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Autore: _Akimi    11/03/2018    2 recensioni
[pre-slash Jason/Billy] 5 tonalità di blu, 5 flashfics.
"«Anche io qualche volta sogno.»
Jason interrompe il suo flusso di pensieri, forse è imbarazzo – quello che Billy legge sul suo volto -, ma lo lascia parlare sino a quando si rende conto di non essere l'unica vittima di cattivi incubi.
«E non me lo sarei mai perdonato; ho sbagliato tanto prima di diventare ranger, ma vederti morire, no, credo sia stata la cosa peggiore.»"
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Billy Cranston, Jason Scott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bluetiful
{Blue are the words I say and what I think
Blue are the feelings that live inside me}

 
#000080

La coperta è pesante sul corpo addormentato di Billy, le lenzuola lo soffocano e persino il cuscino non è più un morbido conforto.
La coperta è pesante sul suo corpo, le mani stringono le lenzuola arricciate e i talloni affondano contro il materasso, creando dei solchi disperati e profondi.
Passano minuti di folli convulsioni, mormorii incomprensibili seguiti, poi, da richiami che riportano Billy ad essere un semplice bambino contro incubi più grandi lui.
E le sue paure sono buio, freddo, vuoto – l'acqua lo avvolge, i polmoni saturi e il respiro che comincia a mancare colpisce la sua vista ora sfuocata.
Socchiude gli occhi Billy, prega di non morire nel porto di Angel Grove, ma il mare è il suo più grande nemico adesso e il blu che lo circonda lo convince ad abbandonarsi al suo destino.
Morire tra i pescherecci della sua bella città, morire davanti ai suoi amici; eroico, ma non la fine che si sarebbe aspettato.
Billy, il giovane Billy Cranston; sua madre è dimenticata a casa, è sola, ora che ha perso anche il suo bambino; nello scantinato rimangono gli oggetti del padre, i dischi di musica country, i monitor spenti e i suoi appunti di scuola.

Si sente leggero adesso, il blu ancora lo attornia, ma non ha paura perché non prova più dolore; l'unica figura che riesce a riconoscere è quella di suo padre, una torcia in mano e un filo di luce che indica il cammino.
Hanno ancora tanto da scoprire assieme e forse una remota parte di Billy non rinnega la morte, prova un insano piacere nello scappare dai problemi della sua vita quotidiana, anche se la razionalità che convive in lui gli suggerisce che è cinico voler abbandonare sua madre così, senza dirle nulla.
E Billy è sempre stato un combattente, ha sempre avuto una corazza a proteggerlo dai bulli, dal bisbiglio maligno dei compagni di scuola o dalla voce interiore che gli diceva di essere diverso dagli altri.
La via che suo padre gli indica , tuttavia, non è un'uscita, una fuga dalla realtà, ma una nuova strada mai percorsa prima e si fida – come non potrebbe – perché la sua famiglia ha sempre riposto grandi speranze in lui, nonostante i suoi naturali limiti.


Il blu marino scompare, ad accoglierlo il neutro colore del suo soffitto; la coperta ricalca il movimento del suo petto, sospira veloce, ansima affaticato, ma è vivo, lì, esattamente nel suo letto.
Il blu marino svanisce, ma la sensazione di essere ritornato in vita rimane; sono passati mesi dalla lotta contro Rita, ma non dimentica la fortuna di avere avuto una seconda possibilità.
Vorrebbe aver portato indietro con sé anche suo padre, quasi si sente in colpa, ad averlo abbandonato a quel vuoto senza forma, ma Billy è giovane, deve scoprire ancora tanto della sua esistenza, e lo vuole fare anche in ricordo dell'uomo che lo ha aiutato a crescere.

Il blu marino rimane arginato nella sua mente, ma proiettato sul suo sguardo vi è ora un bianco tenue, una luce di un messaggio che invia senza aspettare, sicuro di ricevere presto una risposta.
「Hey, sei sveglio anche tu?」


* * *

#191970

La linea dell'orizzonte alla notte non esiste, scompare semplicemente inghiottita dalle ombre che la Luna si porta appresso perché, pur essendo un satellite luminoso, non può sfuggire al riflesso dell'oscurità sulla Terra.
È un gioco di equilibri a cui tutti sono soggetti, una sfida tra elementi differenti che convivono tra di loro e che le persone conoscono quotidianamente.
Billy crede di essere un ragazzo più propenso alla luce – Zack lo considera un paradosso -, ma è sempre stato così, sin da quando era un bambino.
È una caratteristica insita del suo essere, del suo modo di pensare; il buio non lo ha mai messo a suo agio, ha sempre dedicato alla notte attività che non voleva che gli altri sapessero, per vergogna – forse -, ma anche per questioni più semplici come di morale e legalità.

Ed è un blu notte a nasconderlo, un blu notte a proteggerlo, ma anche a spaventarlo, perché una parte di lui non può che sentirsi vulnerabile lungo le strade di Angel Grove.
La familiarità non aiuta, non si riconosce nella sua città a quest'ora, quasi si pente – ad aver abbandonato in segreto la sua camera -, ma una promessa è una parola che non deve essere mai infranta.


Quando arriva al campo di football della scuola riconosce la sua figura; gli spalti sono vuoti, una sensazione inusuale lo pervade se si sofferma sul silenzio che avvolge il luogo.
È lo stesso campo che intravede spesso dalle finestre dei corridoi, a cui non si è mai avvicinato troppo perché sa di non appartenere a quella realtà, anche se la persona a cui si è affezionato era poco prima il re di tale mondo.
«Billy, stai bene?»
Una così semplice domanda è sufficiente per contrastare l'aria gelida che lo fa stringere nel suo cappotto; arrossisce, Billy, e si nasconde – anche se è inutile poiché è buio e Jason è troppo lontano per notarlo.
«Sì, ero solo annoiato.»
La voce trema per un attimo – Billy Cranston è un pessimo bugiardo – lo è sempre stato, ma è necessario un piccolo sacrificio per nascondere una scomoda verità.
«Mi sembri stanco, non annoiato.»
È la luce di un faro ad esporlo alle attenzioni di Jason; si sente vulnerabile, ora che il blu notte non lo nasconde, e i lineamenti che riconosce sul viso dell'altro simboleggiano una legittima curiosità, oltre che velata preoccupazione.

«Entrambe le cose.»
Deglutisce seguendo i passi che lo dividono da lui; Jason scende i gradini con una drammaticità probabilmente non voluta, ma Billy si sente già in colpa perché non può mentirgli, anche se si tratta di una cosa così sciocca.
«È che ho sognato ancora. L'acqua. Quando sono morto.»
Ritorna la sensazione appena lo ammette, si sente soffocare di nuovo e rivede il viso sorridente di suo padre, ma sa che si tratta di un'illusione dal momento in cui quest'ultimo viene sostituito dal volto stanco di Jason.

E Jason è lì accanto a lui, non lo tocca, ma è abbastanza vicino da percepire il suo respiro.
Pacato, caldo – è una strana sensazione, anche se non sa esattamente come chiamarla.
«È normale Billy, sei praticamente resuscitato, non è qualcosa che accade tutti i giorni.»
Dovrebbe ridere a quel parole, o forse no – ancora non capisce con facilità il sarcasmo dei suoi amici, ma Jason pare serio e, in effetti, non vi è nulla di particolarmente divertente in quella costatazione.
Suo padre era dall'altra parte ad aspettarlo, ma sua madre, lo stesso Jason – nessuno avrebbe gioito nel vederlo morire così giovane.

«Anche io qualche volta sogno.»
Jason interrompe il suo flusso di pensieri, forse è imbarazzo – quello che Billy legge sul suo volto -, ma lo lascia parlare sino a quando si rende conto di non essere l'unica vittima di cattivi incubi.
«E non me lo sarei mai perdonato; ho sbagliato tanto prima di diventare ranger, ma vederti morire, no, credo sia stata la cosa peggiore.»
Siamo vivi alla fine – è l'unica cosa a cui pensa Billy.
E lo guarda per un solo attimo, lo stringe in un rigido abbraccio consolatorio e smette di riflettere, non chiedendosi più se valga la pena essere ritornato in vita.


 
Devi aspettare ancora un po', papà.

 
* * *
 
#1560BD

Billy scompone con la forchetta il pranzo che ha davanti a sé: i piselli sono nella parte destra del piatto, ordinati in file da cinque – ne avanzano un paio, ma li mangia subito perché non sopporta vedere così tanto disordine; alla sinistra, invece, un hamburger di pollo tagliato in cinque quadrati perfetti, anche se l'ultimo scompare nella bocca di Zack quando quest'ultimo si palesa come un ladro affamato.
«Adesso devi prendere questi.»
Billy è infastidito, cerca di nasconderlo perché conosce l'altro – sa che è fin troppo abituato a rubare le cose altrui -, ma ora tocca a lui adattarsi; le regole sono regole: i numeri vanno rispettati e così una fila di verdure verdi finisce direttamente nel piatto del black ranger – ritornando a quattro razionali linee e pezzi di pollo.
«Come vuoi, più cibo per me.»
Increspa le labbra in segno di scuse, una punta di sarcasmo e di quell'ingenua stupidità che lo caratterizza – Billy lo ha già perdonato, non è tipo da serbare rancore, e poi la sua attenzione raggiunge altri lidi non appena Jason si siede di fronte a lui, sorridendogli sincero.

«Hai una giacca nuova.»
Lo esclama con puerile entusiasmo; l'ha notata dal primo attimo in cui si è avvicinato al tavolo – azzurro consumato, un tocco vintage, come se Jason fosse appena uscito dal Sessantotto, ritornando con l'iconico denim come souvenir.
«A dire il vero è di mio padre, deve averla abbandonata per troppo tempo nel suo armadio.»
Billy legge nel suo sguardo dell'affetto che raramente Jason dedica a suo padre, quelle poche volte che parla di lui.
Lo sanno tutti nel gruppo, la famiglia Scott è complessa – non è la sola, in realtà -, ma Jason continua a vivere con il costante timore di deludere i suoi genitori di nuovo, paura che lo ha portato a responsabilizzarsi anche per il bene della squadra.
«Ti sta bene, davvero.»
Nel dirlo, Billy abbassa timidamente lo sguardo, preso da un'improvviso senso di imbarazzo; ora si aspetta una battuta sarcastica da parte di Trini, una risata di Kimberly, ma le ragazze rimangono impegnate con i loro pranzi, per nulla turbate dalla spontaneità delle sue parole.

«Grazie, puoi provarla se ti va, anche se non tiene caldo come può sembrare.»
Nelle sue parole una pungente provocazione, nella mente di Billy ritorna l'immagine di quella Notte, stretto nel suo cappotto; si rende conto che l'oscurità non gli è stata poi così tanto amica, se Jason lo ha notato nel tentativo di proteggersi dal freddo e dall'imbarazzo.
«Io- io sto bene così, grazie.»
Lo bisbiglia piano, gli altri nemmeno se ne accorgono, ma Jason lo guarda ed è un nuovo sorriso a far arrossire, ancora una volta – esposto alla luce della mensa – Billy.


 
Sì, quella giacca ti sta fin troppo bene.

 
* * *
 
#4682b4

Jason è ricurvo sulla scrivania, disinteressato sfoglia un libro di fisica, lasciando che il suono delle pagine riecheggi nella stanza semi-buia di Billy.
La lampada alla sinistra, unica fonte di luce, proietta una sua ombra distorta sul pavimento, un susseguirsi di rette e di curve che sfiorano i piedi di Billy – non poco distanti da lui.
Studiano assieme, forse per la prima volta, ma la concentrazione è lì che aspetta, insieme a tutte le formule in attesa di essere memorizzate.
Eppure, Billy le ricorda già tutte – le ha studiate poche ore prima, quando era ancora indeciso se invitarlo a casa sua.
È una sensazione nuova, infatti, quella di vederlo seduto su una delle sue sedie, davanti al suo computer e attorno a tutti quegli oggetti che, in un modo o nell'altro, raccontano una parte della famiglia Cranston.
Gli occhi azzurri di Jason rimangono sulle pagine del manuale scolastico, la fronte corrucciata davanti a qualche definizione e le labbra come una linea perfetta, nessun motivo per concedersi uno di quei sorrisi che Billy conosce sin troppo bene.

«Non ti manca giocare a football?»
Lo chiede senza delicatezza – non è mai stato capace di mostrarsi cortese perché odia le formalità e il rapporto che intercorre tra di loro è sincero, alle volte più di quanto Billy voglia davvero.
«Intendo dire, da quando siamo rangers avresti potuto rientrare in squadra, ma non lo hai fatto.»
Jason chiude il libro, sospira persino – come se avesse aspettato una qualsiasi distrazione per smettere di studiare -, e i suoi occhi si posano sul viso dell'altro, anche se quest'ultimo si tiene impegnato con una sciocchezza qualsiasi, pur di non guardarlo.
«Non è così semplice.»
Una pausa. Jason non parla per qualche secondo, dei lunghi attimi che portano finalmente Billy ad alzare il capo – ancora titubante – anche se non riconosce né delusione né rabbia nello sguardo dell'amico.

Blu metallo, le sue iridi; lo ricorda con esattezza da quando si sono conosciuti.
Blu metallo, lo ricorda nel momento in cui Jason ha schiaffeggiato uno dei tanti bulli che lo perseguitano, quando ha confessato di essere dello spettro e anche dopo, nell'abbracciarsi appena ritornato in vita.
Non è come il blu dell'acqua che tanto lo spaventa, è freddo, sì, ma accogliente, perché gli sguardi di Jason nascondono un tono di intimità che Billy non ha mai provato con nessun altro.
Lo spaventa – in parte – perché inizia a mettere in discussione ciò che prova per lui, se si tratta di sola amicizia o più, anche se non sa darne un nome.

«La mia priorità è la squadra adesso; non in campo, ma la nostra
A Billy piace quella parola, sapere di condividere un progetto importante con altri – con Jason, in particolare – anche se non è un modo per giustificare il dubbio che si sta insinuando in lui lentamente.
Sente di tradirlo, superando limiti che non gli sono concessi; non vuole deludere uno dei pochi amici che ha, anche se significa nascondere una piccola verità per il bene del gruppo, della missione.
«Qualsiasi cosa succeda?»
Ma lo chiede, ingenuamente forse, perché sa che Jason non gli mentirà mai, almeno non i suoi occhi, non ora.
«Qualsiasi cosa succeda, Billy.»

 
 
Il blu metallo dice la verità, poi cala di nuovo il silenzio.
 
* * *
 
#7DF9FF
 
Billy nasconde le mani nelle tasche e accenna un saluto quando, in lontananza, la figura di Jason compare non appena svoltato un angolo.
Ancora un'altra notte insonne, ma sul viso di entrambi vi è dello spazio per un piccolo, stanco sorriso; un increspare di labbra che sostituisce parole superflue, non obbligandoli a spiegare il perché di quella sera senza dormire.
È quasi una soddisfazione, sapere di non essere soli, di poter incontrare un'altra persona con il medesimo problema.
E Billy nota lo sguardo spossato di Jason quando quest'ultimo attraversa la strada, il volto illuminato dal blu elettrico di un'insegna sopra le loro teste.

Hanno deciso un posto qualsiasi, un diner aperto a quell'ora della notte – non hanno fame, ma decidono lo stesso di prendere delle patatine fritte e dei milkshake, anche se Billy teme che troppo zucchero finirà con farlo rimanere ancora più sveglio.
Non gli dispiace, forse, perché passare del tempo da solo con Jason è diverso dal vedersi con la squadra al completo; nessuno è un intralcio, tutti amici in fondo, ma sono arrivati entrambi alla realizzazione che potrebbe esserci altro, se lo volessero, soltanto tra di loro.

Billy non è mai stato con qualcuno, a differenza di Jason; è un qualcosa a cui non vuole neppure pensare, anche se è lo stesso red ranger a raccontargli della sua vita di prima, di quelle cose che non si trovano sui giornali di Angel Grove né in qualche cronaca sportiva.
Sono aneddoti più o meno stupidi: la sua prima ragazza – una cheerleader, come il cliché vuole -, il ballo di fine anno o le cene in famiglia; ma tutto il discorso anticipa una conclusione che stupisce entrambi, che li terrorizza, persino, perché è diverso sapere di provare dei sentimenti per un amico.

Poi nessuno parla, si guardano solamente, mangiando ciò che hanno ordinato.
Billy alza le spalle e si arrende; sa che è inutile negare la verità arrivati a questo punto e una parte di lui – una remota parte – crede di meritare un tentativo, anche se potrebbe mettere a rischio l'intera squadra.

«Non è semplice.»
Allora dice in difesa, quasi a non voler obbligare Jason a dire qualcosa per pietà, per amichevole compassione.
Ma lui no, ride, quasi sollevato, perché è stupito dalla sua presa di posizione e le cose tra loro non sembrano così complicate come può sembrare.
«Abbiamo salvato la città, Billy, il resto non può essere peggio che morire, non credi?»
Billy si ammutolisce, non sa più cosa rispondere, ma si fida dell'altro e qualsiasi cosa succeda, sa che faranno la scelta giusta.
Il blu elettrico illumina di nuovo il sorriso di Jason - è magico, nella sua spontaneità.



 
  
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