Bianco.

C'è solo il bianco intorno a me. Solo ed esclusivamente bianco

Che sia luce?

Ma perché? Perché mi trovo in questo posto misterioso?

Perché mi sembra normale essere qui?

Chiudo gli occhi, sforzando di ricordare. Avevo cenato... Sì. Avevo cenato con i miei genitori, in silenzio, sforzandomi di finire il cibo nel piatto. Lo stomaco mi si era chiuso in una stretta omicida, ricordo, e la gola cercava di mandare giù le lacrime ad ogni boccone.

Ah. Giusto. I miei genitori avevano litigato. Avevano per la prima volta litigato seriamente e non si parlavano più da una settimana. E io mi ero rassegnata a fermarli.

Mi ero rassegnata a tutto. Mi ero rassegnata anche a vivere.

Mi nascondo la bocca con una mano, nauseata. Mi vanto sempre di quanto forte sia rispetto alle altre persone, però adesso vorrei sapere che fine abbia fatto questa cosiddetta forza...

Sono stanza. Sono debole dinnanzi a questa situazione. Non avrei mai creduto di stare così per i miei genitori. Non avrei mai creduto di star così per colpa di uno stupido incidente.

Prima l'incidente. Poi i miei genitori.

In un istante, avevo perso l'affetto di coloro che mi avevano dato alla luce e l'amore di chi mi aveva compreso.

Sono così stupida. Sono così debole.

Un passo attira la mia attenzione. Mi giro, il cuore in gola.

Una schiena. In mezzo all'oceano di luce, in mezzo al bianco immacolato, c'è una schiena.

Una schiena dello stesso colore dell'universo.

La fisso, ammutolita. Cosa sta... Succedendo?

Un braccio si tende verso la mia direzione, la mano aperta in una muta proposta. Nessun rumore, nessun cenno, solo quel silenzioso invito.

No. Qualcuno mi dica cosa sta accadendo.

Qualcuno mi dica perché la mia mano ha accettato inconsciamente di affidarsi a quella schiena.

Le sue dita si intrecciano con le mie.

"Andrà tutto bene."

Sgranò gli occhi, tirandomi indietro. Ma non riesco a fare mezzo passo. La mia mano è tenuta in gabbia ormai.

Ho paura.

Sono sollevata.

"Shh, non piangere."

Piangere?

Mi accorgo di star piangendo. Mi accorgo delle lacrime che scorgano senza freni sulle mie guance, sul mio mento, fino a cadere sulla luce bianca.

Fisso la tua schiena fatta di universo.

Chi sei? CHI SEI?

"Non ha importanza."

La mia bocca si apre leggermente. Mi legge nella mente. Mi legge nel subconscio.

Non è normale.

Grazie al cielo non devo parlare.

La mano libera ritorna sulle mie labbra. Perché? Perché mi sto comportando così stupidamente? Perché sono felice che tu sia qui con me?

"Perché mi hai chiesto di non lasciarti sola."

Cosa? Che hai detto? Cosa avrei detto io?

E' la prima volta che ti vedo.

Sono così felice di rivederti.

"Ce lo siamo promessi."

Il mio cuore si ferma. Le mie lacrime no.

La mia mente smette di ragionare. La mia anima no.

I miei pensieri svaniscono. I miei sentimenti no.

Sei tu?

Le tue dita mi stringono più forte.

Ti giri.

L'universo sparisce.

L'unica cosa che vedo in questo mondo di luce sono i tuoi capelli castani e il tuo sorriso.

Sei tu.

Sorridi ancora di più.

"Incontriamoci di nuovo.

Un giorno.

In un altro mondo.

In un altro sogno.

Incontriamoci di nuovo."

 

Mi sveglio, scattando seduta sul letto.

Il mio corpo è pieno di sudore, il mio sangue di adrenalina, la mia testa di te.

Eri tu.

Eri tu, nel mio sogno.

Eri tu, nel mio sogno, che stavi mantenendo la promessa.

Incontriamoci di nuovo.

Bugiardo.

Come se potessimo di nuovo.

Gli angeli non incontrano i demoni.

Nemmeno in un altro mondo.

Nemmeno in un altro sogno.

Nemmeno domani.