che si scontrano con le sue forme. Gocce che scivolano via lungo tutto il suo corpo, aggrappandosi ad ogni lembo di pelle e così, le mie mani che scivolano lussuriose bramando sempre di più. La forza del vento ci porta ad aggrapparci l’un l’altra in un fremito accorato, quasi a non volerci lasciar andar via. Il costo è il sangue, le ossa, i muscoli, gli organi e l’anima di entrambi, un dazio salato che entrambi pagano con un semplice sguardo di perdizione. Bocche socchiuse dalle quali fuoriescono solo respiri di affanno. Lussuria tangibile che sovrasta qualsiasi Caos. Allontanando lo sguardo, il ciclone sembra non muoversi, i due hanno deciso di fermare il tempo, Crono non ha alcun potere su di loro, ora… oggi… e per sempre.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Phoenomena