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Autore: nini superga    10/03/2018    1 recensioni
Durante una nevicata che ha dello straordinario, Ganadlaf giunge ad Isengard con una richiesta per Saruman: vuole che la giovane Annael, apprendista Istari presso la Torre di Orthanc, vada a Minas Tirith con lui. Il Grigio Pellegrino vuole portare la ragazza a Gondor per permetterle di approfondire certe ricerche infruttuose che sta svolgendo negli annali e nelle cronache di Isengard, riguardanti un certo Anello che tutti credono sparito ma che tutti comunque bramano… Cosa dirà Annael, strega incompleta? E chi o cosa troverà a Minas Tirith?
Non scrivo da anni, ma la passione per il mondo di Tolkien non si è affievolita, proprio come per i suoi personaggi!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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         La biblioteca al secondo piano è sempre stata la mia preferita. In marmo nero striato di bianco, riflette perfettamente quello che penso che dia il sapere: ordine, pulizia, controllo. Sono allo scrittoio accanto al caminetto e leggo una pergamena finemente decorata, quando un refolo d’aria mi fa alzare il capo. Le tende della stanza si muovono pigre e, dalla finestra senza vetri, entra qualche fiocco di neve. Aggiustandomi il bavero di pelliccia del mantello, mi avvicino alla feritoia e guardo fuori: i giardini di Isengard si stanno imbiancando. Guardo la neve scendere, impalpabile, pensando che anche quando sono arrivata qui, ben sessant’anni fa, per diventare apprendista di Curunìr, meglio noto come Saruman il Bianco, nevicava. Ora che ci penso, è la prima nevicata che vedo in sessant’anni di permanenza nella torre di Orthanc. Incredibile che non ci abbia mai pensato.
         Ripongo il rotolo al suo posto e decido di fare una passeggiata per i giardini. Scendo le scale a chiocciola, lasciando che il fruscio delle mie vesti mi segua: in questo tempio del sapere, dove siamo solo in due a vivere in pianta stabile, il silenzio è l’unico rumore costante che io conosca. Arrivo nell’atrio e, con mia sorpresa, scopro che qualcun’altro ha avuto la mia stessa idea.
<< Maestro >>, lo saluto con una piccola riverenza, facendolo voltare. << Anche a voi è venuta voglia di passeggiare? >>
 Saruman è alto, gli arrivo a malapena alle spalle, e le due ciocche nere che gli profilano il viso lo fanno sembrare ancora più austero di quello che in realtà è. << Non capita tutti i giorni di vedere nevicare in queste lande >>, risponde a sua volta . << Gradirei molto la tua compagnia, Annael. >>
<< Ogni vostro desiderio è il mio, maestro. >>
 
         Camminiamo a braccetto per i viali del giardino, con i cappucci sulle teste e il fiato di entrambi che si condensa ad ogni boccata. Chiacchieriamo poco, restiamo per lo più in silenzio: le parole non ci sono mai servite per stare bene tra noi.
<< Se qualcuno dovesse vederci, sembreremmo un vecchio zio con la sua pupilla! >> Esclama Saruman con un risolino allegro, sedendosi su una panchina pulita, sotto un baldacchino in ferro finemente lavorato.
<< Non ci sarebbe niente di falso, in una simile visione, o sbaglio? >> Rispondo, sedendomi al suo fianco.
Mi sfilo i guanti e lascio che si materializzino fra le nostre mani due tazze di the nero fumante. Ne porgo una al maestro, che la accetta con un cenno di assenso.
<< A che punto sei coi tuoi studi? >> Mi chiede, dopo aver sorseggiato con attenzione la bevanda bollente.
Stringo maggiormente la presa sulla mia tazza, lasciando che il mio sguardo vaghi nella neve. << Sono ancora al punto di prima. >>
<< E cioè? >>
<< Un punto morto
, mio signore. >>
Saruman annuisce, sorseggiando dell’altro the. Ha stretto le labbra: so che è scontento.
<< Ho ricontrollato gli annali >>, dico a mia discolpa. <<  Per la terza volta. E adesso sto rileggendo le cronache dell’Anonimo di Gondor per la quinta. L’unica novità degna di nota è che, secondo il cronista, gli Orchetti che hanno attaccato Isildur ai Campi Iridati erano cento invece di cinquanta! >>
Curunìr sorride della mia frustrazione, poggiando la tazza ormai vuota nel piattino. << Figliola, non devi scoraggiarti ma perseverare. Sicuramente riuscirai a trovare delle informazioni, per quanto ben nascoste esse siano. Ricorda, il libri non… >>
<<  … Non mentono, sono le interpretazioni a farlo per loro. >>  Cito a memoria con un sorrisetto.
Il Bianco sorride a sua volta, facendo sparire la tazza in un volteggio elegante della mano.
<< In sessant’anni di conoscenza, mia giovane apprendista, non ho mai avuto motivo di lamentarmi di te >> , inizia con aria pensierosa.
<< Ti sei sempre applicata in ogni campo che ti chiedessi di approfondire, dalla scienza alle lingue, alle ricerche del regno minerale a quello magico, eccellendo sempre nei risultati. >>
<< Merito vostro, maestro… >> , sostengo, sorridendo compiaciuta e anche incuriosita: dove vuole andare a parare? Saruman non è un uomo che fa complimenti a sproposito. Lui annuisce, lo sguardo perso in chissà quali ragionamenti.
<< Anche nella ricerca dell’ Anello Sovrano, sei stata di grandissimo aiuto, anche se… >>

<< Anche se le mie ricerche non hanno portato ad alcun risultato. Lo so, è il mio cruccio. >> Sospiro, girandomi la tazza ormai fredda tra le mani. La neve cade così fitta adesso che vedere la Torre si è fatto difficile. << Maestro, vorrei fare di più per questa causa. Se l’unica soluzione è rileggere per l'ennesima volta le cronache e gli annali, così farò. Anche se… >> Mi alzo, mettendo una mano sotto i fiocchi. Analizzo con cura i cristalli che si sono depositati sulla lana del mantello: così simili, eppure così diversi gli uni dagli altri... proprio come gli scritti che continuo ad analizzare da sessant’anni a questa parte. Siamo sicuri che sia davvero quella la soluzione?
         << Non credo che sarà necessario che tu rilegga tutti quei vecchi testi ammuffiti! >> La terza voce ci fa voltare entrambi verso un angolo del giardino, sorpresi: un’ombra grigia a cavallo ci osserva da sotto un albero poco distante. La larga tesa del cappello è coperta di neve e la folta barba grigia è inghirlandata dalla brina, ma gli occhi grigi e le labbra sono raggianti di gioia.
         << Olorin! >> Esclamo, andandogli incontro con un sorriso. Corro sotto la neve senza nemmeno tirarmi su il cappuccio, tanto sono felice. << Che gioia vederti! Non hai preannunciato la tua visita! Come mai? Novità dal mondo esterno? >> Lo tempesto di domande, mentre gli reggo il bastone per facilitargli la discesa dallo stallone. Anche Saruman ci ha raggiunti sotto l’albero.
Olorin smonta con un’agilità innata, facendo un breve inchino al suo superiore.
Questi gli sorride. << Amico mio >>, lo saluta appoggiandogli una mano sulla spalla, << Non hai annunciato la tua visita, ma sei sempre il benvenuto nella mia dimora. Cosa ti conduce in queste lande, così lontane dal tuo amato Ovest?  >>

<< Mi ha portato al sud l’urgenza di andare a Minas Tirith >> , dice Gandalf , accarezzandomi poi una guancia. << Ma andare al sud senza passare di qua mi sembrava una scortesia. Inoltre, ho una proposta da fare. Ad entrambi. >> Rabbrividisce vistosamente, togliendosi il cappello e scuotendone le falde colme di neve. << Ma preferirei parlarvene al caldo di uno studio, vicino ad un caminetto e con un bicchiere di vino in mano, magari. Che ne dite? >>
 
         Una proposta da fare ad entrambi.
Cosa voleva dire Olorin con quelle parole? E da quando faceva delle proposte a me, l’apprendista Istari sotto il controllo di Saruman? Me lo continuo a chiedere, mentre sorseggio del vino speziato nella mia stanza. Sono sola: i due Istari hanno chiesto di avere un confronto privato per discutere alcune questioni importanti ed io, d’altro canto, non potevo fare altro che annuire graziosamente e ritirarmi. Ma la curiosità mi rode come un tarlo: stanno parlando di me? Del mio futuro? Della mia incapacità nel trovare risposte alle domande di Saruman e alle sue ricerche sempre uguali?
         Mi lascio cadere sul letto, sospirando. Guardo la tenda del baldacchino e conto di nuovo le stelle che vi sono dipinte, come faccio ogni volta che sono stata tesa in questi sessant’anni di permanenza nella torre. Ma quella che provo stavolta non è solo tensione … insofferenza, forse? E verso cosa? Non conosco niente che non siano Isengard e la sua biblioteca, o i suoi giardini. Conosco ogni angolo, anfratto, nascondiglio di questa fortezza. Conosco tutto, conosco troppo.
        Mi alzo di scatto e vado al mio scrittoio, apro il cassetto ed estraggo una vecchia pergamena che mi ha dato Saruman anni fa, quando ancora studiavo la disposizione di Arda. La apro e la porto sul letto, dove la stendo con attenzione: eccola, la Terra di Mezzo.
         Osservo le cose vicine: Fangorn, le Montagne Nebbiose… quelle le vedo anche dalla finestra della mia camera, più o meno posso immaginarmi come sono fatte. Poco più lontano c’è Rohan, coi suoi campi sterminati e i suoi cavalli..che aspetto avrà un mare d’erba? Più in là ancora c’è Rivendell, o Gran Burrone, dove vivono alcuni degli ultimi Primogeniti..che aspetto avrà dal vivo, un elfo? Sono belli come si dice nelle cronache? Ma il mio sguardo vaga ancora a sud, dove incontra il luogo che Olorin ha nominato poco prima. Sulla mappa è segnata come una piccola torre, resa sbiadita dal tempo, ai piedi dei monti, proprio davanti a Mordor: Minas Tirith, capitale del regno degli Uomini.
         Gli uomini…anche quelli, chissà come sono dal vivo? Nei libri sono descritti come passionali, alcuni di grande animo ma anche di grandi vizi, altri come deboli e stolti. Saruman non li ha mai apprezzati, non lo ha mai nascosto. Tempo fa, qualcuno tra i mortali veniva a chiedere consiglio, ma gli incontri avvenivano di rado ed erano capitati quando ero appena arrivata e la mia attenzione era catturata da altro. Poi, col tempo, si erano diradati fino a cessare del tutto. Sospiro, tracciando con un dito la rotta che mi porterebbe da Isengard alla città bianca: quanto ci vorrebbe a a cavallo? E a piedi? O a volo d’uccello?
         Forse sono stufa di leggere solamente cosa è accaduto nel mondo, concludo ripiegando la mappa e sedendomi davanti allo specchio. Mi guardo con attenzione: il mio aspetto è femminile, come il mio animo. So di essere l’unica fra gli Istari ad avere questa forma, ma i Valar non mi hanno dato spiegazioni in merito. Non so se sono bella o brutta, è un concetto di cui gli scritti parlano continuamente ma che ha bisogno di parametri per essere compreso: ho la carnagione pallida e liscia, i capelli lunghi e mori e gli occhi scuri. Il fisico è asciutto, ma sotto le ampie tuniche che Curunìr mi fa indossare non si vede nulla. Comunque, bella o brutta, assolvo al mio compito: essere un’apprendista Istari, emissario dei Valar nella Terra di Mezzo.
         Il bussare alla porta mi fa sobbalzare, facendomi alzare di scatto. In corridoio c’è  Olorin che mi sorride, gli occhi scintillanti di aspettativa. << Ci sono novità in vista, Annael! >> Esclama, invitandomi a seguirlo nello studio di Saruman.
Cammino al suo fianco, in silenzio e in attesa. Mentre mi sta per aprire la porta, il Grigio mi fa l’occhiolino con aria di intesa. Sorpresa, entro nello studio e resto in piedi come sempre, mentre Gandalf prende posto accanto a Saruman dietro la scrivania ingombra di tomi e carte.
Il mio maestro mi guarda a lungo, soppesandomi con lo sguardo prima di parlare.
<< Hai mai preso in considerazione l’idea di andare a vivere a Minas Tirith? >>
 
 
 
Dulcis in Fundo:
Da quanto tempo non scrivo più qualcosa a tema Signore degli Anelli? Da troppo.
Ogni tanto ho provato a riprendere in mano la mia vecchia serie “I Gioielli di Anna”, accorgendomi però di essere troppo cresciuta per continuare a sostenerla (quindi se vedrete qualche analogia non preoccupatevi, tutto sotto controllo!)
Nel frattempo, la mia vita si è riempita di affetto e realizzazione, dandomi una stabilità e una maturità che prima non avevo…spero che questa mia crescita si rifletta anche nella storia! Ho ricominciato a scrivere durante una brutta influenza, lasciando che la passione per Tolkien riprendesse il sopravvento e mi sommergesse come solo una volta faceva... stupenda, bellissima, travolgente passione!
 
Fatemi sapere cosa ne pensate della giovane Annael! A presto!
  
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