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Autore: Classe Fcrittori    10/03/2018    0 recensioni
Quando un campus universitario raggiunge le dimensioni di un centro cittadino, il confine tra Università e Città si assottiglia, e nasce una nuova cosa, l'UniverCittà.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. entrare

ovvero

Un uomo e un ragazzo in uno spazio ristretto


  L’ufficio era polveroso, come il suo proprietario. Si trattava di un uomo sulla quarantina andante, troppo grosso per la poltroncina, troppo grosso per lo stanzino. Era letteralmente schiacciato tra i braccioli della sedia. Stare in piedi non era certo una soluzione attuabile. Per far entrare una seconda sedia aveva dovuto spostare la scrivania tanto vicino al muro da non riuscire a passarci in mezzo. Finito quell’inutile colloquio, avrebbe dovuto fare un bel casino per uscirne, e ciò lo faceva irritare.
  Sulla poltroncina che aveva fatto entrare con tanto sforzo stava seduto un impacciato ragazzetto. Non stava mai fermo, continuava a torcersi le mani ed era visibilmente agitato. E lui aveva faticato tanto per un simile bamboccio? Era l’ultima volta che seguiva un ordine dei piani alti.
  Non più ammissioni fuori tempo finché ci sarebbe rimasto lui a dirigere la baracca.
  Si schiarì la voce con un colpo di tosse, molto più roco di quanto fosse necessario. Spaventava sempre i nuovi arrivati.

  Emill era percorso da sudori freddi. Sua madre lo aveva convinto a presentarsi al colloquio, ma ora l’unica cosa che voleva fare era fuggire via prima che il gigante barbuto davanti a lui si strappasse il completo scuro e lo divorasse. Ogni movimento che faceva rischiava di farlo svenire. Quando tossicchiò, Emill rischiò di volare giù dalla sedia pieghevole per lo spavento, ma riuscì a mantenere il contegno aggrappandosi saldamente alla sedia.
  -Saltiamo i convenevoli, ragazzino. Sai perché sei qui?- l’uomo parlava con un tono molto alto, e tra quelle piccole pareti il suono rimbalzava facendo sembrare che venisse da tutto attorno a Emill.
  -Certo, signore.- rispose esitante.
  L’uomo indicò con la grossa mano destra una targa identificativa sulla scrivania -Signor Preside Calhoun!- come era riportato.
  -Certo, Signor Preside Calhoun.
  -Tu sei uno di quei bambinetti che hanno ottenuto un “pass dorato”- mimò le virgolette con le dita, dicendo le ultime parole come se fossero sporche -per le loro “grandi doti”.- ripetette il gesto di prima. -Cos’hai di così speciale che io non ho? Cosa ti da il permesso di irrompere così nella nostra Università, la più grande al Mondo? Cosa ti consente di farmi alzare alle sette del mattino per preparare questo incontro?
  Emill era totalmente terrorizzato. Non provava neanche più a nasconderlo. Aveva la gola secca e le parole erano come schegge che risalivano dalle corde vocali, ma non poteva restare muto. -Io, bhe, vado bene a scuola.-
  -Il signorino va bene a scuola! Oh, ma allora è tutto un altro discorso! Vede, deve essersi scordato di segnarlo qui sul modulo, al punto Cose che mi rendono speciale, tra Colore preferito di unicorno e l’Ora in cui prende il tè con le bambole!
  Emill poteva solo subire le frecciate in silenzio. Non riusciva a superare la voce del Signor Preside. Allora raccolse tutto il suo coraggio e si alzò dalla sedia.
  -Seduto!- Emill si risedette -Eri una specie di ragazzo prodigio nella tua vecchia scuola, non è vero? Non dovevi faticare per ottenere i voti più alti, non dovevi fare niente di niente. Be’, qui non è così! In questo istituto sono radunate le maggiori menti in tutti i campi conosciuti e anche in altri appena scoperti, qui ovviamente. Qui un genio è nella media. Tutti sono intelligenti, perciò nessuno è intelligente. Persone che fuori di qui vivrebbero negli agi ricavati dal loro sapere, qui conducono una vita semplice! E sai perché?- Emill scosse la testa in segno negativo. -Leggi!- il Sig. Pr. Calhoun indicò una targa incisa.
  -La conoscenza è tutto.
  -La Conoscenza è Tutto! Esatto! Queste persone preferiscono una vita mortale ad una divina per la Conoscenza! Loro hanno rinunciato a tutto per venire a vivere qui, tra loro pari d’intelletto. Tu sei pronto?
  Emill lanciò uno sguardo al suo modulo. Tra le domande ce n’era una dove veniva dettagliatamente spiegato il fatto e i motivi per cui chi si iscriveva lì non poteva andarsene, ne per feste, ne per malattie, ne per motivi personali. Lui e sua madre avevano acconsentito.
  -Non mi interessa quello che ha deciso tua madre o chiunque altro ti cambia il pannolino! Sei pronto ad iscriverti qui, e a non potertene andare mai più?
  Quell’uomo lo aveva intimorito fin dall’inizio con la sua stazza, per poi offenderlo e insultarlo. Ora Emill non poteva tirarsi indietro. Non si sarebbe mostrato debole ancora una volta. Puntò i polsi sulla scrivania e gridò -Sono pronto!
  -Bene! Ora che sappiamo che sei capace di fare qualcos’altro oltre a tremare, puoi andare. Quest’inutile colloquio è durato anche fin troppo.
  Emill si alzò. Finalmente quella tortura aveva avuto termine, e poteva andare a visitare questo grande tempio della conoscenza che gli era stato descritto. Prima che potesse uscire dalla stanza, il preside gli chiese -Sulla domanda d’ammissione non lo hai messo, perciò a quale facoltà hai intenzione di iscriverti?
  Non parlò, ma la sua espressione lo fece per lui. Il Sig. Pr. Calhoun sbuffò con gli occhi al cielo -Svegliati ragazzetto, non puoi farti fare tutto dagli altri! Ora esci e aspettami fuori, mi ci vorrà un po’.
  Emill uscì dall’ufficietto chiudendosi la porta alle spalle. Seguirono rumori di mobili che strisciavano e cadevano e sbattevano tra loro.

 

Angolo dell’Ideatore/Scrittore:

  Oggi inizia UniverCity, un progetto che ho intenzione di portare avanti per un bel po’, con l’aiuto di vari amici.
  Questo è il primo capitolo introduttivo, primo di cinque che formeranno l’Arco 0, una specie di prologo che introdurrà a questo strano complesso che è l’UniverCittà. Non è una scuola e non è un paese, sa soltanto quello che non è.
  Ogni critica, suggerimento o domanda è bene accetta, ed anzi invoglia alla scrittura. Quindi esprimetevi liberamente, senza remore.
  Questa introduzione inizia appena a scorgere la punta di quell’enormità che è UniverCity. Due soli personaggi di un cast molto più variegato, e un piccolo magazzino convertito in ufficio di molte e molte più ambientazioni che si dipanano in ampiezza e su più livelli. Seguite quindi la storia, segnatevi il nome o ricontrollate il genere Commedia, perché da domani inizieranno a cadenza settimanale le pubblicazioni, ogni domenica.

  Non perdetevi il prossimo capitolo,
~Lo Otta

   
 
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