Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: LadyDP    11/03/2018    0 recensioni
La tanta agognata fuga, una sorella ritrovata, un vecchio nemico. Un nuovo piano.
Una nuova avventura dei fratelli Dalton.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Avete sentito qualcosa, fratelli?”

 

Jack si guardava intorno dal basso della sua branda.

“Che cosa?” esclamò Averell, sobbalzando sul letto, stringendo il cuscino tra le braccia.

 

“Niente, Averell. Non cominciare con le tue solite fissazioni sui fantasmi.”

 

“E se stavolta non fosse solo un topolino?”

 

Joe capì che avrebbe dovuto alzarsi per fare finta di controllare in giro, e rassicurare il fratello minore.

 

Dopo aver osservato gli angoli della cella senza troppa convinzione, decise di completare la scenetta dando un’occhiata attraverso la fessura della porta, con l’ausilio di uno sgabello.

 

“Visto? Non c’è assolutamente nient..”

 

Joe si bloccò, ad occhi spalancati, fissando qualcosa di misterioso.

 

“..perchè non parli più, Joe?” tremò Averell.

 

L’altro saltellò più volte sullo sgabello, fino a distruggerlo, tanto era innervosito.

 

“Un altro prigioniero sta fuggendo!” sbraitò.

 

“Ah sì? Beato lui” commentò William.

 

“Non urlare, Jack. Le guardie potrebbero sentirti, non sarebbe carino nei suoi confronti dare l’allarme” gli fece notare Jack.

 

“Non pensavo che qualcuno di quegli allocchi fosse così astuto da riuscire a svignarsela, anche se potrei aver visto male...

 

AVERELL!”

 

Il richiamato scattò sull’attenti in un battibaleno.

 

“Prendimi in braccio e fammi ricontrollare la fessura!”

 

Averell obbedì.

 

 

“..non vedo più nessuno”

 

“Magari se ne è andato. Avrà avuto paura di essere scoperto.” ipotizzò Jack.

 

“Non si sa mai che qui abbiano l’orecchio fino.” concordò una voce femminile, dal di fuori.

 

Joe si rivoltò verso la fessura. Ancora il niente.

 

“Chi ha parlato?” chiese.

 

“CHI HA PARLAT” urlò, ma venne interrotto da un sassolino che gli arrivò proprio dritto in mezzo alla fronte.

 

Un paio di occhi neri sbucarono finalmente dalla fessura.

 

“La prossima volta sarà un proiettile” disse il loro proprietario.

 

Nessuno dei fratelli riusciva a decifrare chi fosse.

 

Di certo non era uno dei detenuti.

 

“..Wendy?” disse Averell, sorpreso.

 

“Wendy??” dissero William e Jack all’unisono, come illuminati da quell’intuizione.

 

“WENDY!”esclamò Joe, al culmine della goia.

 

“Sei venuta per farci evadere?!” chiese speranzoso.

 

“Oh, la mia sorellina adorata! Presto, liberami da questa gabbia per topi!”

 

“Non così in fretta, nanerottolo.

 

Non sarà così facile.”

 

“Che vuoi dire?”


“Io sono qui per darvi una mano, non per portarvi la pappa pronta.”

 

Joe incrociò le braccia, accigliato.

 

“Condivido il mio cervello con altre tre persone, come pretendi che dovrei fare?”

 

“Non l’ho capita” disse Jack.

 

“Io sì, purtroppo” commentò William, roteando gli occhi.

 

Wendy sbuffò, poi sorrise. “Va bene, per stavolta faremo uno strappo alla regola di mamma”

 

Un vero criminale evade da solo” decantò Joe.

 

Un pappamolle si fa aprire la porta” continuò lei, per poi appunto spalancargliela, lasciandoli uscire.

 

Wendy Dalton era una ragazza alta un po' meno di William ma un po' più di Jack, aveva corti capelli neri con un ciuffo selvaggio sulla fronte, due occhi neri ed uno sguardo sicuro.

Era una ragazza affascinante, al contrario dei fratelli, con un corpo atletico e perfetto, seppur fosse molto magra.

Indossava un lungo vestito giallo, un fiocco dietro ai capelli dello stesso colore ed una collana choker con smeraldo verde pendente, e portava due lunghi guanti neri aderenti.

 

“Abbracci dopo, Averell” disse, bloccando subito l’affettuoso fratello.

 

Il gruppetto uscì dall’entrata principale (non che ce ne fossero altre) e ci misero anche una certa calma.

 

I fratelli Dalton si sentivano tranquilli tutte le volte che erano con la loro sorellina.

E c’era un motivo molto semplice.

 

 

Appena usciti, Wendy si premurò persino di chidere la porta, facendo appunto un gran rumore.

 

Questo allarmò e mobilitò immediatamente tutto il personale del penitenziario.

 

Joe, Jack, William ed Averell erano già sul carro, quando si accorsero di questo.

 

Wendy stava sogghignando soddisfatta.

 

“Odio le sue manie di protagonismo” commentò William.

 

“Deve proprio farlo ogni volta?” continuò Jack.

 

“SILENZIO! Adoro quando lo fa, lasciatemi guardare” disse Joe ammirato, poggiando il mento sulle mani e i gomiti sulle ginocchia, che erano piegate su lui stesso.

 

 

Wendy estrasse due pistole da sotto la gonna, da dentro le calze.

 

Appena le guardie, il direttore e la sua assistente uscirono, finse di disperarsi.

 

“Signorina, che cosa succede?” chiese Peabody, preoccupato.

 

“Questi mascalzoni le hanno fatto del male?”

 

“Oh no..” si asciugò una lacrima che in realtà non c’era.

 

“..piango per voi.” disse, finalmente puntando le pistole verso di loro, e sparando, così veloce che se ne accorsero in ritardo, così in ritardo che intanto Wendy aveva già preso le redini del carro ed era filata via.

 

 

 

“Mi sei mancata, sai?” disse Joe, incantato da lei.

 

“Anche tu” e gli diede un bacio sulla guancia.

 

“Ehi, e a me niente?” chiese Averell, sbucando dalla tenda del carro.

 

La abbracciò da dietro, stringendola come un orsacchiotto.

 

 

“..ok,levamelo di dosso ora” disse, con espressione contrariata.

   
 
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