Crossover
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Autore: evil 65    11/03/2018    21 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un nuovissimo capitolo! Inizia la trama vera e propria, signore e signori.
Mi raccomando, recensite in molti... e buona lettura!



Capitolo 6 - There will be blood


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Durante i primi anni dell’Impero era nato un proverbio: meglio perdersi nello spazio che finire sul Bordo Esterno. 
Alcuni studiosi ritenevano che se lo fossero inventati gli ultimi soldati che avevano partecipato alla Prima Grande Ribellione. Altri sostenevano che risalisse ai primi cadetti che si erano diplomati presso le accademie imperiali.
Oltre a disprezzare i pianeti più lontani dal Nucleo, l’adagio sottintendeva che il valore di un militare poteva misurarsi solo in base al sistema stellare cui era assegnato. Più si veniva mandati vicino al Centro Imperiale, maggiore era il contributo alla causa dell’Impero.
Nonostante ciò, molti ufficiali assegnati alla Terra preferivano prestare servizio il più lontano possibile dal Palazzo Imperiale, piuttosto che restare nei paraggi del Maestro e del suo sguardo inquietante.
Questi erano i pensieri che scorrevano nella mente di uno degli uomini più temuti della galassia. Ora, a circa quarant'anni dalla sua nascita, era conosciuto con molti nomi diversi.
Per alcuni era Darth Vader. Per altri era "L'Oscuro Signore dei Sith". Sua madre l'aveva chiamato con un nome diverso: Anakin Skywalker
Alcuni l'avevano definito un mostro, una bestia disumana. Altri dicevano che era un'irrazionale macchina assassina. Un'arma che aveva subito talmente tanti lavaggi del cervello da non ricordare più chi era. Insensibile al dolore. Impossibile da uccidere. Sapeva solo come ammazzare e rovinare vite. E aveva fatto entrambe le cose per quasi 20 anni.
In realtà, il leader della Marina Imperiale era solo un uomo. Un uomo dotato di un'abilità molto speciale: la capacità di controllare la Forza, un campo energetico che legava e circondava tutte le creature dell'universo. Tale peculiarità gli permetteva di usufruire di vari poteri, dal controllo mentale alla telecinesi.
Quel giorno, il sole aveva mostrato il suo risveglio anche a lui. Si ostinava ancora a nascondersi, con una certa indolenza, dietro ai numerosi planetoidi che fasciavano la volta stellare, facendo però scintillare la brina formatasi durante la notte lungo l’intera fiancata dell’Esecutore, il fiore all’occhiello dell’esercito.
In quei frangenti, Darth Vader non sapeva bene cosa fare, o meglio, cosa gli altri volessero che lui facesse. Forse doveva gioire per quell'inattesa boccata di libertà dal comando, doveva stupirsi per lo spettacolo che quell'alba  gli offriva, dar loro la soddisfazione di essere felice per un momento - sempre che a loro interessasse davvero; ma proprio non ne aveva voglia.
Era rimasto inerme, a fissare i suoi occhi gialli sul vetro della camera, in uno sguardo vacuo e disinteressato, nascosto dalla sua iconica maschera nera.
<< Vi piace l'alba, mio signore? >> aveva chiesto uno dei servi, in tono quasi gioviale.
<< Forse >> aveva risposto lui con la sua voce profonda, senza voltarsi.
Loro volevano che a lui piacesse l'alba? Volevano che lui fosse contento nel mirare le stelle, nel guardarsi intorno, nello studiare ciò che realmente lo circondava? Non era questo ciò che cercava. Non era nemmeno sicuro di star cercando qualcosa.
Non faceva differenza per lui starsene davanti all'entrata di un edificio a osservare una fila di palazzi illuminati dal sole sorgente o all'interno di quel grande posto anonimo, dietro la pesante porta di ferro che occludeva la sua camera di meditazione.
Anche se gran parte della sua routine aveva luogo lì dentro, non sentiva l'impellente desiderio di uscire, forse perché non sapeva cosa aspettarsi. Né quelle masse di politici, funzionari e soldati si sarebbero effettivamente aspettati un pensiero del genere da lui.
<< Diventerai forte >> gli aveva detto il Maestro << Il più forte! La gente ti temerà. L'idea di confrontarsi con te sarà a dir poco sconsiderata. >>
E, in effetti, quelle parole erano state più che mantenute. Nessuno si era mai interdetto nel vedere un cadavere vessato e disteso sul pavimento con un'espressione sgomenta in volto, almeno non più che nello scorgere, accanto ad esso, quel grande gigante nero a fissarlo, che alzava la maschera solo quando si accorgeva di essere osservato da una platea di spettatori dall'aria inorridita.
<< Nessuno può essere tanto crudele! >> a volte qualcuno più sensibile si scandalizzava, appena l'uomo rivelava la vuota indifferenza nel suo comportamento << Quell'uomo è un mostro!>>
Spesso chi veniva colto da quell'improvviso attacco di terrore misto a compassione finiva per avere reazioni esagerate e per essere accompagnato in un'altra stanza da chi era disposto a sopportare la presenza dell'esecutore imperiale.
<< Ottimo lavoro >> diceva invece il Maestro, esibendo un sorriso compiaciuto << Hai superato un'altra volta il test, amico mio! >>
Il test. Mettere delle vite umane al servizio dei poteri in continuo sviluppo del Signore dei Sith. Spesso si concludeva con quella scena. Vader non si sognava di fare i conti con la propria coscienza. Nessuno gli aveva mai ordinato di farlo.
Quando le missioni o i test terminavano, lui tornava semplicemente nel suo palazzo. La sua presenza era intangibile, a tratti quasi inquietante. Non potevano mai prevedere le sue reazioni, forse perché lui non ne aveva.
Non si spaventava quando era minacciato, non mostrava mai segni di gioia o piacere, non contestava se il Maestro gli chiedeva di smaltire un rifiuto. Era semplicemente un uomo nato per portare la morte.
Un segnale acustico della maschera interruppe i suoi pensieri, facendolo scattare sull’attenti.
<< Signore, abbiamo ricevuto una richiesta d’aiuto. Sembra che un mercantile sia stato attaccato dai pirati >> lo informò la voce di un ufficiale.
Bene. Era ora di mettersi al lavoro.
 
                                                                                                                                    * * *
 
Era una tranquilla giornata sulla Scaled Huginn, la più temuta astronave pirata della galassia... o  almeno, questo è quello che continuavano a ripetersi i vari membri dell’equipaggio. Non che qualcuno avesse mai tentato di contestarli, sia chiaro.
Nell’ala mensa dell’imbarcazione spaziale spiccava una baraonda degna dei circoli più viziosi. Attualmente, il capitano Raven Branwen era intenta a far valere per l'ennesima volta la sua autorità contro il membro più ribelle e indisciplinato dell'intera ciurma: Maine, l’ufficiale più forte delle brigata.
<< Arrenditi, ragazzone. >>
<< Te lo scordi, stronza. >>
Tutti gli altri pirati stavano attorno alla coppia, tifando o per l'uno o per l'altra, mentre un uomo massiccio e dalla capigliatura bionda filmava il tutto con una telecamera di seconda mano.
Costui era Tayang Xiao Long, marito di Raven e vice capitano della Scaled.
Di certo, lo spettacolo valeva la pena di tutto quel trambusto. Un omone grande e grosso come Maine che sfidava una giovane donna dai lunghi capelli neri e gli occhi rossi come il sangue, indossante solo dei boxer e una canottiera attillata... ad una sfida di braccio di ferro!
Le vene sul collo del sottoposto sembravano sul punto di esplodere, mentre cercava di spingere il braccio della rivale fino al tavolo. Ma l’arto sinistro di Raven, decorato con un tatuaggio raffigurante un drago orientale dorato, rimaneva fermo al suo posto.
Purtroppo per quella banda di tagliagole spaziali, la loro capitana era una vera e propria sadica, e godeva nel dare ai suoi uomini una piccola speranza di vincere quelle sfide, per poi umiliarli pubblicamente con un unico e rapido colpo.
La donna avrebbe pure continuato il gioco per qualche altro minuto, ma in quel momento entrò in mensa South, la responsabile delle comunicazioni e dei radar. Indossava un’armatura viola, completa di casco con visiera arancione. Il resto dell’equipaggio, ad eccezione di Raven, Maine e Tayang, era vestito con la medesima attrezzatura. Ogni armatura era di un colore diverso, che andava dal rosso al blu.
<< Boss, avvistata una navetta imperiale. Sembra che contenga un carico bello grosso >> dichiarò la nuova arrivata, con tono quasi spensierato.
Al sentire tali parole, la bruna si cimentò in un sorriso maligno. << Eccellente. Scusa, Maine, ma non ho voglia di farmi sfuggire questa preda. >>
Con una semplice torsione del polso, l’uomo in questione finì pesantemente a terra, spaccando il tavolo in due.
Raven fece un cenno a Tayang, per poi urlare a squarciagola: << Be', non c'è niente da vedere! Andate a prepararvi per l'abbordaggio, oggi ho voglia di far rodere il fegato a Salem e al suo padrone. >>
<< Sissignora! >> esclamò a gran voce la ciurma.
La pirata li fissò con uno sguardo di disapprovazione.
<< Avevamo deciso di usare il nuovo saluto >> commentò in tono brusco.
L’affermazione ricevette una sonora ondata di gemiti.
<< Ugh, ma quel saluto è imbarazzante. Dobbiamo proprio? >> domandò Maine, ancora steso a terra.
In tutta risposta, Raven arricciò ambe le labbra in un sorriso malizioso.
<< Sì! >> ribatté compiaciuta, suscitando un sospiro ad opera di Tayang, che borbottò un "Dannazione, Raven..."
<< Non avrei mai dovuto comprarle un holo.net. Va bene, ragazzi, togliamoci questo dente. ARGHHH, SIGNOR CAPITANO! >>
<< Non ho sentito bene! >>
<< ARGHHHHH, SIGNOR CAPITANO! >>
 
Pochi minuti dopo, ogni singolo componente dell'equipaggio era armato e pronto per l’attacco avvenire. Ogni armatura era stata equipaggiata con un fucile da combattimento e un coltello da caccia. L’armatura di Maine, bianca come un osso, spiccava rispetto alle altre.
Raven e Tayang, invece, indossavano un  paio di armature da samurai, tipiche della cultura orientale dei terrestri. Quella della donna, rossa al pari degli occhi, era adornata da placche color pece, in perfetto contrasto con quella gialla e luminosa del compagno.
Raven era armata con una lunga katana, infilata in un fodero collegato all’armatura. La lama era caratterizzata dalla presenza di un convertitore di Polvere, cosa che le permetteva l'accesso ad attacchi di tipo elementare. Tayang, invece, preferiva un'approccio più diretto e utilizzava una coppia di Katar con delle bocche di fuoco all'estremità.
<< South, situazione? >> domandò Raven alla sua sottoposta.
La donna non perse tempo e pigiò un pulsante posto lungo il torace del vestito. Per un attimo, non accadde nulla. Poi, appena pochi secondi dopo, un ologramma si materializzò a mezz’aria, mostrando un grafico 3D della zona circostante.
Come presto notò il gruppo, l’area era attraversata da uno sciame di asteroidi per quasi 100 miglia. Su una delle rocce spaziali poggiava la Scaled Huginn, identica alle navi imperiali quasi in tutto e per tutto. A distinguerla rispetto alle altre erano le dimensioni ridotte e i colori rosso e oro che ne adornavano lo scafo. Lungo la fiancata spiccavano le immagini di un drago e di un corvo.
Non troppo distante dalle asteroidi, invece, si stagliò la tozza sagoma di una nave mercantile, lunga quasi un chilometro.
Tai guardò l'ologramma e si portò una mano al mento, in uno stato di profonda contemplazione.
<< Dunque, se continuiamo a tenerci dietro agli asteroidi non saranno in grado di rilevarci. Dico di spedire due Airwing mimetizzati e armati di anti- barriera. Mentre noi simuliamo un attacco frontale, i piloti disattiveranno le difese. A quel punto partirà l'abbordaggio vero e proprio. Chi si offre volontario per il compito? >>
Ad alzare la mano furono un uomo in armatura gialla ed uno in armatura beige. Costoro erano Griff e York, una coppia di terrestri ed esperti sabotatori.
I due corsero rapidamente alle navette d’attracco. Entrambi i mezzi di trasporto erano dotati di un dispositivo d’occultamento utilizzato per attraversare le barriere più deboli, proprio come quelle in dotazione ai mercantili.
Raven si rivolse al marito, dopo che tutti avevano preso posizione.
<< Ehi, Tai, dopo questa andiamo a cercare qualcosa di carino per Yang. Ha avuto l'iniziazione una settimana fa, e non le abbiamo mandato ancora niente. >>
<< Suppongo che un piccolo scalo ad Alderaan non possa guastare >> commentò l’altro, con un sorriso amorevole.
I due pirati avevano iniziato la loro carriera di fuorilegge circa un paio d'anni dopo essersi diplomati a Beacon, una delle accademie di Cacciatori più famose di Renmant. Sia la coppia che i loro compagni di squadra, Qrow Branwen, fratello di Raven, e Summer Rose, erano sempre stati piuttosto vocali nei confronti del governo perpetrato da Salem.
Tuttavia, nonostante gran parte delle loro idee politiche fossero allineate, entrambe le coppie avevano sostenuto metodi molto diversi, per quanto riguarda il modo corretto di ribellarsi a quel sistema tirannico. Qrow e Summer volevano affidarsi alle Accademie e all'aiuto di uno straniero che si faceva chiamare il Dottore, ideatore della prima grande Resistenza di Battleground.
Ma persone come Raven e Tayang non erano fatte per i piani lenti e prolungati. Infatti, dopo aver acquistato la loro prima nave e aver radunato un po' di accoliti, decisero d’intraprendere la carriera di pirati, attaccando le navi militari e i mercantili appartenenti all’Impero.
Un paio di anni dopo vennero benedetti dalla nascita della loro primogenita, Yang, che restò con loro fino all’età di dieci anni. Tuttavia, quando la  taglia sulle loro teste salì al punto da metterla in serio pericolo, la coppia la mandò a vivere con gli zii materni, pur mantenendo i contatti attraverso trasmissioni criptate e visite occasionali.
Ed era proprio per lei… che avrebbero continuato a lottare, fino alla fine.
 
Senza farsi notare dalla nave mercantile, gli Airwing di Grif e York atterrarono sull’imbarcazione e si infilarono in uno dei condotti di drenaggio dell’aria, mentre, allo stesso tempo, la Scaled Huggin usciva dal suo nascondiglio e apriva il fuoco.
Il mercantile provò a rispondere all’attacco nemico, rimanendo nella sicurezza dei propri scudi deflettori. Ma al su interno, le figure di Grif e York si erano già fatte strada fino al cuore della nave, dove erano riusciti a disattivare i sistemi di difesa.
<< Boss, può attaccare ora! >> urlò Grif, attraverso il comlink della tuta.
Raven annuì a se stessa.
<< Molto bene. Sarge, attiva i tunnel >> ordinò, lo sguardo rivolto nei confronti di un altro dei suoi uomini, vestito con un armatura rossa.
Un paio di zanne da cinghiale fuoriuscivano dal casco della tuta, identificando l’uomo come un fauno.
In appena un paio di secondi, l'astronave si avvicinò alla sua preda. Da essa partirono due tubi antigravitazionali, che i pirati utilizzarono per ricongiungersi ai loro compagni.
In breve, l'intera ciurma si stava facendo strada tra i membri dell'equipaggio, la maggior parte sparando colpi laser o proiettili, mentre Raven tagliava qualunque robot di sicurezza o stormtrooper fosse stato così stupido da mettersi sulla sua strada. Tayang e gli altri non furono da meno, occupandosi con rapidità e efficienza dei loro obbiettivi.
Durante l’assalto, uno degli ufficiali superstiti tentò di contattare aiuto, utilizzando i sistemi di comunicazione della nave.
<< Qui nave mercantile imperiale 4-7. Chiedo assistenza immediata, siamo sotto attacco dalla Scaled Huggin, ripeto... ARGHH! >>
Fu zittito da un rapido colpo paralizzante proveniente dal fucile di Washington, un altro membro della ciurma.
<< Capitano, messo K.O anche l'ultimo. Lo sistemo nella stiva con gli altri e vi raggiungo >> dichiarò attraverso il comlink.
 
Sistemati i membri dell'equipaggio lasciati vivi, i pirati portarono via la maggior parte del carico ai tunnel antigravità.
In breve, erano di nuovo sul ponte. Fecero per recarsi alle docce, ma l’arrivo di South li fermò sul posto.
<< Boss, ho avvistato una nave imperiale! Uno dei marinai del mercantile aveva fatto in tempo a mandare un messaggio di soccorso… e indovinate chi ha risposto? >>
<< Megatron? >> provò Grif.
<< Salem? >> fu il tentativo di Tayang.
<< Peggio ancora. Questo è il codice di comunicazione dell’Esecutore, la nave di Darth Vader. Alle calcagna abbiamo il braccio destro del Maestro in persona >> dichiarò l’altra con tono cupo.
Raven schioccò la lingua, visibilmente irritata dalla notizia. Volse lo sguardo in direzione dell’intero equipaggio.
<< Armi, scudi e motori a tutta potenza. Attivate il salto nell'iperspazio appena possibile. Non ho creato questa ciurma per farmela soffiare dal leccapiedi numero uno del Maestro! >>
 
                                                                                                                                           * * *

L'intercettatore personale di Darth Vader guidava la squadriglia di caccia stellari nel vortice screziato dell'iperspazio, che sfociava nel buio della volta stellata. Gli bastò una rapida scansione per localizzare la nave pirata.
La squadriglia si disimpegnò dagli anelli iperspaziali. Lo scafo della nave era stato danneggiato dai blaster del mercantile all'altezza dei motori, dietro il centro rigonfio della stiva.
<< Formazione d'attacco >> ordinò Vader, e i piloti della squadrglia confermarono e si disposero in formazione.
Temendo che i dirottatori fossero usciti dall'iperspazio per attirare la piccola flotta in un'imboscata, il Signore Oscuro eseguì una rapida scansione di tutto il sistema.
La matrice dei sensori dell'intercettatore non era delle migliori, ma individuò soltanto un paio di giganti gassosi circondati da anelli di svariate lune e una fascia di asteroidi che scorreva pigramente tra i pianeti. A parte questo, si trattava di una zona per lo più disabitata.
<< Le scansioni del sistema non hanno rilevato altre navi >> dichiarò Vader.
<< Confermo >> replicò il comandante della squadriglia.
<< Si stanno preparando al salto, Lord Vader >> fece la voce di un altro pilota.
<< Seguitemi >> ordinò il Signore Oscuro, accelerando a velocità di attacco << Impeditegli di saltare. >>
Gli Ala-V e l'intercettatore di Vader erano molto più veloci e maneggevoli della nave e gli si avvicinarono in fretta, divorando letteralmente lo spazio che li separava. Vader non si curò neppure di consultare la strumentazione: si immerse nella Forza e seguì il suo istinto, come faceva sempre.
Uno dei motori della nave vomitò una lingua di fuoco blu ed esplose ancor prima che l'intercettatore e gli Ala-V l'avessero a portata di tiro. I dirottatori avevano sovraccaricato i sistemi nel tentativo di fuggire.
<< Abbattete gli scudi e neutralizzate gli altri motori >> ordinò Vader. Se ci fossero riusciti, la nave non sarebbe riuscita a saltare nell'iperspazio. << E mi raccomando, non distruggete quella nave. Li voglio vivi. >>
Le armi pesanti del mezzo di trasporto avevano una portata decisamente maggiore rispetto ai blaster dell'Ala-V, perciò aprirono il fuoco prima che i caccia stellari potessero agganciare il bersaglio.
<< Armi pesanti, manovra evasiva >> disse il capo squadriglia, mentre le torrette automatiche della nave riempivano di raffiche verdi lo spazio tra le corvette.
La squadriglia di caccia si sparpagliò in una marasma di picchiate e avvitamenti.
Vader avvertì i colpi del mercantile ancora prima di vederli. Virò a sinistra, poi, bruscamente a destra, quindi si tuffò di qualche grado in basso, pur continuando ad avvicinarsi.
Uno degli Ala-V alla sua sinistra fu centrato in pieno. Le ali si spezzarono e vorticò in fiamme verso l'interno del sistema. I cannoni girevoli ai lati della nave si mossero e aprirono il fuoco, proiettando impulsi rossi di plasma.
 << Disperdetevi! >> ordinò il caposquadriglia << Mantenete le distanze! >> 
Una scarica di plasma centrò un altro degli Ala-V, vaporizzandolo.
<< Concentrate il fuoco sugli scudi di poppa >> disse Vader, mentre l'intercettatore si avvicinava, scivolando tra raffiche verdi e rosse.
Una volta a portata di tiro, l’uomo sparò coi suoi blaster binati contro gli scudi della nave, inclinando i colpi per massimizzare la deviazione. Non voleva sfondare gli scudi e danneggiare la nave, ma soltanto logorarli fino ad abbatterli. Il resto della squadriglia lo imitò, colpendo la nave da direzioni diverse.
Il vascello crollò sotto l'attacco. Gli scudi avvamparono a ogni scarica di energia, indebolendosi visibilmente colpo dopo colpo.
 L'intera squadriglia superò il mercantile, inseguita dalle raffiche verdi e rosse delle sue armi.
<< Mantenente le distanze, manovra evasiva, virate per un altro passaggio >> ordinò il comandante, con tono di voce calmo e pacato << Dividetevi e passate da sotto. >>
I caccia ripiegarono a destra e a sinistra, invertirono la direzione e impostarono un nuovo vettore di attacco.
Vader rallentò abbastanza da scivolare nella retrovia.
 << Abbattete gli scudi, comandante. Ho un'idea. >>
 
                                                                                                                               * * *
 
La situazione non era troppo buona, a bordo della Scaled Huggin.
Raven aveva contattato Wyoming e Tex, i responsabili del mantenimento dei motori, chiedendo a squarciagola perché i sistemi erano andati in sovraccarico.
<< Ci dispiace, capo. Un contatto imprevisto ha fatto saltare i regolatori del plasma. >>
<< Potete ripararlo? >> chiese Tayang, dopo aver preso il comlink della compagna.
<< I componenti li abbiamo, ma ci manca il tempo. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno tre ore e mezza, ma forse... >>
<< Forse cosa? >> chiese Raven.
<< Se ci date due ore, potremmo rinvertire il flusso del plasma e usarlo a nostro vantaggio, ottenendo una velocità di poco inferiore all'iperspazio, ma più che a sufficienza per fuggire. Pensa di potercela fare, boss? >>
<< Nessun problema. Mi affido a voi, ragazzi… e buona fortuna. >>
<< Stessa cosa a lei, capitano. >>
E anche senza averlo di fronte, Raven sapeva che l’uomo lo intendeva sul serio. Buona parte dei membri dell'equipaggio proveniva dalle strade di Remnant o dai bassifondi di altri pianeti, fino a quando Raven e Tayang non li avevano recuperati e inseriti nella ciurma della nave. Nel corso degli anni si erano salvati più volte la vita a vicenda. C'era un grandissimo legame tra tutti loro.
In quel preciso istane, South notò attraverso il radar che uno degli intercettatori imperiali si stava muovendo in modo piuttosto anomalo, e lo mostrò ai due capitani.
<< Boss, cosa ne pensa? Se le comunicazioni che ho intercettato sono esatte, quella è proprio la navicella di Vader >> dichiarò con tono preoccupato.
La bruna si morse il labbro, e strinse la mano destra sull'elsa della spada.
<< Allora siamo nei guai. Quel maledetto non fa mai niente per caso. >>

                                                                                                                                * * *                  

Vader guardò il mercantile virare a destra, inclinandosi in modo che le postazioni di tiro a mezzanave potessero intercettare i caccia stellari in avvicinamento. Non appena quelli furono a tiro, le torrette automatiche e le postazioni al centro della nave aprirono il fuoco, vomitando plasma surriscaldato nello spazio.
Gli Ala-V virarono, cabrarono e schivarono, serpeggiando in una rete di raffiche verdi e rosse. Vader, in coda, condusse la nave sopra e sotto le raffiche.
Un terzo Ala-V incrociò un colpo di torretta ed esplose; i suoi rottami tempestarono il tettuccio della cabina di pilotaggio del Signore Oscuro, mentre questi attraversava le fiamme. Quando furono sufficientemente vicini, gli Ala-V aprirono il fuoco e abbatterono quasi istantaneamente gli scudi deflettori della nave pirata.
<< Scudi abbattuti, Lord Vader >> riferì il caposquadriglia.
<< Io mi occupo dei motori >> disse Vader << Distruggete le torrette e le armi laterali sul fianco destro. >>
I piloti della sua squadriglia erano i migliori della flotta ed eseguirono i suoi ordini alla perfezione. Piccole esplosioni punteggiarono lo scafo, mentre le postazioni a mezzanave scomparirono tra le fiamme. La nave sussultava sotto i colpi degli Ala-V che la superavano, viravano e tornavano indietro.
Nel frattempo, Vader aveva virato a sinistra e si era tuffato in basso, agganciando i motori e sparando due colpi precisi. Le esplosioni inclinarono la nave a poppa e i pezzi di motori schizzarono nello spazio. Una serie di esplosioni successive scosse il mercantile, pur senza distruggerlo.
Vader rallentò e prese a seguirlo.
<< Sta volando per inerzia, signore >> dichiarò il comandante << L'esecutore potrà attirarlo col raggio traente in uno dei suoi hangar. >>
 << Non intendo lasciare i dirottatori a bordo fino ad allora >> ribatté Vader.  Sapeva che i pirati avrebbero cercato di distruggere la nave, e che le armi nella stiva sarebbero bastate allo scopo. << Voglio abbordarla. >>
<< Le ganasce d'attracco di quella nave sono troppo danneggiate, signore, non c'è una piattaforma di atterraggio >> lo avvertì il comandante.
<< Ne sono al corrente >> sussurrò Vader.
 L'ultima postazione di tiro – azionata da uno dei pirati - roteò e aprì il fuoco contro l'intercettatore dell’uomo. Attingendo ancora alla Forza, il Signore dei Sith virò, cabrò e si tuffò, schivando i colpi mentre si dirigeva a tutta velocità contro la postazione. Poteva vedere l'artigliere all'opera dentro la cabina trasparente. Ne avvertiva la presenza, piccola e insignificante, nella ragnatela della Forza.
<< Signore... >> cominciò il comandante, mentre la squadriglia di Ala-V si preparava a un altro passaggio, ma Vader lo ignorò.
L'uomo premette un pulsante e depressurizzò l'interno dell'intercettatore, protetto nel vuoto dello spazio dalla propria armatura. A quel punto, ormai vicino al ventre del mercantile, pur virando a destra e a sinistra per schivare i colpi dell'arma, scelse un punto accanto all'arma e, usando la Forza, si aggrappò mentalmente ad esso. Il suo intercettatore sfrecciò contro la cabina dell'artigliere.
Soddisfatto della traiettoria, Vader si slacciò la cintura di sicurezza, annullando i sistemi di sicurezza dell'intercettatore, spalancò il portello della cabina di pilotaggio e si lasciò eiettare nello spazio.
Si ritrovò subito a roteare nell'assenza di gravità, le stelle e la nave che si susseguivano intorno a lui. Nonostante ciò, l’uomo manteneva la sua presa mentale sulla maniglia del portello della cabina pressurizzata, mentre la sua armatura, perfettamente sigillata, lo sosteneva nel vuoto dello spazio. Il suo respiratore rimbombava forte nelle orecchie.
Il suo caccia si schiantò contro la postazione di tiro e il mercantile, ma nel silenzio inquietante dello spazio non riuscì a udire il rumore della collisione.
Scoppiò un piccolo incendio che il vuoto estinse quasi istantaneamente. I rottami proruppero verso l'esterno e la nave sussultò con violenza.
<< Signore! Signore! >> gridava nel suo elmo il comandante della squadriglia, in tono preoccupato << Lord Vader! Che cosa sta succedendo, signore? >>
Il tono di Vader arrivò calmissimo: << Sto salendo a bordo della nave, comandante. >>
Usando la Forza, il Signore Oscuro arrestò la sua rotazione e si proiettò verso l'enorme squarcio frastagliato che il suo intercettatore aveva aperto nello scafo della nave. Cavi e tubi pendevano lungo i bordi delle braccia, emettendo gas e scintille nello spazio. Un'ala del suo caccia era parzialmente scampata all'impatto e si era conficcata nella paratia. Il resto si era vaporizzato all'istante.
Vader attraversò lo squarcio e atterrò nel corridoio pressurizzato. Il ponte era ricoperto di frammenti metallici e componenti elettroniche ancora incandescenti. Gli Ala-V ronzarono intorno alla nave, visibili attraverso la breccia della paratia.
<< Signore? >> fece il comandante della squadriglia.
<< È tutto sotto controllo, comandante >> rispose Vader.
 I membri della flotta bisbigliarono commenti ammirati nel canale di comunicazione.
<< Manteniamo la disciplina, signori >> ringhiò il caposquadriglia, benché Vader riuscisse ad avvertire l'incredulità del suo tono << I dirottatori a bordo saranno a decine, milord. >>
<< Ancora per poco >> ribatté Darth Vader << Adesso siete di scorta. Vi aggiornerò in caso di necessità. >>
Seguì una pausa. Poi: << Certo, signore. >>
 
I sistemi automatici della nave avevano isolato il corridoio, ma Vader conosceva i codici per aprire le porte anti-blaster, e così avanzò tra le macerie e li inserì.
Il gigantesco portello si aprì con un sibilo, e l'aria pressurizzata invase il corridoio. Il Sith si fece avanti e chiuse il portello alle sue spalle. Bastò premere qualche altro pulsante per pressurizzare nuovamente il corridoio.
La sirena dell'allarme rimbombava attraverso gli altoparlanti delle paratie. Un portello in fondo al corridoio si aprì di colpo, rivelando un fauno caratterizzato da appendici di gatto. Indossava un'armatura rudimentale, dipinta con striature militari.
Alla vista di Vader, le orecchie della creatura fremerono e i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Estrasse la pistola che portava alla cintura, puntandola in direzione del Sith.
Al contempo, Vader aveva già impugnato e attivato la sua arma più temuta: una spada laser, rossa come le fiamme dell’inferno, che illuminò l’oscurità della stanza in un bagliore insanguinato.
Il fauno premette il grilletto. Senza perdere tempo, il Signore Oscuro deviò il colpo contro la paratia, alzò la mano ibera e attinse alla Forza. Congiungendo due dita, usò il campo energetico per stritolare la trachea del nuovo arrivato.
Il fauno si aggrappò disperatamente alla propria gola, mentre Vader lo sollevò dal pavimento, notando che non lasciava andare la sua arma. Nonostante stesse soffocando e morendo, riuscì comunque a sparare ripetutamente contro il Signore dei Sith.
Vader si limitò a stringere la sua presa, deviando distrattamente ogni colpo con la sua spada laser. Poi, stufo di perdere altro tempo, agitò la mano che aveva sollevato, prima a sinistra e poi a destra, usando la forza per schiantare il pirata contro le paratie.
L'impattò sgretolò le sue ossa, e Vader lasciò che il corpo scivolasse inerme sul pavimento. Una voce proruppe dal comlink sulla cintura della creatura.
 << Church! Church! Che cosa succede? Mi ricevi? Riesci a sentirmi? >>
 Vader spense la spada laser, raccolse il comlink, aprì il canale di comunicazione e lasciò che il suo respiratore parlasse per lui.
<< Chi va là? >> domandò la voce.
 Vader rispose soltanto respirando.
<< Church, sei tu? Va tutto bene? >>
 << Sto venendo a prendervi >> sussurrò il Signore Oscuro.
Quindi stritolò l'aggeggio nella mano, riattivò la spada laser, scavalcò il cadavere del fauno e si diresse a grandi passi nel corridoio seguente.
 
                                                                                                                                             * * * 

<< Church?! Church?! >> urlò Washington disperato.
Il fauno era uno dei più vecchi componenti della ciurma e un punto di riferimento per tutti, grazie anche alla sua capacità di uscire dalle situazione più impossibili.
Gli altri pirati guardarono il loro capitano, che osservava la flotta nemica e chinò il capo rassegnata.
<< Dobbiamo abbandonare la nave. Tutti alle scialuppe di salvataggio! >> urlò rivolta al resto del gruppo.
Le reazioni all'ordine furono molto contrastanti. Ognuno dei presenti considerava la Scaled Huggin la loro casa e un luogo dove potersi sentire liberi. Per certi versi, molti avrebbero preferito morire piuttosto che andarsene. Altri, per quanto addolorati, sostenevano l’idea di eseguire una ritirata strategica e prendere la loro rivincita il prima possibile.
Alla fine, un'ondata d'aura proveniente da Tayang riportò ordine.
<< Sentite, neanch'io voglio abbandonare questa nave, e lo sapete bene! Ho vissuto qui dentro per quasi vent'anni, e sono stati gli anni migliori della mia vita! Ma ci sono cose più importanti. Ognuno di voi… è un membro della mia famiglia >> sussurrò, allargando ambe le braccia << e non voglio perdervi. Insieme troveremo un altro luogo in cui vivere... e avrà anche un pezzo di quello vecchio >> terminò con uno sguardo colmo di pura determinazione.
Nel contempo, il co-capitano digitò sui comandi le ultime direttive, per mantenere la sala delle capsule di salvataggio ancora attiva, e quindi strappò a mani nude la scheda madre della nave.
<< Uomini, andiamo. E ricordate che lo spirito della Scaled Huggin sarà sempre con noi! >> esclamò la Branwen, ricevendo urli d'approvazione.
L'intera ciurma si avviò quindi verso la sala di salvataggio. Poco prima che potesse seguirli, però, Raven sentì un brivido attraversarle la spina dorsale, al pari di una scossa.
<< Amore, che succede? >> chiese Tayang, visibilmente preoccupato.
<< È Vader… sta venendo qui. Voi sbrigatevi, lo terrò occupato finché non avrete completato la sequenza di sganciamento. >>
 Il biondo fece per protestare, ma Maine e Washington lo trascinarono dentro una capsula.
 La bella spadaccina quindi si mise in posizione di guardia, pronta ad affrontare colui che chiamavano il Signore Oscuro dei Sith.
<< Bene, Lord Vader, vediamo che sai fare. >>
 
                                                                                                                                            * * *
 
Darth Vader entrò all’interno di camera stagna, situata poco prima dei vani di salvataggio. Il suo respiro, lento e sibilante, riecheggiò per tutta la lunghezza del comparto. Poi, con fare quasi metodico, arrestò la sua avanzata.
A bloccargli la strada conducente alle scialuppe vi era una giovane donna dai lunghi capelli neri e gli occhi rossi, vestita con un'armatura da samurai.
<< Sei tu il comandante di questa nave? >> domandò il Sith, con la sua forte voce baritonale.
In tutta risposta, Raven si limitò a sorridere in assenso.
<< E tu devi essere Lord Vader! Sai, ho sentito molto parlare di te. Mi hanno detto che non hai mai perso uno scontro… be'... >> sussurrò, avvolgendo la propria spada con della Polvere di ghiaccio << farò in modo di rimediare alla cosa. >>
E, detto questo, esordì con un fendente verticale lungo i vuoto dell’aria. Per un attimo non accadde nulla, ma solo per una semplice frazione di secondo.
Poi, l’aria attorno alla lama cominciò ad incresparsi, dando forma ad uno squarcio rosso come il sangue, sospeso ad appena un paio di centimetri da terra. Perché questa era l’abilità derivante dalla Semblance di Raven: la capacità di creare portali attraverso cui poter muoversi da un punto ad un altro. Senza perdere tempo, la donna vi saltò dentro e sparì alla vista.
Vader, sorpreso dall'azione, tese i muscoli, mentre amplificò i propri sensi attraverso la Forza. Inclinò leggermente il casco da una parte all'altra della stanza, aspettando l'attacco inevitabile.
In quel preciso istante, Raven riapparve ad alcuni metri alle sue spalle e corse con la spada in pugno, per poi scomparire in un altro portale. Questa volta, riemerse proprio di fronte a all’uomo, e sferrò un fendente che propagò cristalli di ghiaccio lungò tutta la stanza.
Vader non perse tempo. Porse la spada laser in avanti, la lama rossa che menava lampi. Poi, con precisione quasi chirurgica, cominciò a ruotarla su se stessa.
 Gran parte dei cristalli di ghiaccio vennero intercettati dall'arma, sciogliendosi non appena ne entrarono in contatto. I proiettili scampati al contrattacco vennero intercettati da un una barriera di energia cinetica.
L'uomo balzò in avanti, in direzione dell'avversaria. La spadaccina si inginocchiò, schivando la lama di pochi centimetri, e rispose con un colpo dell'impugnatura. Fatto ciò, proseguì con un calcio a uncino, diretto al fianco dell’avversario.
Percependo il colpo imminente, Vader scaricò gran parte del suo peso all'indietro: l'armatura gli dava maggior protezione nei confronti di attacchi e colpi d'energia, ma ne limitava anche i movimenti. Ecco perché non avrebbe potuto schivare il calcio con un salto.
Ruotando su se stesso, evitò appena l'arto in questione. Inclinò la lama una seconda volta, protraendola verso la schiena della donna.
Raven lasciò che la sua aura prendesse il colpo, quindi afferrò il polso del Sith e gli diede una testata.
<< Sai, è da quando ho iniziato questo lavoro che mi chiedo cosa ci sia sotto quella maschera >> commentò con un sorriso colmo d’eccitazione.
Vader indietreggiò di un passo, mantenendo una posizione di difesa. Quella donna, chiunque fosse, di certo sapeva come combattere.
Indicò la spada al petto della mora.
<< Il mio volto non è di tua preoccupazione. Dimmi dove si trova il tuo vice. Se lo fai, potrei offrirti una morte rapida e indolore >> sussurrò con tono freddo.
Raven digrignò i denti e rinfoderò la spada, ricoprendola di un misto di Polvere di vento e fuoco.
<< Scusa, potrei anche lasciarti prendere la mia vita… ma ho fatto un voto. Nessuno, e intendo proprio NESSUNO, tocca la mia famiglia! >>
Detto questo, creò una lunga serie di portali e cominciò ad attraversarli ad alta velocità, lanciando scie di fuoco ogni volta che emergeva da uno degli squarci.
Vader riuscì a intercettare ogni colpo, pur non riuscendo a contrattaccare. Era troppo veloce. Da molto tempo non aveva combattuto un avversaria di tale calibro. Era una sensazione rinfrescante, quasi aliena.
<< Percepisco molta rabbia in te, giovane donna. Ma soprattutto... percepisco la tua paura >> sussurrò sotto la maschera.
La pirata ruotò su sè stessa ed entrò in un altro varco, per poi riapparire  qualche metro dietro Vader, questa volta con la lama infusa di Polvere gravitazionale.
<< La paura non è necessariamente un male. Se impari a controllarla e a non lasciarti toccare da essa… può solo renderti più forte. Me l'ha insegnato la mia ex- leader. >>
Piantò la lama nel pavimento della camera stagna. Come ad un segnale, ogni detrito presente nella stanza cominciò a fluttuare.
<< Tu forse la conosci >> mormorò la donna << Si chiama Summer Rose. >>
Vader ricordava bene quel nome, ma non diede alcun segno di averlo riconosciuto. Utilizzò la Forza per mantenersi in equilibrio. Anche senza gravità, era capace di usare l'energia telecinetica per connettersi agli oggetti che lo circondavano. Era la stessa tecnica che aveva utilizzato per salire sulla nave.
Senza perdere tempo, allungò la mano destra. Poi, come dal nulla, una potente scarica di fulmini fuoriuscì dall'arto, sorprendendo Raven.
La donna prese in colpo in pieno e finì contro una parete, cadendo in ginocchio. Controllò la sua aura su un cronometro da polso… era al 50%! In una manciata di minuti e mosse, Vader era veramente riuscito a dimezzare le sue riserve?!
Vader cominciò a incamminarsi verso la figura della donna, con passo lento e marcato.
<< Non puoi battermi. È inutile resistere ! Tu morirai qui, e la tua cosiddetta famiglia subirà il medesimo destino. Li ucciderò uno per uno, senza mai fermarmi, senza mai dar loro la possibilità di arrendersi. Verranno cacciati come selvaggina! >> ringhiò attraverso il respiratore.
Raven digrignò i denti e si rimise in piedi. Ripeté il trucchetto dei portali multipli, questa volta utilizzando  un misto di Polvere d’acqua e tuono. Tornò ad attaccare da più direzioni, cercando di stringere il più possibile l'area d'azione del comandante imperiale.
Ad ogni scontro di lama volarono scintille, mentre il clangore e il brusio di ogni colpo riecheggiarono per tutta la lunghezza della nave.
Vader intercettò ogni attacco, usando la Forza per restaurare le sue energie. Al contrario della donna, la cui aura aveva un potere limitato, Vader estraeva la propria Forza direttamente dal tessuto della realtà stessa. Da questo punto di vista... era una persona letteralmente instancabile.
Volse lo sguardo in direzione di Raven e scaricò una forte ondata di energia cinetica nei confronti dell'avversaria.
La donna venne scaraventata contro la porta. A questo punto le restava solo da mettere tutta l'aura che le rimaneva in un ultimo attacco. Tuttavia ,sapeva che, anche in caso di successo, un simile sforzo l’avrebbe probabilmente uccisa.
Rinfoderò la spada e la ricoprì con tutti i tipi di Polvere contenuti nel fodero, una quantità tale da lenire anche il proprietario della lama per autocombustione.
Cominciò a caricare la poca aura rimasta. Ormai aveva deciso… si sarebbe lanciata in un fendete suicida contro Vader.
Poi, come dal nulla ,un poderoso colpo alla nuca la mise K.O, interrompendo le sue azioni. Maine afferrò la donna tra le braccia, impedendole di cadere.
<< Scusa, boss, ma non posso permetterti di farlo >> dichiarò attraverso il casco della tuta.
Vader fissò sorpreso l'entrata in scena del nuovo arrivato.
<< Sei forse tu il vice capitano di questa nave? >> domandò ,con tono quasi incuriosito.
<< No, Lord Vader >> disse il pirata corazzato, prendendo la donna svenuta al fianco << ma ne faccio le veci, visto che lui è già in salvo. E perdonate la mia impertinenza. >>
Si lanciò contro il Sith, utilizzando il proprio peso per farlo indietreggiare. Fatto ciò, corse fino alle scialuppe e infilò di forza Raven in una delle ultime due capsule di salvataggio, settando le coordinate sulle stesse decise dai suoi compagni.
Vader seguì poco dopo, entrando nella stanza. Non avrebbe permesso a quella donna di scappare. Menò la spada laser in avanti, pronto ad affondarla nel corpo del capitano inconscio.
Maine si mise davanti e la lama finì dritta nel suo fianco, attraversando armatura e carne. L’uomo sussultò, nel tentativo di trattenere un grido.
<< È solo grazie a lei e Tayang se sono riuscito a vivere come una persona normale >> sussurrò a se stesso.
Premette il pulsante di lanciò e la capsula partì nello spazio profondo.
<< Grazie a loro posso morire con dignità! >> esclamò, sentendo il sangue fuoriuscirgli dalla bocca.
Sopportando il dolore, spinse via la spada laser e diede un pugno al Sith direttamente nel sistema di controllo dell'armatura. Vader si lasciò sfuggire un sibilo. Rapidamente, afferrò la parte superiore della corazza e la strappò con forza dal petto, prima di lanciarla sul pavimento della sala.
I circuiti della protezione presero fuoco all'istante. Poi, il Signore Oscuro volse la propria attenzione nei confronti della capsula di salvataggio.
Niente. La navicella era sparita.
Lanciò un grido di rabbia, puntando la spada laser in direzione del pirata.
 << Quello... è stato un grave errore >> sussurrò attraverso il respiratore.
 Balzò in avanti, la lama pronta a intercettare il suo nuovo obiettivo.
Il guerriero in armatura bianca rispose con un sorriso insanguinato. Facendo appello alle ultime forze rimaste, attivò la sua semblance, uno scudo energetico duro come il diamante, ben sapendo che non avrebbe potuto niente contro la lama del comandante imperiale.
Quest’ultima, seppur incontrando una certa resistenza, affondò nel corpo dell'uomo, trapassandolo da parte a parte del costato. Vader alzò la testa in direzione dell'avversario.
<< Dimmi, pirata... ne valeva la pena? >>
Maine si tolse l'elmo e fissò l'uomo dritto negli occhi. Nonostante il sangue che gli fuoriusciva dalla bocca, il volto del criminale non esprimeva nessuna paura, solo accettazione.
<< Per non vedere… le lacrime sul volto di Yang? Sì… ne è valsa la pena >> sussurrò attraverso i rantoli.
Provò ad afferrare la spada laser, almeno per togliersi lo sfizio di disarmare Vader. Tuttavia… il suo cuore si fermò.
Il Signore Oscuro rimase fermo e immobile, fissando il volto pallido del combattente. Emise uno sbuffo derisorio.
<< Allora eri uno sciocco... ma posso rispettare i tuoi principi. >>
E, detto questo, estrasse la lama dal corpo dell'uomo, prima di volgere lo sguardo nei confronti dello spazio che si stagliava oltre i pannelli della cabina.
<< Pensate di essere al sicuro? È solo un'illusione. Godetevi questi ultimi momenti di pace... perché io vi troverò. >>
In quel preciso istante, un  sonoro brusio attirò l’attenzione del Sith. Abbassò la testa, riscoprendone la fonte nel comunicatore agganciato alla tuta.
<< Signore, abbiamo intercettato una nave cargo nei pressi del centro imperiale >> esordì la voce dell’ammiraglio Piett, il comandante dell’Esecutore.
Sotto la maschera, Vader non potè fare a meno d’inarcare il sopracciglio.
<< E la cosa dovrebbe preoccuparmi? >> domandò con tono calmo e raccolto.
Dall’altra parte della linea, il giovane ammiraglio sembrò esitare.
<< Signore… è la nave del Dottore >> sussurrò a voce bassa.
Il tempo parve fermarsi. Un silenzio inesorabile calò nelle profondità del vano di salvataggio. E il tutto si propagò per quasi un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, la mente di Vader sembrò tornare alla realtà. 
<< Venite subito a recuperarmi >> ordinò con un ringhio.
Senza aspettare una risposta da parte del sottoposto, chiuse il comunicatore, volgendo lo sguardo in direzione della volta celesta.
<< Ben ritrovato… Dottore. >>

                                                                                                                                        * * *


Renmant - pianeta sotto controllo imperiale

Accademia di Atlas

<< Mhhh, pomodori >> sussurrò Kirby nel sonno, accoccolato nel suo letto con un pigiama rosa. La testa del ragazzo poggiava comodamente al di sopra di un peluche a forma di stella, con due occhietti neri e un berretto da notte.
James si avvicinò di soppiatto con una padella e un mattarello, per poi sbatterli l'uno contro l'altro un paio di volte. Tuttavia, con suo immenso dispiacere, il rosato si limitò a girarsi.
<< Fa sempre così? >> chiese l'aspirante Cacciatore, volgendo lo sguardo in direzione di Emil.
Per tutta risposta, il fauno allungò la mano e fece levitare Kirby a mezz’aria, per poi scrollarlo un po’. A sorpresa di James, la situazione sembrò non migliorare molto.
Emil si portò una mano al mento. << Hmm, meglio sbrigarsi o comincerà a sognare. >>
<< Ahhh, torta alle fragole... >>
<< Troppo tardi. C'è una sola cosa da fare, a questo punto. Penny? >> chiamò il fauno, attirando l’attenzione della ragazza. 
Quest’ultima si era appena svegliata ed era ormai intenta a sistemare il suo zaino per affrontare la giornata scolastica.  
Emil si avvicinò a lei e le bisbigliò qualcosa nell'orecchio. La rossa annuì contenta e prese una delle sue spade, puntandola contro il partner e sparando un getto d'acqua gelida ad alta pressione. L’azione fu sufficiente a buttarlo giù dal letto.
Kirby si rialzò di scatto e cominciò a guardarsi intorno, con fare frenetico.
<< Chi attacca?! Con cosa?! Dove?! Qua-…!? >>
Prima che potesse continuare la sua sfuriata, notò i compagni di squadra che se la ridevano di fronte a lui.
<< Emil, brutto stronzo! Avevi giurato di non farlo più! >> esclamò indignato.
In tutta risposta, il fauno si limitò a porgergli un ghigno condiscendente.
<< Non è certo colpa mia se hai il sonno pesante. Mi hai costretto tu >> ribatté con tono beffardo.
Il rosato fece per scagliarsi contro il compagno, ma venne prontamente interrotto da Penny, che gli si avvicinò timidamente.
<< Ehm, scusa, Kirby, sono stata io a spruzzarti >> borbottò con la testa abbassata.
Al sentire tali parole, l’espressione sul volto del neo-cacciatore si addolcì all’istante.
<< Tranquilla, Penny, so che non è colpa tua. Questo lupastro è piuttosto bravo a convincere le persone a fare ciò che vuole >> sibilò con un’occhiata laterale in direzione del fauno.
James finse di tossire, attirando l’attenzione del trio. << Benché abbia trovato questa scenetta piuttosto divertente, dobbiamo ancora prepararci per le lezioni. Vi consiglio di  sbrigarvi >> ordinò con voce calma e raccolta.
Così, il gruppo cominciò ad indossare le divise. Completamente grigie, se non per qualche striatura bianca, i vestiti dell’accademia rispecchiavano l’atmosfera militarista emanata da quel luogo.
Fatto colazione, il team si diresse verso l’aula della loro prima classe, Laboratorio Tecnico.
<< Mi chiedo come se la stia cavando Weiss >> commentò Kirby, le braccia incrociate dietro la testa.
Affianco a lui, Emil si limitò a rilasciare un sonoro sbuffo.
<< Considerando il suo caratteraccio? Avrà già fatto impazzire metà della sua squadra. >>
 
                                                                                                                                          * * * 

Il Professor Verde, insegnante di laboratorio all’accademia di Atlas, era un uomo allampanato e dalla folta capigliatura color smeraldo, caratterizzato da un sontuoso paio di occhiali circolari che gli cadevano a metà del viso. Il camice da laboratorio, unito alla sua parlata sofisticata e ad uno sguardo pacato, rispecchiava la natura scientifica della sua professione.
Attualmente, l’uomo era intento a spiegare i funzionamenti della Polvere in tutto l’universo di Battleground.
Normalmente, solo gli abitanti nativi del pianeta potevano usare quei cristalli nella loro forma più pura e al massimo del loro potenziale. Anni prima, il Maestro era riuscito a creare delle batterie di contenimento che permettevano anche a coloro che  non possedevano alcun tipo di aura di utilizzare la Polvere ai livelli più elementari. Il tutto rendeva i cristalli molto importanti non solo in ambito combattivo ma anche in altri campi, tra i quali lo sfruttamento dell’energia. Visto che poteva essere fusa in laboratorio con diversi componenti chimici, la Polvere era utilizzata anche per creare sostanze medicinali.
Emil ascoltò la spiegazione con fare rapito, nel tentativo di cogliere anche la minima informazione che gli avrebbe permesso di potenziare i suoi Vulcan Tyrant. La maggior parte dei tonfa era costituita in titanio, al cui interno scorrevano incisioni fatte di ossa di Grimm per condurre al meglio la Polvere, situata in una lunga serie di fiale. Queste venivano inserite in un sistema a rotazione nelle impugnature, da cui i cristalli disciolti venivano mandati anche alle munizioni.
Fu così che, troppo concentrato sulla lezione, il fauno non si accorse di quello che stava accadendo alle sue spalle. Uno degli studenti, infatti, aveva mescolato in maniera piuttosto sconsiderata i vari composti che erano stati distribuiti come esempi a tutta la classe. Come conseguenza, dal miscuglio appena creato cominciò a fuoriuscire un ammasso di scintille.
Lo studente, preso dal panico, fece la prime cosa che gli venne in mente… e buttò tutto sul banco di Emil e Kirby, prima che il professor Verde potesse accorgersene. 
Un'esplosione di elementi misti sconvolse l'intera aula, scaraventando banchi e utensili per tutta la lunghezza della stanza. Gli studenti e il professore se la cavarono solo con qualche graffio su pelle e vestiti, grazie alla protezione offerta dalla loro aura. 
Sfortunatamente per Emil e Kirby, Verde aveva visto che il principio dell'esplosione era partito direttamente dal loro tavolo, motivo per cui, dopo aver rimandato la lezione e spedito tutti in infermeria, li fermò per affrontare le conseguenze dell’evento.

Qualche minuto dopo James e Penny erano fuori dall'aula ad aspettare i compagni di squadra, che uscirono con un'espressione a metà tra il mogio e il frustrato.
<< Tutto bene? È stato molto duro? >> chiese l'unica ragazza del team JEKP.
<< Lo è stato eccome >> digrignò Emil, trattenendo a stento la sua collera.
<< Oh, andiamo, che dovete fare? Pulire la facciata dell'accademia per il resto della settimana? >> scherzò James, nel tentativo di alleggerire l’atmosfera.
<<  Quello ce lo siamo evitati per poco >> mormorò Kirby << Tuttavia, dobbiamo ripagare i danni con i nostri soldi. >>
Al sentire tali parole, il resto del team rilasciò un sonoro sbuffo. I soldi delle accademie, dopotutto, erano sempre stata un'incognita. I finanziamenti provenienti da Salem e dai vari concili, infatti, erano spesso esigui, almeno rispetto a quelli ottenuti dalle fabbriche di Polvere e dalle istituzioni governative come l’esercito atlesiano.
Motivo per cui, all’interno delle varie accademie, la regola "chi rompe paga" era applicata a qualsiasi studente.
<< Quindi che facciamo? Non possiamo prendere missioni ufficiali fino all'anno prossimo >> osservò Penny, mentre James rifletteva sulla situazione.
Sebbene l’inizio con Emil e Kirby non fosse stato dei migliori, il soldato non era certo favorevole all’idea di lasciarli in pasto ai lupi.
Questa sarebbe stata la sua prima vera prova come leader…e intendeva superarla a pieni voti. Metaforicamente parlando, ovviamente.
<< No, ma ci sono anche quelle non ufficiali. Possiamo provare a cacciare qualche Grimm e vendere i materiali, o controllare la lista dei ricercati. Nella migliore delle ipotesi, un solo incarico e saremmo a posto >> commentò come un dato di fatto.
I suoi compagni di team annuirono in accordo.

Eccitati per la possibilità di intraprendere per la prima volta una missione come squadra, passarono il resto della settimana a riparare alla bella e meglio le armi danneggiate e a controllare la lista dei ricercati sui computer della biblioteca. Tutti gli avvisi di taglia erano stati raggruppati per ricompensa, pericolosità e mittente.
<< Quanto dobbiamo risarcire, esattamente? >> chiese Penny.
<< 5000 lien. La Polvere e i materiali costano come al solito >> borbottò Emil, non trattenendo una smorfia di disappunto.
La Polvere avrebbe continuato a esistere fino a quando ci sarebbero state persone dotate di aura. Nonostante ciò, personaggi come Jaques Schnee continuavano a tenere i prezzi molto alti.
<< Penny, cerca qualcuno sui 7000, almeno ci resterà qualcosa in tasca >> ordinò James.
Senza perdere tempo, la ragazza selezionò i dati richiesti, facendo comparire una serie di nomi. Il quartetto cercò per diversi minuti, fino a quando non s’imbatterono in un nome interessante.
<< Arlong, un Bracconiere. A quanto pare, vende di contrabbando ossa di Grimm a un gruppo di cybertroniani. Che diavolo ci fanno le teste di latta con quella roba? >> domandò Kirby, visibilmente confuso.
Affianco a lui, Penny strinse inconsapevolmente il bordo del tavolo.
<< Armi probabilmente, quella roba può condurre più o meno tutto, Energon compreso. O forse le usano come decorazioni, certi Decepticons sono dei veri modaioli >> ipotizzò il leader del team, analizzando le informazioni sul suo nuovo obbiettivo.
A quanto pare, Arlong si era diplomato ad Haven con la sufficienza scontata, dandosi alla carriera criminale appena uscito dall’Accademia. Di recente, era stato localizzato proprio nei pressi di Atlas.
James chiuse il volto in un sorriso a mala pena celato. Sicuramente, quella sarebbe stata una giornata ricca di eventi. 



Personaggi:

Ravenhttps://drill5mm.deviantart.com/art/Raven-634432026
Tayanghttp://rwby.wikia.com/wiki/File:Taiyang_Vol_4.png

Entrambi appartengono alla serie di RWBY

Il Professor Verdehttp://reborn.wikia.com/wiki/Verde
Appartiene all'anime Katekyo Hitman Reborn

Membri della ciurma di Raven e Tayanghttps://vignette.wikia.nocookie.net/halo/images/f/f1/USER_Members_of_Red_vs _Blue.jpeg/revision/latest?cb=20130109033645
Questi personaggi appartengono alla serie web Red Vs Blue

Ad eccezione di Darth Vader e degli ufficiali imperiali (interpretati da evil 65), tutti i personaggi del capitolo sono stati interpretati da Fenris.
 
  
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