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Autore: Niaile    09/03/2018    3 recensioni
Vi capita mai di voler scrivere un libro e poi notare che non fate altro che scrivere di voi? Così ogni volta vi promettete di staccarvi dalle vostre storie, vi promettete che prima o poi ce la farete sul serio a respirare da soli.
Solo che poi...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura:

“Il punto è che lei non voleva essere amata, non ci riusciva, lei era un disastro e i disastri non si amano, i disastri si cambiano. Lei non voleva essere cambiata, si andava bene così, aveva lottato a lungo per creare quel disastro pieno di spine e avversità. Lei era parole, non era gesti. Il disastro non è mai un geto, il disastro è caos, è paura, è rabbia, urla, desolazione. Lei era nero, i colori li proiettava in quelle perfette parole che si incastravano perfettamente nel suo io. Io, lei, me… un continuo mischiare le carte che in fin dei conti giocava bene. -Non sono nient’altro che questa- continuava ad urlare al mondo, e non si nascondeva dietro il suo carattere anzi, si metteva a nudo, metteva a nudo quel suo continuo essere cangiante. -Sfido chiunque a dirsi perfetto al buio, quando nessuno vede gli occhi, ma tutti percepiscono le parole- sosteneva. Forse stava sbagliando. Forse quel disastro si poteva ridimensionare. Lei voleva ridimensionarsi? Lei voleva solo che il suo inchiostro finisse per vedere se qualcuno avesse avuto il coraggio di continuare a scrivere al posto suo ciò che lei veramente era.”

Poteva iniziare così il suo libro? Sarebbe stato un inizio azzeccato per un best seller?

Quello doveva essere il suo anno, quell’anno lei doveva riuscire a pubblicare il suo libro.

Ma ancora una volta aveva scritto di lei e non andava bene, si doveva staccare, prendere in esame un’altra persona, crearla dal nulla, darle dei sentimenti nuovi, altrimenti non sarebbe mai riuscita a trovare una fine e le sue parole, così allineate sulla carta, non sarebbero mai state sentimenti indossati da altri.

Una volta un suo amico le rimproverò di scrivere sempre in terza persona, la rimproverò perché così facendo, nelle sue parole non restava niente, erano neutre, belle parole sciupate dall’assenza di un cuore. Quel suo amico, però, non sapeva che il suo cuore era al centro di tutti i personaggi che lei inventava, che i suoi personaggi erano l’unico modo in cui lei riusciva a vivere quella vita che fin da piccola non le era mai appartenuta del tutto.

Lei non voleva fare la vittima, sorrideva sempre, usciva e garantiva a tutti che vivere era bellissimo, ma poi c’era quella sua parte nascosta che strideva con tutto quello, che la faceva rintanare nella sua camera, le faceva aprire un libro e la faceva respirare soltanto attraverso i polmoni di quegli eroi di carta.

Lei era inchiostro e nella sua vita le pagine erano tutte scritte male, senza consecutio, senza punteggiatura, solo infiniti spazi bianchi lasciati lì a caso.

Sarebbe mai riuscita a scrivere un libro se non riusciva a scrivere quegli spazi?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensieri e parole:

A volte ho l’impressione che il mio primo libro potrò pubblicarlo solo dopo morta, altre volte, invece, ho così tanta voglia di scrivere che ci provo sul serio a inventare nuovi personaggi. Poi esce furi questo caos. Ve lo regalo. Mi fate sapere che ne pensate?

Ogni recensione è ben accetta e soprattutto mi aiuta!

Vivogliotantobene

Sempre vostra Nia <3

   
 
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